Capitolo 95
Ritiro le braccia in grembo abbassando il capo, apro leggermente il foglio che Sylvia mi ha appena consegnato, mi tremano le mani ma ormai mi sono abituata a questi piccoli e pungenti brividi, non riesco a leggere ma noto semplicemente che sono due pagine di carta per stampante scritte con caratteri piccoli perché possa anche solo sbirciare.
Deglutisco a fondo e sospiro rumorosamente, alzo lo sguardo verso di lei che ha un espressione del tutto neutra. Devo ammettere che è una donna abbastanza composta ed elegante, non lascia nascosta la sua evidente maturità fisica e non si cura molto del fatto che il suo viso abbia evidenti tracce di avanzamento dell'età. Porta bene addosso la sua maschera di donna provocante e contro ogni segno visibile anche sotto un giusto quantitativo di trucco ma, nonostante la sua superbia che distrugge il suo poter essere un modello da seguire in quanto stile e cura della propria immagine, ha questo suo modo di fare che mi irrita parecchio, probabilmente perché accosto la sua esistenza a quella di Eva, una donna subdola che ha sedotto Russel facendolo passare per colpevole nella rottura del suo matrimonio.
"Perché vuole a tutti i costi che io legga queste due pagine sul passato di Russel?" le domando decisa.
Lei si lascia dondolare appena sulla sua sedia girevole, le mani congiunte su un grande raccoglitore azzurro, un volto che di espressione non lascia vedere né immaginare nulla:"Mi dica signorina Emily, e risponda sinceramente: che cosa conosce della vita di Russel McRoverguy?" rifletto appena il tempo per farla parlare ancor prima di darmi modo di rispondere:"Come immaginavo."
"Cosa?" sbotto corrugando la fronte.
Con mezzo sorriso Sylvia si alza dalla sedia per avvicinarsi ad un tavolino basso con sopra delle bottiglie di wisky, afferra un bicchiere e versa del Jack:"Ne vuole un po'?" si volta verso di me alzando la bottiglia.
"No." rispondo secca.
In tutto ciò, fra la mia voglia di alzarmi e lasciare questa stanza e la manipolazione di Sylvia, mi domando come mai Robert sia ancora seduto accanto a me e non interviene in questa conversazione. Nel frattempo Sylvia torna a sedersi di fronte a me, sorseggiando il suo wisky con eleganza quasi fastidiosa.
"Bene signorina Emily, la invito nuovamente a leggere quanto riportato sui fogli che le ho consegnato e tornare da me appena avrà un chiaro quadro della situazione." comunica infine distogliendo lo sguardo dal mio per farmi capire che è il momento di lasciare la stanza.
Robert si alza e mi tocca la spalla:"Forza Emily, andiamo." mi invita ad alzarmi.
Sospiro alzandomi dalla sedia e stringendo i fogli fra le mani ma qualcosa dentro di me mi blocca, mi schiarisco la voce e con istinto sbatto i pugni sulla scrivania:"Qualunque cosa ci sia scritta qui dentro..."
"Basta Emily, andiamo via." vengo interrotta da Robert che mi trascina via con forza dalla stanza.
Una volta usciti fuori dal locale e imboccata la via dell'enorme villa visitata con Logan il giorno prima, sento dentro me una rabbia che non avrei dovuto liberare così istintivamente se voglio reggere il gioco e seguire gli ordini di Russel per far uscire entrambi da questo cerchio troppo stretto per persone come noi.
"Dovevi lasciarmi parlare." sbotto di colpo e la cosa ancor più brutta è che nemmeno la vista di tanta bellezza verde e profumata riesce più a calmarmi.
"Per fare cosa? Scatenare una guerra inutile?" replica Robert continuando a camminare di qualche passo nonostante io mi sia fermata.
Faccio un ghigno:"Una guerra inutile?" Robert si ferma e si volta verso di me, finalmente:"E tu da quando difendi persone come loro, Rob?" stringo i pugni spaventata anche dalla risposta.
"Difendere persone come loro? Cosa stai blaterando, Emily?" gesticola con fare arrabbiato e incredulo.
