Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

questo libro è una calamita per tag

L'ambiente era scuro e nella penombra, illuminato solo da qualche rada candela -doveva ricordarsi di pagare le bollette, ma continuava a rifiutarsi perché l'ultima volta aveva litigato con il servizio clienti e ora non le rispondevano più- mentre Suzuya_rin osservava soddisfatta la piramide di vecchi tag sistemata sulla mensola. Si era finalmente decisa a fare un po' d'ordine, anche perché voleva evitare di fasciarsi il piede ogni qual volta qualcuno decideva che fosse una buona idea taggarla.

Contenta di aver completato almeno uno degli obbiettivi nella sua lista di faccende, si mise a preparare una cheesecake per l'anniversario della morte di Cip Mano Mozza. I suoi amici, complici della ragazza, lo avevano portato ad infestare una casa diroccata rimessa sul mercato per la prima volta dopo anni, chiusa per lo stesso problema che avrebbe avuto quel giorno: un gruppo di spettri che si divertiva a vomitare gelatina d'uva ovunque sulle pareti facendo credere ai potenziali acquirenti che fosse sangue. L'agenzia "Da Phil, case assolutamente non infestate" non doveva sostenere, quando le avevano venduto la catapecchia che aveva reso il suo studio, che quell'ambiente non fosse adatto a "una ragazza fine e delicata come lei". Ovviamente non stava usando la festa a sorpresa per uno dei suoi spiriti come pretesto per vendicarsi di Phil, era solo una "felice coincidenza", come preferiva chiamarla. Per la vendetta completa ci voleva ben di più della semplice rovina di una vendita, faceva sul serio lei, non era una principiante.

Mentre metteva la torta nel frigorifero dove CatelloApicella conservava le bottiglie di cedrata sperimentale, udì dietro di lei il familiare suono di qualcosa che cadeva. Girandosi di scatto, chiudendo la porta del frigo, scoprì che la piramide di tag era caduta di nuovo. Il motivo di scoprì essere un altro mattoncino che aveva impattato su di essa.

«Oh, ma andiamo! L'avevo appena sistemata! Non era nemmeno nel punto dell'altra volta! Lo fate apposta? La prossima volta la proteggo con uno degli incantesimi che ho fatto per il Passante!» gridò esasperata a nessuno in particolare. Era incredibile, sembrava che la pila di tag ne attrasse altri, come una calamita. Se non avesse la tendenza a tenere qualsiasi cosa, li avrebbe buttati.

Suzuya raccolse l'oggetto responsabile di quel disastro, poggiandolo sul tavolo e andando verso il muro dove aveva disposto le porte per le sue storie, dirigendosi verso quella delle challenge e girandola per prendere uno dei fogli bianchi che aveva incollato sul retro nel caso avesse avuto bisogno di fare un altro capitolo. Dopotutto non poteva distruggere la stanza ogni volta che cercava un foglio.

Tornò verso il ripiano in legno, sul quale erano ancora appoggiati la piuma di struzzo e il nero di seppia. Sperava passasse più tempo dall'ultima challenge, eppure eccola lì con in mano un tag fumante a soli pochi giorni dalla prima che aveva fatto. Si doveva essere sparsa la voce che finalmente si era arresa e aveva deciso di farle. Accidenti a Kevin il Pettegolo, glielo aveva detto in confidenza! Gliel'avrebbe pagata pure lui, si promise, gli avrebbe messo una di capra sul letto. Lui odiava le capre, diceva che il loro sguardo era satanico.

«Vediamo ora cosa c'è» sospirò aprendo la scatoletta e leggendo quello che c'era scritto.

«SaaPizzato eh? La mia lista delle persone di cui vendicarmi oggi si è sorprendentemente allungata. Se continuo così arriverà addirittura a raggiungere metà della lunghezza di quella delle persone che mi vogliono morta e/o mi hanno bandito dalle loro proprietà» disse, riflettendo.

«Bene, vediamo un po' cosa dice qui... "Scrivi la trama di una storia che vorresti portare su Wattpad", mh? Beh, c'è l'imbarazzo della scelta nella cartellina archiviata sotto "storie che non scriverò mai. Voi che dite?» chiese, rivolta ai dadi.

