Capitolo 92
Non appena riaggancio la telefonata con Russel e fisso invano il display del mio cellulare, mi viene automatico sorridere e pensare che forse tutte le cattiverie su di lui altro non erano che miei momenti di rabbia. Perché quasi mi stavo rassegnando all'idea che di lui non avrei più neppure sentito la sua voce, che dopo avermi portata a letto non gli sarebbe importato più niente di me e invece, averlo sentito sorridere al telefono seppur intorno a noi sta scoppiando un incendio complicato da spegnere in poco tempo, mi fa sentire come se non tutto è completamente perduto.
Sospiro e deglutisco nello stesso momento, si dice spesso che la felicità duri un attimo e per me non è durato nemmeno quel poco che serve per dimenticare che fra meno di un'ora devo recarmi all'enorme palazzo a vetri ed incontrare Logan. Mi domando se sarò in grado di fingere che non sappia nulla di quanto stia succedendo, devo in qualche modo mantenere il gioco se voglio salvare la reputazione di Russel.
Smetto di pensare negativo, chiudo gli occhi respirando profondamente tutta l'aria che serve per sentirmi carica ed inizio a prepararmi al meglio.
Riempiendo la vasca di acqua calda e bagnoschiuma al cocco, denudando il mio corpo da ogni vestito che mi protegge dall'aria fresca e pungente che trapassa dalla piccola finestra alle mie spalle, mi fisso allo specchio con aria seria e chissà quale altra espressione mai passi sul mio volto in questo momento. Forse paura di sbagliare o di andare troppo oltre perché si, sono innamorata di Russel e sarei anche pronta ad urlarlo se necessario ma, conosco perfettamente gli effetti che ha su di me Robert e quelli che Logan sta chiamando a sé, poter resistere ad entrambi è come sentirsi affamati e non voler mangiare. Ed io, io cosa voglio realmente? Digiunare o saziare il mio stomaco costantemente in subbuglio?
"Quante sciocchezze che sto pensando." esprimo a voce alta al mio riflesso allo specchio, vorrei potesse rispondere la me che si riflette ma evito la finta conversazione immergendomi nell'acqua ormai bollente e profumata.
Stare in questa vasca, non so come né perché, mi ricorda molto la festa di Russel: la sua performance musicale perfetta al pianoforte, gli applausi stupiti dei suoi invitati, il mio cuore al limite dell'esplosione e poi quel bacio. Una pugnalata dritta al cuore che mi ha spinta a toccare un fondo non solo immaginario ma reale, la paura di non riemergere più e una voce così lontana e distorta che quasi non sembrava vera.
Quando sono scivolata giù nella piscina, dopo aver visto la bocca di Russel toccare una bocca che non era la mia, desideravo violentemente di non tornare più in superfice.
"Non salvatemi, vi prego." pensavo "Non c'è ragione che io esista." ma se quel fatto non fosse successo, non credo che avrei mai accettato i miei sentimenti per un uomo oscuro e meschino come Russel McRoverguy. Forse in cuor mio mi sarei arresa o forse no ma, oramai non mi importa più niente perché credo che nonostante lui fosse una persona che di sé ne fa un silenzio da farlo sembrare a tutti i costi egoista, mai dimostrerà ciò che prova e sto lentamente imparando ad accettarlo così. Perché è di questa sua armatura che mi sono innamorata, pur sapendo l'errore che avrei commesso facendolo, pur sapendo che speranze per me non ce ne saranno e che sarò solo la sua prossima fama lavorativa e niente più.
Jeans chiaro poco sotto la vita, camicia rossa e nera allacciata poco sopra l'ombelico e abbottonata fino al terzultimo bottone, converse nere, braccialetti, un filo di trucco e capelli sciolti. Mi basta poco per provare ad accettarmi, anche se non penso servi considerato che non andrò all'appuntamento per attirare di più l'attenzione di Logan. Forse prima di scoprire il suo sporco gioco lo avrei fatto per dimenticare: dimenticare un uomo che nonostante fossi partita ormai da un paio di giorni, ha dimostrato il menefreghismo che lo divora fino all'osso e il suo usarmi solo come passatempo di quel momento.