"IO cosa sto blaterando?" sottolineo la domanda con voce squillante:"Sei solo diventato un burattino nelle loro mani, una falsa pedina che a fine partita schiacceranno come una formica." lentamente avanzo verso di lui:"Questo non è il Robert che conoscevo..." faccio una pausa, sussurrando:"...questo non è il Robert che amavo." lo guardo in viso, riesco perfettamente a vedere la sua mascella indurirsi e le sue pupille dilatarsi:"Che fine ha fatto Robert Gibson?"
Stringe i pugni, il suo corpo immobile sembra diventato una lastra di ferro gelida ed impenetrabile:"Sono sempre stato qui e non te ne sei mai accorta. Eri così impegnata a correre dietro quel Russel che non hai mai realmente capito perché ero qui." deglutisco mentre lui avanza di qualche passo fino a fermarsi ad un centimetro da me:"Sei sempre stata così ingenua Emily, così libera che non ti sei mai resa conto di chi al tuo fianco ci restava per amarti e chi per usarti. Io non ti avrei mai fatto del male, mai."
"Dimmelo adesso, allora: perché sei qui?" sussurro.
"Per te." la sua voce è appena udibile mentre il suo viso si avvicina al mio:"Sono qui per te." le sue labbra stanno per sfiorare le mie quando tornano nella mente tanti pensieri che mi scostano dal brevissimo raggio che ci unisce fino a farmi voltare il viso di scatto e indietreggiare di qualche passo.
"Non è vero." rispondo con tono fermo.
"Cosa stai dicendo?"
"Non sei qui per me, Robert." "Perdonami Russel ma devo agire a modo mio." "Quella sera, alla festa di Russel dove mi sono presentata al pubblico, tu eri lì perché lavoravi già per Eva Malbow." non lo guardo, non ci riesco, così comincio a percorrere piccolissimi passi sulla mia sinistra per scaricare la tensione che pervade il mio corpo:"Solo dopo la riunione, vedendovi insieme, avevo capito tutto. Non sapevo realmente chi fosse fin quando una sera, dopo un breve litigio al telefono, Russel mi confessò che erano amanti e che a causa di questo Eva aveva divorziato da suo marito. E solo dopo aver unito insieme tutti i pezzi del puzzle ho potuto capire perché ti sei tanto accanito contro Russel e perché hai fatto di nuovo l'amore con me." mi fermo voltandomi verso di lui che è ancora immobile con il capo chino verso il basso:"Ti è stato ordinato di andare contro Russel per distruggerlo e riprenderti me, non è forse così?" non risponde:"Robert ti prego, rispondi." lo supplico avvicinandomi e solo così riesco finalmente ad attirare la sua attenzione.
"Sapevo perfettamente che per riprendermi te non sarebbe servito nulla ma, dovevo comunque eseguire gli ordini se volevo continuare a lavorare per l'azienda di Eva."
Corrugo la fronte:"Eseguire gli ordini? Robert, ti rendi conto che ti stanno solo usando per rovinare un'azienda enorme come la Forgotten?" distruggerei qualcosa se fosse possibile. Guardo il foglio che Sylvia mi ha consegnato:"Senti, a me non interessa ciò che c'è scritto qui sopra. Se Russel non mi ha mai parlato della sua vita, un motivo ci sarà ed io non voglio scoprirlo in questo modo. Io torno in città, te la senti di venire con me?" propongo.
"Non posso." non ci pensa due volte a dare simile risposta.
Sbotto:"C-cosa?"
"Se torno con te avrai guai seri anche tu e...non voglio." sussurra.
Faccio un ghigno:"Ti pare che a me importi qualcosa dei guai? Guarda dove sono adesso: in una città sconosciuta da circa una settimana, sono uscita con un ragazzo senza neppure sapere chi fosse e tu ti preoccupi se mi caccio nei guai?"
"Bé, in effetti." sorride e finalmente riesco a sorridere un po' anche io.
"Allora, torniamo in città?" Robert annuisce così prendo il cellulare ed apro la casella vuota dei messaggi.
"Voglio avvisare Russel."
Sto tornando a casa.
Messaggio inviato.
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