Le sintonie dell'amore
Skyler
"Brian?" Lo chiamo.
Dio, mi abituerò mai a questa nuova vita?
L'ho desiderato talmente tanto che ho quasi l'impressione di vivere dentro ad un sogno.
"Brian? È tardi, svegliati."
Inizia a frignare, come una femmminuccia. "Ancora cinque minuti." Non ricordavo fosse così dormiglione.
"Vado a dare il latte a Hope, se riprendi sonno poi non venire da me a lamentarti."
Sto per alzarmi dal letto quando sento afferrarmi per un braccio. Non so come, ma all'improvviso mi ritrovo nuovamente distesa con Brian sopra di me.
Le sue pozze blu mi stanno ipnotizzando, sono schiava di quei corpi celesti che sprigionano una passione famelica.
"Dove pensi di andare?" Chiede, la voce roca e impastata dal sonno.
"Da nostra figlia." Nostra. Mia e di Brian. Io e il mio migliore amico abbiamo una bambina.
"A cosa stai pensando Sky?"
"A...a Hope." Dico.
"Ti sembra irreale, vero?"
"Già. Io l'ho sempre desiderato, ma ormai mi ero rassegnata...a noi due intendo." Gli confesso.
Questa è la prima volta che parlo con lui delle mie insicurezze. Un tempo non ne sarei stata in grado, ora mi sento più forte e stabile, perché ho lui al mio fianco.
"Quand'è che ti sei innamorata di me Sky? Voglio saperlo." E prima che io possa rispondere alla sua domanda ricevo un morbido bacio lungo la linea del collo, un altro alla spalla e un ultimo sulle labbra.
"Andavo ancora a scuola. Era il giorno dopo del mio quindicesimo compleanno. Mancavano due ore alla fine delle lezioni e il professore di storia non la smetteva più di parlare di guerre, morti e sopravvissuti. Ti mandai un messaggio scrivendoti quanto mi stessi annoiando, ma tu non rispondesti. Mezz'ora più tardi ti vidi entrare in classe con la preside e con una scusa ben assestata riuscisti a farmi uscire da scuola. Passammo l'intero pomeriggio insieme e a me non sembrava vero. Tu avevi ventun anni, io quindici, e la maggior parte delle persone ci scambiava per fratello e sorella, ma io non mi sono mai sentita tale. Prima di rientrare a casa Brian, tu mi hai guardata negli occhi senza dire nulla per oltre un minuto e io sentivo il mio cuore impazzito"
"Mi hai rubato un bacio Sky. Era il tuo primo bacio, vero?" La sua domanda m'imbarazza e lui non perde tempo per farmelo notare.
"Sei arrossita."
"Non infierire. Tu mi guardavi in un modo..." Non riesco neppure a trovare la parola adatta.
La punta del suo naso sfiora la mia di proposito. "In quale modo ti guardavo...sentiamo..." Ha la voce spezzata.
Apro le gambe, per bilanciare il suo peso, ma non appena il suo addome si appiana col mio, sento la sua erezione premere nel punto più sensibile.
"Come adesso. Mi guardavi come stai facendo in questo momento Brian." Gemo, d'innanzi alle sue labbra.
"Forse perché ti desideravo, proprio come ora., con l'unica differenza che adesso nessuno mi può scambiare per un maniaco." Commenta.
"Maniaco mi sembra esagerato." Lui aggrotta la fronte. "Sky, eri minorenne. Maniaco è fin troppo angusto. Tu non avevi colpe, eri solo troppo bella e io troppo pazzo."
"Pazzo di me?"
"Follemente pazzo di te."
*****
"Kevin, io vado. Ci vediamo domani. Vuoi che venga prima?" Sussurro piano, è troppo intento nel sistemare tutta la contabilità, e farlo, per lui, è peggio di un calcio alle parti basse.
"Se riesci si. Magari per le 7, okay?"
Alzo il pollice verso l'alto e lo saluto con un sorriso, contraccambiato.
Il mio turno al Wallas si è prolungato fino alle 8. Fortunatamente Brian ne avrà fino a tardi con Mark e Hope è con Ester.
Prima di partire decido di chiamarla.
'Dimmi tutto, Skyler.'
