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Capitolo Diciannovesimo

I ricordi sono fatti, situazioni o persone che il nostro cervello decide di conservare gelosamente in un angolino dell'ippocampo. Cosa valga custodire è probabilmente creato da un mix esplosivo di sensazioni che il corpo in quel preciso istante, percepisce come particolarmente importante. Poi magari con il veloce scorrere del tempo, ci si dimentica di quello che è accaduto fino a quando all'improvviso, un misero particolare riporta tutto a galla.

La cosa che Katsuki trova ridicolamente buffa, è che tutti i bei momenti che ha trascorso negli anni con il suo Omega, siano stati azzerati dall'unico che avrebbe voluto soltanto cancellare. Per quanto tenti ogni volta di spremersi le meningi e cercarne altri, quella che gli sovviene sempre in testa è la medesima ultima scena disperata.

Il temporale chiassoso nel cielo, i castani riccioli del ragazzo talmente scompigliati e morbidi da assomigliare terribilmente a quelli di Izuku, gli occhi scuri e assottigliati, stretti in una lunga linea implorante. Era arrivato a casa sua con l'espressione sofferente di sempre. Quando stava con lui, oramai non sorrideva praticamente più... lo faceva soltanto dopo che aveva ottenuto quello che gli interessava.

-Puoi prestarmi altri soldi? Stavolta saranno seriamente gli ultimi. Pago il mio debito di gioco e metto la testa a posto. Sai... ho finalmente trovato il mio Mate.-

L'Alpha lo aveva guardato negli occhi. Il dolore che aveva provato a quelle parole gli aveva squarciato il petto. Lo aveva scandagliato a fondo, non capendo come potesse dirgli queste frasi bestiali in maniera così leggera, senza neppure accorgersi di come lo stesse uccidendo da dentro.
-E io? Cosa sono io, per te?-

-Beh, noi siamo soltanto amici, no?-

La solita ondata di tristezza l'aveva avvinghiato e stretto forte. Ma i normali amici facevano le cose che facevano loro due insieme? Si toccavano, si baciavano... si assaggiavano? Katsuki non lo aveva mai fatto con nessun'altro. Non aveva ancora avuto la sua prima esperienza sessuale completa, visto che stava aspettando sempre e soltanto lui.

Nel percepire la reticenza dell'altro, l'espressione dell'Omega era mutata di nuovo. Quel leggero sorrisino falso aveva fatto capolino sul viso, e Katsuki aveva capito benissimo che se non si fosse opposto subito andandosene, avrebbe nuovamente accettato senza fiatare, qualsiasi sua condizione.
-Non posso più aiutarti. Mi dispiace.-

L'Omega aveva pregato, aveva urlato, supplicandolo angosciato e attaccato al suo braccio. Gli aveva snocciolato le solite frasi ipocrite che dedicava soltanto a lui. Quelle a cui, pur non volendo, Katsuki ci si aggrappava con tutte le sue forze, volendole credere perdutamente vere.
Merda... faceva talmente male al cuore sentirsi così piegato al volere di qualcun altro.

Quando poi l'Omega aveva calcato la mano, emanando il suo odore avvolgente di cacao, e le note di un leggero calore lo avevano raggiunto, non aveva veramente capito più nulla.
L'Alpha si era lanciato sul ragazzo che si era lasciato spogliare a testa bassa: non aveva ribattuto, non aveva fiatato. Aveva risposto passivamente ai baci, alle carezze. Era già leggermente smosso da quel calore che era stato attivato dal suo vero Mate. Si era accorto che Katsuki stava entrando nel suo primo Rut, ma aveva deciso di farsi scivolare addosso le conseguenze che sarebbero giunte.

Avrebbe dovuto darsi, ma lo aveva già fatto altre molte volte con diverse persone che non apprezzava, una volta in più che differenza avrebbe fatto?
Solo che non aveva calcolato che per Katsuki era diverso. Lui era... beh, lui era innamorato.
Non erano arrivati fino alla fine di questo delirio... visto che i canini avevano reclamato il ragazzo "come suo" , molto prima.

