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Louis

<h2 style="font-style: italic;"><span style="font-size: 14px;"><span style="font-family: times new roman,times,serif;">LOUIS.

Sto camminando da quasi un ora da solo per le vie di Londra, ho appena buttato il mozzicone della mia sigaretta e mi sto dirigendo verso la casa di Sophia.

Dopo quello che è successo tra di noi, dopo quel bacio, la mia testa è andata nel pallone..

Mi sono sentito in colpa per Bianca, perchè l'ho tradita. Avevo giurato a me stesso che non l'avrei mai abbandonata, invece mi sono fatto ingannare..

O meglio, mi sono ingannato da solo.

Appena vidi i suoi occhi verdi e i suoi capelli rossi.. ricci.. Sono impazzito.

Ma ora sono giunto ad una conclusione, non posso continuare a non andare a scuola solo per non vederla, devo affrontare il mio fantasma.

Mi sono fatto fuori tre sigarette mentre camminavo per la città in cerca delle parole adatte da dire a Sophia, per chiederle scusa.

Adesso finalmente ho strutturato un discorso completo, mi trovo nella sua via e mando un messaggio a Liam per sapere precisamente qual'è la casa.

La risposta non tarda ad arrivare:

"La seconda a destra, buona fortuna fratello.

Liam."

Alzo lo sguardo e la vedo.

No, non ci voglio credere.

E' la stessa casa dove abitava Bianca.

Mi copro gli occhi con le mani, ormai sono qui, non posso tirarmi indietro come un codardo, devo affrontarla.

Mi faccio coraggio e la raggiungo, è proprio uguale a prima, almeno, all'esterno.

"Dai Louis, c'è la puoi fare, conta fino a tre.."

Dico a me stesso e poi suono.

Sento una voce femminile imprecare e far cadere qualcosa.

Mi viene da ridere, ma quando apre la porta la vedo.

Tutto il discorso che avevo preparato va in fumo.

Due occhi verdi mi guardano stupiti e sul mio viso si dipinge un sorriso alla vista di quella bellezza.

Abbasso lo sguardo, imbarazzato e gioco con i braccialetti sul mio polso.

Mi faccio coraggio e la guardo.

"Ciao.."

SOPHIA.

"Ciao.."

Due occhi azzurri sono posati sul mio corpo e mi analizzano.

Mi sfoggia uno splendido sorriso e abbassa lo sguardo imbarazzato.

Non che mi dispiaccia la sua presenza, ma.. Che ci fa Louis Pericoloso Tomlinson appoggiato alla mia porta?

Lo guardo con stupore e gli sorrido d'istinto.

Sono contenta di vederlo anche se non dovrei, visto che mi ha baciata e poi lasciata da sola in una stanza nell'arco di neanche cinque minuti.

"Ehi.."

La mia voce esce bassa, simile ad un sussurro.

Lui smette di giocare con i suoi braccialetti che guardo uno ad uno.

Il mio sguardo sale sul suo braccio coperto dal giubbotto, per poi risalire fino al suo viso, alle sue labbra.

Le morde, imbarazzato.

Dio, non ci posso credere di averlo baciato.

Quando incontro i suoi occhi grandi e azzurri abbasso subito lo sguardo, come se avesse sentito tutto ciò che ho pensato.

"Ehm.. Cercavi mio fratello per caso?" Chiedo, rendendomi poi conto che con Niall non ci ha praticamente mai parlato.

Lui ride, quella risata risveglia i miei sensi.

"No.. Cercavo te"

Hai ragione, chi altro sennò? Mi allunga una mano, facendo segno di seguirlo.

Stesso movimento, esattamente come una settimana fa.

"Hai voglia di andare a fare un giro? Volevo parlarti.."

Mi sorride, riporgendomi la mano. Annuisco e l'afferro.

Brava Sophia, vai ad infilarti nei casini per la terza volta.

Scendo le scale e apro il cancello, sciogliendo a malincuore la mia mano dalla sua..

Facciamo un tratto di strada senza parlare, quando sto per rompere il ghiaccio lui mi precede.

"Prima che tu possa dare un giudizio negativo di me, volevo spiegarti e parlare di quello che è successo a scuola.. Insomma, del bacio.."

Sentirlo dire a lui mi crea delle strane emozioni. Lo guardo: No, non è possibile che tra noi possa essere successo qualcosa. E' così bello, mentre io sono così.. Banale e insulsa.

