Capitolo 94
Se la verità su Russel è quella che conosco già allora non credo di voler sapere altro, eppure so di non potermi tirare indietro in alcun modo.
[Fingi di non sapere nulla e alleati con Eva e Sylvia se necessario.]
E' questo che Russel mi ha detto e non intendo tirarmi indietro proprio ora che ci sono dentro fino al collo.
Mando giù il nodo in gola e cerco quanto meno di smettere di tremare, prendo tempo sospirando e spostando il mio sguardo verso il panorama oltre il cornicione di questo altissimo palazzo. Poggio le mani sul marmo gelido, mi sporgo un po' più del normale per poter vedere al di sotto e vengo immediatamente trascinata all'indentro da Robert che stringe il suo palmo intorno al mio braccio.
"Emily, che stai facendo?" mi rimprovera.
Lo guardo come se mi fosse stato dato un pugno nello stomaco:"Volevo solo vedere quanto in alto siamo." mento, in realtà neppure io so cosa davvero volevo fare.
Robert mi lascia andare, mi fissa in modo diverso dal solito, più normale e senza qualche idea strana in testa:"Direi che ventuno piani sono abbastanza alti per poter vedere con occhio nudo cosa succede ai nostri piedi." fa un mezzo sorriso quasi soddisfatto della sua risposta:"Come anche chi alza gli al cielo cercando la fine di questo palazzo, difficilmente lo vedrà e quasi sicuramente gli sembrerà che esso tocchi le nuvole o addirittura vada oltre."
Nonostante tutto, rimango stupita dalla sua risposta:"E tu..." balbetto:"Tu come fai a sapere queste cose?" in fondo l'ho sempre saputo: Robert è sempre stato uno di quei ragazzi che ama lasciare a bocca aperta tutti coloro che lo circondano, soprattutto me. Forse la sua era la classica tattica di rimorchio o era semplicemente lui ad essere innamorato delle frasi ad effetto nei momenti giusti.
"Perché prima di venire qua, ho alzato gli occhi al cielo." mette una mano in tasca sfoggiando uno splendido e spontaneo mezzo sorriso che fa vibrare il mio cuore. Lo ricordo perfettamente quel movimento della sua bocca, lo usava spesso dopo aver fatto l'amore o quando era felice di stare insieme a me.
Ma adesso non ho tempo per rimembrare, devo capire ciò che voleva dirmi prima con o senza maniere arroganti.
"Prima mi hai detto che..." attendo un attimo per trovare le giuste parole da usare, noto dunque che l'espressione di Robert è nuovamente cambiata:"...che dobbiamo andare in un posto per parlare della verità su Russel." lo sento annuire:"Perché volete coinvolgermi in tutto questo?"
"Non vogliamo coinvolgerti, Em..."
"Invece si, è ciò che state facendo da quando sono entrata in contatto con lui." lo interrompo senza pensarci due volte.
"Quello che per te è coinvolgimento in realtà è cercare di aprirti gli occhi." ribadisce Robert usando un tono neutrale.
"E avete aspettato tutto questo tempo per farlo?" sbotto.
"No, è da sempre che cerco di farlo." "C-cosa?" quando sto per ribattere sento suonare il cellulare di Robert, "Ha ancora la suoneria che aveva quando stavamo insieme." fissa lo schermo per qualche secondo, poi si scusa con me allontanandosi. Non è una conversazione lunga difatti riaggancia senza salutare quasi come se non servisse farlo, si avvicina a me riponendo il telefono in tasca:"Dobbiamo andare." mi passa accanto come se nulla fosse, come se fossi un niente in questo momento.
"Dobbiamo?" domando stizzita.
"Si, dobbiamo." risponde Robert riprendendo a camminare verso la porta.
Non ho altra scelta che seguirlo, fin quando scendo la prima rampa, lui ha già chiamato l'ascensore. I portelloni si aprono, nonostante lui entri prima di me io mi fermo solo una volta dietro la sua schiena possente e immobile. Mi lascio andare contro lo specchio a parete e continuo a fissare i suoi capelli, la sua nuca, le sue spalle. In me si accende qualcosa che dovrebbe rimanere spento, qualcosa che mi fa sentire un leggero pizzico lungo tutto il corpo.
"E pensare che per due anni ho stretto quel collo e graffiato quella schiena..." ringhio contro me stessa per essermi permessa di pensare ad una simile cosa, sospiro e alzo gli occhi verso il portellone notando solo ora che nel flebile riflesso Robert mi sta fissando. Sussulto imbarazzata e abbasso subito lo sguardo.
"Lo conosco lo sguardo di poco fa."
"Cosa?" domando stizzita, facendo finta di non aver capito.
"Non sei brava a mentire, Em." si volta avvicinandosi terribilmente a me:"Avevi lo sguardo malizioso di chi sta immaginando qualcosa che desidera più di ogni altra cosa." deglutisco quando sento la punta delle sue dita sfiorarmi il dorso delle mani per poi salire lungo le braccia e tracciare proprio i punti dove passano le vene. Inarca la schiena per riuscire ad arrivare alla mia altezza e il suo naso tocca il mio, la sua bocca sfiora di un millimetro la mia, il mio cuore ha smesso di battere:"Quante cose potremmo fare insieme, tu ed io." sta per baciarmi sul serio quando da dietro la sua spalla vedo il portellone dell'ascensore aprirsi:"Che peccato." sussurra, si mette dritto, mi volta le spalle ed esce.
Rimango immobilizzata alla parete dell'ascensore rischiando mi si chiudano gli sportelli davanti, dentro mi è salita la sensazione di aver vissuto una scena simile ma non con lui bensì con Russel quando eravamo nell'ascensore della radio.
