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Ottobre

Nick

I tre mesi sono quasi scaduti. Io e Skyler in queste ultime settimane abbiamo dedicato la maggior parte del nostro tempo a noi due.

Siamo stati sullo Space Needle, al Seattle Art Museum, a Green Lake e una sera l'ho portata persino a teatro a vedere uno di quei balletti di danza classica che le piacciono tanto. È stato bello, ma non pensavo durasse più di due ore e fosse così strappalacrime.

Ovunque guardassi c'erano donne con occhi lucidi e labbra tremanti. Skyler compresa. I momenti più belli però sono stati quelli trascorsi a casa: fare l'amore con lei, cucinare assieme, guardare film alla TV rimpinzandoci di popcorn o gelato, o semplicemente starcene stesi in divano abbracciati.

Una sera mi chiese di leggere assieme Le parole che non ti ho detto. "Leggimi la parte del libro che più ti piace." Disse. "Voglio capire perché ne vale la pena leggerlo così tante volte."

Sì stupì nel vedere che iniziai a parlare senza neppure aprire il libro.
"A volte il dolore mi annienta, e sebbene io sia consapevole che non ti rivedrò più, una parte di me vorrebbe restare aggrappata a te per sempre. Grazie di avermi mostrato che verrà un tempo in cui sarò infine capace di lasciarti andare."

Pronunciai quelle parole con tutto l'amore che avevo imprigionato dentro di me. Dal canto suo non rispose, si limitò a guardarmi con un volto dipinto di amara sofferenza.

Le liti con mio padre aumentarono di giorno in giorno. Sentivo che stava sparendo anche quel poco di amore che gli era rimasto nei miei confronti. Quale padre sacrificherebbe il rapporto con i figli per non perdere la propria reputazione di leader?

Due settimane fa ho incontrato Lisa, mia figlia. Il test ha dato riscontro positivo. Sono padre. È una bella bimba. Somiglia molto a Evelyn, ma ha i miei stessi occhi. Adora il gelato alla fragola e i biscotti a forma di orsetto.

Vorrei poterle dire chi sono realmente, ma Evelyn insiste col voler aspettare. Io direi che ho già aspettato abbastanza. Ho rivisto anche Mark. Mi ha chiesto scusa e ha detto che vorrebbe riallacciare i rapporti ora che...c'è di mezzo Lisa. Di risposta si è beccato un bel pugno in faccia e un acuto "Va all'inferno."

Domani io e Skyler partiremo per Parigi. Questo weekend sarà il suo compleanno e voglio portarla nella casa dove trascorrevo le vacanze estive insieme ai miei genitori. L'ho sempre considerato il mio rifugio, il posto in cui tutto era perfetto perché la mia vita era perfetta. Spero lo sia anche dopo aver tolto questa maschera che mi porto dietro. È giunta l'ora della verità.

Skyler

Guardo mia mamma asciugarsi le lacrime. Mi rincuora sapere che sono lacrime di gioia. "Mamma non c'è bisogno di piangere. Non parto mica in missione." Le dico cercando di sdrammatizzare.

"Oh, lo so bene. È che sei cresciuta così in fretta. E in questo ultimo anno ho pensato di aver perso per sempre la mia bambina. Vederti soffrire in quel modo, sentire le tue urla strazianti durante la notte è stato come morire, Skyler." Confessa.

"È così bello vederti sorridere. Tutto grazie a questo ragazzo che però ancora non ho avuto il piacere di conoscere cara figlia mia."

Ecco. Sapevo che sarebbe arrivata a questo punto.
"Quando torno te lo farò conoscere mamma. Promesso."

"Mmm...non sembri molto convincente." Dice con i suoi occhi chiusi a fessura come se volesse leggere nei miei.
"Mantengo sempre le promesse mamma." Replico alla fine.

Una volta a casa preparo la valigia con lo stretto indispensabile. Parigi ha tanti bei negozi e ho in mente di fare un di shopping...come si dice...ah si, compulsivo.

Tempo fa alla TV davano la replica di 'I love shopping' e devo ammetterlo, ho invidiato il guardaroba di Rebecca. Non sono mai stata il tipo di ragazza che adora passare il sabato pomeriggio dentro i centri commerciali o nella grandi boutique.

Non so nemmeno come faccia certa gente a spendere così tanti soldi anche solo per un banalissimo completo intimo; ma per una volta voglio conoscere anch'io quella sensazione di vittoria che si prova ad un uscire da un negozio con le mani ricolme di borse.

"Sarah, hai visto la mia giacca blu?" Grido dalla mia camera. Lei compare sull'uscio della porta e mi rivolge uno sguardo interrogativo. "Sai che non tocco la tua roba. L'avrai lasciata da Nick, come la borsa rossa due giorni fa e le scarpe nere la settimana scorsa. Fai prima a trasferirti da lui Skyler." Risponde con tono arrogante.

Alzo un sopracciglio sconcertata e le rispondo a dovere. "Senti, mi hai proprio stancata. Se ti do davvero così fastidio tolgo volentieri il disturbo. Sei diventata insopportabile, nemmeno fossi in menopausa."

"Mi dispiace, okay? È che in questo periodo io e David non facciamo altro che litigare e come se non bastasse il mio capo mi sta addosso per uno schifo di progetto che avrei già dovuto consegnare tre giorni fa." Mi confida.

"Non voglio che tu te ne vada, Skyler. Davvero." Le sorrido, grata che abbia ammesso, a suo modo, di tenere ancora al nostro rapporto. "Sei perdonata. Comunque, semmai ti venisse la malsana idea di doverti sfogare con qualcuno, sappi che io ci sono."

