Capitolo 19
CAPITOLO 19
La mattina della partenza sono incredibilmente triste, questa volta sento che sarà peggiore delle altre. Dopo tutto questo tempo passato insieme, sarà difficile sperarsi. Mentre facciamo colazione, non ci sforziamo neanche di nascondere la tristezza. Mangio il mio cornetto alla Nutella e sento delle lacrime scivolarmi sul viso, senza che possa controllarle. Liam, che ha gli occhi fissi su di me, si alza e viene ad abbracciarmi. Circondata dalle sue braccia e con la faccia affondata nel suo petto, mi lascio andare a un pianto liberatorio. Non serve a nulla piangere ma al momento non controllo le mie reazioni.
-Ellie, calmati ... non posso lasciarti andare se fai così. – Mi stringe forte. – Ehi, la fai una cosa per me? – mi chiede, e io sollevo il viso per guardarlo. Lui mi scosta un po' da sé. – Intanto finiamo di fare colazione e la smetti di piangere ... poi ti rilassi un po' e mi fai uno dei tuoi sorrisi meravigliosi. – Mi accarezza il viso e io annuisco. Si siede accanto a me, prende il mio cornetto e ne spezza un pezzetto.
-Apri la bocca. – Io ridacchio un po' e poi mi faccio imboccare.
-Vedi, ci siamo quasi per il sorriso che voglio io. – Mi avvicino a lui e lo bacio. – Sai di Nutella – dice malizioso e io arrossisco pensando all'episodio avvenuto su quella stessa isola dove stiamo facendo colazione. Ma facciamo molto in fretta e alle nove siamo in macchina. Io e Sara prenderemo l'aereo delle dieci e mezza in modo da arrivare in Italia quando sarà mattina. Per un paio di giorni il fuso orario mi sballerà tutto. Atterreremo a Roma dove verrà a prenderci Rebecca, la mamma di Sara, e poi la sera alle sette prenderemo l'aereo per Palermo, dove verrà a prenderci mio padre. Dopo la colazione, Liam mette le mie valigie in macchina e io mi assicuro di aver preso tutto quello che mi servirà in Italia. Le cose che ho comprato quando ho fatto shopping a LA e alcuni completini sexy che ho comprato a Roma resteranno qua. Andiamo a prendere i ragazzi all'albergo e poi andiamo in aeroporto. Il cielo è grigio, e da quando sono a Los Angeles è la prima volta che lo vedo così, come se rispecchiasse il mio umore. Mentre siamo in macchina per andare all'aeroporto, sento Sara e Theo sussurrare, invece io e Liam non diciamo una parola. In realtà non riesco neanche a guardarlo in faccia, se in questo momento incrociassi il suo sguardo scoppierei a piangere. Arriviamo in aeroporto troppo presto e la voglia di scendere dalla macchina è pari a zero.
-Ragazzi potete lasciarmi un attimo solo con Ellie? Dobbiamo parlare. – I ragazzi esaudiscono la richiesta di Liam e scendono dalla macchina.
-Isabella guardami – dice perentorio. Le lacrime cominciano a scendere silenziose sul mio volto e io non ho ancora il coraggio di girarmi a guardarlo. Non posso fargli vedere di nuovo il mio sguardo triste. – Ellie, ti prego. – Adesso il suo tono è di supplica. – Vuoi sprecare così i nostri ultimi istanti insieme? Facendo la testarda e continuando a piangere fissando il finestrino? – A quel punto sento salire la furia dentro di me e mi giro verso di lui, gli occhi scintillanti di rabbia.
-Vuoi farmi sentire in colpa? – Ecco, sono pure acida e lui non merita questo.
-No, voglio solo parlare con te – dice lui dolce.
-Scusa – dico in un sussurro. Lui mi attira a sé e io vado a sedermi sulle sue gambe.
-Adesso guardami. – Mi prende il viso tra le sue mani grandi e lo solleva verso il suo. – Chiamami quando ti pare e fregatene del fuso orario, mi sveglierò anche nel bel mezzo della notte. E se stai esplodendo posso anche venire a salvarti di persona, ma confido in Sara e sono sicuro che lei ti starà vicina ... Adesso baciami, mi mancherà da morire non poterti baciare quando mi va. – Detto questo poggia le sue labbra sulle mie, e in questo bacio ci sento tutto il tormento e la tristezza di chi è costretto alla lontananza. Passano i minuti e noi continuiamo a baciarci.