Katsuki sfarfalla leggermente le ciglia senza neppure accorgersi delle lacrime che gli stanno solcando lentamente le guance.
Ecco che è arrivato: il momento che ricorda meglio, quello appena seguente subito dopo al morso.
L'Omega che piange disperato, lui che si porta le mani alla bocca, sconvolto dalla sua abominevole azione. Le mani macchiate di sangue, il sapore ferroso mischiato a quello del cacao che ristagna nauseante sulle papille gustative. I singhiozzi, il suo provare a toccarlo e il secco rifiuto dell'altro. L'Omega gli aveva urlato che nessuno lo avrebbe mai amato: che lui era soltanto un essere meschino, egoista e vuoto. E che gli aveva rovinato la vita.


La stanza è sempre la stessa da anni. Katsuki potrebbe persino chiudere gli occhi e disegnarla a memoria. Passa spesso a trovarlo, anche se purtroppo nel tempo non è mai cambiato nulla: Yō Shindō é sempre steso inerme sullo stesso letto. Non ha più i macchinari a tenerlo in vita, a parte qualcosa che lo alimenta. Ma il vero problema è il cervello: non è più in coma, ma la sua volontà non si vuole ugualmente risvegliare. 

L'Alpha sfiora con i polpastrelli la parete fredda del vetro, guardando assorto il ragazzo. Vorrebbe entrare, svegliarlo e scusarsi di quello che è successo quel giorno.
E soprattutto, desidererebbe con tutto il cuore fargli sapere che ha finalmente compreso il suo errore, che loro due non sono mai stati destinati a stare insieme.

Ma ogni volta che il corpo sopito dell'Omega percepisce l'odore di Immortelle, entra in allarme e viene scosso da violente convulsioni.
Lo odia, istintivamente lo odia ancora: il suo subconscio lo ripudia ora, come ha fatto in passato.

Katsuki ha ripensato spesso a come sarebbe stata la sua vita se quel maledetto giorno non avesse ceduto all'istinto. Se avesse avuto la forza di opporsi sia mentalmente che fisicamente. Oggi avrebbe qualcuno che lo ama e che lo accetta? Avrebbe ancora lui, o adesso starebbe con qualcun altro?

Una piccola perla salata scende e si scontra per terra. L'Alpha si tocca in fretta le guance trovandosele inaspettatamente umide. Sgrana gli occhi, abbassando la testa imbarazzato e asciugandosele con la manica della maglietta. Si guarda attorno sospettoso, lanciando uno sguardo carico di astio all'unica infermiera che lo ha notato e lo sta guardando con espressione compassionevole.

Sbuffa, stringe i pugni arrabbiato. Da una manata sul vetro, ringhiando agitato. Ci appoggia la fronte, scrutando quella montagna di riccioli scuri. Una volta erano più chiari, ora invece tendono al nero pece ricalcando in toto il suo sovente umore.
Senza salutare nessuno esce dall'ospedale, rigirandosi tra le mani le chiavi della macchina. L'unica cosa che ha voglia di fare in questo momento, è tornare a casa, nel suo porto sicuro, e sperare che Izuku non lo assilli con altre antipatiche domande.

Appena varca l'uscita, sobbalza spaventato nel notare una figura fin troppo conosciuta che sembra lo stia attendendo, appena passata la porta dell'ingresso.
-Cosa cazzo fai tu qui?-

Un sorriso sghembo si apre sul viso di Shinso. Si porta la mano in mezzo alla capigliatura lunga, ravvivandola appena. Gli occhi brillano di fredda insolenza.
-Aspettavo te. A meno che...- Dichiara indicando il punto da dove è appeno uscito. -... tu non mi permetta di entrare.-

Un ringhio cattivo esce dalle labbra di Katsuki. I canini si scoprono in una posa feroce.
-Non puoi farlo e tu lo sai perfettamente.-