'Ciao Ester, arrivo tra dieci minuti, traffico permettendo. Scusami, ho fatto tardi a lavoro.'
'Non preoccuparti. Hope ha appena mangiato e ora dorme profondamente. Senti, vuoi che per questa notte resti qui da noi? Così tu e Nick vi rilassate un po'.'
'Oh...beh, io' non so cosa dire, mi sento in difficoltà sia a rispondere con un si, che con un no.
'A me e Thomas fa solo che piacere, ma se non ti fidi'
'No, no, mi fido cecamente. Allora...va bene. Hai tutto quello che ti serve?'
'Certo. Ho tutto il necessario. Buona serata e da un bacio a Nick da parte mia. Ciao tesoro.'
Dopo aver chiuso la telefonata resto con le mani sopra il volante, frastornata, a fissare il nulla.
"Senza Hope per una notte? Dio, spero solo di riuscire ad addormentarmi."
Quando arrivo a casa mi rilasso sotto la doccia per oltre venti minuti. Ne dedico altri dieci per cospargere il mio corpo di crema allo zucchero filato e riesco persino ad asciugarmi i capelli e a passarci la piastra.
Era da molto tempo che non mi vedevo con i capelli lisci. Di solito hanno sempre il solito aspetto, che va dal leggermente mosso allo spettinato.
Tutto sommato non è stata poi una cattiva idee lasciare Hope dai nonni... anche se mi manca il suono della sua voce, dei suoi versi buffi e dolci.
Decido di aspettare Brian in divano, davanti alla televisione a guardare l'ennesima replica di Dirty Dancing.
Non dormire. Non dormire. Non dormire...
Lo sto ripetendo nella mia mente da cinque minuti, ma credo proprio non serva a nulla. E nell'attimo esatto in cui cedo, vengo svegliata di soprassalto dal suono del campanello.
"Quando imparerai a portarti dietro le..." La mia voce si smorza e le mani iniziano a tremare.
"Dylan. Cosa...cosa ci fai qui?" Indossa una dei suoi soliti completi blu, ma questa volta la cravatta ha lasciato lo spazio alla carne.
Dieci centimetri abbondanti in bella vista avvolti da una camicia bianca che odora di muschio. Olfatto MALEDETTO!!
La sua barba è più lunga del solito, gli occhi verdi sono attorniati da un alone violaceo e i capelli brizzolati per la prima volta hanno un effetto spettinato a cui non sono abituata.
"Ho bisogno di parlarti Skyler. Mi dispiace essere venuto fino a qui, ma tu non rispondi più alle mie chiamate, ne hai messaggi e"
"Quali chiamate? Quali messaggi? Io non ho ricevuto nulla." Lo correggo prima che posso concludere.
"Ti ho cercato per quattro giorni. Dall'ultima volta che ci siamo visti sino ad oggi." Dice.
"Mi dispiace...io...non" Cosa dovrei dire?
Butta un'occhiata alle mie spalle, quasi a volersene accertare lui stesso e infine domanda: "Sei da sola?"
Annuisco. "Posso entrare o se preferisci resto qui"
"No, entra pure." Rispondo, non convinta. "Posso offrirti qualcosa? Acqua, tè, caffè..."
Siede sul divano e rifiuta ogni mia proposta. Spengo la televisione e prendo posto sul pouf bianco che per mia fortuna si trova ad metro di distanza da lui.
"Hope come sta?"
"Bene. Cresce ed è una super mangiona. Ora è da noi nonni. Dorme li questa notte." Gli rispondo, per poi arrivare dritta al punto: "Perché sei qui Dylan?"
Le sue mani si strofinano dapprima il viso, dopo i capelli, che ora sono una piccola massa riccioluta.
"Sono qui perché per quanto io ci provi non riesco a fare a meno di te Skyler. La ragazza che hai visto con me al ristorante è mia sorella, io..." inspira ed espira frettolosamente, "io non mi sto per sposare Skyler. Davvero hai pensato che in sei mesi io mi sia follemente innamorato a tal punto da volermi sposare?"
"Io...Non.." inizio a balbettare. "Come potevo saperlo Dylan? Io non so nulla di te, e quel poco che so te l'ho estorto in sei domande."