-Credo che adesso dovremmo fermarci ... – dico col fiatone. Lui annuisce e scendiamo dalla macchina, prendiamo le valigie e ci dirigiamo al gate d'imbarco. Sara e Theo sono lì che ci aspettano. Il volo partirà tra quindici minuti, il tempo per gli ultimi saluti.
-Ellie, ti amo. –
-Ti amo anche io, Liam. – Un ultimo bacio prima della partenza.
-Ciao, amore mio. – Non riesco a rispondere per il nodo che ho in gola e perciò gli sorrido, nella maniera che a lui piace tanto. Prendo Sara per mano e ci avviamo. Anche lei è sull'orlo del pianto ma ci facciamo forza a vicenda mentre saliamo sull'ennesimo aereo che ci porterà lontane da loro. Mentre stiamo decollando tengo stretta la mano di Sara, che solo quando è passato il decollo si tranquillizza un po'.
-Ehi Ellie, non vi siete detti addio per sempre ... vi rivedrete presto. – La mia espressione è sicuramente chiara ma lei, meglio di chiunque altro, ci vede tutto quello che mi passa per la testa.
-Lo so ma non posso fare a meno di pensare a questo mese meraviglioso e tutti i bei momenti ... I baci, le risate e tutto il resto. –
-Ti va di raccontarmi qualcosa? Magari ti aiuta e sarai felice pensando a lui – mi dice comprensiva. Annuisco e comincio a raccontarle di quando voleva farmi fare surf ...
-Oggi ti porto a fare surf! – mi ha detto Liam un giorno. Ero arrivata a Los Angeles da ormai tre settimane, e vedendolo fare surf avevo capito che per me era meccanicamente impossibile.
-Ah no! Scordatelo! – gli ho risposto, e lui mi si è avvicinato minaccioso.
-Sicura di non volerlo fare? Se dici di no potrei cominciare a farti il solletico, lo sai ... – Io ho indietreggiato al suo avanzare e sono finita sul divano. Lui si è subito messo sopra di me e ha cominciato a farmi il solletico sui fianchi.
-Okay ... okay, basta ... ti prego basta! Vengo a fare surf ma ti prego ... basta solletico! – Ha vinto lui, come al solito.
-Bene, questo era ciò che volevano sentire le mie orecchie! – Mi ha lasciato un bacio sul collo e si è alzato. Poco dopo eravamo in spiaggia e lui aveva la tavola da surf tra le mani mentre andavamo verso il mare.
-Non riesco a capire perché ho ceduto – ho borbottato frustrata.
-Ti piacerà, vedrai. – Mi ha preso la mano a poi ha cominciato a spiegarmi cosa dovevo fare. – Ti stendi sulla tavola e nuoti verso l'onda, quando arriva ti alzi in piedi e la cavalchi ... è semplice. –
-Disse colui che fa surf da quando parta il pannolino – ho borbottato di nuovo, e lui ridacchiava. Intanto io mi sono stesa sulla tavola. Ho avvisto l'onda che stava per arrivare e ho nuotato verso di essa. Quando l'ho scontrata ho provato ad alzarmi, ma non mi reggevo in piedi più di cinque secondi e sono caduta dalla tavola finendo sott'acqua.
-Stavo per annegare! – ho urlato quando sono riemersa. Mi sono aggrappata alla tavola e sono tornata da Liam.
-Esagerata, devi solo esercitarti. – Mi ha attirato verso di sé e mi ha baciata. Poi ha preso la tavola e ed è stato lui a cavalcare l'onda in arrivo, sexy e bravo come non mai ...
-Insomma sei ancora una pessima surfista nonostante Liam abbia fatto di tutto? – chiede ridendo la mia amica.
-Sì esatto, non so stare in piedi su una tavola ... Ci siamo tornati altre due volte e sono riuscita a stare in piedi solo una volta per un intero minuto. –
-Se riesci a portare la Bestia, prima o poi riuscirai a fare surf ... hai un buon equilibrio – mi dice sicura.