-Ma certo, non c'è bisogno di agitarsi tanto. Conosco perfettamente la procedura: soltanto il suo Alpha può vederlo.- Il sorriso si allarga maggiormente. -Ma dimmi: i medici lo sanno che Yō ti aveva rifiutato? Sono a conoscenza del fatto che il tuo Omega aveva reciso il legame prima di compiere l'ultimo gesto?... che ha preferito tentare di uccidersi, piuttosto che passare una vita infelice con te?-

Le mani di Katsuki scattano in avanti. Gli afferrano il colletto della maglietta, strattonandola. L'altro non muove un muscolo. Al gesto violento, mette la testa indietro e ride soltanto di gusto. E' sempre talmente facile fargli perdere le staffe, che quasi non c'è più divertimento nel farlo.
-Hitoshi, sei soltanto uno stronzo.-

-Lo so. Ma direi che in questa... come definirla...? Situazione... il podio ce lo stiamo giocando ad armi pari, sia io che te.-
Gli occhi lilla risplendono di ferocia cattiveria. Se Shinso avesse anche solo una minima possibilità di fargli del male, la coglierebbe subito al volo.

Katsuki apre le dita e riabbassa le braccia verso terra. La stanchezza e l'amara consapevolezza che questa guerra non voluta, un pochino se la sia cercata anche lui, lo raggiunge all'istante.
-Non ho nessuna voglia di riaffrontare questo inutile discorso con te. Tanto dovresti già sapere perfettamente come la penso, senza aver nessun bisogno che te lo ripeta ancora. Ma se proprio ne senti il bruciante desiderio... Io credo, che se tu lo avessi seriamente amato come continui a ripetermi ogni volta, gli avresti dato tu i soldi che gli servivano. Non gli avresti certamente consigliato di venire a chiedere a me.-

Un digrignare acuto, scuote il petto di Shinso. L'espressione ilare di soltanto pochi secondi prima, viene sostituita da una altrettanto stizzita.
-Non li avevo in quel momento, e tu lo sai perfettamente! Rischiava di farsi uccidere se non li avesse trovati subito! Certamente se avessi saputo come sarebbe andata a finire, avrei gestito il problema diversamente. Lo sbaglio, comunque, non è stato solamente il mio:  tu avresti potuto tranquillamente darglieli, come avevi sempre fatto prima, senza pretendere in cambio... del sesso.-

-Io non ho preteso nulla! Io... Cristo santo! Io pensavo di amarlo!-

Un sopracciglio si alza di botto. Shinso osserva attentamente l'altro Alpha, sgranando le pupille. Improvvisamente si sente molto interessato al discorso. Cerca le iridi cremisi che sfuggono al suo sguardo indagatore, scruta la pelle delle guance arrossate, nota le mani che si sfregano nervose tra di loro.

- Ehm... Pensavi? Fino a l'altro giorno ne eri più che convinto, e ora... pensavi? Mi stai per caso velatamente suggerendo che qualcosa finalmente è cambiato? Che hai capito... il tuo sbaglio? Uhm, dimmi un pò allora... Kat. Questa tua magnificente redenzione, la devi forse a qualcuno?-

Il pensiero di una zazzera di capelli verdi e di un viso illuminato da meravigliosi occhi color smeraldo, gli arriva dritto al cervello. Abbassa la testa, preoccupato che l'altro ragazzo possa aver captato il pensiero. Una ventata di bruciato arriva al naso di Shinso, che arriccia il naso stupito.
-No.- Dichiara secco.