"Beh, non è che ci sia molto da dire.." Rispondo, piano, come se volessi farmi piccola piccola..

Il suo sguardo si posa su di me.

"Invece si" Il suo tono è duro e sembra persino severo "Mi sono comportato da idiota con te, Sophia."

I miei occhi incontrano i suoi, sembra sincero.

Raggiungiamo una caffetteria e il profumo di caffè e brioche mi fermano.

"Che ne dici se ne parliamo davanti ad un caffè?" Gli sorrido.

Lo ricambia, sollevato dalla mia reazione. Apre la porta del bar e mi fa passare, facendo un cenno d'inchino.

Rido e prendiamo posto in un tavolino, vicino alla finestra.

Apro il menù dei caffè e ne trovo una varietà infinita, sgrano gli occhi e lui scoppia a ridere.

"Che c'è?" Gli chiedo sorridendo.

"Hai fatto una faccia" E cerca di imitarla.

"Guarda quanti caffè ci sono!" Mi giustifico, girando il menù verso di lui, in modo che possa leggere.

Non si sbalordisce affatto "Neanche più di tanti"

"Coosa?!" Sgrano gli occhi per la seconda volta, guardandolo.

"Ci sono caffetterie che ne hanno molti di più" Appoggia la schiena contro la sedia e mi guarda sorridendo.

"Mi devo abituare a Londra.." Gli dico, appoggiando il menù aperto sul tavolo e mettendomi le mani nel capelli. "Fantastico, ho l'imbarazzo della scelta."

Lui si avvicina e me ne indica uno con il dito. "E' il più buono, fidati di me."

Mi fa un occhiolino e scoppia a ridere. "Sei buffa."

"Ma perchè?" Chiedo, lamentandomi.

"Non riesco a smettere di guardare le tue espressioni, sei come un libro aperto, qualsiasi cosa tu provi io riesco a vederla."

Mi copro la faccia con le mani "Così va meglio?"

Lo sento ridere, per poi togliermi le mani da davanti il volto e sorridermi.

Quanto è bello.

Si avvicina il cameriere e gli diamo l'ordinazione.

Quando si allontana, Louis di colpo diventa serio.

"Scusa."

Mi guarda dritto negli occhi.

Scusa di cosa? Lo osservo, confusa.

"Scusa, per quello che è successo.. Non so cosa mi sia passato per la testa.. In questi mesi non sto molto bene.."

Si avvicina a me e poggia la sua mano sulla mia. E' così grande che la copre tutta.

"Tu sei così bella e io così.." Si blocca, abbassando lo sguardo "Fragile."

Questa parola mi lascia senza risposta.

Fragile? Lui? Non lo si direbbe, tutti lo descrivono come il lupo cattivo.. Ma se fosse lui la persona da salvare?

Sto per rispondergli quando lui stringe la mia mano dolcemente.

"Qualche mese fa è morta una ragazza. La prima ragazza che ho amato.."

Al sentire quelle parole e alla vista dei suoi occhi azzurri che si riempiono di lacrime, dentro di me si crea un mix di emozioni che non riesco nemmeno a descrivere.

Vorrei chiedergli come si chiamava, perchè è morta.. Ma l'unica cosa che riesco a fare è stringergli forte la mano e con l'altra asciugare una lacrima che è nel frattempo caduta sul suo viso perfetto.

No, forse è meglio se non faccio domande.

"Mi manca tanto, ma appena vidi i tuoi occhi verdi così pieni di speranza e i tuoi capelli rossi sono andato fuori di testa, non riuscivo a controllarmi e ti devo delle scuse.."

Gli sorrisi "Non devi giustificarti, capisco perfettamente il modo in cui ti senti.. Mi dispiace tantissimo per la tua ragazza.."

Gli faccio una carezza sul volto e al contatto con il suo viso il mio cuore comincia a battere all'impazzata, quando poi lui incatena i suoi occhi ai miei, mi sento morire.

"Hai perso anche tu una persona cara?" Mi sussurra.

Abbasso lo sguardo. "Stavo per perdere me

Mi guarda confuso "Cosa vuoi dire?"

Sospiro "Prima di trasferirmi qua ho fatto un trapianto al cuore. Era molto malato e se non fosse stato per quella persona che me ne donò uno nuovo io a quest'ora non sarei qui."

Mi guarda, senza fiatare. Non se l'aspettava, lo capisco dalla sua espressione..

"Oh santo dio.." Abbassa lo sguardo. "Quindi tu.."