-Ah lo spero per il mio bene – dico ridendo – e comunque poi c'è stata la volta in cui siamo stati in libreria ... Lui non legge molto ma gli ho promesso che lo avrei convinto a leggere di più – dico ridacchiando.
Gironzolavamo per il centro commerciale mano nella mano passando piuttosto inosservati, visto il mezzo travestimento che avevamo addosso. Mentre camminavamo e guardavamo le vetrine, ho individuato il mio negozio preferito: la libreria. Ho cominciato a correre verso quella direzione e ho trascinato Liam con me. Quando sono entrata, ho inspirato forte l'odore dei libri. So grazie ad un intervista che Liam non ama leggere, ma io gli farò cambiare idea.
-Senti che odore meraviglioso che c'è qua dentro? – gli ho domandato estasiata.
-Dovrei? – ha chiesto lui retorico, e io sbuffando l'ho trascinato con me verso gli scaffali dove ho visto i miei libri preferiti, i fantasy. Mi sono avvicinata a Twilight e l'ho aperto.
-Ami quei libri, vero? – mi ha chiesto con ovvietà. Ho annuito e l'ho messo a posto.
-Quella mela tra due mani pallide mi ha cambiato la vita ... Se la Meyer non avesse scritto Twilight, Sara non avrebbe scritto la sua storia svolta dopo Breaking Dawn e io non l'avrei mai conosciuta ... E comunque Bella Swan è stata la mia prima eroina letteraria, la prima a darmi coraggio ... e Edward è stato il mio primo amore ... - Una dimensione in cui io e Sara non siamo amiche, mi fa ribrezzo. Non potrei immaginare la mia vita senza di lei, senza noi e la nostra amicizia.
-Capisco – ha detto lui sorridendo. Poi ho visto i libri di Hunger Games e ho preso in mano La Ragazza di Fuoco.
-Spero che tu abbia letto questi – ho detto in tono accusatorio.
-Sì questi li ho letti, ero in qualche modo obbligato e comunque mi sono piaciuti molto. –
-Io li ho letti tre volte – l'ho informato, e lui è rimasto a bocca aperta.
-Allora adesso li leggerai la quarta volta in inglese ... te li regalo. – Ha preso le copie di tutti e tre i libri e li teneva in mano. – Continuiamo il giro signorina? – ha chiesto poi sorridendo. Io ho scosso la testa e ho ridacchiato. Gli ho fatto vedere tutti i miei libri preferiti e sono riuscita a convincerlo a leggere Racconto di due Città di Charles Dickens. Poi lui è andato a pagare i libri e quando è tornato da me, sorrideva soddisfatto.
-Te li darò stasera ... non adesso – ha detto quando ho fatto il gesto di prendere il sacchetto. Gli ho dato un bacio sulla guancia.
-Grazie – gli ho risposto. Lui si è girato e mi ha dato un bacio sulle labbra. E poi abbiamo continuato il nostro giro ...
-Ellie, in pratica hai fatto il miracolo! – ride Sara.
-Mi ha detto che proverà a leggere alcuni dei miei libri preferiti, sono soddisfatta della mia missione. Però mi ha detto che la cosa che gli piaceva di più era guardarmi mentre leggevo ... e la cosa più carina è stata che la sera, quando mi ha dato i libri, mi aveva scritto anche un biglietto. – Apro la borsa e recupero Mockingjay, che sto ancora leggendo, e prendo il biglietto che fa da segnalibro a questa lettura.
- "Questi libri sono per poter cogliere la scintilla di interesse nei tuoi occhi quando leggi ... quando ti perdi in quei mondi in cui vorresti vivere ed essere ogni volta una protagonista diversa. Ma io amo averti in questo mondo, con me, perché tu sei la protagonista della mia vita, la mia eroina." – Leggo quelle parole con l'emozione della prima volta.
-Però, ci sa fare con le parole! – esclama la mia amica stupefatta.
-Se si mette d'impegno sa come essere romantico ... una sera mi ha organizzato una sorpresa in spiaggia stupenda. – Ho un'aria sognante mentre racconto anche questo episodio alla mia amica.