Dopo un attimo di silenzio, riprese: «Allora, abbiamo un voto di Jerry per quella in cui la protagonista si risveglia piena di sangue e con un caso di perdita di memoria dissociativa da stress, uno di Jimmy per il fantasy con protagonista quella volpe, un altro voto di Tom per la perdita di memoria, un voto di Halley per quella in cui il protagonista ha paura del rumore, ma in realtà ha paura che le parole delle persone lo cambino, e il voto finale, di Bill, va al fantasy. E restano due finalisti a pari merito. Spiacente Halley, per i tuoi fratelli è una cosa troppo poco violenta, sarà per la prossima volta. Sai com'è fatto Jerry, i rapporti di amicizia troppo melensi lo stomacano...» affermò.

«Questo significa che il mio voto può confermare o ribaltare la classifica» disse imitando un borghese che andava in giro a valutare ristoranti.

«Accidenti, però, è una scelta difficile! Non posso scegliere... Tiro una moneta, altrimenti potrei restare qui ore» decise, prendendo dalla tasca una valuta di rame. La lanciò in aria, prendendola al volo sul palmo e scoprendola sul dorso della sua mano. «Testa il giallo sulla perdita di memoria, croce il fantasy» disse prima di scoprire la moneta. «Croce» rivelò, infine.

«Mi dispiace però non esporre anche le altre... Fa niente, se qualcuno è interessato me lo chiederà nei commenti. Iniziamo» dichiarò, prendendo a scrivere.

Ho avuto l'idea, come per ogni storia che mi viene in mente, casualmente. Vedrebbe come protagonisti una volpe che un fabbro avrebbe addomesticato dopo averla trovata a gironzolare nei pressi della sua casa, al limitare del bosco, per qualche mese, nei quali questi le offriva del cibo, e che avrebbe deciso di chiamare Vulser (è l'unione del nome dell'asterismo della Vulpecula con la sua stella principale Anser), e dello stesso fabbro. Quest'ultimo vivrebbe in una città circondata dalle montagne e da un gigantesco lago che li separa dal mondo esterno, perché per superstizione non si può attraversare, quindi la città avrebbe sviluppato una propria economia chiusa. La storia inizierebbe introducendo il lettore ad un'epidemia di un virus che indebolisce chi lo contrae a tal punto che muore poco dopo a causa di altre malattie che prende dall'ambiente circostante. Le cure di cui dispongono non bastano e il governatore decide di indirre una riunione cittadina a cui partecipano gli individui sani, per capire cosa fare. Ormai è chiaro, però, che l'unico modo per trovare una cura è rivolgersi ad un tipo di maghi guaritori (dei quali non ho ancora definito il nome), individui in grado di incanalare l'energia degli esseri viventi, principalmente bambini, ma in rari casi, se sviluppano le loro abilità fin da piccoli e vivono lontani dalle tecnologie dell'uomo, possono conservare i loro poteri anche da adulti, che furono uccisi e banditi dopo che ci fu il caso di uno di questi aggredito, che lo uccise per sbaglio mentre cercava di difendersi, causandogli un arresto cardiaco dopo che gli aveva risucchiato la sua energia. Questa parte dei loro poteri era sconosciuta al popolo, così, quando la notizia si fu sparsa, molti iniziarono a vederli come pericolosi, finché non organizzarono una vera e propria caccia alle streghe, impiccando o mettendo al rogo chiunque non riuscisse a scappare. In questo punto non ho deciso se far parlare il fabbro all'assemblea, suscitando lo scalpore di tutti e facendolo arrestare e poi successivamente evadere per cospirazione ai danni della città oppure proseguire senza questo intoppo, fargli tenere la sua decisione segreta e farlo partire in cerca di una cura per la moglie malata verso le montagne, dove dimora la comunità dei manghi sopravvissuti. Propendo più per la prima. (Non preoccupatevi, adesso stringo perché sta diventando lungo) Comunquesia, da adesso faccio spoiler pesanti: dopo un lungo viaggio accompagnato dalla volpe, giunge all'insediamento dei guaritori, dove si scopre che Vulser in realtà è un mago che nessuno ha mai visto, anche perché c'è un censimento della popolazione, che non ricorda niente del perché era trasfigurato in quella forma. Entrambi passano la notte lì, dove ricevono cure. Quella che prima era una volpe, durante la notte riacquista la memoria e si scopre essere il mandante dell'epidemia, perfezionata negli anni per colpire tutta la popolazione e vendicare suo padre, che da bambino ha visto bruciare sul rogo, prima di scappare aiutato dal fatto che ancora poche persone sapevano che fosse un mago, essendo appena stato accettato dalla comunità. Però ora prova sentimenti contrastanti, avendo vissuto a stretto contatto con la famiglia del fabbro, che l'aveva sempre trattato come parte della famiglia, soprattutto da quando si era fidato abbastanza da entrare in casa.

