Capitolo Due
I piedi nudi di Bakugou, sono fermi in mezzo al tappeto dell'enorme open space di casa sua. Lo sguardo assorto è rivolto verso le pareti, costituite da enormi vetrate limpide che affacciano direttamente, sul generoso giardino che gira attorno all'abitazione.
Assapora lentamente il gusto vellutato del caffè, ripensando in un moto ossessivo, a quello che è successo soltanto il giorno prima.
Non aveva mai conosciuto, prima d'ora, un genere secondario Recessivo e, pur non volendo ammettere, questa strana cosa lo incuriosisce parecchio.
Putroppo la parola Omega stona troppo accostata a lui.
Solo a soffermarsi con il pensiero, un forte brivido gli increspa la pelle e un dolorso ricordo si insinua pericoloso nella mente.
La figura castana del suo primo "compagno", gli approcci fintamente amichevoli, il modo furbo in cui lo aveva circuito successivamente, e le attenzioni subdole atte soltanto a farlo legare a lui. La consapevolezza che un giorno potrebbe tornare, obbligarlo seriamente a starci insieme, lo uccide nel profondo del cuore ogni giorno.
Stupido, è stato soltanto un emerito stupido. Ma non succederà mai più!
Tutti gli Omega sono uguali.
Con un gesto nervoso, appoggia la tazzina sporca nella lavastoviglie, prima di afferrare le chiavi in mano e uscire per dirigersi verso la macchina. La brezza dell'aria mattutina gli fa scivolare da dosso i brutti pensieri di prima, facendogli distendere un piccolo sorriso.
Smorfia che però si spegne subito, appena fatti soltanto pochi passi fuori dalla sua abitazione.
Le gambe si fermano di botto nel ritrovarsi una figura, a lui fin troppo familiare, appoggiata nuovamente contro la sua auto.
-Merda, Midoriya del cazzo!- Bisbiglia in tono roco.
- Ma sei un maledetto stalker! O stai cercando, per caso, di rubarmi la macchina?-
-Anche se volessi poi non saprei come mantenerla.- Ribatte Izuku atono, prima di alzare le spalle per niente risentito dall'impropero e girarsi verso la villetta.
Dalla sua bocca esce un generoso fischio.
- Il tuo indirizzo me lo ha dato il nostro coach... complimenti, hai proprio una gran bella casa!-
-Che cazzo fai qui?- Domanda acido l'Alpha incrociando le braccia al petto e maledicendosi mentalmente per non aver pensato di dare alla federazione un'indirizzo falso.
Gli occhi verdi brillano di determinazione e l'Omega tenta un approccio più delicato.
-Sono venuto a fare un ultimo tentativo. Se tu ascoltassi seriamente le mie motivazioni, senza essere prevenuto in partenza, e se potessi provare a...-
-Non mi interessa.- Dichiara secco Katsuki avvicinandosi e spostando malamente con una mano, il suo corpo dal mezzo.
-Ma Kat... Bakugou! Almeno ti potresti fermare per qualche minuto? Sono disperato! - La mano di Izuku si appoggia veloce alla sua, e l'altro si ritrova ad osserla stranito.
Quell'appendice di pelle morbida e abbronzata risalta sulla sua, producendone una forte contrapposizione.
Chissà come sarebbe avere il suo corpo olivastro sotto al proprio candido.
Arriccia il naso disgustato dal pensiero indecente, osservandosi meglio le mani, e sbattendo i piedi imbronciato per terra.
-Maledizione! Ho lasciato i miei amati guanti dal tuo dannato dottore. Levati dal cazzo, inutile Omega che devo andare a riprendermeli.-
La mano di Izuku scende e si aggrappa più forte alla sua.
L'espressione si delinea più dura, e le dita si incastrano insieme, producendogli un brivido che gli solleva i peli delle braccia.
-Non c'e' proprio nessun modo per farti cambiare idea? C'è qualcosa che vorresti e che potrei fare?-
Bakugou deglutisce la saliva: i primi sentori di lime gli sbattono sul naso, facendogli girare la testa. Non è abituato ad avere dei ferormoni così vicini, è totalmente scosso.
Mille scenari diversi, che rispondano alla domanda posta da Izuku, si delineano nella sua testa. E nessuno di loro è propriamente casto.
I canini si scoprono ed un leggero ringhio gli scuote il petto.
-Ho detto di no, e adesso vattene e lasciami in pace.-
•
-Cosa la porta nella nostra piccola e misera clinica, Signor...?-
-Bakugou, il mio cognome è Bakugou.-
-Bene, allora Signor Bakugou, come posso aiutarla? Anche se presumo, che lei si sia fatto un bell'esamino di coscienza, e che sia venuto fin qui per parlare della triste situazione del Signor Midoriya.-
Le sopracciglia dell'Alpha convergono verso l'alto in un moto stizzito.
-No, in realtà sono qui per recuperare i miei guanti... già proprio quelli che lei sta guardando ora, quelli appoggiati di lato alla sua scrivania.- Dichiara indicandoli.
Con uno scatto veloce, li afferra, girandoseli vicino agli occhi, esaminandoli attentamente per cercarne falle che prima non c'erano.