-Ok, capisco... quindi se io fossi interessato a uscire con qualcuno a te molto vicino, non sarebbe un problema, giusto?-

Katsuki sobbalza. Alza la testa per esaminare il volto atono dell'altro. Shinso starà vaneggiando o tenterà, messo all'angolo, di tirare colpi alla cieca . Non può aver saputo di Izuku. Pur abitandoci insieme nessuno li ha mai visti in pubblico in atteggiamenti equivoci. Eppure... Un guizzo improvviso gli balena nel cervello. Maledizione! L'intervista che hanno fatto poco prima della gara. Non è affatto stupido l'Alpha; se l'ha vista certamente da quella qualcosa si era potuto intuire. Digrigna i denti frustato.
-Non ti avvicinare a lui!-

Una potente risata sgorga dalla bocca di Shinso. E' amara, ma pienamente soddisfatta allo stesso tempo. La pelle di Katsuki si riempie di brividi di paura.
-Non so di chi tu stia parlando. Ma mi sembra di capire che forse hai trovato il tuo Mate. E' incredibile pensare che esista qualcuno al mondo in grado di sopportarti... no?-

Katsuki non si muove. Tutto il corpo è freddo e rigido. Il cuore gli batte forte nel costato, e nella gola sente circolare il sapore acido del terrore.

- Ah... ma dopotutto, l'amore è proprio una cosa strana! Ci fa stare terribilmente bene... ma anche maledettamente male. Ci hai mai pensato, Kat? Hai mai immaginato a cosa faresti se ti capitasse la stessa cosa che è accaduta a me? No? Beh, speriamo a questo punto che non ti accada mai, non trovi?- 



C'è un particolare odore stagnante nell'aria questa mattina. Ricorda vagamente un miasma acido, una nube incorporea e scura che non preannuncia nulla di buono. L'Alpha è molto taciturno e distante. Certo, questa cosa potrebbe essere ricondotta al semplice fatto che si sia svegliato male, eppure nonostante sia soltanto una sua mera intuizione, Izuku sa che non è soltanto quello. Lo scruta da lontano, nascondendo il viso dietro alla sua enorme tazza di caffelatte. Ne studia attentamente i movimenti crudi e l'espressione gelida. Sono minuti interi che è seduto nel solito angolino del divano, stretto in una posa rigida. Gli occhi cremisi sono posizionati sul panorama al di fuori della grande vetrata, soltanto che non sono tranquilli come ogni giorno, ma guizzano ovunque in un moto agitato e senza pace. Inoltre, l'odore di Immortelle che emana è macchiato da scariche diverse. Se dovesse descriverle oserebbe dire che sono addirittura... torbide.

Izuku, d'altro canto, ha trascorso una nottata quasi insonne: spasmi continui di calore gli hanno squarciato a pezzi il corpo. Un sordo dolore allo stomaco, lo ha portato a raggomitolarsi su se stesso varie volte, e l'insana paura di alzarsi e scoprire che l'Alpha lo avesse abbandonato a sè stesso, lo ha portato ad avere continui incubi notturni.

Si umetta il piercing con la lingua, alzando lo sguardo e guardando verso il soffitto alcuni istanti. E' indeciso sul da farsi, ma qualsiasi cosa stia succedendo l'unica soluzione che gli viene in mente è quella che sta per fare. Prende un poderoso respiro pieno di coraggio, prima di alzarsi dalla seggiola e avvicinarsi verso Katsuki a piccoli passi silenziosi.
Si ferma accanto al divano a testa bassa. Resta in quella posizione immobile alcuni secondi, mordendosi il labbro inferiore in preda al terrore che l'Alpha lo possa cacciare via. E' perfettamente consapevole che con quella mossa, sta consapevolmente invadendo il suo spazio personale.

Un leggero sbuffare divertito, lo porta sbigottito a rialzare il viso.
-Sei particolarmente inquietante, fermo in quella posizione. Ti vuoi per caso sedere?-
La mano scorre sul divano: il palmo sbatte alcune volte in maniera delicata sul posto affianco a lui.

Izuku fissa stralunato la stoffa vivace appena smossa.
-Mi vorresti... ehm... mi stai chiedendo di sedermi...uff...di... ehm, vicino a te?-

L'Alpha non risponde. Riporta la testa in avanti, e ritrae il braccio. Un silenzio carico di tensione cade nella stanza.
L'Omega deglutisce imbarazzato. Con una mossa svelta, si lascia cadere sul morbido tessuto, sfiorandogli la spalla con la propria. Il cuore gli sta battendo fortissimo nel petto, le guance sono in fiamme e la sua ghiandola continua a rilasciare fortissime ventate di lime e menta.