E questo è quando, era la trama di una delle storie che non scriverò mai.

«Bene, un punto è fatto» dichiarò Suzuya, sgranchiendosi un po' «passiamo al secondo: "scrivi tredici cose su di te". Accidenti, queste challenge fissate sulle cose su di te. Va bene, ormai sono qui, comunque vorrei far presente che ci ho messo un'ora a scrivere quella trama, mannaggia ai pescetti»

1) non associo mai i compleanni dei miei amici al dovere di comprare un regalo, lo realizzo circa un giorno prima di una festa e mi metto a cercare. Solitamente metto più impegno facendo i biglietti, in cui disegno le cose che piacciono a quel mio determinato amico. È come il mio secondo regalo.

2) ricordo molti fatti che ho letto in giro, cose curiose eccetera che ho letto una volta, però ho una prossima memoria per molto altro. Per esempio, so che l'odore della pioggia si chiama petricore, che lo spazio tra le sopracciglia si chiama glabella e so che lo spessore del tronco di un albero è uguale al volume totale dei suoi rami.
L'altro giorno stavo guardando un episodio di Elementary e compariva un cucciolo di zebra, solo che aveva la pelliccia color marrone. Io, riconoscendolo, ho detto: "ah, sì, è un... Un quac- (sono andata avanti un po' perché non riuscivo a pronunciarlo) quagga!" E pochi secondi dopo un dialogo mi ha dato ragione. Mia madre mi ha guardato divertita farmi fare un balletto perché ero contenta di averci preso, incredula che lo sapessi. Ride ancora per il nome, glielo disegnerò nel suo biglietto di compleanno.

3) due giorni fa, confrontandomi con una tabella online, ho scoperto di essere almeno quattro chili sottopeso

4) mi piace l'idea di questa raccolta perché non mi impone una frequenza nello scrivere.

5) patisco il freddo moltissimo, non vado più a sciare perché il ricordo del freddo e dell'umido del fiato contro il passamontagna mi hanno lasciato una specie di trauma. Inoltre ultimamente facevo snowboard, ma avevo paura ad ogni curva. Ad aggravare tutto ciò ho una temperatura corporea di trentaquattro gradi e una pressione molto bassa.

6) ho messo gli occhiali circa dall'inizio di febbraio, non riuscivo più a vedere la lavagna dal fondo della classe e mi dovevo far dettare le espressioni dal mio compagno di banco. Si è scoperto che sono miope, ma mi manca davvero poco, 0.50 dall'occhio destro e 0.25 dal sinistro, peggiorerò e probabilmente a diciott'anni mi mancheranno due gradi, ma poteva andarmi peggio. Per esempio, a mia madre prima dell'operazione mancavano sei gradi.

7) per ora sono molto brava in fisica, ma è stato solo il primo anno e non mi azzardo a fare previsioni, anche perché presto faremo cose molto più difficili.

8) quando cercavamo dei giochi per PlayStation da regalare a mio fratello per il compleanno, abbiamo trovato Diablo III e cominciato a giocarci insieme. Ci ha appassionato tantissimo, poi mio fratello se n'è andato preferendo giocare a Fortnight lasciando solo noi due. Ho continuato a giocare con quel personaggio, ma io, mio padre e il suo migliore amico abbiamo cominciato una nuova partita. Ora il suo migliore amico lo chiamo sempre con il nome del suo personaggio, perché quel nome è Oleffus. Ci siamo accorti di quanto fosse esilarante solo dopo un po', quando il gioco l'ha assegnato in automatico abbiamo detto "sì, dai, è un bel nome", poi dopo un po', rileggendolo, siamo scoppiati a ridere. Oleffus, andiamo gente, come può qualcuno chiamare il proprio figlio Oleffus?

