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CAPITOLO 02 - Stand By Me

Viktor non sapeva come muoversi perché Levi si era improvvisamente addormentato.
Doveva essere stanchissimo, possibile che quando non lo teneva sotto controllo il suo Sensei si scordava di prendersi cura di sé stesso in quel modo? Come poteva dimenticare anche di dormire? Non era umano forse? Non la sentiva la stanchezza?
Viktor si afflosciò come un palloncino bucato sul suo Sensei, sentiva il suo respiro solleticargli la pelle, sentiva il suo corpo minuto sotto al proprio.

Diamine, doveva fare qualcosa per placare i bollenti spiriti e come al solito avrebbe dovuto fare da solo.
Per un folle momento aveva sperato, si era illuso.
Gli poggiò le labbra alla base del collo sfiorandogli appena la pelle con la lingua, voleva assaporarlo, era così buono e ... cavolo! Viktor si scostò e osservò, diamine, sulla candida pelle si staccava chiaro il segno di un succhiotto.

Accidenti, Viktor si maledì, che idiota... Chissà cosa gli avrebbe fatto il suo Sensei una volta che se ne fosse accorto, ma forse sarebbe stato fortunato.
Chissà se il mattino seguente il suo Sensei si sarebbe ricordato di averlo baciato con trasporto sul pavimento di casa.

Viktor non riusciva ancora a capacitarsi cosa fosse successo, non era ubriaco, non odorava di alcool, eppure si era mosso come sotto gli effetti di qualcosa, non era da lui muoversi in quel modo.
Viktor gli sfiorò il petto, fremeva, era lì alla sua mercé, doveva solo allungare la mano...

Viktor dette un lungo sorso alla birra e la poggiò sul bancone sospirando.
"Vuoi smetterla con i preliminari? Bevila e falla finita!" esclamò Adrian.
Viktor sollevò il boccale verso l'amico, Adrian Show era il suo più caro amico ormai da anni.

I due si erano conosciuti per caso in un locale e condiviso il letto per una notte, Adrian era un modello, fisico scolpito, occhi verdi da sogno e un sorriso da perdere la testa, Viktor adorava il suo accento gallese così come il suo carattere solare, alle volte la sua sincerità appariva eccessiva.
Da quella notte lontana Adrian era divenuto la sola persona con cui Viktor si apriva davvero.
"Senti non mi è chiaro, ma avete... consumato o..." e a quelle parole Viktor sospirò tristemente.

Viktor ritornò con la mente alla sera prima, alla fine non era successo poi molto, aveva preso Levi tra le braccia e lo aveva adagiato sul letto.

Non si era azzardato a fare altro e aveva mantenuto le distanze, era umano dopotutto, ed era eccitato come non mai dopo quel bacio.
Era rimasto ad osservarlo dormire, voleva solo assicurarsi che stesse bene.

Levi era così adorabile rannicchiato su un fianco, come un cucciolo indifeso, in quel momento ricordava più uno dei suoi cuccioli che il suo intransigente e duro Sensei.
Alla fine si era addormentato su quella sedia e al mattino quando Levi lo aveva svegliato con un brusco colpo alla sedia si era ritrovato tutto indolenzito.
Il suo Sensei quel mattino pareva avere un pessimo umore e gli aveva ringhiato di uscire dalla sua stanza e poi vi si era chiuso dentro.
Viktor aveva atteso speranzoso fin quando l'altro non gli aveva urlato di andarsene da dietro la porta chiusa e infine quella sera si era ritrovato al pub assieme ad Adrian come ogni santa sera che doveva rincuorarsi e confortare il suo cuore infranto.

"Allora?" insistette Adrian strappando Viktor dai suoi pensieri "sto ancora aspettando una risposta".
Viktor finì di bere la sua birra trangugiandola tutta d'un fiato e sospirò un rassegnato NO.
Non voleva scendere nei dettagli, conosceva bene l'opinione dell'amico in merito.
Ti stai buttando via gli diceva ogni volta hai talento, sei brillante, meriti di splendere non di vivere all'ombra di quel piccolo uomo che probabilmente mai potrà darti ciò che desideri da lui.

Quella sera si era infilato nel letto di Adrian con la speranza di trovare conforto tra le sue braccia, ma invano.

Incolpò della cosa l'eccessiva stanchezza, dopotutto aveva passato la notte in bianco a vegliare l'indifeso corpo di Levi, rannicchiato come un gatto sopra le coperte.

Lo aveva osservato per ore, non lo aveva mai visto così piccolo ed indifeso, era così fragile che era quasi certo che se lo avesse toccato si sarebbe quasi certamente spezzato in mille frammenti di cristallo.

Avrebbe dato non so cosa per capire, di certo il suo cucciolo avrebbe potuto indagare sul passato del suo Sensei se solo glielo avesse chiesto, ma davvero voleva violare la sua privacy? Forse era bene che i suoi segreti restassero tali, forse non c'era poi molto da scoprire su quella ricorrenza.

La mattina dopo Viktor arrivò tardi all'Università, pronto a ricevere la consueta crudele ramanzina del suo Sensei.

Al contrario delle sue aspettative Levi si limitò ad ignorarlo e si decise a considerarlo solo quando si rese conto che il suo giovane assistente si limitava a fissarlo imbambolato senza far nulla e a quel punto furioso gli lanciò in testa il quaderno degli appunti spargendone i fogli ovunque.
"Raccogli subito idiota, abbiamo dei seminari la prossima settimana ricordi? non puoi permetterti di farmi perdere tutto questo tempo" esclamò Levi furioso.
Viktor si chinò subito mordendosi la lingua.

Certo che il suo Sensei aveva proprio una bella faccia tosta, aveva organizzato tutto lui, Levi non aveva mosso un dito, come al solito, assorbito dalle sue ricerche.
Poi non era completamente colpa sua, era inesorabilmente attratto dalle labbra del suo Sensei, anche in quel momento nonostante da esse uscissero solo parole dure, le bramava.

"Ti ricordo che mi devi ancora birra e vodka, idiota"
Cosa? Viktor sollevò lo sguardo su Levi, passi si fosse dimenticato del bacio, ma dimenticarsi della mattina dopo? Quando lo aveva cacciato malamente sia dalla camera che poi dalla casa.
"Vedi di rimediare durante il giro di conferenze, ti occuperai tu delle mie spese per fare ammenda"
Viktor sospirò, mentre Levi si dileguava tra gli scaffali, come se non fosse sempre in quel modo, doveva sempre occuparsi lui di tutto.

In fondo se non lo avesse fatto, di certo Levi si sarebbe accontentato di riposare qualche momento nelle aule delle conferenze, di certo non avrebbe mai e poi mai prenotato un albergo, assorto come era ogni volta tra i suoi pensieri.

Se solo il suo Sensei lo avesse ammesso, alle volte Viktor avrebbe voluto vedere come era stata la vita del suo Sensei prima di incontrarlo.
Viktor si maledì, Levi lo trattava come uno schiavo mentre poteva essere adorato e venerato continuamente dai suoi cuccioli, avrebbero fatto a gara per servirlo e riverirlo e lui?

Nulla preferiva continuare a fare da schiavo a quel piccolo uomo ostile con un umore che peggiorava in modo vertiginoso, sarebbe stato un giro di conferenze davvero estenuante.

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