Appoggia la schiena all'indietro, sobbalzando nel sentire un movimento vicinissimo al suo viso. Gira la testa lentamente, trattenendo forte il respiro. L'Alpha ha appoggiato la guancia al sofà e lo sta fissando con estrema tenerezza. Si sente stringere il cuore.
-Lo so cosa vorresti, sai? Sei un piccolo Omega, pervertito e furbetto... Ma mi dispiace doverti rovinare i piani a luci rosse... adesso niente sesso! Sono veramente troppo nervoso e non voglio usarti come diversivo per eliminare la mia rabbia. Piuttosto, potremmo andare a trovare i bambini della scorsa volta. Ti piacerebbe come idea?-

Gli occhi di Izuku cadono pigri sulle labbra morbide e sulla pelle candida degli zigomi. Poi passa a guardargli meglio i capelli dorati e le fitte ciglia chiarissime. Questa dolcezza inusuale che sta usando l'Alpha nei sui riguardi, gli attanaglia le viscere e gli scuote gli organi. Una debole contrazione muscolare parte dalla gola di Izuku. Scuote la testa avvilito. Deve cercare in ogni modo di non emettere fusa. Ma gli risulta estremamente difficile: da quando Katsuki è diventato così... irresistibile?

-Non stavo pensando al sesso!- Dichiara schioccando rumorosamente la lingua sul palato e fingendosi offeso. Sorvola sul sorrisetto impertinente dell'altro, grattandosi pensieroso la testa.
-Dicendo i bambini della scorsa volta, intendi forse quelli dell'ospedale?-

-Si. Ho un'idea in testa che mi frulla da un pò di tempo. Ho preferito parlarne prima con la nostra compagnia di ballo per capire se era fattibile. Poi l'ho fatto con i miei genitori, e ora mi piacerebbe condividerla anche a te. -

Izuku chiude gli occhi, mordendosi il labbro inferiore. Lo sta includendo in questo suo progetto personale, e il suo Omega interno sta gongolando di gioia.

-Oi, è tutto ok?- Il timbro roco e caldo, accompagnato al leggero velo di preoccupazione che trasuda dalla domanda, tolgono definitivamente gli ormeggi alle esitazioni di Izuku.

Con uno scatto improvviso, manda tutte le teorie pratiche all'aria e si avvicina svelto. Incastra il corpo in mezzo alle sue braccia, appoggiando la testa all'ampio petto. La guancia prende a strofinarsi sulla sua spalla, in una chiara ricerca di attenzioni. Dalla gola partono alte, le prima fusa. E' un ronfare forte e pieno.

Katsuki sgrana gli occhi allibito. Gli infila le mani in mezzo ai capelli, tirandoli leggermente indietro.
-Ehy, ma che diavolo...! Ho capito che stai per andare in calore e hai bisogno del mio... ahm, ehm... del mio contatto... ma mica puoi fare come ti pare! Cerca almeno di dominarti un pochino!-




Dominarsi. Che bella e semplice parolina da pronunciare. Peccato poi, che sia più semplice da dire che da fare. Dopotutto, per chi ha già provato quello sente lui ora, magari risulta tutto anche più facile. Sanno sicuramente come destreggiarsi e conoscono in anticipo, i pro e i contro. Ma per Izuku!... è tutto un dannatissimo casino! Suda freddo, la vista a tratti gli si appanna, sente soltanto l'odore di Immortelle piantonato nelle narici e non può neppure permettersi di guardare, o farsi guardare, dall'Alpha! Ogni volta che succede, le fusa iniziano a partire automaticamente e sempre più forti di quelle precedenti. I ferormoni carichi di menta e lime escono a frotte dalla ghiandola, e l'imbarazzo che prova nel notare il turbamento di Katsuki, e il suo membro sempre più duro, è ampiamente sorpassato dalla sua dannata voglia di farsi scopare in qualsiasi luogo essi siano.