Eravamo in macchina e io non avevo la minima idea di dove stessimo andando. Continuo ad odiare le sorprese, il ragazzo perfetto non ha potuto cambiare questo lato di me, ma la cosa non mi stupisce. Io non cambierò mai per nessuno. Sono così, prendere o lasciare.
-Quando saprò dove stiamo andando? – ho chiesto, curiosa e nervosa.
-Non manca molto, rilassati e goditi l'effetto sorpresa. – Mi ha fatto l'occhiolino e poi è tornato a rivolgersi verso la strada. Non mi sono accorta nemmeno quando ha accostato, ma ho sentito le sue mani sul mio viso e qualcosa sugli occhi.
-Pure la benda! Più da film di così si muore – ho detto io ridendo.
-Sai, mi piacciono le cose da film, anche se sono scontate – mi ha sussurrato lui all'orecchio.
-Chissà mai il perché ... Comunque questa è una parte dei libri e dei film che mi piace – ho ribattuto ironica ma anche eccitata dalla cosa. Con lui anche fare una cosa così scontata è meraviglioso. Mi ha aiutato a scendere dalla macchina e poi i miei piedi sono affondati nella sabbia.
-Siamo in spiaggia! – ho trillato tutta contenta. Adoro la spiaggia di notte.
-Sì ... Adesso devo fare una cosa, non strillare per favore – mi ha avvisato, e poi mi ha preso in spalla. Io cercavo di tenere la bocca chiusa. L'ho sentito salire su qualcosa di ripido, poi si è fermato e mi ha poggiato di nuovo a terra. L'ho sentito dietro di me, era emozionato. Mi ha sciolto la benda e finalmente ho visto dove eravamo: una piccola radura nella spiaggia, in mezzo agli scogli. La sabbia era finissima e la sentivo dentro i miei sandali. C'era una grande coperta blu stesa sulla sabbia, le candele tutto intorno e un cesto da picnic.
-Wow – ho sospirato meravigliata.
-Signorina, potrebbe concedermi l'onore della sua compagnia? – mi ha chiesto porgendomi una mano. Ho annuito e ho stretto la sua mano mentre ci sedevamo per terra. Abbiamo cenato con dei tramezzini e la Coca-Cola ad accompagnarli. Quando siamo arrivati il cielo aveva le striature del tramonto, dopo sono comparse le stelle e la luna si rispecchiava sul mare, illuminandoci. Finito di mangiare non ho potuto fare a meno di stendermi sulla coperta e godermi quello spettacolo meraviglioso che è il cielo notturno.
-Mi piacciono i tuoi occhi illuminati dalla luna ... sono del colore dell'oceano. – Liam si è steso accanto a me, la testa appoggiata alla mano per reggersi e guardarmi. Ho incrociato il suo sguardo, i suoi occhi stavano brillando al buio. Mi sono sollevata verso di lui e l'ho baciato. Presto lui si è ritrovato disteso e io a cavalcioni su di lui. I miei capelli a separarci dal resto del mondo.
-Liam Keith Hemsworth, adesso che sei mio non ho la minima intenzione di lasciarti andare, ti amo. –
-Nemmeno io ti lascerò andare ... Isabella De Rosa, ti amo anch'io ... – E abbiamo fatto l'amore al chiarore di luna, con il solo rumore dell'oceano a farci compagnia nella quiete della notte.
-Hai praticamente avuto la vacanze più bella e perfetta della tua vita! – constata Sara.
-Lo so, per questo Liam mi manca già da morire – rispondo di nuovo triste ma con il dolce ricordo di quella notte nel cuore.
