Capitolo Diciassette
La stanchezza cala su Izuku all'improvviso, e lo avvolge stretto come se fosse una striminzita maglietta di almeno due taglie in meno. La testa gli pulsa e si sente stremato, esausto dalla giornata appena trascorsa. C'e' stato prima l'allenamento e il meraviglioso sesso, poi il nervosismo e le incomprensioni, e infine quello scatto di rabbia travolgente.
Tutte sensazioni che l'hanno sopraffatto e lasciato inerme, senza più forze.
Oltrepassa la porta di casa arrancando con il fiato corto. Si ritrova quasi ad ansimare. Sente gli occhi cremisi puntati in mezzo alle scapole. Lo perforano dall'esterno, esaminandolo attentamente.
Si dirige zoppicando verso la sala, fermandosi soltanto un attimo per appoggiare una mano al tessuto morbido del divano.
Lo sbuffo irritato dell'Alpha gli arriva subito pungente alle orecchie, e il forte odore di Immortelle bruciato gli sbatte rovente sul naso.
-Omega, spogliati della parte sotto e aspettami fermo dove sei ora.-
Izuku sobbalza, spaventato. Non è che non vorrebbe fare ulteriore sesso con l'Alpha, ci mancherebbe... ma seriamente non pensa che potrebbe riuscirci. Ha dolori ovunque, soprattutto nella zona dove "non batte il sole".
Deglutisce a disagio, alzando gli occhi verso il soffitto. Porta le mani verso il pantalone, iniziando tremante a slacciarselo. I polpastrelli sudano e scivolano sui bottoni lisci.
Sente dal bagno provenire imprecazioni ovattate, e lamenti coloriti verso qualcosa che non riesce a trovare. Chiude per qualche istante gli occhi, umettandosi il piercing e obbligandosi mentalmente a farsi forza.
I passi si fanno più vicini, ma lui non ha ancora trovato il coraggio nè di spogliarsi totalmente nè di darsi la motivazione per farlo.
Riapre le palpebre lentamente e senza sorridere, osservando terrorizzato cosa tenga tra le mani Katsuki.
E' un tubetto chiaro con un'etichetta di colore azzurro su cui spicca una scritta che però non riesce a leggere.
Scuote la testa, infilzandosi con forza le unghie nei palmi morbidi delle mani. Deve tentare di mostrarsi nell'unico modo che lo ha sempre salvato fin ora. Alza meccanicamente un labbro verso l'alto, mostrando un falso ghigno sfrontato.
-Kacchan, non penso proprio di riuscire a fare ancora sesso stasera. Stamattina ci hai dato di brutto. Mi ha praticamente spaccato a metà. Ma se ne hai ancora voglia... se vuoi... io potrei farti sempre un pompino.-
La schiettezza e naturalezza con cui dice l'ultima frase, porta la pelle del viso di Katsuki a diventare chiazzata di rosso. Una violenta ondata di Immortelle viene sparata fuori dalla sua ghiandola.
-Cristo santo! Sei una schifosa macchina di depravazione! Non volevo fare nulla di tutto ciò! Non sono così idiota, o stronzo, da chiederti di darmi il culo dopo che mi hai ampiamente fatto capire come cazzo sei ridotto! Mi piace scopare certo, ma soltanto con chi gode insieme a me! Non sono così... sadico. Ho pensato semplicemente di metterti della crema che potesse aiutarti a stare meglio! –
La bocca di Izuku si spalanca piena di meraviglia. Il cuore batte forte nel petto e lui si sente un completo idiota. Il pensiero gentile che ha avuto Katsuki nei suoi confronti, lo porta ad abbassare in fretta lo sguardo verso terra. L'imbarazzo che prova gli blocca persino il respiro. Note piene di menta e lime, si elevano nell'aria.
-Va... ehm. Va benissimo. Ti ringrazio.- Mormora a bassa voce.
Si zittisce senza aggiungere più nulla, sbirciandolo imbarazzato da in mezzo alle ciglia scure. L'Alpha si lascia cadere sul divano con un cipiglio burbero sul volto, attendendo pazientemente che l'Omega termini di spogliarsi della parte sotto.