Il medico spalanca gli occhi stupito dall'arroganza dell'altro, prima di sospirare e cercare di calmare la collera.
-Adesso che lo ha fatto, ha dieci minuti da dedicarmi? Cinque? Neppure due...?-
Gli occhi volano verso l'alto ed un altro sbuffo contrariato esce dalle labbra appena schiuse dell'Alpha.
-Trenta secondi.- Ribatte, mettendosi il capo di abbigliamento alle mani, senza guardare il dottore in viso.
Una cartella da cui sbucano innumerevoli fogli con disegni e date sopra, viene estratta velocemente dal primo cassetto della scrivania.
L'uomo li sparge sul tavolino, mostrandone con un cenno la figura che viene ritratta in continuazione: un ragazzo in varie fasi dell'età, con ricci capelli verdi ed una grande pancia.
-Immagina, senza che le dica nulla, chi possa averli fatti?-
Per qualche istante le iridi sanguigne sfarfallano di tristezza nel vederli, prima che il solito sentimento di fastidio e orrore verso il pensiero dell'Omega incinto, lo accolga.
-E quindi? Cosa dovrei fare io? Assecondarlo?-
Le braccia si aprono un un chiaro segno di menefreghismo, prima di appoggiarsi alle spalle.
-I suoi genitori non gli hanno insegnato che nella vita, non tutti i sogni si avverano?- Domanda ironico stringendosi maggiormente.
Il Dottore scuote la testa esaminandolo nauseato.
-Midoriya è orfano, i suoi genitori sono morti quando lui era appena nato.-
Bakugou stringe le labbra tra loro: si sente mortificato.
Tenta di nascondere in una espressione distante la vergogna per quell'uscita poco felice, che percepisce farsi spazio nello stomaco.
-Lo abbiamo sempre seguito in questa clinica, gratuitamente. E' un caso talmente raro che non potevamo fare finta di nulla! Quando è cresciuto, è stato rimbalzato in varie case famiglie, alcuno buone, altre... beh... molto meno... fino ad aver raggiunto la maggiore età. Da allora si mantiene in maniera esemplare e autonoma da solo.-
Gli occhi ricadono sui fogli, li esamina serio per alcuni istanti.
-Ha sempre fatto vari lavori, praticato volontariato, e spesso usa ancora il suo tempo libero per aiutare i più bisognosi.
Lei non lo conosce affatto ma lui... è un ragazzo veramente straordinario.-
Una palpebra vibra nervosa al commento lasciato cadere, sembrerebbe non intenzionalmente, ma che lo mette in totale comparazione con lui. Deve andarsene da quel posto il prima possibile.
-Non mi interessa.- Dichiara secco.
Le sopracciglia dell'uomo si aggrottano verso l'interno.
-Lo so, l'abbiamo capito tutti benissimo che a lei non interessa niente.. ma al contrario suo, Midoriya ha da tutta la vita il sogno di avere una famiglia. E' andato in Francia sotto nostro suggerimento per tentare un supporto farmacologico in un altra clinica, sono anni che si presta ad ogni cura sperimentale nuova.
Lui non ha mai avuto un genitore, un fratello... qualcuno che lo amasse veramente. Riesce a mettersi, per qualche istante nei suoi panni, e tentare di capire perché questa cosa sia così importante per lui?-
Bakugou distoglie lo sguardo e lo posa lentamente sui guanti. Non ce n'è bisogno, è un atto meccanico che lo aiuta ad estraniarsi dal contesto.
-No, non capisco. A me non tocca minimamente questa... roba. Se veramente vuole farsi scopare, marchiare, o sposare da un Alpha, che faccia pure. Non concepisco l'affanno nella ricerca di una famiglia. Non è necessario avere dei figli.-
L'uomo scuote nuovamente la testa: un sospiro rassegnato accompagna il gesto.
-Se fosse così facile lo avrebbe già fatto. Non entra mai in calore e non ha mai percepito prima, nessun altro odore diverso dal suo.
Fino a quando non è arrivato lei. Nessun Alpha sceglierebbe come compagno fisso un Omega del genere. Lui si sta accontentando di quello che può...
Ma a lei non frega niente di quello che sto dicendo e continua ad essere irremovibile.
Va bene. Le faccio un'ultima domanda prima di lasciarla andare.-
Le iridi tornano risolute in quelle color cremisi del ragazzo.
-C'e' qualcosa che brama con tutto se stesso, Signor Bakugou?-
L'espressione di trasudata arroganza si apre sul volto.
-In verità ho tutto.-
-Neppure vincere il titolo di ballerino Master ai nazionali? Mi risulta che sia un sogno che insegue da anni.-
Le guance dell'Alpha diventano improvvisamente rosse e rivelano che il Dottore, con poche parole, ha centrato in pieno il nocciolo della questione.
-Bene: allora io voglio che lei pensi a ciò.
Se questo... Omega... potesse aiutarlo, facendo oltretutto poca fatica nel farlo, ma si rifiutasse categoricamente senza neppure dargli uno straccio di possibilità, lei come si sentirebbe?-
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