Ora sono qui per giocare anche io e scoprire realmente ciò che sta succedendo e perché Eva, Logan, Robert e Sylvia temono così tanto Russel dal volerlo annientare a tutti i costi.
Mi do un'ultima sistemata per poi uscire dalla stanza guardandomi intorno e affrettandomi verso l'ascensore. Se pare che io stia evitando qualcosa o qualcuno ebbene si, è ciò che voglio fare: evitare di incontrare Rose.
Non che lei mi dispiaccia, è stata fin da subito una divertente compagnia ma ora non voglio permettermi di tardare.
Alla reception c'è di nuovo la donna che alza il capo verso di me con un luminoso sorriso mentre passando davanti la sala pranzo, noto tavoli occupati e di nuovo quell'uomo seduto davanti il pianoforte pronto a deliziare i suoi invitati con la sua musica.
"Non si ferma a pranzare con noi?" domanda la donna senza levare dal suo viso quel sorriso.
Ricambio altrettanta gentilezza:"No, la ringrazio." le consegno le chiavi della mia stanza con fare quasi impaziente e quando fa un cenno con il capo, mi sento pronta a voltarle le spalle e lasciare l'hotel.
Il sole mi colpisce in viso e solo ora rimprovero me stessa per non avere mai a portata di mano un paio di occhiali da sole; comincio a camminare cercando di ricordare la strada, prendendo le giuste traverse, incrociando meno sguardi e affrettando il mio passo mentre quasi spesso guardo i minuti dell'orologio.
Sembra che io stia camminando ormai da ore quando finalmente mi trovo davanti l'enorme palazzo a vetri. Il cuore che batte all'impazzata è lo stesso di quando l'ho visto la prima volta ma, ora sono più che sicura che non sia per questo che batte così forte.
Il solo pensiero che una volta arrivata al terrazzo potrei trovarci Logan, mi mette paura: paura di non farcela, di sbagliare, di non resistere.
Respiro a fondo e solo quando mi sento sicura varco la soglia del palazzo con tutti gli occhi puntati addosso; fingo un sorriso e poi indifferenza mentre mi dirigo diretta verso l'ascensore.
Gli sportelli si aprono davanti a me, due persone escono senza badare troppo a me, poi entro e premo il tasto che porta al ventunesimo piano.
Ora davvero vorrei che gli sportelli non si aprissero mai ma quando accade, rimango come paralizzata alla parete dietro e comincio a tremare come una foglia che non riesce più a reggersi al suo ramo.
"Forza Emily, non puoi tirarti indietro proprio adesso."
Esco dall'abitacolo lentamente, come se cercassi di non fare alcun rumore, salgo i gradini reggendomi alla ringhiera e sono subito davanti l'enorme porta in ferro. Quando poggio la mano sulla maniglia, noto che non devo mettere troppa forza per aprirla, scricchiola ma non ci bado molto quando i miei occhi si riempiono per la seconda volta di meraviglia creata da questo panorama così perfetto e lontano dal mondo e da tutto il rumore che non sia il vento forte e i miei passi.
Avanzo guardandomi intorno, guardo l'ora, non c'è nessuno o così sembra.
"Sono in anticipo di un paio di minuti." penso mentre mi avvicino al bordo.
Chiudo gli occhi poggiando le mani sul marmo freddo e mi lascio accarezzare dal vento come fossero delle carezze fra i miei capelli e sulle mie guance quando, in un momento inaspettato, sento una mano calda e pesante posarsi sulla mia spalla.
"Emily."
Mi volto di scatto sussultando spaventata:"Logan." lo guardo sgranando gli occhi e poggiando la mano sul petto:"Mi hai fatta spaventare."
"Scusa, non volevo."
Non saprei ben dirlo ma, la sua espressione è diversa dal solito, non è il solito Logan bramoso e desideroso.
"Che abbia capito qualcosa?"
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