- Eviterò di fare ulteriori commenti per non farti sentire ancora più stupido di quello che già penso che tu sia. Ora, stenditi con il sedere rivolto verso il mio viso e apriti quanto più riesci.-
L'Omega non ribatte nuovamente. Si posiziona a pancia in basso, con il bacino sopra le gambe muscolose dell'Alpha. Allunga le braccia in avanti, appoggiandoci sopra la guancia. Si flette e spalanca gli arti inferiori al massimo.
Alcuni brividi gli increspano la pelle nuda del corpo: in quella posizione si sente fin troppo vulnerabile. Inoltre avergli raccontato cosa è accaduto nella sua infanzia, gli ha riportato a galla brutti ricordi.
Che l'Alpha stia facendo tutto questo solamente perché si sente in colpa?
-Ehm... io non volevo impensierirti. Sai, per quello di cui abbiamo parlato prima in macchina. Ho veramente subito molto di peggio. E il tuo...uff, male... non è stato poi così tanto, male. In tutta onestà mi è piaciuto da matti, farmi scopare da te.- Dichiara ridacchiando. La risata gli si spezza in gola, quando percepisce qualcosa di fresco planargli in mezzo alle gambe e le note acidule di Immortelle disperdersi nell'aria.
-Come sempri spari cazzate senza pensare. Il tuo buco è rosso ed è gonfio. Avresti dovuto dirmelo che era la tua... prima volta.-
Il dito parte a massaggiarlo delicatamente: inizia a farlo standone prima alla larga. Si muove adagio con movimenti concentrici, fino ad avvicinarsi e a soffermarsi sullo stretto cerchietto di muscoli.
-Ma non è stata proprio proprio la mia prima volta! Te l'ho pur spiegato... diciamo piuttosto, che è stata la prima volta con qualcuno di cui riesco a sentirne i ferormoni. Non mi ero mai... ehm, bagnato.-
Katsuki medita in silenzio, tra sè e sè. Anche per lui è stata la prima volta con un Omega, ma non vuole assolutamente farglielo sapere.
-E come facevi con gli altri? Non mi sembri una persona votata alla castità.-
Il refrigerio della crema è arrivato. Izuku percepisce il sollievo farsi spazio lentamente nella carne. E le fragranze di Immortelle fondersi con le sue cellule e placarle.
Alcune fusa partono dal petto.
-Prrrr...Ho sempre cercato di farmi preparare molto bene. Prrrr...Ma visto che adesso siamo entrati in confidenza, posso onestamente dirti che ho sempre cercato di evitare di farlo. Mi spaventava la penetrazione e non mi soddisfava del tutto. Prrrrr... Sai, sono un Omega difettato.-
All'ultima frase, il dito si blocca. L'Alpha digrigna i denti infastidito. Sembra quasi un velato rimprovero. Un chiaro rifermento alle parole dure che gli aveva detto quando si erano appena conosciuti.
-Non fermarti per favore.- Esclama Izuku aprendo maggiormente le gambe.
-Non voglio litigare con te. La mia voleva essere solo una triste battutina di scherno. Scusami.-
I profumi dei suoi ferormoni arrivano a Katsuki a ondate: il lime è pieno di accenni di menta, ma stavolta è diverso. E' più... avvolgente. Deve deglutire varie volte, prima di riprendere a muovere il dito.
-Ahhh, è meraviglioso. Potrei seriamente abituarmici.- Dichiara Izuku chiudendo del tutto gli occhi e lasciandosi totalmente andare. Le fusa sono talmente forti, che il grattare continuo del petto si intensifica di volume.
-Stupido Omega, ti piacerebbe averlo sempre e'?- Ribatte Katsuki, sghignazzando divertito nel sentire il tono di voce carico di puro estasi.
Appoggia una mano inguantata sulla maglietta, per poi infilarla sotto a contatto con la pelle nuda. Scruta imbronciato alcune piccole cicatrici che gli attraversano la schiena, mordendosi esitante il labbro inferiore.
-... Deku. Da piccolo, tu.. ehm, come...? Cioè, aspetta riformulo. Loro, ehm... quelli che ti hanno fatto del male... quei pezzi di merda... sono stati... tanti?-
Nonostante la frase sconclusionata e frammentata, il significato per l'Omega non è affatto confuso. Accoglie la sua curiosità in modo tranquillo.
Dopotutto si sente seriamente bene, in pace. L'odore dell'Alpha, lo sta avvinghiando in un modo talmente piacevole da fargli inaspettatamente provare protezione... e amore.
