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Cap 29

Bea

Un leggero tepore sul lato destro mi sveglia.
Apro gli occhi piano e incontro fastidiosi fasci di luce che attraversano la stanza entrando dalla grande finestra alla mia destra.
D'istinto richiudo gli occhi e sprofondo il viso sul cuscino, ma qualche istante dopo sollevo la testa di scatto e li riapro trovandomi davanti un ambiente sconosciuto.
Mi bastano pochissimi secondi per capire e ricordare.

Oddio.

Sono nella casa a mare di Tony.
Sola con lui.

Accidenti, ieri credevo fosse finita per sempre e adesso mi ritrovo tutta sola con lui in una casa... pazzesca.

Osservo la camera in cui mi trovo; è grande almeno due volte  quella in cui ho dormito fino a ieri. Le pareti sono giallo paglierino e i mobili sono lucidi, color crema.
I pavimenti sono bianchi e danno l'effetto del parquet.
Scendo giù dal letto ed esco dalla mia camera. Mi immetto subito nell'area piu grande della casa suppogo, che funge da ambiente unico composto da  cucina e sala da pranzo.  Una grossa trave fa da intermezzo fra le due parti.
La zona cucina è circondata da un bancone semicircolare su cui sono poggiati utensili e aggeggi vari. I pensili sono in legno, color quercia chiaro. La sala da pranzo invece è spaziosa con un tavolo rettangolare di vetro posto al centro, un divano ad angolo color tortora ed un piccolo mobile bar nell'angolo opposto a forma di botte. 
La  casa è tutta su un livello e attorno a questa grande sala sono collocate una serie di porte, anch'esse bianche, che al momento sono chiuse ma che naturalmente indicano la presenza di altre stanze.
Mi avvicino alle grandi vetrate e guardo il paesaggio.

È spettacolare.

La casetta che condivido con Sof si affaccia sulla spiaggia direttamente, invece questa credo sia rialzata, collocata su una collina o un promontorio, ad ogni modo,  un verde vivo, un miscuglio di siepi, cespugli e coltivazione selvaggia segue il perimetro della casa creando una barriera naturale. Un piccolo sentiero di ghiaia parte proprio dal cortile di casa e si perde tra i cespugli, per poi riapparire sulla spiaggia. Infatti oltre le rocce, sovrastate in maniera irregolare da piante, palme e fiori si estende una bellissima e limpidissima spiaggia.

-Ti piace?-
Sussulto come una sciocca, mentre la sua presenza alle mie spalle pian piano mi rilassa.
Allaccia le braccia attorno alla mia vita e mi stringe al suo petto da dietro. Posa delicatamente un bacio tra i miei capelli e aspetta che io dica qualcosa.

-È stupendo. Credevo che la casa in cui alloggio con Sof fosse il massimo. Mi sbagliavo. Questo posto è incredibile.-
-L'acqua è cristallina e questa parte di  spiaggia di rado è affollata.-
-È un paradiso Tony.- Rilasso il mio corpo contro il suo petto, mentre dentro sono tutt'altro che rilassata.
-Purtroppo niente sabbia però. Anche qui c'è la ghiaia.- Ride e lo fa così vicino al mio orecchio che sento un fremito attraversarmi il corpo.
Sfiora di nuovo i miei capelli con le sue labbra.

Oddio, se fa così non resisto più.

-Ho pensato che potremmo  fare una passeggiata in paese.-
Propone dondolando da un piede all'altro mentre mi trasporta delicatamente con sé.

-Sì va benissimo qualsiasi cosa.-

Chiudo gli occhi, assaporando il calore dei raggi del sole  che mi accarezzano il viso ed il calore del corpo di Tony che mi stringe a sé permettendomi di sentire il suo cuore.

-È decisamente il posto migliore del mondo.- Sussurro piano lasciandomi cullare.
Il suo petto muscoloso vibra per la risata che gli sfugge.
-Ma se ancora nemmeno lo hai visitato!-
-Mi riferivo a questo.- Gli sfioro delicatamente gli avambracci, e sempre con gli occhi chiusi e con le spalle contro il suo busto dico piano: -Il posto migliore del mondo è qui: tra le tue braccia.-
Il suo respiro aumenta e subito, come una naturale conseguenza, pure la sua stretta.

-Grazie per essere venuta ed aver accettato la mia proposta.-
Sibila piano, parlandomi sempre in quel modo irresistibilmente sexy a pochissimi centimetri dall'orecchio.
-Fino ad ora mi sembra di aver fatto solo questo; accettare le tue proposte.-
-Non te ne pentirai.-
-Lo spero.- Dico stuzzicandolo,  anche se so benissimo che non me ne pentirò, già questo abbraccio vale più di ogni altra cosa. E sapere che nei prossimi giorni sarà solo mio, mi riempie di una strana sensazione appagante a cui non sono in grado di dare un nome.