Ha ragione l'Alpha: è diventato un arrapato depravato.

Sospira amareggiato, guardandogli con l'acquolina in bocca il culo sodo, senza fare troppo caso alle gambe che si sono fermate. Senza farlo apposta, gli va a sbattere disastrosamente contro alla schiena.

L'Alpha emette un debole ringhio, girandosi contrariato nella sua direzione.
-Deku... la vuoi smettere di stare con la testa in mezzo alle nuvole?- Gli schiocca le dita davanti al viso, producendo un suono squillante.
-Bell'addormentato?! Ci sei?...Svegliati!-

Le lunghe ciglia calano nervose sulle iridi color smeraldo.
-Sono fin troppo sveglio, fidati! Solo... ehm, solo che ero momentaneamente concentrato su altro.-

Il solito sorriso impudente si apre sul viso di Katsuki.
-Immagino cosa... Comunque ho il leggerissimo sospetto che tu sia molto vicino al calore. Hai un sguardo da predatore che mi sta rimescolando il sangue nelle vene. Inoltre questo odore che diffondi è veramente... ahhhh, stimolante. Dai, entriamo e facciamo in fretta così dopo ce ne torniamo subito a casa.-

-E se lo facessimo adesso?...tornare a casa intendo?- Domanda svelto, guardandosi attorno con fare supplicante. Lo sguardo che gli rifila l'Alpha è talmente meravigliato, che Izuku si mette subito in posizione di difesa. Incrocia le braccia davanti al petto, spingendo in fuori il labbro in un tenero broncio.
- Non ci ha visti ancora nessuno e io ho necessità di... ho bisogno di...oh, insomma! Voglio stare da solo con te!-

Katsuki scuote la testa sconvolto.
-Izuku sei incredibile. Sembri un animale! Cerca di dominarti e smettila di fare i capricci!-




I bambini accolgono i due ragazzi con movimenti festanti e chiassosi. Corrono subito ad abbracciare forte l'Omega, che risponde ad ognuno di loro con carezze sulla testa e dolcissimi baci sulle guance. Alcuni sono ancora quelli della scorsa volta, mentre altri si sono aggiunti.

Quelli nuovi esaminano accigliati il grande Alpha.
Lo fissano senza nascondere il timore e l'ammirazione che provano mischiati insieme.
Katsuki si lascia scrutare in silenzio, donando a ognuno di loro dei morbidi sorrisi rassicuranti.

Il piccolo bambino moro che lo aveva già conosciuto, si aggrappa al braccio di Izuku stringendolo forte.
-'Zuzu, oggi sei passato a trovarci con il tuo... amico?-

Il pensiero di quante cose siano cambiate dalla prima volta che ha portato Katsuki con sè, accoglie in fretta l'Omega facendolo ridacchiare. Non avrebbe mai creduto che si sarebbe interessato proprio del ragazzo più borioso e stronzo, che avesse mai conosciuto in vita sua.
-Già. Ha insistito proprio lui per passare a trovarvi.-

Il bimbo di nome Kan, gonfia il petto spavaldo. Guarda Katsuki con sguardo minaccioso e gli si avvicina tastandogli un braccio.
-Guarda, tocca qui Dynamight! Senti come sono... ingrassato!-
Dichiara gonfiando il bicipite.

L'Alpha sghignazza apertamente. Alza un sopracciglio scettico e avvicina due dita al gracile braccino, pizzicandolo appena. Evita accuratamente la zona martoriata dai lividi, concretandosi su quella libera. Sgrana gli occhi sorpreso emettendo un lungo fischio.
-Ma! Hai proprio ragione! Stai diventando... enorme! -
Esclama convintissimo.