Si irrigidisce subito al pensiero pericoloso che gli è appena venuto in mente.
-Ehy, tutto ok? Non volevo innervosirti.-
Izuku richiude gli occhi, stringendo forte i pugni contro al tessuto del divano, spaventato come se fosse tornato a quando era ancora un bambino piccolo.
La mano inguantata di Katsuski si muove sulla sua schiena, lasciandogli morbidi massaggi confortanti. La paura disperata di quei giorni buii la può percepire ancora: è qualcosa di cui non ti puoi mai liberare del tutto.
-Era un bella casa.- Dice dopo alcuni secondi. - Era grande e ordinata. La madre era fissata con il colore rosa: le tendine, le lenzuola... persino i biscotti lo erano.-
Katsuki ferma un palmo sulla natica, mentre con l'altra continua a solleticarlo teneramente sulla schiena. Percorre lentamente la colonna vertebrale, dal basso verso l'alto.
-Il marito era un uomo gentile. Spesso mi permetteva di assisterlo quando rimaneva in garage ad aggiustare le macchine. Io non sapevo cosa volesse dire far parte di una famiglia, l'orfanotrofio da cui provenivo non aveva tempo da dedicare a tutti gli Omega abbandonati. Trovavo questa cosa da condividere con lui... bella.-
Una fitta al cuore, porta Katsuki a mordersi con più vigore il labbro inferiore. Ha un'urgente bisogno di tapparsi le orecchie e di scappare lontano.
-E' stato proprio uno di quei giorni che lui... beh, ha fatto quel che ha fatto. C'era il sole, gli alberi erano carichi dei primi fiori di primavera... e io ero dannatamente felice. Comunque lui è stato il primo. Posso dire anche il peggiore. Di lui mi fidavo. Gli altri, oramai, non mi li ricordo neppure più.-
La mano sulla schiena rallenta, per poi tornare a toccarlo con più forza. Riconosce le scariche colme di amarezza che gli attraversa il corpo, il guizzare nervoso dei muscoli sotto pelle, il sudore scendergli a goccioline dalla schiena. E' strana la situazione: è più agitato lui dell'Omega. Tenta di calmarsi, di placare i ferormoni per evitare che l'altro ragazzo stia male.
Izuku chiude del tutto gli occhi, tornando a far uscire dalla gola delle tenere fusa.
La ragione inizia ad abbandonarlo e il sonno sta facendo capolino. Non ha intenzione di spostarsi, di andarsene a letto. Anche se effettivamente la posizione non è del tutto molto comoda. Vuole addormentarsi in questa maniera, cullato dal profumo dell'Alpha e dal tocco delle sue mani. Nessuno si è mai preso cura di lui in questo modo.
-Kacchan?- Mormora a voce bassa dopo alcuni minuti di silenzio. Sposta la testa, si rannicchia leggermente, stira le labbra in un sorriso amaro.
-Pensi che prima o poi questo senso di abbandono che abbiamo, ci lascerà mai?-
Gli occhi cremisi si sbarrano. La mente viaggia velocemente alla ricerca di risposte soddisfacenti. Eppure... non ha sentito male, nel discorso Izuku ha incluso anche lui.
-Cosa diavolo blateri, Omega! Li hai conosciuti no, i miei genitori? Ti sembro forse un orfano come te?-
Izuku non si scompone, non se la prende. Sta imparando con il tempo a conoscerlo e a comprendere che quella facciata sempre nervosa che usa con tutti e' solamente... una facciata.
-Quello che ti è capitato è la stessa identica cosa che è capitata anche a me. Non ti sei sentito anche tu... solo?-
Gli occhi rossi pizzicano appena. Il ricordo del dolore che ha passato, dell'unico ragazzo a cui abbia mai permesso di toccare il suo cuore e del male che gli ha causato, lo sente ancora scorrergli violentemente nelle vene.
Anche se deve ammetterlo, ultimamente gli sembra essere meno incisivo. Si schiarisce la gola, a disagio.
-Non lo so. Io non so dirtelo se alla fine poi passa. Io... veramente, lo spero.-
Non arriva nessuna replica. Il palmo di Katsuki si ferma sulla schiena calda di Izuku. La sente sotto le dita che si alza e si abbassa in un moto continuo e regolare. Allunga il collo, sbirciando il viso del ragazzo. L'Omega si è addormentato e ha un enorme sorriso felice.