"Praticamente è da quando sono piccola che sono malata e, scusami se non riesco a dire 'ero malata', ma perchè ancora non ci credo.

Ho passato un'adolescenza d'inferno, ho sofferto come mai ho creduto si potesse soffrire.

A quindici, sedici anni una persona si aspetta di uscire con gli amici, fare cazzate con loro e vivere in pace, invece io degli amici non li ho mai avuti e non so neanche come sia averli.

Passavo tutto il tempo a letto a tenere chiuso dentro di me tutto il dolore e la rabbia che provavo.

Venivo imbottita di medicine, antibiotici, sedativi.. E i peggiori sono i sedativi perchè sembra che stai dormendo ma la mente è sveglia, non puoi neanche smettere di pensare o di chiederti: Perchè a me?

Mi sentivo morire, sono diventata bianca, ho visto mia madre piangere da sola in bagno, mentre ero sotto l'effetto dei sedativi spesso sentivo Niall suonare la chitarra ai miei del mio letto cantando, con la voce strozzata dal pianto.

Credevo di morire invece sono qui.

In queste settimane mi sono chiesta molte volte: Perchè io sono sopravvissuta e altre persone no?"

Prendo fiato, mentre mi asciugo le lacrime.

Louis non ha mai smesso di fissarmi e di tenermi forte la mano.

Forse avrei dovuto usare più tatto? Ma che termini ci sono da moderare? E' tutto vero.

Rimango sbalordita da tutti questi fiumi di parole che sono usciti dalla mia bocca, non mi sono mai lasciata andare all'emozioni.

"Mi dispiace, mi sento così stupido ad aver pensato che tu non potessi capirmi.."

Mi dice, asciugandosi le lacrime con le dita dell'altra mano.

"Non potevi saperlo.."

Il discorso viene interrotto dal cameriere che ci porta i caffè.

Allontana la sua mano dalla mia per pagare, prendo anch'io il portafogli ma lui mi ferma.

"Pago io" Mi sorride e io ricambio.

Adesso mi sento così bene, dopo essermi sfogata.

Non so cos'abbia Louis, ma mi fa stare davvero bene.

---

"Ti devo ringraziare."

Gli dico, uscendo dal bar, dopo aver bevuto il nostro cafè. Lui si accende una sigaretta e poi mi sorride, sbuffando fuori il fumo.

"E di cosa?" Mi chiede.

Gli rubo una sigaretta dal pacchetto ancora aperto e l'accendino dalle mani.

"Per avermi pagato il caffè.. E per avermi ascoltata. Non mi sono mai aperta con nessuno ma con te.." Lascio la frase sospesa.

Con te cosa? Adesso che gli dico?

Mi porto la sigaretta alla bocca e l'accendo di fretta.

Lui osserva ogni mio movimento.

"Ci siamo ascoltati a vicenda, è stato bello" Mi sorride, con gli occhi ancora lucidi. Sono così belli che brillano. "Devo dire che più passa il tempo, più mi stupisci"

Butto fuori il fumo, mentre camminiamo verso casa mia. "Io invece non so nulla di te.."

Distoglie lo sguardo da me, pensieroso. "Forse dovremmo conoscerci, mi incuriosisci"

Di colpo compare sul mio viso un enorme sorriso "Come amici?"

Ci guardiamo "Come amici." Ripetiamo all'unisono.

Se lo scopre Niall mi uccide, ma che mi importa?

E' una splendida persona, si vede che non lo conosce.

Arriviamo a casa che ormai è tardi, non ho nemmeno più voglia di pranzare.

Mi fermo davanti al cancello e lo apro.

"Ciao amico, è stato bello fare colazione con te" Gli dico, prendendolo un po' in giro e porgendogli la mano, della serie: 'dammi il cinque, fratello'.

"Ciao rossa, ci vediamo domani a scuola." Mi da il cinque e stringe la mano.

Quando la lascia mi sento un po' abbandonata, fa per andarsene quando..

"Lou?" Lo chiamo.

Si volta e mi sorride. Potrei svenire, giuro. "Vicini di banco?" Chiedo, abbassando lo sguardo.

Ride al mio imbarazzo, mi fa l'occhiolino annuendo e se ne va.

Continuo a guardarlo mentre va via e non posso fare a meno di pensare che sarà difficile essere amica di un ragazzo così sexy.

Scoppio a ridere da sola e mi copro gli occhi con una mano, sono proprio uno scema!

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