Come da lui proposto, di mattina visitiamo il posto. È un tipico paesino di mare, con una pescheria grande la cui puzza è avvertibile a chilometri di distanza, casette azzurre e rosa che costeggiano il lungo mare e villette con spazi verdi per bambini che macchiano di colore qua e là il grigio delle strade.
A pranzo ci fermiamo in una trattoria, io ordino un piatto si farfalle al salmone, uno dei pochissimi sapori di pesce che riesco a tollerare, Tony invece ordina linguine allo scoglio, piene di calamari, gamberetti,  cozze, vongole... oddio. 
Quando finiamo lui si sporge e cerca di costringermi a baciarlo, per darmi fastidio.

Che dispettoso.

Si; é dispettoso,  ma mi piace. Il modo in cui arriccia le labbra e si avvicina pericolosamente a me, il modo in cui solleva il sopracciglio per poi scoppiare a ridere rumorosamente...mi fa impazzire.

Nel pomeriggio visitiamo un museo di archeologia del posto, poi seduti in un bar mentre beviamo the ghiacciato stiliamo un ipotetico menù che possa rendere  soddisfatti entrambi nelle giornate che verranno. Infine facciamo una grossa spesa, litigando sui prodotti da comprare,  scherzando sulle pubblicità e gli slogan,  divertendoci come non avevamo mai fatto prima.

Siamo sereni. Tranquilli. Felici.

Quando la sera mi metto a letto sono distrutta,  ma ripercorro tutte le ore trascorse al fianco di Tony e non posso fare a meno di sorridere come una scema.
Non abbiamo fatto niente di eccitante o di avvenuroso o di fisico, eppure oggi è stata una delle giornate più belle che abbia mai trascorso.

La stessa serenità caratterizza anche anche i giorni successivi.
Passiamo mattinate intere in spiaggia, giriamo per il centro commerciale, facciamo lunghe passeggiate notturne in riva al mare, giochiamo a scacchi e, si; Tony è decisamente imbattibile. Io sto imparando a prevedere qualche sua mossa, ma lui è  così... intelligente. E mi rendo sempre più conto che mi piace quando mi sprona, mi fa venire voglia di essere migliore, di volere di più da me stessa.

Una sera abbiamo guardato un film, seduti sul tappeto.
Il film l'ho scelto io, ma in pratica lui si è addormentato dopo mezz'ora.

Ho chiamato spesso mamma mentre tutte le sere telefono Sofia e lo faccio per la voglia che ho di raccontarle come mi sento e come passo il mio tempo con Tony, piu che per tranquillizzarla come le faccio credere.  Forse all'inizio la chiamavo per questo, ma adesso sento la necessità di condividere con lei quello che provo, di raccontarle gli atteggiamenti di Tony, quelle piccole attenzioni che mi fanno sentire speciale; come quando mi prende per mano durante le nostre passeggiate, o quando la sera mi abbraccia spontaneamente mentre ce ne stiamo seduti sul dondolo in cortile a chiacchierare,  quando porta le buste della spesa al posto mio o lascia passare prima me reggendo la porta o quando apre lo sportello dell'auto per farmi scendere. 
Sono piccoli particolari che non posso fare a meno di notare.
Piccoli particolari che fanno una grande differenza e che lo rendono così speciale, così unico.
Spesso mi chiedo se non lo faccia apposta per farsi bello e guadagnare punti, ma  poi subito un'altra domanda irrompe nella mia mente cancellando ogni dubbio: cosa ci guadagnerebbe? Lui non pretende nulla da me, non ha mai voluto o preteso niente. Solo il mio tempo.
E va benissimo così. 
Sono felice e appagata come non mai, anche se sento necessariamente il bisogno di mostrargli ciò che provo per lui, di manifestargli la mia gratitudine ed il mio... la mia... stima, si! Sicuramente deve essere stima questa sensazione che sento esplodere dentro quando mi sfiora con le dita, quando mi accarezza,  quando mi sorride o mi dice qualcosa di carino.
Sento un groviglio di emozioni pulsare a ritmo del mio cuore. Io cerco di frenare questo torrente di sensazioni che sembra inondarmi quando meno me l'aspetto e tutte le volte che incrocio quegli irresistibili occhi verdi, ma non ci riesco. È come una diga che  non riesce più a contenere il fluire violento, naturale e irregolare dell'acqua.
Che sciocca che sono.
Questa non è stima. La stima non scuote così, non sconvolge in questo modo.
Temo di sapere di cosa si tratta e vorrei proprio che lo sapesse pure Tony. Mi piacerebbe che si rendesse conto di quello che provo per lui.
Caspita, ma che mi prende?
Vorrei urlare al mondo intero quello che sento, ma soprattutto vorrei farlo capire a lui. Vorrei che capisse quanto sia speciale per me. Vorrei che potesse vedere quello che vedo io quando lo guardo e che potesse provare quello che provo io quando mi si avvicina.
Temo che non riuscirò mai a farglielo capire, ma devo tentare.
Devo fare qualcosa che lo stupisca.
Si.
Voglio preparare qualcosa di speciale per lui.
Voglio che si sorprenda e capisca che non ho mai fatto niente del genere  per altri uomini, solo con lui e per lui.
Un piccolo gesto,  a lui basta un piccolo gesto.

