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Cap 39

-Ehi principessina perché non finiamo quello che abbiamo cominciato? -
Chiede Andrea mentre gli cola del sangue dalle narici.
Allungo la mia mano fino al tavolinetto, prendo un fazzoletto e glielo porgo senza dire niente.
Scoppia a ridere, producendo un fastidiosissimo suono.
-Ti faccio schifo per un po' di di sangue?-

Come può sorridere dopo quello che è appena successo?

-Andrea meglio che tu te ne vada.-
-Così?  Mi lasci all'asciutto?
-Sì.  All'asciutto! Ho bisogno di restare sola.  Quindi sparisci!-
Lui mi sfiora i capelli ed io lo scanso, poi con un tono dispettoso dice:
-Invece resterò qui principessina.  Così magari quando ti calmerai potrò consolarti come si deve.-

Mi viene da vomitare.

Mi copro, chiudendo la camicetta e sistemandomi la gonna.
Guardo le rose a terra e provo un dolore lancinante dentro al petto. 
Me la sono cercata.
Ho fatto di tutto per farlo allontanare.

Brava Bea!
Ci sei riuscita.

Andrea si sdraia comodamente sul divano e accende la tv come se non fosse successo nulla.

-Fai come vuoi.- Mormoro con poco interesse.

Raccolgo il pacchetto, le rose e vado in camera mia.
Quando chiudo la porta alle mie spalle, scivolo a terra. Vorrei piangere e singhiozzare e scaricare la sofferenza che sento,  invece...non riesco più a versare una lacrima.
Credo di essere sotto shock.
Mi perdo nel vuoto fissando punti imprecisati della mia stanza; un piccolo graffio su una mattonella, la piega del lenzuolo mal riposta, la trousse dei trucchi rimasta aperta.

Resto così, in questo stato di trance per non so quanto tempo.
Resto lì, immobile, immersa nel silenzio.
Schiacciata dal senso di colpa e torturata dai ricordi appena vissuti.

Rivedo i suoi occhi iniettati di sangue.
Le rose schiantarsi sul pavimento.
L'odore del sangue.
E poi...le sue parole, affilate come lame, entrarmi dentro.

Stavolta è davvero finita.

Stavolta è davvero finita.

Stavolta è davvero finita.

Quelle parole continuano a trivellarmi, mentre resto seduta con la schiena contro il muro.

È finita.

E sono stata io a farla finita.

È questo quello che volevo?

No, cazzo.

No!

Forse in fondo è meglio per tutti che sia finita così tra noi, ma io non volevo che andasse così.
Avrei dovuto resistere, essere forte qualche altro giorno e poi sarei partita,presto lui mi avrebbe raggiunto e avremmo continuato la nostra storia lontano da qui. Felici.
Invece...ho mandato tutto a puttane.

Un rumore mi ricorda che non sono sola in casa. 
Mi accarezzo le braccia, colpita da un improvviso freddo, poi afferro il pacchetto e lo scarto, per vederne il contenuto.

Il mio I-Phone.

A quel punto le lacrime arrivano, riempendomi gli occhi.

Piango. Ininterrottamente.
Non per l'I Phone, ma per i ricordi che si susseguono uno dopo l'altro, da quel giorno in cui il il dispettoso destino ci ha fatto incontrare.

Tutto è cominciato con il mio telefono rotto e tutto si conclude con il mio telefono aggiustato.

Tutto è cominciato con il mio cuore integro e tutto si conclude con il mio cuore spezzato.

È il carma; tutto ritorna nella vita.

Il punto è che questo casino l'ho combinato io e non ho nessun diritto di soffrire, perché in questa storia quello dilaniato da dolore piu forte sarà lui.
Lui, che aveva fiducia in me, che aveva creduto nella possibilità di potermi migliorare, nella speranza di un "noi" e di un futuro insieme.
Da stasera però, le cose sono cambiate.
Non esiste più nessun noi.
Non riuscirà mai più a guardarmi in faccia.