9) gioco a pallavolo, ma una volta ero bravissima a scherma, solo che avevano una sola spada per mancini ed eravamo in due, era un casino.

10) da piccola ho fatto nuoto, ma ho supplicato mia madre di farmelo abbandonare perché l'acqua era troppo fredda per me.

11) mia madre fa triathlon e noi viviamo dei suoi pacchi gara. Abbiamo la dispensa piena di formaggio, aceto balsamico e piadine.

12) ho la stessa taglia e numero di scarpe di mia madre, ci scambiamo la roba continuamente. Le mie scarpe da ginnastica sono sempre sue vincite o suoi acquisti che non le vanno bene perché le danno fastidio al tendine a cui è stata operata.

13) non sto mai zitta al cinema, commento sempre qualsiasi cosa e prendo in giro i personaggi. Le mie amiche ogni volta che lo faccio mi picchiano, esco da cinema con le braccia doloranti.

«Non è stato facile, ma ce l'abbiamo fatta. Ho detto più cose su me stessa in questa settimana che nella mia intera vita, sono così concentrate che fanno concorrenza alla salsa di pomodoro» disse la ragazza, sospirando.

«Terza regola: "scrivi cinque cose che ti piacciono". Beh, direi che di cose che mi piacciono ne abbia già scritte, quindi cercherò di non ripetermi.

1) stare insieme a quel tipo di persona con cui sento di poter parlare senza freni e senza imbarazzo.

2) la tisana calda, anche d'estate (nonostante questo, la cioccolata calda la bevo fredda).

3) la torta Red Velvet, non so perché ma l'adoro, eppure l'ho mangiata solo due volte.

4) stare da sola a disegnare in silenzio, è una cosa che mi rilassa in un modo impressionante.

5) girare per gli scaffali delle librerie e fotografare i libri che mi interessano.

«E queste erano le prime cinque cose che mi venivano in mente. Dite che dovrò scrivere anche che bei commenti mi possono fare altre domande?» chiese.

Dopo il consueto silenzio, siccome pareva che la ragazza fosse una delle uniche persone a sentire la voce dei suoi figli, riprese. «Avete ragione, direi che non serve, è implicito. Grazie»

«Passiamo ad altro: "scrivi cinque cose che non sopporti". Chissà perché me l'aspettavo...»

1) le persone che scelgono di essere ignoranti e non vogliono sentire altre idee diverse dalle loro, né farsi convincere dalle motivazioni di qualcun'altro. Sono persone che mi fanno paura e mi mettono angoscia, fortunatamente ne ho incontrate solo online.

2) sentirmi impotente davanti a qualcosa, è una cosa che mi fa piangere istantaneamente e credo che sia una delle mie paure più grandi.

3) la parola "piccola" abusata in una relazione. Anche "pupa", ma mi viene troppo da ridere e da rispondere con "pupa lo dici alla tua marionetta siciliana".

4) vedere la delusione in qualcuno perché non riesco a fare qualcosa.

5) non riuscire a dire niente a nessuno, anche su una cosa che mi ferisce e continua a ferire, per paura di far male all'altra persona. Proprio mi blocco e non ci riesco, è una cosa che sto cercando di cambiare perché so che si approfitteranno di me in futuro.

«Sto decisamente facendo troppi elenchi numerati di questi tempi» borbottò Suzuya, leggendo la quinta regola «"tagga venti persone" e dai ancora con la storia del taggare le persone. Col piffero, passiamo avanti. Chi la vuole fare la faccia, io non taggo nessuno. "Non scrivere la challenge nei commenti o nel privato, esclusivamente in un libro" c'è qualcuno che la fa nel privato? Wow, non me lo sarei mai immaginata» commentò.

«Bene, a quanto pare ho finito!» esclamò affiggendo il capitolo sotto il primo, nel retro della storia.

Guardò l'orologio che aveva al polso, che gli era stato regalato di recente e probabilmente avrebbe perso nel giro di una settimana. «Tra poco dovrebbero arrivare Cip e gli altri, meglio dare una sistemata a questi tag sparsi per terra. I fantasmi non camminano, è vero, ma io sì e ci tengo a vivere ancora un po'» si disse, iniziando a riordinare.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro

Tags: #challenge