Capitolo 3
'Lasciarsi è tutto ciò che sappiamo del paradiso e quanto ci basta dell'inferno.'
Emily Dickinson
Parlare e cantare. Parlare ancora e cantare ancora e ancora. Ne vale veramente la pena? Ormai ci credo veramente poco.
"Lei continui a parlare. Vedrà che questo lo aiuterà." I dottori sanno solo dire questo. A volte ho un forte istinto di mandarli a quel paese, ma sono sicura che me ne pentirei, oltre al fatto che sarebbe molto poco opportuno.
Sto aspettando che Ester esca per darle il cambio. Vedere una madre distrutta dal dolore è lacerante, e se ripenso al giorno dell'incidente il mio cuore cessa di battere.
Lei e Thomas, il padre di Brian, erano andati fuori città insieme ai miei genitori. Doveva essere una giornata come le altre, un fine settimana all'insegna del divertimento e invece...
Uno dei poliziotti che aspettava con me ha fatto la chiamata al posto mio. Io non riuscivo nemmeno a respirare, figuriamoci a parlare. Quando sono arrivati Ester mi é corsa incontro tartassandomi di domande.
Nessuno riusciva a calmarla. Thomas è stato costretto a portarla in una stanza e darle dei tranquillanti, ma c'è rimasta giusto il tempo di assimilare il tutto.
Brian è stato in sala operatoria per oltre dieci ore. Ore che non passavano mai, ore nelle quali io non ho pronunciato nemmeno una parola. Mia mamma è rimasta seduta al mio fianco per tutto il tempo, mentre mio papà marciava avanti e indietro per il corridoio senza emettere un suono.
Alzai lo sguardo solo quando vidi due camici bianchi avanzare verso di noi. Di solito nei film basta guardare le loro espressioni per capire la realtà dei fatti, ma quella volta non feci caso a nulla. Mi limitai ad ascoltare.
"L'operazione è stata molto complicata. L'incidente ha provocato un forte trauma cranico e lesioni alla colonna vertebrale. Le possibilità che torni a camminare sono davvero poche, mi dispiace. Brian è in coma vegetativo."
Le urla di Ester rimbombarono nella mia testa. La vidi accasciarsi a terra stretta fra le braccia di Thomas. Mia madre iniziò a piangere sulla mia spalla e mio padre smise finalmente la sua marcia per sedersi e reggere il colpo.
Quel giorno capii una cosa:
Dottore = persona dall'anima sensibile in grado di diventare maligna e crudele nell'arco di cinque secondi.
Brian
Ad una cosa posso rispondere con certezza: il tramonto da quassù è straordinario.
Non ricordo come ci sono finito, spero solo di non aver sofferto. Brutta bestia la vita. Quando tutto ruota nel verso giusto, basta un niente e sei fregato. Per l'eternità. Maledizione!
Qualche volta sento in lontananza una voce femminile che canta. Il suono della sua voce è dolce, angelico, ma estremamente triste. In un certo senso provo pena per lei. Deve soffrire molto. Più l'ascolto e più ho la sensazione di conoscerla. Ci sono quasi, manca così poco. È frustrante sapete, sentire una voce familiare e non sapere a chi appartiene.
A volte vedo la sagoma di una ragazza che mi tende la mano per raggiungerla. Forse è la stessa persona, o forse il mio cervello è più ammaccato di quanto voglia credere.
Chiudo gli occhi e aspetto che lei torni a farmi visita.
"Ciao dormiglione. Le mie corde vocali chiedono pietà, ma io me ne frego e continuo a cantare, solo per te."
You're a falling star, You're the get away car.
You're the line in the sand when I go too far.
You're the swimming pool, on an August day.
And You're the perfect thing to see.
And you play your card, but it's kinda cute.
Ah, When you smile at me you know exactly what you do.
Baby don't pretend, that you don't know it's true.
Cause you can see it when I look at you.
And in this crazy life, and through these crazy times
It's you, it's you, You make me sing.
You're every line, you're every word, you're everything.
You're a carousel, you're a wishing well,
And you light me up, when you ring my bell.
You're a mystery, you're from outer space,
You're every minute of my everyday.
And I can't believe, uh that I'm your man,
And I get to kiss you baby just because I can.
Whatever comes our way, ah we'll see it through,
And you know that's what our love can do.
And in this crazy life, and through these crazy times
It's you, it's you, You make me sing
You're every line, you're every word, you're everything.
So, La, La, La, La, La, La, La
So, La, La, La, La, La, La, La
And in this crazy life, and through these crazy times
It's you, it's you, You make me sing.
You're every line, you're every word, you're everything.
You're every song, and I sing along.
Cause you're my everything.
yeah, yeah
So, La, La, La, La, La, La, La
So, La, La, La, La, La, La, La
Spengo l'iPod e prendo la sua mano.
"Io lo so che tu sei forte e so anche quanto ci tieni a me. I dottori hanno detto che ce la puoi fare. Dopo sarà difficile, ma io sono qui, non vado da nessuna parte. Starò sempre al tuo fianco, te lo prometto. Quindi ti prego Brian, apri gli occhi e torna da me."
