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Come What may

https://youtu.be/a9PzSlpYTfI

[Questo è lo spettacolo che Johnny sta osservando da dietro le quinte...]



Riusciva a vedere molto bene lo spettacolo da dietro il telo appena scostato.

Adorava quei brani, adorava vederlo danzare sul ghiaccio, ma soprattutto adorava quello che veniva dopo. Quando lo cercava e sulle note dell'esibizione di Javier, per prenderlo con ancora i pattini ai piedi in angoli oscuri dietro le quinte. Scott gli si spingeva con vigore dentro lasciandolo gemere contro il palmo della sua mano. Era così frettoloso, avevano poco tempo. Scott non lo spogliava neanche del tutto e senza troppi preamboli con rapidi colpi lo faceva suo ogni volta che poteva.

Johnny chiuse gli occhi e si morse le labbra, quella era la loro ultima sera.

Si sentiva così stanco, fece per allontanarsi quando nel buio una mano afferrò il suo polso.

Le sue labbra sulle proprie mentre la presa sul suo polso si serrava.

«Dove credi di andare?» ansimò Scott abbassandogli i leggins alle ginocchia forzandolo ad aprire le gambe quanto più riusciva.

Johnny si aggrappò alle spalle forti del compagno e lo morse quando il suo sesso entrò in lui con forza.

Aveva molte buone scuse eppure ogni pensiero era improvvisamente sparito.

Lo sentiva saldo sotto la sua presa ansimante mentre gli stringeva i fianchi e accelerava il ritmo con fretta di raggiungere il limite. Voleva trarne il massimo piacere ma non aveva tempo. C'era così poco che li separava da centinaia di persone, ma in quell'oscurità si sentivano soli e liberi. Quando Scott raggiunse l'orgasmo crollarono a terra e Johnny non fece a tempo di lamentarsi dei lividi che l'altro pattinatore gli stava procurando che Scott lo prese in bocca in profondità. Voleva spingere la sua testa verso il suo inguine ma gli serrava i polsi con forza, poteva solo abbandonarsi a quella sensazione di estasi bagnata.

Un gorgoglio lo colse impreparato e la stretta di Scott gli ricordò dove fossero e che non poteva lasciarsi andare. Eppure voleva gridare, voleva imprecare e dirgli cose sporche ma l'orgasmo lo colse alla sprovvista e mentre Scott leccava il suo membro fremente in un ultimo slancio di desiderio Johnny si ritrovò sudato e tremante.

«Vai a cambiarti... abbiamo i minuti contati, sento che il brano di Javi è finito da un pezzo... e ...» ma non riuscì a terminare la frase che nel buio Scott aveva ritrovato le sue labbra e se ne era impossessato. Lo baciava con fame e disperazione. Voleva spogliarlo, voleva vederlo, non doverlo immaginare, adorava la sua pelle candida e perfetta.

«Ti prego stanotte dormi assieme a me... ti scongiuro... » ansimò Scott separandosi dall'amante. Non poteva vedere il suo volto. Ma poteva sentire il sapore delle sue lacrime mentre gli baciava ogni punto di quel volto che tanto adorava. «Dormi assieme a me» ripeté più deciso. Johnny cercò di sfuggire a quella stretta ma Scott lo strinse tra le braccia. «Non voglio dormire solo... Anzi, non voglio passare ore dormendo quando potrei passarle facendo l'amore con te..».

Johnny rimase in silenzio mentre il suo respiro si faceva lentamente più regolare.

«Ora vogliamo chiamarlo amore? Credevo fosse solamente del sesso...» voleva essere pragmatico, doveva esserlo.

Tutto era partito per gioco. Era entrato distrattamente nel suo camerino. Era iniziata con una stupida frase detta per gioco"dovrei toglierti quei vestiti di dosso piccolo impudente" ed era finita con lui in ginocchio tra le sue gambe con la sua erezione che gli schizzava in gola.

Non ne aveva mai abbastanza, come fossero riusciti a tenere nascosta la cosa ancora non lo capiva. Probabilmente erano tutti ciechi... Oppure preferivano fingere di non sapere.

Lo avevano fatto pressoché in ogni luogo immaginabile, anche in uno sgabuzzino striminzito durante le prove. Scott lo aveva schiacciato contro il muro. Era stato tutto così stupido, così folle, così adolescenziale. Aveva trentatre anni, ne avrebbe compiuti trentaquattro a breve, che diavolo gli era saltato in testa per comportarsi in quel modo sconsiderato?

Avevano subito concordato che ognuno avrebbe dormito sempre nella propria stanza, era solo sesso eppure una sera Johnny si era risvegliato nel letto dell'amante.

Pareva si fosse addormentato stremato dal terzo orgasmo e Scott non aveva avuto il cuore di svegliarlo.