"Che stesse facendo di tutto per comportarsi come lui?"
Una volta usciti dall'alto edificio, percorriamo la strada che porta verso la discoteca di Logan. Io cammino qualche passo dietro Robert che a questa breve distanza e per la non differente altezza sembra stia camminando da solo.
Quando ci fermiamo dinanzi l'ingresso del "The all night disco" sento le gambe cominciare a tremarmi come budini.
"Sei pronta?" domanda Robert guardandomi, annuisco dopodiché entriamo seguiti dal solito buttafuori che chiude la porta alle mie spalle.
La sala ora che è vuota è davvero enorme, la prima cosa che si sente è l'odore di cocktail e le urla dei ragazzi che vengono qui per divertirsi e chissà, fare conoscenza.
Percorriamo la stessa strada percorsa furtivamente da me quando ho scoperto tutto, ad ogni gradino perdo un colpo fin quando non passiamo il corridoio e ci fermiamo davanti quella porta dove ho origliato tutto. Robert mi lancia un'occhiata ma più per assicurarsi che io fossi ancora dietro di lui che per altro, tre colpi contro la porta ed è subito dentro.
"Ben arrivato Robert." quella donna lo saluta in modo caloroso come quando si saluta un parente o un intimo amico.
"Grazie Sylvia." ricambia lui ma in tono meno confidenziale.
Avanzo di qualche passo fino a trovarmi accanto a Robert e poter vedere con i miei occhi la stanza e il volto di colei che insieme a Logan ed Eva sono in combutta contro Russel.
"Oh, vedo che abbiamo ospiti." esordisce garbatamente ma meno sorpresa Sylvia, incrocia le sue mani in grembo e siede sulla sua poltrona girevole nera:"Prego, accomodati." mi invita.
Deglutisco:"No grazie, sto in piedi." rispondo quasi con arroganza, lei sfodera un sorriso.
"La conversazione sarà molto lunga, non credo vorrai ascoltarla stando in piedi...potresti avere cedimenti." la parola finale la sussurra quasi in tono sicuro del fatto suo.
"Che rabbia, ancora devo entrare in questa stanza e già vorrei strozzarla."
Abbandono per un attimo la mia mascherata arrogante e mi siedo su una delle piccole poltrone in pelle marroni davanti la scrivania, non passa molto tempo che Robert siede accanto a me. Osservo di sottecchi i movimenti di Sylvia e quando Robert si avvicina al mio posto lei lo guarda quasi come se volesse fulminarlo con lo sguardo, come se avesse sbagliato a sedersi al mio fianco. Nonostante tutto, nonostante gli avvenimenti, sono contenta che ci sia lui adesso e so che è sbagliato esserne sollevata ma non sento di riuscire a fare altro.
Faccio un piccolo respiro, stringo le mani sulle ginocchia, comincio a sentire i palmi sudare per la tensione:"Allora, come mai sono qui? Perché tutti questi segreti?"
"Vedo che è molto curiosa, Signorina Emily ma...andiamo per gradi, che dice?" suggerisce Sylvia incrociando le mani davanti al suo viso.
"Ho altra scelta?"
Le scappa una piccola risata trattenuta:"Non si tratta di avere scelta o meno, si tratta di avere occhi di riguardo sulle proprie azioni."
"Sarebbe a dire?" "Perché non la smette di girarci intorno?"
"Vorrei porle alcune domande, è disposta a darmi delle risposte?"
"Anche qui non ho altra scelta o..." disegno in aria delle virgolette con le dita:"Devo avere occhi di riguardo sulle mie azioni?"
Altra risata ma questa volta piuttosto infastidita:"Ho letto molte cose sul suo conto, Emily Castle."
"La mia fama mi precede." sussurro interrompendola, Robert a ciò mi da un piccolo colpetto con il piede contro il mio.
Ma lei fa finta di non avermi sentita e prosegue:"Come mai una scrittrice come lei ha sentito il bisogno di agganciarsi ad una casa editrice come la Forgotten Editor?"
Corrugo la fronte:"Avevo voglia di cambiare i miei contenuti."
"Questo lo so, volevo sapere come mai proprio la Forgotten." mi interrompe.
"Non ho un motivo preciso, ho sempre sentito parlare delle ottime qualità che offre come editoria così mi sono voluta buttare in questa esperienza."
Comincia a cercare qualcosa dentro un contenitore di documenti:"Lei ha mai conosciuto per intero il Signor Russel McRoverguy?"
"Ecco, ci siamo." "Il contratto prevedeva una permanenza con lui stesso nella sua residenza fino al termine del libro." ammetto non comprendendo il motivo di quella domanda se sa già tutto.
"Viverci per contratto e conoscerlo sono due cose diverse." mi ammonisce:"Conoscendo il caro McRoveguy sono sicura che non le ha mai parlato di lui, del suo passato." "Il suo passato? Si riferisce forse a ciò che mi disse il cameriere quella sera della festa in piscina?" Sylvia interrompe i miei pensieri riprendendo la parola e porgendomi davanti gli occhi un foglio spillato:"Come immaginavo. Ecco, tenga...qui troverà tutto ciò che c'è da sapere. Legga attentamente dopodiché domani ritorni qui, la aspetto per discuterne a conoscenze fatte."
Deglutisco, vorrei non prendere quel foglio ma devo, non devono capire che io già sono a conoscenza di tutto o almeno di buona parte delle cose. Vorrei alzarmi e urlare contro a questa donna che è solo una presuntuosa che vive dietro la corruzione e i muri che lei stessa distrugge, ma non ha ancora capito che questa volta dinanzi a lei c'è un enorme e armato castello, e difficilmente lo butterà giù.
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