L'espressione di pura sorpresa, e poi di profonda gioia esplode sul viso del bambino.
-Io ve lo avevo detto! E voi invece mi prendevate in giro! Mi sono allenato tutti i giorni! Ho fatto ogni mattina le flessioni sul pavimento e ogni sera prima di dormire gli addominali sul letto. Proprio come la televisione dice che fai tu, Alpha! E ho cercato anche di mangiare sempre le verdure... bleah, anche quelle che non mi piacevano! In questo modo io... io ho pensato che se mi succedesse di nuovo qualcosa di brutto, potrei... tentare di difendermi.-

L'espressione di Katsuki diventa triste. Volta la testa velocemente focalizzando l'attenzione su un punto esterno fuori dalla finestra. Attende ancora qualche secondo prima di girarsi, per non mettere in difficoltà il bambino che si sta strofinando gli occhi pieni di lacrime.

-Beh campioni, io e Deku siamo passati per darvi una bella notizia.- Dichiara guardandoli con un grande sorriso compiaciuto. -La nostra compagnia di ballo, ha deciso di dare un importante aiuto ai bambini dell'ospedale che hanno subito... che hanno passato... le cose brutte che sono successe a tutti voi.- Annuncia serio, dando un veloce sguardo verso Izuku che ha risucchiato rumorosamente l'aria tra i denti e attende impaziente la fine del discorso. - ... così, ogni volta che vinceremo una gara, una parte del fondo verrà donato all'associazione per la vostra tutela e futuro. E visto che il nostro Izuku è molto bravo...-

Alcuni istanti di sconcerto seguono urla e risate felici. L'Omega non parla, ma continua a guardare sbigottito l'Alpha a bocca aperta.

-Veramente Izuku?- Domanda un piccolino, scuotendolo.
-Veramente state facendo questo per noi?-

-Io... veramente io non lo sapevo. Oh, Katsuki! Ci stai donando un regalo grandissimo.-

L'Alpha si bea dello sguardo pieno di profonda considerazione dell'altro. Gli smeraldi sono talmente lucenti e vividi, che la bocca gli si secca e il cuore prende a battergli fortissimo nel petto.
Izuku è bellissimo... e lui è proprio fottuto.
Alza un angolino delle labbra verso l'alto, smorzando il momento verità che sente farsi strada dentro di lui.
-Gli stiamo...- Corregge a bassa voce.

Il piccolo bambino con i capelli scuri di prima, si stacca dal braccio di Izuku e si avvicina lentamente a lui. Gli sfiora con un dito un gomito, timidamente.

Katsuki scrocia le braccia, guardandolo dolcemente.
-Hai bisogno?-

Questo si lancia contro il suo corpo. Lo stringe con le manine, facendo delle piccolissime fusa dalla gola. Katsuki alza gli occhi al cielo, rosso in volto. Indica l'Omega che li sta guardando amorevolmente.

-Chi ti hai insegnato a fare così? Quell'idiota di 'Zuzu?-
Domanda imbarazzato, beccandosi indietro uno sguardo torvo dall'Omega che lo sta riprendendo per la parolaccia appena pronunciata.

La piccola manina si stringe più forte alla maglietta. L'avvolge e la tira verso il basso.
-Signor Alpha?- Domanda il bambino con voce tremante.- ... Lei ha già dei cuccioli suoi?-

La mano di Katsuki va ad appoggiarsi in mezzo a quell'intricata foresta di capelli. Li districa maldestramente, maledicendo la sua totale inesperienza verso i bambini.
-Non ancora.- Risponde abbandonando l'idea della coccola, e appoggiandogli la mano sulla schiena.

Il piccolino alza il viso verso di lui. Gli occhi scuri splendono di determinato coraggio.
-Se un domani le verrà voglia di comprarne uno, potrebbe gentilmente pensare a me?-

——
Ahhh!
Sto facendo dei capitoli lunghissimi, e non è da me. Ho dovuto toglierne una parte che è già scritta.
Quindi arriverà nel prossimo, in cui ci sarà finalmente il tanto atteso calore.

Ma rimaniamo concentrati "sul pezzo".
Le cose si stanno imbrogliando o semplificando?

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