Capitolo 82
Cerco di respirare profondamente prima di affrontare una normale conversazione con Russel ma dio, come faccio? E' da quando son partita che quasi mi stavo rassegnando all'idea che per lui non esistessi più, che avesse accettato l'idea di non avermi più fra i piedi e adesso, mi chiama così?
Mi volto per vedere Logan, è ancora fermo dove l'ho lasciato. Mi volta le spalle ed ha entrambe le mani fra i capelli, ne approfitto per allontanarmi ancora un po' a trovare da qualche parte la calma che ho perso da quando ho risposto al telefono.
"Sei ancora in linea?" la sua voce mi fa di nuovo perdere il controllo.
"S-si, ci sono." "Basta Emily, stai calma." mi rimprovero per l'ennesima volta, invano.
Russel fa un ghigno divertito:"Vedo che sei sempre agitata quando mi senti." "Che sfrontato." urlo dentro me le parole che vorrei urlare adesso ma che non riesco a far uscire dalla mia bocca.
"Perché mi hai telefonata?" ma cerco dentro me una piccola forza che non immaginavo di avere.
"Ho bisogno che torni a casa per completare il progetto accordato."
"Che cosa?" deglutisco socchiudendo gli occhi e stringendo i pugni:"Noi non abbiamo più un progetto da completare, lo hai forse dimenticato?" e non volendo il mio tono si alza a tal punto da notare con la coda dell'occhio che Logan mi sta guardando stranito.
"Non mi interessa ciò che hai deciso tu, qui si fa ciò che dico io." il suo tono, al contrario mio, è calmo, normale come al solito.
Faccio un ghigno che più che divertito, vien fuori come un lamento infastidito:"Ho smesso di fare ciò che dici tu, Russel." cammino lentamente senza una meta precisa, sento il sangue ribollirmi nelle vene e non è solo per la telefonata improvvisa ma anche per la rabbia che riesce a svegliare in un attimo. Sento silenzio dall'altro capo, lui non parla così ne approfitto per domandargli l'unica cosa che mi viene in mente in questo istante e che mi divora ormai da quando ho scoperto il motivo per cui è venuto a letto con me:"Te lo ha chiesto lei, non è vero?" sussurrata la domanda con voce rauca, mi blocco di colpo quando davanti a me non c'è più strada aperta e via di fuga.
"Lei chi?" la sua voce è seria, forte, da uomo più maturo della sua giovane età.
Deglutisco sfregandomi le labbra, ci metto qualche secondo e alla fine il suo nome vien fuori d'un fiato:"Eva."
Qualche attimo di pausa prima che Russel possa riempire il silenzio, mi volto lentamente per ritrovare Logan qualche metro distante da me.
"Mi ha seguita." sussulto guardandolo e spalancando gli occhi, non comprendo poi perché mi sorprenda così tanto l'idea visto che son venuta qui insieme a lui.
"No, lei non c'entra più niente." e poi di nuovo Russel che mi stacca da ogni distrazione possibile per riconquistare l'attenzione solo su di lui.
Mando giù il nodo in gola abbassando lo sguardo, sono sicura che appena lo rialzo Logan sarà ancora più vicino fino ad affiancarmi e, non so se ciò possa farmi piacere in questo momento.
"E allora, perché?" alzo appena lo sguardo notando poi che Logan è ancora immobile dove l'ho visto qualche secondo prima.
"Perché voglio che tu porti a termine il tuo progetto e lo pubblichi il prima possibile." il suo tono è deciso adesso, tutto l'opposto del mio che graffia in gola e fa male.
"Non vedo come questo possa funzionare."
"Che cosa stai dicendo, Emily?" adesso è quasi incredulo o stizzito, non saprei ben dirlo.
Volto le spalle in direzione di Logan, i miei occhi adesso son fermi verso un quarto di paesaggio nascosto da rami e foglie che oscillano sfiorate dal vento insistente. Adesso non mi importa più di spostare i miei capelli dietro le orecchie; nascondermi sotto le mie lunghe ciocche mi fa quasi comodo se serve a non vedere più nulla o a non far vedere l'espressione quasi in fase di esplosione che mi porto addosso in questo istante. E' tutto così nitido e sfocato che non ci capisco più niente.