Ricordava che il tutto era successo nel bagno di un ristorante.

"Mi hai portato in braccio fino alla tua camera?" gli aveva chiesto Johnny divertito.

"Avevi un'espressione così angelica... ho preferito lasciarti riposare...".

Era stata quella sera che Johnny aveva sentito un fremito. Non doveva innamorarsi, quella storia non aveva sbocchi... Non aveva un senso, eppure... Quando lo sfiorava in cerca di contatto, quando gli rivolgeva un po' di attenzione, anche il minimo che gli era concesso in pubblico, si sentiva bene.

«Ok... e solo sesso sia... Allora voglio scoparti e succhiartelo fino a farti perdere i sensi... Per tutta la notte, così ti suona più appropriato?».

Johnny sorrise sarcastico. Era un programma stupendo ma non alleviava il dolore della separazione. Era stato un intenso mese di sesso e pattinaggio e adesso era finito.

Non sapeva se concedersi quest'ultima notte sarebbe stato d'aiuto, di certo non lo sarebbe stato per il suo fisico già provato. Lo attendeva un lungo viaggio di ritorno, molte ore e alcuni cambi di fuso orario. Avrebbe dovuto dormire e non passare la notte supplicando di averne di più, eppure lo avrebbe fatto lo stesso, perché il sesso con Scott era così bello.

«Daccordo... ma dopo la cena ce ne andiamo ognuno per la propria strada... Ci vediamo al mio albergo dopo almeno un'ora... nessuno deve nutrire il benché minimo dubbio Tu io... E te ne andrai prima di me senza farti vedere... Devo prendere un aereo... devo rendermi presentabile». Asserì Johnny con tono piatto, sistemandosi gli slip e i leggings prima di alzarsi da terra. Non gli rivolse neanche uno sguardo e Scott non disse niente. Lo vide solo un attimo quando scostò la tenda e fu illuminato dalla fredda luce del neon del corridoio.

Aveva gli occhi arrossati e lo sguardo più incerto di quanto le parole sembravano voler dimostrare. Fu un attimo, poi la tenda si richiuse e Scott si ritrovò di nuovo al buio, solo con i propri pensieri. Non gli aveva detto di aver confidato a Tessa ogni cosa. Era la sua partner e aveva compreso fin troppo bene cosa gli stava accadendo con un solo sguardo.

"È uno stronzo?" era stato l'ultimo commento della ragazza. Scott era rimasto stupito, lo adorava, perché reagiva in quel modo? "Sono solo preoccupata per te, tutto qua" aveva aggiunto la ragazza davanti al suo sguardo incerto.

Solo tante parole, Johnny davanti a tutti asseriva di non comprendere come potesse essere ancora single eppure era stato lui a mettere subito le distanze. "È solo sesso...".

Cosa voleva nascondere? Perché aveva tanta paura di mostrare al mondo quello che potevano diventare. Lui che non nascondeva mai niente della sua spumeggiante personalità.

O questo era ciò che il pubblico credeva perché si lasciavano incantare dal suo piumaggio.

Scott si sforzò di ignorarlo durante tutto il resto della serata. Quando i pattinatori si schierarono durante i saluti scelse il punto più lontano dall'oggetto dei suoi desideri.

Inchini, sorrisi e ancora altri inchini.

Tutto gli scorreva davanti agli occhi come la pellicola di un film.

Un vecchissimo e noioso film di cui conosceva ogni dettaglio.




«É tutto a posto?». La voce di Tessa lo risvegliò dal suo torpore. Lentamente il mondo attorno a lui riprese colore.

Già vero, alla fine si erano tutti fermati nel loro albergo per gli ultimi saluti, le ultime risate. Tutti stavano condividendo momenti, tutti a parte lui.

La radio mandava la stessa canzone da giorni, Scott allungò la mano per cambiare stazione.

Riconobbe subito quelle note.

Sollevó lo sguardo verso Johnny, impegnato in una fitta conversazione con Stéphane, scosse la testa. Non doveva chiedergli niente... forse doveva semplicemente chiuderla e andare oltre.

«Scusa Tes, ho mal di testa, credo che andrò in camera... ci vediamo domattina per colazione ok?».

La ragazza annuì un po' rattristata. Sperava che i due chiarissero, che qualcosa cambiasse sembrava solo una sciocca illusione.


Johnny vide Scott alzarsi, lo sentì dire a Evgenij di avere mal di testa e di doversi coricare.

Che avesse deciso di rinunciare alla loro ultima sera? Che stesse davvero male?

In effetti era stato strano tutto il tempo da quando si erano districati da quell'abbraccio.

Dopo quanto si erano detti il canadese era stato scostante e glaciale.