Che cazzo ho fatto?

Vorrei cercarlo, chiamarlo, dirgli che mi dispiace, che lo amo più di me stessa e che non era mia intenzione fargli del male.
Eppure...l'ho fatto.
E indietro non si può tornare.
Non dopo avergli fatto una cosa del genere, che ricorderà a vita.
Non dopo tutte le discussioni, i litigi, le promesse, gli impegni che insieme ci hanno condotto sulla via dell'amore. Un amore che io ho deciso di buttare al vento.

Ormai è troppo tardi. 
Non vorrà più vedermi.
Ormai ha chiuso con me e lo capisco.
Chi vorrebbe una come me al proprio fianco?

Se solo non fossi andata a quella stupida cena.
Se solo non avessi mai parlato con Giulia o peggio,  sentito quello che Tony e Licia si sono detti, a quest'ora sarei qui tra le sue braccia, su questo letto che ci ha tenuto caldi per diverse notti.
Se solo Tony mi avesse spiegato e rassicurato che le parole dette a Licia le avevo immaginate o se solo mi avesse precisato che si trattava di parole di circostanza, buttate li senza troppa importanza...a quest'ora forse...

Oddio.
Sono a pezzi.
Mi sento terribilemte triste e sola.
Ho bisogno di... lui.

Ho bisogno di qualcuno che mi possa capire o aiutare a risolvere questa squallida situazione.

Sofia.

Ho bisogno di Sofia, forse lei potrà aiutami e capirmi. In fondo lei lo fa sempre, riesce sempre a capire le mie azioni , più di chiunque altro e adesso, più che mai , ho bisogno di sentirmi dire da lei che andrà tutto bene, che  capisce perché ho reagito così,  che comprende il senso di amarezza e di dolore che mi soffoca il cuore.

Accendo il cellulare e mi provoca una strana sensazione,  dopo tutto questo tempo.
Non aspetto nemmeno che arrivino messaggi e notifiche,  compongo il suo numero spedita e speranzosa.

Dopo due squilli,  risponde.
-Pronto? Bea?- Chiede stupita e allarmata.
-Sof?-
-Bea! Santo cielo, mi sono spaventata quando ho visto il tuo nome sul display. Come fai a chiamare dal tuo numero?-
-Sof.- Singhiozzo piano. -Sto male, potresti venire?-
-Oh mio Dio che hai? Stai male? Cosa è successo? Salvo torniamo a casa, Bea sta male,- dice preoccupata, con voce cupa, deve aver messo la mano sull'altoparlante del telefono.

-Sof. Ho solo...bisogno di te.-

La sento sospirare forte e la immagino, mentre con gli occhi chiusi e le labbra serrate innalza preghiere silenziose per me.
-Sto arrivando amica mia.- Cerca di confortarmi e ci riesce bene. La sua calda voce ha l'effetto di un calmante per me.

Dopo pochissimo tempo, sento rumori e schiamazzi provenire dal salone.
Riconosco quella voce: Salvo.
Sta urlando.
-Che cavolo ci fai tu qui, Andrea?-
È proprio incazzato con lui e presto lo sarà pure con me.
-Bea? Bea?-
Grida una voce piu dolce, che però nasconde tanta ma tanta preoccupazione.

La porta si apre e finalmente la vedo.
Corre verso di me e mi abbraccia ed io non posso fare altro che piangere, ancora.

-Devi andartene! Fuori!-
-Stai calmo bello. Me ne vado.-

Sento perfettamente quello che si urlano quei due di là, anche se mi importa di più ciò che mi sussurra Sofia.

-Cosa è successo?- mi accarezza la fronte molto delicatamente.
Non faccio in tempo a rispondere, sia per la poca forza rimastami dentro, sia per l'irruenza con la quale Salvo si precipita vicino a noi.
-Bea, stai bene? Che ci faceva quello stronzo di là?-
Domanda con l'affanno.
Poso il mio guardo sulla mia amica, che con occhi lucidi aspetta una mia risposta, poi li sposto su Salvo che mi fissa con le sopracciglia arricciate e la mascella serrata. Anche lui é preoccupato per me, ma lo sarà ancora per poco.