La guancia destra è schiacciata contro il pugno, e dalle labbra schiuse, escono tenue fuse.
I riccioli ribelli gli cadono sugli occhi e le ciglia si scuotono appena.
-Ah, gracile bugiardo.- Mormora sorridendo intenerito, scuotendo il capo.
Il corpo dell'Omega reagisce al suono della sua voce. Alcune fusa ripartono più forte e la ghiandola emana un odore così forte di lime, da portarlo a trattenere il respiro.
Agrotta la fronte, guardandosi dubbioso le mani. Le strofina una contro l'altra, prima di sbuffare irritato e togliersi entrambi i guanti.
Volta lo sguardo verso quello addormentato di Izuku. Con estrema cautela avvicina le dita ai suoi capelli, stringendosi una ciocca tra i polpastrelli. La strofina con delicatezza, facendola scivolare lentamente tra il pollice e l'indice.
E' morbidissima. Gli fa venire una voglia assurda di portarsela alla bocca e assaggiarla.
Infila la mano dentro alla chioma, incastrando le dita tra le pieghe scomposte di quei batuffoli fantastici. Il cuore prende a battere talmente forte, che il leggero mugugno che rimanda Izuku, gli fa pensare sia dovuto al rumore che sta facendo contro il suo costato.
-Oh, Kacchan. Fallo... fallo ancora. Toccami... -
Anche se è caduto nel sonno, l'Omega sta rispondendo ugualmente agli stimoli dell'Alpha.
Katsusi si stacca velocemente. Ha le guance in fiamme e un'arsura terrificante in gola. Sposta delicatamente Izuku da sopra le sue gambe. Lo guarda appallottolarsi sul divano. Gli prende una coperta, appoggiandogliela sopra e scappando da quella stanza il prima possibile.
•
Izuku si è svegliato la mattina dopo, ben riposato e ancora steso sul morbido divano in sala. Il plaid che aveva addosso, e persino tutto il suo corpo, profumavano ancora della pelle piccantina dell'Alpha. Sorride da solo, prima di controllare in fretta l'orologio ed emettere un versetto sorpreso. Si guarda attorno stupito. Pur essendo il solito orario in cui si trovano per fare colazione insieme, Katsuki non sembra essere presente in casa.
Sospira tristemente stiracchiandosi sul comodo giaciglio: non lo potrà vedere fin dopo pranzo, visto che questa mattina deve recarsi subito dal dottore.
Si alza in piedi, infilandosi le mutande e guardandosi per qualche istante le gambe nude.
Non gli è sembrato di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato ieri sera. Come mai Katsuki se ne è andato senza neppure svegliarlo?
Quando un ora dopo arriva alla clinica, i medici iniziano subito a svolgere la solita routine: prelievi di sangue, controllo approfondito degli occhi, della bocca o degli altri organi.
Misurano la temperatura, testano i riflessi, prima di passare a metterlo in un macchinario costruito apposta per i soggetti malati come lui.
Al termine, Izuku va ad attendere tranquillo i risultati, nella solita saletta adiacenti agli studi.
Oramai la conosce a memoria, sono anni che ci passa infinite ore al suo interno.
Si lascia cadere sull'identica seggiola di colore marrone che oramai usa da una vita. Prende distrattamente in mano un foglio bianco e alcuni pastelli colorati. Ha bisogno per almeno alcuni minuti, di sgombrare la mente e non pensare più a nulla. Inizia a costruire meccanicamente "il" disegno: un ragazzo con caotici capelli verdi, occhi grandi dello stesso colore e un enorme maglione da cui sbuca una grandissima pancia.
Osserva attentamente l'immagine, arricciando il naso concentrato. Lo coglie un bizzarro guizzo, una mancanza strana... Riappoggia la penna al foglio e continua con foga, focalizzando la sua totale attenzione su una seconda figura.
Una tenera bambina che lo tiene per mano. Ha un grande sorriso sul viso ed è... contenta. Attende spensierata l'arrivo del fratellino. Le mani, smosse da vita propria, afferrano quasi senza pensarci alcune matite colorate. Iniziano a riprodurre velocemente su carta, i suoi reconditi pensieri più profondi. Giallo, arancione e rosso.