"Mi dispiace Skyler, mi sto comportando come uno stronzo, ma credimi se ti dico che tutti i sei mesi passati a chilometri di distanza da te non sono serviti a nulla."
Ci risiamo: inizia a battere e non la smette più. Cuore mio fermati ti scongiuro! "Devi dirmi cosa provi per me Skyler, perché fino a che non saprò quali sono i tuoi veri sentimenti io non potrò mai arrendermi definitivamente." È una supplica, una pretesa, una richiesta, oddio, non capisco più nulla.
Si alza da divano e si avvicina a me. Mettendosi in ginocchio, mi guarda dritto negli occhi aspettando una mia risposta.
"Accetterò ogni tua decisione, purché sia vera. Mentire non servirà a nulla, ho imparato a leggere nei tuoi occhi Skyler, lo sai." Mormora.
"Dylan", non ce la faccio. Più lo guardo e più i ricordi riaffiorano. Ti voglio bene, ma ho amato sempre e solo Brian e così sarà, per l'eternità.
"Dimmi." Ha la voce roca e pian piano lo vedo alzarsi. Il suo viso è sempre più vicino...
"Dylan, no!" Non riesco a muovermi e lui è troppo vicino.
"Prova a baciarla e sei un uomo morto." La voce di Brian irrompe nel salotto.
Dylan si alza, indietraggiando, e io ne approfitto per fare la stessa cosa andando incontro a Brian.
"Perché lo hai fatto entrare, Sky? PERCHÉ?" Mi aggredisce. Stringe i pugni così forte che le sue nocche si colorano di bianco.
Lo sguardo chiuso a fessura mira dritto a Dylan che risponde allo stesso modo, se non peggio.
"Posso spiegarti", dico rivolta verso Brian. Cerco un contatto sfiorando il suo braccio con la mano, ma con uno scatto evita il mio tocco e io mi ritraggo.
"Credo sia arrivata l'ora della resa dei conti Jhons. Sei uno psicanalista, no? Allora cosa non ti è chiaro di: LEI È MIA." Ringhia. La sua furia si manifesta tutta tingendo la sua pelle di un rosso scarlatto.
"Tua? Non è mai stata tua Parker." Le parole di Dylan lo fanno balzare in avanti. Cerco di fermarlo afferrandolo per la camicia, ma lui non si arresta.
"Cosa pensavi di ottenere venendo qui? Perché semplicemente non ti arrendi?"
"Perché voglio che sia lei a dirmelo, non tu."
Sono uno difronte all'altro e i loro sguardi sono fulminei. L'atmosfera è glaciale, un soffio, e centinaia di stalattiti cederebberro distruggendo tutto.
"Basta! Smettetela!" Urlo, attirando l'attenzione di entrambi.
"La verità è una sola, ed entrambi conoscete la risposta."
Guardo l'azzurro dei suoi occhi e solo così riesco a trovare quello che mi è sempre mancato, ma che sapevo essere nascondo da qualche parte dentro di me: il coraggio.
"Dicono che l'amore arrivi quando meno te lo aspetti, e io ho cercato, desiderato, aspettato, voluto, solo quello di un uomo: Brian."
Punto lo sguardo verso l'alto, alzando di poco la testa e chiudo gli occhi.
"Ti ho odiato: poco, tanto, troppo.
Ti ho cercato: dieci, cento, mille volte.
Ti ho sognato: 264 notti.
Ti ho sentito: in tutti i miei sogni.
Ti ho aspettato: tutti i giorni.
Ti ho amato: dal mio primo bacio.
Ti amo: passato, presente, futuro. "
Apro gli occhi, liberando dolci e morbide lacrime, e riporto l'attenzione su di lui.
"Questo è ciò che io chiamo: le sintonie dell'amore."
Non è mai facile parlare d'amore, non si è mai pronti ad amare veramente, e non si vorrebbe mai soffrire per amore.
Io ho imparato a conoscere l'amore attraverso di lui e mai avrei immaginato di potermi sentir dire Ti Amo attraverso un suo sguardo.
Ma da quando ho imparato a leggere nei suoi occhi, tutto a un senso, tutto a uno scopo, tutto è tornato ad essere...vita.
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