Sento una scossa alla mano. La guardo. Un'altra scossa. L'indice della sua mano si è appena mosso. Resto paralizzata. Ora si è mosso ancora, l'ho visto davvero.
Chiamo l'infermiera premendo il pulsante rosso sopra il letto poi mi volto verso la vetrata convinta di trovare Ester, ma lei non c'è.
Accade tutto in un secondo. L'incantesimo si spezza e ad un tratto avverto quel suono: lungo, costante, che non accenna ad arrestarsi.
Premo nuovamente il pulsante rosso. Guardo il monitor e vedo scorrere una linea verde. "No, no, no. Brian!" L'infermiera entra di corsa seguita da un dottore. "BRIAN." Urlo.
"Skyler, devi uscire."
Non è possibile. Continuo a ripetere il suo nome mentre l'infermiera mi cinge per la vita e mi accompagna alla porta.
Mi accascio a terra, in lacrime. Sento un rumore provenire in lontananza e non appena alzo lo sguardo vedo una chiazza marrone a terra e due bicchieri che rotolano lontano.
Ester mi corre incontro. "Skyler, che succede?" chiede in preda al panico.
"Lui si, si era mo-mosso. Lo, lo giuro." Balbetto. "Skyler, cos'è successo?"
La porta si apre alle mie spalle e subito balzo in piedi accanto ad Ester. Entrambe guardiamo il dottore, ma questa volta non c'è bisogno di dire niente, è tutto fin troppo chiaro.
Brian
Eccola di nuovo. È tornata, lo sapevo. Quando inizia a cantare sento una scossa correre lungo tutto il mio corpo. Che strano, ho già provato questa sensazione.
Vedo una bambina con dei lunghi boccoli dorati che mi sorride. "Brian, giochi con me?"
"Chi sei? Dov'è la tua mamma?" Che ci fa una bambina così piccola in un posto come questo?
"La mamma ha detto che posso giocare solo con te. Vuoi giocare con me, Brian?"
"Come ti chiami?" Sì mette a ridere.
"Non ti ricordi il mio nome? Sei stato proprio tu a darmelo." Credo mi ha confuso con qualcun'altro.
"Piccola sei sicura di non confondermi con qualcun'altro che porta il mio stesso nome?" Tira fuori un foglio di carta dalla tasca dei pantaloni e lo apre. "Certo, sono sicurissima. Facciamo un gioco. Puoi farmi dieci domande per scoprire come mi chiamo, ci stai?"
"E se non indovino?" Ci pensa un attimo. "Sono sicura che ce la farai Brian."
Infondo non ho altro di meglio da fare.
"Okay, ci sto. Prima domanda: porti il nome di un fiore?"
"Ambrato." Risponde. "Come scusa?"
Mi sta prendendo in giro, è chiaro. "Prossima domanda Brian." Avrà si e no cinque anni e fa già la prepotente.
Continuo. "È più o meno lungo di cinque lettere?"
"Pulito." Sta scrivendo su quel foglio. Mi guarda per un istante poi riprende a scrivere. "Non ti fermare, Brian, il tempo è denaro. "
"Spiritosa." sussurro. "Come hai detto?" chiede prepotentemente.
"No, niente. Lo accosteresti ad un colore?" Riflette un istante.
"Nero." Wow. Facciamo progressi.
"Inizia per vocale?"
"Tenebroso." Sto per perdere la pazienza. "Senti...qualunque sia il tuo nome. Così non mi aiuti di certo. E poi posso sapere cosa stai scrivendo? "
"Brian, Brian, Brian. Devi fidarti delle persone, specie di una bambina. Continuiamo per piacere."
È spossante e mi rifiuto di controbattere. "Inizia per consonante?"
"Cristallino."
"Ci sono di mezzo le stagioni?" Sorride. Ora che la guardo bene mi ricorda qualcuno.
"Frastagliato."
"Porti un nome maschile? " Ormai va così di moda. "Rosato." risponde.
"Lo si può abbreviare?" Di colpo smette di scrivere. "Ci sei quasi, Brian. Stellato."
"Ti piace il tuo nome? " chiedo.
"Questo non ti aiuta Brian. Forza, ultima domanda. Soleggiato." Piega il foglio e viene verso di me.
"Perché ho come l'impressione che tu stia descrivendo il cielo?" Mi porge il biglietto e risponde: "Perché una volta qualcuno mi disse che era infinito, come la nostra amicizia."
Sento di nuovo quella voce e questa volta più forte. Sta urlando il mio nome. "La senti anche tu?" Domando. Non risponde. Se ne andata.
Apro il foglio e leggo ciò che ha scritto.
L'infinito racchiude un cielo pieno di stelle in grado di illuminare il nostro cammino.
Prima o poi ci ritroveremo, e insieme potremo ammirare il nostro tramonto. Per sempre.
Infinito. " No, no, no. Brian." Tramonto. "Brian." Cielo. "BRIAN." Skyler. Sky. La mia Sky. Sono qui Sky. Sono qui. Sarò sempre qui. Mi manchi. Vorrei poter tornare indietro, ma non posso. Non piangere piccolina mia, io sarò sempre al tuo fianco. Grazie per essere stata la vera gioia della mia vita.
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