Ok, forse se l'era andata a cercare, forse era stato troppo brusco. Ma no quasi certamente il problema era un altro, sicuramente si era stufato, era solo sesso no?

«Johnny mi stai ascoltando?» esclamò Stéphane esasperato.

Johnny sbatté le palpebre e cercò di riordinare i pensieri.

Scott era uscito dalla stanza e Johnny sospirò sotto lo sguardo divertito dell'amico.

«Non lo segui?» gli chiese con un mezzo sorrisetto sulle labbra.

«Che dici!» borbottò irritato Johnny.

«Se credi che non avessimo notato, i vostri... "discorsi"... Tu non riesci proprio a essere silenzioso lo sai?».

Johnny si finse scandalizzato ma non riuscì a dire nulla. Stéphane voleva dirgli molte cose ma non era il caso di prenderlo ancora in giro.

«Sono abbastanza sicuro che Scott se ne sia andato per qualcosa che gli hai detto tu...» Stéphane gli sorrise e gli prese una mano, basta scherzi, doveva rassicurarlo. «Credo che tu abbia timore che la cosa possa davvero funzionare... Ti sei chiuso a riccio dopo il divorzio, tutto questo non era nei programmi perché non ci credevi... Non te lo aspettavi vero?».




Scott mise la testa sotto al cuscino. Voleva spengere tutto e dormire, ma riusciva solo a pensare a lui. Perché aveva una pelle così maledettamente deliziosa? Perché i suoi gemiti erano così dolci e adorabili? Troppi perché...

Maledì quella dolorosa realtà, si era innamorato.

Non avrebbe mai detto che il suo Johnny credesse che l'amore fosse un'illusione. Ma forse aveva sofferto troppo. Che fosse ancora legato al suo ex? Diamine quanti forse.

Un rintocco alla porta attirò la sua attenzione. Doveva essere Tessa, lo aveva chiamato ma le sue scuse non non dovevano esserle risultate convincenti.

Ma non fu lo sguardo apprensivo di Tessa ad attenderlo sulla porta ma due bellissimi occhi di giada che da tempo popolavano i suoi sogni.

Perché sei qui? E tutti i tuoi discorsi sull'essere prudenti? Pensavo che non saresti più tornato in questa camera...

Non gli uscì una sola parola di bocca lo afferrò per la maglia e lo trascinò dentro camera. Lo baciava prima ancora che la porta si chiudesse. Al diavolo tutti i discorsi, quel sapore... quel profumo, quel corpo.

Scott si scostò e lo fissò negli occhi. Era così bello, sentiva ancora il suo sapore in bocca. «Cosa vuoi fare?» chiese Johnny con voce incerta. I suoi occhi erano ricolmi di domande inespresse.

«Vorrei ballare assieme a te».

Johnny lo fissò alquanto perplesso, perché quella domanda?

Le note erano gradevoli e le braccia di Scott così confortevoli. Johnny si appoggiò, «Non so esattamente cosa dovrei fare...» sussurrò incerto.

Il canadese rise. «Tu segui me... Segui solo me... » gli sussurrò lasciando scorrere la sua mano lungo la schiena del partner che mugolò strappandogli un'altra risata.

«Sei così bello... Sarà dura farti andare via... ».

Scott stringeva la sua mano, oscillando seguendo la musica, aveva bisogno di mostrargli cosa provasse non importava se poi sarebbe fuggito.

«Volevo conservare un ricordo che non fosse legato al sesso, un momento nostro. Non sapevo di averne tanto bisogno...»

Johnny si fermò e gli prese il volto tra le mani. «Non voglio andare via... Non voglio fare sesso... Voglio che sia amore».

Lo sospinse verso il letto e si pose sopra di lui. «Credo di sapere come farti passare il mal di testa».

Scott gemette, l'immenso specchio davanti al suo letto gli rimandava un'immagine così bella.

Johnny chino sul suo membro e il suo volto, diavolo guardarsi in quel momento era così eccitante. Stava per raggiungere l'apice ma aveva altri programmi.

Johnny si trovò sulla schiena mentre Scott gli strappava i vestiti di dosso gettando subito tutto a terra.

«Guarda il tuo riflesso, guardati mentre ti faccio mio ancora per una volta».

Scott sapeva che avrebbe dovuto dirgli di non alzare tanto la voce. I suoi vicini di camera avrebbero potuto avere da ridire, ma non gliene importava niente, la sua voce era così eccitante. Stavolta voleva prendersi tutto il tempo necessario.... Lo avrebbe fatto godere come non mai. C'era qualcosa di diverso nel suo sguardo, glielo avrebbe mai detto?

Dimmi di restare con te... Ti prego... Smuoverei mari e monti per poter stare con te.

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