-Anche a me Theo manca da morire, ma le cose che mi fa vivere sono incredibili ... Quando fanno tutto questo per noi, lo fanno anche per riscattarsi dal non poter essere sempre al nostro fianco, ci amano. –
-Già, è vero ... Adesso voglio cercare di non essere depressa, devo farlo per lui, per me e anche per te che non stai sicuramente meglio di me. - Stringo la mia migliore amica in un abbraccio da orso e poi anche lei mi racconta qualcosa delle sue vacanze con Theo. Passiamo una parte del viaggio a parlare, poi decidiamo di vedere un film e infine ci addormentiamo. La prima a svegliarmi sono io quando sento il pilota annunciare prima in inglese, poi in italiano e poi nelle altre lingue che stiamo per atterrare a Fiumicino. Il pilota parla del fascino della città eterna mentre io cerco di svegliare Sara. Si riscuote dal sonno e cominciamo a recuperare i nostri bagagli a mano. Quando scendiamo dall'aereo, respiro aria di casa. Devo ammettere che Roma mi è mancata. Io e Sara recuperiamo anche le nostre enormi valigie e poi andiamo fuori dal gate, dove ci aspettano sua madre, Sofia ed Elena. Le ragazze ci hanno fatto una sorpresa, ci lanciamo subito le une verso le altre. Io abbraccio prima Elena e poi Sofia, quando si stacca da Sara. Sara poi abbraccia sua madre, che le è mancata nonostante fosse con il suo Muffin. In macchina non facciamo altro che parlare delle nostre vacanze a Los Angeles, io e Sara ci alterniamo a raccontare i nostri episodi più eclatanti e divertenti. Pranziamo tutte a casa di Sara e poi decidiamo di andare un'oretta a casa dei miei zii con Elena e Sofia. Non abbiamo poi molto tempo e presto salutiamo le ragazze che tornano ad Ostia, mentre zia Emilia si prepara per accompagnare me e Sara all'aeroporto.
-Non penso che nella mia vita avrei mai immaginato di prendere l'aereo due volte in un giorno ... È un incubo questo – borbotta Sara mentre ci mettiamo in macchina.
-Sei stata tanto coraggiosa a decidere di accompagnarmi per affrontare la mia famiglia e ti preoccupi per l'aereo? – le domando ironica. Lei ridacchia e poi accende la musica. Alla radio c'è Neutron Star Collision dei Muse e noi ovviamente la cantiamo a squarciagola. Ci ritroviamo di nuovo nel caos dell'aeroporto, ancora affollato per tutta la gente che parte per le ferie di agosto. Per fortuna il volo per Palermo è solo un'ora, niente rispetto alle dodici ore di quello da Los Angeles a Roma. Dopo aver salutato mia zia, ci allontaniamo per salire sull'aereo. Quando siamo sedute ai nostri posti, ci appoggiamo pronte a dormire, stanche e scombussolate dal fuso orario.
-Sara? – la chiamo biascicando.
-Dimmi – risponde lei con lo stesso tono.
-Scusa se ti sto portando con me all'inferno – le dico ridacchiando.
-Salti tu, salto io, no? – dice lei citando Titanic. Sorrido.
-Correre o morire! – le rispondo io citando Fast and Furious.
-Ben detto! – E poi crolliamo. Stavolta a svegliarci è una gentile hostess, che ringraziamo, e io individuo le montagne di Palermo che circondano l'aeroporto. Ho sempre preferito l'aeroporto di Catania, per avere una minima visione dell'Etna. Ad accoglierci, ci sono mio padre e mio fratello. Sono entrambi felici di vedermi e anche io sono contenta di vedere loro, ma ammetto che sono stati il mio ultimo pensiero e mi dispiace dirlo.
-Ragazze da quanto non dormite? – ci chiede mio fratello mentre prende la valigia di Sara e papà la mia.
-Stiamo ancora con il fuso orario di Los Angeles, e a quest'ora ci dovremmo svegliare e fare colazione dopo aver riposato per tutta la notte – spiego a mio fratello. Saliamo in macchina, io e Sara ci mettiamo dietro. Ci addormentiamo di nuovo appoggiate l'una sull'altra, con le mani intrecciate. Non capiamo nulla del viaggio, e quando arriviamo ad Agrigento saliamo come due automi a casa e ci buttiamo sul letto per crollare per ben dodici ore.
NOTE AUTRICE : Buona sera girls!! Scusate il ritardo di un giorno ma la mia prof lunedì ha organizzato\improvvisato una gita e ieri sono stata tutto il giorno fuori ... comunque per Ellie è arrivato il momento per andare dalla sua famiglia ... beh le scommesse sulla sua sopravvivenza possono aprirsi adesso XD Spero che il capitolo vi sia piaciuto ... votate e commentate, come al solito ci tengo a sapere cosa ne pensate ... baci :****
PS: la settimana prossima pubblicherò o di domenica o di venerdì
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