Mi asciugo gli occhi, con le mani poi,  con la morte nel cuore e nella voce ammetto:

-È finita. Tony mi ha lasciata.-

-Cosa? Perché? Lui voleva risolvere la cosa!- Mi interroga Salvo sorpreso.
-Lo so.- Fisso di nuovo le rose che, maltrattate,  sembrano soffrire quasi quanto me.

-È colpa mia,- ammetto debolmente.
-Colpa tua? Bea per favore. Parla!-

Lancio un'occhiata a Salvo e prima che possa sputare tutto il suo disprezzo, abbasso la testa per la vergogna e balbetto piano:

-C-ci ha trovati insieme. L'ho tradito. Ho tradito Tony con suo cugino.-
-Oh mio Dio.- Sof si porta una mano sulla bocca poi incontra gli occhi del suo ragazzo che immediatamente mi urla contro.
-Che cazzo hai fatto? Bea, porca Eva ma perché? Perché? E poi proprio con lui, con quel bastardo!-
-Ho sbagliato. -
-Hai sbagliato? Hai sbagliato? Si sbaglia quando metti il sale al posto dello zucchero o quando perdi il treno perché sei distratto da qualcosa, ma non si sbaglia andando a letto con qualcuno! Non dire cazzate! Ne eri consapevole! -

Non sono andata a letto con lui, vorrei dire, ma non ci riesco. Sono investita improvvisamente da spasmi e singhiozzi nervosi.
Mi porto le mani alle orecchie, tappandole, perché quello che sento fa proprio male, non fa altro che alimentare il dolore e il senso di colpa che provo.

-Basta Salvo! Non vedi che è a pezzi! Così la distruggi!-
-Be' non mi interessa...il danno lo ha fatto lei! Non pensi a Tony? Minchia. Il mio amico sarà devastato. Devo trovarlo. Devo andare da lui. Subito.-

Esce dalla stanza senza dare a Sof il tempo di dire altro. E comunque sarebbe stato inutile.

-Salvo è solo preoccupato per Tony.-
Lo giustifica lei tirando fuori un fazzoletto dalla sua pochette.
-Ha ragione.- Dico tra un singhiozzo e l'altro.
Lei riprende ad accarezarmi senza dire niente per un po' poi, con la dolcezza che solo lei può avere, chiede:
-Bea? Ascolta ti preparo una tisana?-
-Oh Sof! Grazie al cielo sei arrivata- La stringo forte a me e sprofondo nel suo abbraccio fraterno.

-Sfogati amica. Fallo. Ti farà bene.-
-Ho sbagliato Sof e ora l'ho preso per sempre. -
-Ancora non è detto.-
-Invece si. Stavolta è davvero finita.- Pronuncio quelle parole che poc'anzi lui mi ha brutalmente sbattuto in faccia e mi sento soffocare.

-Ti va di dirmi come è andata?-

Annuisco e con il cuore in mano mi apro a lei totalmente, raccontandole  tutto per filo e per segno,  fin dall'inizio.

A partire da quella maledettissima sera in cui tutto e tutti hanno giocato a nostro sfavore, dando inizio alla nostra fine.

Spazio Autrice

Buon pomeriggio bella gente ♥

Questo è il penultimo capitolo di "Come sole & neve".
È tutto incentrato sulle emozioni, i sentimenti e i sensi di colpa di Bea.

Che ne pensate!?

Come finirà la storia tra i nostri due protagonisti???...

Prestissimo arriverà il capitolo conclusivo che deciderà le sorti di Tony e Bea!!
Commentate e dite la vostra!
Vi adoro ♥

La vostra...
NullaAccadePerCaso*

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