"I-io..." "Oh Russel, tu non sai quanto vorrei adesso lasciare tutto, prendere il primo aereo e tornare in città da te. Vorrei che le cose funzionassero e che tu la smettessi di vedermi come un mio progetto da portare a termine per i benefici della tua casa editrice o, come una semplice marionetta da utilizzare quando e come meglio preferisci. Ma desidero troppo, perfino un uomo che vede il mondo come un inferno da cui scappare o se proprio non si può, un diavolo che cerca a tutti i costi di torturare i veri credenti rimasti sulla terra. Non sono una santa e tu sei un grande peccatore, ho peccato del tuo stesso piacere ma non è questo ciò che voglio da te ma...ho capito che non posso avere altro quindi preferisco starti lontana piuttosto che avvicinarmi a te e morire bruciata." "Io ho smesso di scrivere quel libro." borbotto sperando abbia capito perché, neppure io stessa ho compreso le mie stesse parole.
Si schiarisce la voce:"Torna a casa."
Sussulto di colpo, "E adesso, cosa gli dico?", mi faccio coraggio prima di riuscire a parlare:"Non posso."
"Perché, Emily?"
"Io..." sto per parlare quando di scatto una mano afferra il mio cellulare, mi giro di colpo e lo sguardo di Logan non è affatto contento:"No...che stai facendo?" strillo cercando di riprendere il telefono ma, gli basta un gesto per bloccarmi.
"Allora, si può sapere che cosa vuoi?" domanda con tono duro e infastidito, una pausa breve per un susseguirsi di altre parole che mi bloccano il respiro:"Mi pare di aver capito che Emily non vuole andare da nessuna parte o fare chissà cosa. Sei dunque pregato di non chiamarla più...lei adesso sta con me." chiude la telefonata voltandosi a guardarmi:"Chi era?" mi domanda porgendomi il cellulare come se nulla fosse.
Stringo i denti e i pugni, cerco di calmarmi ma mi viene difficile:"Che cosa hai fatto?"
Logan abbassa la mano stringendo ancora il mio cellulare:"Ciò che era giusto fare."
Sbotto in preda alla pazzia:"Ciò che era giusto fare? Ti rendi conto che mi hai seguita, origliata e ti sei intromesso in una mia conversazione?" ma la calma che cercavo di trovare ora è sparita completamente, quando la mia voce si alza di toni e l'eco fa vibrare le foglie staccate dagli alberi e poggiate sull'asfalto.
"Perché ti scaldi così tanto?" mentre Logan rimane completamente impassibile o almeno ci prova.
"Basta, non ce la faccio più." lancio via un grido di disperazione, poi d'istinto strappo via il mio cellulare dalle sue mani e comincio a camminare cercando di allontanarmi da quella strafottenza che riesce solo ad innervosirmi e ingannarmi.
"Dove stai andando?" sento la voce di Logan in lontananza ma i suoi passi seguirmi.
"Torno in hotel." sbotto senza voltarmi, passando accanto la panchina che dapprima nel suo desiderio carnale mi ha fatto salire la voglia di immaginarla come un luogo speciale dove farci l'amore.
"Non conosci le strade, sarà complicato tornare in hotel."
Rallento il passo senza fermarmi, mi guardo intorno cercando vagamente di ricordare da dove siamo venuti. Questo parco è davvero immenso e quasi uguale, pieno di strade secondarie, scale, alberi, foglie, fiori e piante che mi confondono le idee.
"Son venuta da destra o da sinistra?" mi guardo rapidamente intorno per poi andare a sinistra.
"Stai già sbagliando Emily, l'uscita è a destra." Logan continua a seguirmi e urlarmi dietro, sembra perfino lo faccia di proposito a camminare più lentamente di me, come se lo divertisse il fatto che io non ricordi la strada giusta.
Mi blocco di colpo voltandomi verso di lui e avvicinandomi minacciosamente:"E va bene, hai vinto." ammetto fermandomi a pochi centimetri da lui:"Riportami in hotel."
Ci scambiamo uno sguardo silenzioso che punge dentro l'anima fino a ferirla e dissanguarla, nonostante la rabbia, riesce comunque a sciogliermi nello stesso modo in cui riesce a farlo Russel e bloccarmi ogni qualvolta decide che il nostro viso non deve rimanere così distante come adesso.
"E se non voglio?" sussurra ad un millimetro dal mio naso.
Deglutisco allontanandomi di qualche passo:"Non mi importa, io voglio tornare in hotel e lo farò con o senza di te."
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