-Signor Midoriya, noi siamo pronti.-
Izuku si riscuote dallo stato di trance in cui era caduto, sbattendo, stralunato, le ciglia alcune volte. Esamina il foglio ancora appoggiato sul tavolino.
La bambina ha una lunga treccia di capelli biondissimi e ipnotici occhi color cremisi. A cosa, o meglio a chi ha pensato nel disegnarla, è fin troppo lampante.
Si porta una mano all'altezza del cuore, rabbrividendo. Molteplici fremiti gli percorrono le braccia. Il dottore gli si avvicina silenziosamente. Prende il disegno e lo esamina alcuni istanti. Lo inserisce, senza parlare, nella solita cartellina, prima di sedersi affianco a lui.
-I suoi livelli di ormoni sono quasi al massimo. Se continuerà in questo modo, a breve arriverà il primo calore. Poi basterà attendere il secondo, e tutto si sarà regolarizzato. Non so bene cosa stia succedendo tra di lei e il Signor Bakugou, ma deve resistere sicuramente ancora un mesetto. Dopo di che, potrà mandare a quel paese quel pallone gonfiato di un Alpha dominante. -
Dovrebbe sentirsi entusiasta per queste parole. Quello che brama da una vita intera, sta finalmente accadendo. Ma allora perchè l'angoscia che si sta irradiando dal centro del petto, toccando qualsiasi punto del suo corpo, è talmente forte da piegarlo in due? Ringraziare il personale medico e andarsene dalla struttura, gli risulta difficile. Uscire e tentare di non barcollare e cadere a terra, gli sembra ad un tratto, addirittura impossibile.
-Ehy, Deku! Che cazzo stai facendo! Oiiiii!-
-Ma cosa....?-
Izuku volta la testa stupito dal richiamo, e dalla voce roca fin troppo conosciuta. Scorge la macchina sportiva ferma vicino alla fermata dell'autobus, con l'Alpha appoggiato sopra. Ha sul viso il solito sorrisino sghembo che gli piace da impazzire. Lo vuole. Lo desidera con tutta la sua natura da Omega, è umanamente possibile?
-Ho pensato di passare a prenderti.- L'espressione ilare si trasforma in una più guardinga. - Ho per caso fatto male?-
-No.-
-E allora sali in macchina, no? Sono curioso di sapere cosa ti hanno detto.-
L'abitacolo è come sempre saturo delle fragranze emanate dell'Alpha. Izuku si rassegna ad avere la bocca piena di saliva dopo neppure pochi secondi che ci è entrato. Un frizzare piacevole gli investe lo stomaco.
-Sono vicino al calore.-
-Buon per te, allora.-
-Passato quello, ci vorranno ancora poche settimane per poi averne un altro. Finito anche quello, dovrei essere definitivamente a posto.-
Katsuki assottiglia gli occhi, pensieroso. Sta facendo i calcoli mentalmente a quanto manca al termine di tutto.
-Circa due mesetti.- Mormora tra sè e sè.
-Pfff. Ne sarai contento! Tra nemmeno sessanta giorni ti potrai sbarazzare di me.-
Il tono vibrante e incisivo, fanno alzare un sopracciglio all'Alpha.
-Ci siamo svegliati nervosetti oggi? Non devi agitarti. Basterà che tu ti scelga in fretta un partner. Visto il modo in cui non sai trattenerti, ti consiglio di pensarci fin da subito.-
Il pensiero di andare a letto con qualcun altro che non sia lui, gli arriva dritto al cervello. Un moto di bile acido gli invade la trachea, nauseandolo all'istante. Gira la testa verso il finestrino, ricacciando indietro le lacrime.
-Ci penserò. Cosa e come farò, non sarebbero comunque affari tuoi.-
Katsuki stringe le mani sul volante, ringhiando infastidito.
-Beh, sei girato storto? Che hai adesso?-
-Sono solo concentrato sul mio futuro. Non posso neppure esserlo?-
L'Alpha alza le mani in segno di resa. Queste continue risposte secche iniziano seriamente a infastidirlo.
-Puoi essere il cazzo che vuoi. Ci mancherebbe altro! Ti lascio a casa, io adesso ho altro da fare.-
La testa di Izuku saetta verso l'Alpha. Non vuole restare da solo, non voleva neppure discutere. Scuote le gambe in preda all'ansia.