"Grazie. Lo terrò a mente. Esco a fare una commissione. Torno tra un'oretta." Conclude strizzando un occhio.

Prendo le chiavi di riserva dell'appartamento che mi ha lasciato Nick ed entro alla ricerca della giacca sperduta. Suona più come il titolo di un film: 'Alla ricerca della giacca sperduta' Riuscirà la nostra eroina a scovare la preziosissima giacca di colore blu? Orribile!!! Non si può proprio ne vedere ne sentire.

Entro e punto dritta verso la camera di Nick. Guardo ovunque, persino sotto il letto, dove sbuca un mio reggiseno bianco e paio di calzini neri da uomo, ma della giacca nemmeno l'ombra. Provo a guardare in bagno, ma sento qualcuno bussare alla porta e faccio marcia indietro.

"Come sapevi che ero...Ester?!" Resto disorientata per un breve attimo, al contrario di lei che sembra aver visto un fantasma.

"Skyler?" Pronuncia il mio nome quasi fosse insicura su chi abbia difronte.

"Cosa ci fai qui? Il mio appartamento è quello difronte. Hai sbagliato porta." Dico sorridendo. "Aspetta un attimo. Prendo due cose e andiamo da me." Non risponde. "Entra pure se vuoi. Faccio presto."

Avanza incerta, a piccoli passi. I suoi occhi si perdono a guardare ciò che la circonda. Sembra come alla ricerca di un qualcosa, o peggio, di qualcuno. Vado in camera e prendo il reggiseno e una maglia che ho intravisto poco prima sopra la poltrona. Metto tutto dentro una borsetta che recupero dalla cabina armadio e torno da Ester.
"Eccomi. Scusa. Ora possiamo andare."

La trovo a guardare una cornice con la foto mia e di Nick. L'abbiamo scattata un paio di settimane fa a Green Lake. "Sì chiama Nick. L'appartamento è suo." Dico.

Non la vedo da cosi tanto tempo e sono cambiate talmente tante cose che mi sento quasi in dovere di darle delle spiegazioni.
Sta per dire qualcosa, ma viene interrotta da Nick che apre la porta. Guarda prima me e subito dopo Ester.

"Cosa ci fai qui?" Sbraita.

Perché urla?

"Ero venuta a cercare la mia giacca, ma" Mi fermo di colpo. È rivolto verso Ester, ce l'ha con lei. "Aspetta un attimo. Voi due vi conoscete?" Chiedo.
"Nick? Come fai a conoscere Ester?" Alzo la voce cercando di attirare l'attenzione, ma lui non mi ascolta.

"È lei la ragazza di cui mi parlavi Nick? È Skyler?"

Parlare? Di me? Quando?

"Perché Nick? Me lo avevi promesso. Avevi detto che non ti saresti avvicinato a lei." La sua voce sta tremando e i suoi occhi stanno piangendo.

"Ester, cosa sta succedendo? Perché conosci Nick?" Domando. Lei sì accascia sul divano e si copre il viso con le mani. Il suo pianto è disperato.

"Mi dispiace, Skyler. Non dovevi saperlo in questo modo." Dice.

"Sky. Ascoltami, io"

"Sta zitto Nick." Sbraito. "Cosa dovevo sapere Ester? Cosa?" Chiedo furiosa. Si asciuga le lacrime e guarda Nick come se volesse la sua approvazione.

"È tutta colpa mia, Skyler. Solo mia. Sarei dovuta venire da te un anno fa a dirti tutto, ma non trovavo le parole. Nick mi ha spronato a dirti la verità, però avevo paura che tu soffrissi ancora di piu. La morte di Brian ci ha uccise entrambe e io volevo solo proteggerti."

La mia mente è in stato confusionale. Quale verità? Cosa c'entra la morte di Brian?

"Ester così non mi aiuti. Di quale verità parli?" Fa un respiro profondo e riprende a parlare. "Mi sono distratta solo un attimo Skyler. Un misero attimo. Loro avevano solo un anno, ero da sola e Brian voleva lo zucchero filato"

"Smettila." Tuona Nick, ma lei sembra non sentire ragioni e continua. "Brian si è messo a urlare, piangeva e io l'ho preso in braccio per calmarlo. C'era così tanta gente. Bambini che gridavano uvunque e quando mi sono voltata lui non c'era più."

"Lui chi?"

"Nick." Urla. "Nick, non c'era più. Brian e Nick sono fratelli Skyler." Sento il mondo crollarmi addosso. Il mio cuore inizia a battere sempre più forte e non ne vuole sapere di fermarsi.

Guardo Nick e inizio a tremare. Poi la mia mente inizia a pensare e tutto comincia ad avere un senso. Tutto, tranne una cosa.

"Tu...I tuoi occhi. Hai sempre finto. Non hai fatto nessuna operazione, non è vero?" La mia voce è spezzata dal dolore.

"Sky. Io...non dovevi saperlo così. Dammi la possibilità di spiegarti"

"Togliti gli occhiali, Nick." Resta impassibile. "Togliti quei cazzo di occhiali Nick. Adesso!"

Si gira verso la porta e ci scaglia contro un pugno.

"TOGLILI!"

Finalmente fa quello che gli dico: toglie gli occhiali e li scaraventa a terra. Poi si volta e per la prima volta i suoi occhi si scontrano con i miei. Le mie lacrime iniziano a scendere, non riesco a domarle.

"Brian." sussurro.

Mi copro la bocca con le mani e grido dentro. I suoi occhi. Gli stessi occhi. Due pozze azzurre che mi guardano e mi gelano l'anima.

"Io e Brian eravamo gemelli."

Boom!!! Cosa ne  pensate di questa bomba??? Grazie a tutti i lettori. ☺☺☺

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