-Perchè, tu dove vai ora?-
-Devo passare in un posto.-
-Dove esattamente?-
-Da Sero.-
Una ventata di note acidule investe il naso di Katsuki che lo sbircia soffiando aria dalle narici. Gli occhi verdi lucidi e le guance arrossate, non sfuggono al suo sguardo.
-Dio santo, se sei nevrotico oggi. Sei più insopportabile del solito. Cos'è? Sei per caso geloso?-
Izuku stira totalmente il corpo nella sua direzione. Si umetta il piercing guardandolo con le iridi fiammeggianti. Sta facendo una inutile scenata isterica, ne è consapevole. Ma tutto il suo Omega interno, sta prendendo letteralmente fuoco e non si sente in grado di fermare questa... cosa.
-Dovrei esserlo?-
-Direi di no, visto che si fa scopare dal tuo migliore amico.-
-E se non si fosse intromesso Shoto.. avrei dovuto?-
I sentori di lime e menta che arrivano al naso dell'Alpha sono strani. Non sono inaspriti dalla collera, ma sono più carichi di altri sentimenti. Se non fosse così convinto di non piacergli come persona, direbbe che profumano di paura.
Sbuffa stremato.
Si ferma al semaforo e si volta totalmente verso di lui. Incastra i rubini nei suoi smeraldi, soppesandolo.
Qualcosa è cambiato tra di loro, lo percepiscono benissimo. Anche se capire cosa, e accettarlo, è tutt'altro discorso.
-Non ti sto seguendo in questo tuo... delirio. Mi stai facendo veramente una scenata di gelosia?-
-Si... Se si tocca qualcosa di mio, si. Sei il mio miracolo e non ho nessuna intenzione di mollarti in mano ad altri.-
Un lungo fremito percorre la spina dorsale di Katsuki. L'Alpha sa che è una stupidaggine, ma il modo in cui l'Omega lo rivendica ogni volta come suo, lo fa vibrare ovunque. L'immortelle esce fuori a sbuffi dalla ghiandola. Izuku sorride divertito, inumidendosi il piercing.
E' veramente un arrogante megalomane. Basta chiamarlo in quel modo che si eccita.
Vorrebbe prenderlo in giro, stuzzicarlo un pochino. Giocare... ma l'unica cosa che gli riesce possibile fare, è rispondere allo stesso modo anche lui. La sua erezione è già sveglia e bisognosa di essere soddisfatta.
Si avvicina con calma al viso dell'altro, senza distogliere lo sguardo. Non sa bene cosa ci sia dentro ai suoi occhi ma in quelli rossi ci legge talmente tanta impazienza da fargli accelerare il battito.
Stacca le iridi solo un istante, per guardargli le labbra morbide, prima di appoggiarsi con una mano al sedile e sporgersi fino a farle collidere insieme.
Sente l'Alpha trattenere il respiro, prima di aprirle e invadergli con la lingua, la cavità orale. La saliva speziata gli scuote le papille gustative che palpitano. Il bacio è talmente calmo e sensuale che Izuku nuovamente, si sente andare a fuoco.
La mano di Katsuki si stacca dal volante e si appoggia alla sua nuca, spingendola in avanti. Gli afferra il labbro inferiore tra i denti, stringendolo appena.
Un lungo gemito gli esce dalla gola. E' già spezzato, in balia di tutto quello gli potrebbe chiedere di fare. Forse l'Alpha se ne è già accorto, o forse no.
Dio santo.
E'... Perduto.
-Vieni con me da Sero?- Gli sussurra dolcemente.
-Si...- Risponde subito lui, senza neppure pensarci due volte. Le ciglia calano sugli smeraldi nel momento in cui sente i baci scendere sulla mandibola e sul collo. Lo inarca, stirandosi e lasciandogli più spazio possibile d'azione. L'appendice bagnata lo bagna e lo sta portando lontano in un mondo sconosciuto.
Il suono del clacson li fa sobbalzare entrambi e li riporta faticosamente al presente. Katsuki si allontana di malavoglia dal contatto, spostando Izuku con una manata sul petto.
L'Omega torna al suo posto, respirando affannosamente. Si sente strano, sottosopra. Questa sensazione di disordine che prova non è solo nella testa, ma anche nello stomaco, nelle ossa.. nel cuore.
Ha uno scompiglio totale nel corpo che si rifiuta di accettare, e che soprattutto non gli piace per niente.
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