Un'idea mi balena in mente, mi alzo di scatto, prendo carta e penna e comincio a scrivere.
Tony è sotto la doccia così ne approfitto per architettare un piano.
Comincio a buttare giù un paio di idee.
Sento il rumore del getto d'acqua chiudersi, così nascondo il blocchetto e la penna dentro al primo cassetto.
Dopo un paio di minuti Tony esce dal bagno con addosso solo un'usciugamano bianco avvolto alla vita.

Merda.
Che figo da paura.

Deglutisco rumorosamente.

È scalzo, ha i capelli bagnati e sta tentando di asciugarli strofinandoli con un asciugamano più piccolo. 
Qualche gocciolina d'acqua cade sul pavimento, insieme alla bava che sento di avere alla bocca.

Cazzo Bea, Riprenditi!

Finalmente si accorge di me e sorprendendomi impalata a fissarlo mi interroga col suo sguardo scrutatore.
-Che stai facendo?- Chiede fermandosi.
-Ehm...niente, niente. Aspettavo te. Qu-quando sei pronto possiamo pranzare.-
Balbetto e mi agito come uno scolaretta in preda al panico. 

Accidenti!
Che fine ha fatto la Bea sfacciata e sicura di sé?

Sospiro, distolgo lo sguardo dallo spettacolo che ho davanti che tra poco mi manderà in fiamme e apro in frigo. Prendo l'insalata di riso che ho preparato il giorno prima e nel frattempo ne approfitto per rinfrescarmi le guance accaldate.
-Arrivo tra due minuti.- Dice mentre sparisce in camera sua.
La mia stanza è decisamente più bella e molto più spaziosa. 
È stato gentile a lasciarla a me, penso mentre metto il riso nei piatti.
-Eccomi. Sto morendo di fama, la nuotata di prima mi ha stremato. -
Ha i capelli ancora bagnati, oltre che scompigliati, indossa una maglietta grigia aderente con scollo a V e dei bermuda scuri ed è... perfetto.
Imbocca la forchetta tre volte di fila.

Però! Ha proprio fame.

-Mmh.- Mugola con la bocca piena.
-È buono?- Chiedo mentre lo assaggio.
-Buonissimo.-
Sorrido soddisfatta.
Sono una pessima cuoca di solito, non so fare quasi niente, quindi anche se l'insalata di riso è il piatto più stupido del mondo, se a Tony piace mi sento soddisfatta.
-Hai programmi per pomeriggio?- Sondo il terreno per capire se posso attuare il mio piano.
Farfuglia un suono, beve un lungo sorso d'acqua e poi risponde:
-Si, ho visto una locandina vicino al panificio. Questo pomeriggio ci sarà una mostra di moto d'epoca. Mi piacerebbe andarci, sempre se per te va bene.-

Perfetto, penso, mentre una risata diabolica vibra silenziosa nella mia mente.

-Si, certo, vai tranquillamente.- Dico con troppo entusiasmo, mentre affondo di nuovo la forchetta nel piatto.
Si blocca con la bocca aperta e la posata sospesa a mezz'aria.
-Veramente speravo venissi con me.-

Ops.

-Oh. Mi dispiace. In realtà vorrei restare qui a rilassarmi un pochino. Magari faccio un pisolino e  poi un po' di pulizie. -

Perché mi guarda con quegli occhi assottigliati?

-Allora va bene, anche se mi dispiace lasciarti qui da sola.-
-Tony,- accarezzo la sua mano. -Vai tranquillo. Avrò il mio da fare qui.-
Non è molto convinto, ma alla fine acconsente ed io dentro esulto.

Bene.
La prima parte del mio piano sembra essere andata a buon fine, adesso manca la parte più concreta.
Quando Tony esce, dopo avermi chiesto almeno altre tre volte se fossi davvero sicura di non voler andare con lui, faccio un respiro di sollievo, aspetto che si sia allontanato in auto, poi prendo la borsa ed esco.
A due passi da casa c'è una piccola bottega che vende alimentari e non solo, faccio una corsa e prendo quel che mi serve.
Presto sono di ritorno a casa. Tiro fuori il libro di ricette che ho trovato nella mensola della cucina e comincio a seguire passo dopo passo il procedimento della pietanza che ho scelto di preparare.

Per fortuna ho preso pesce surgelato.

Oddio che puzza.

Taglio a rondelle le zucchine e comincio a soffriggere l'aglio in padella.

Bene.

Poi dopo aver fatto rosolare le zucchine, aggiungo gamberetti, pepe nero e sale.
Speriamo bene.
L'odore non è così male adesso.
Oh, devo sfumare il tutto con il vino.
Stappo la bottiglia di vino bianco, ne verso un po' in un bicchiere  per me e un po' in padella. Nel frattempo arrotolo il salmone ed il pesce spada con i guanti da cucina. Metto tutti gli ingredienti seguendo le indicazioni e quando finalmente sembro essere giunta alla fine inforno tutto.
Quando tutto sembra essere al proprio posto sono già le sette.
Merda , mi sono pizzicata il dito col coltello. La ferita è piccola ma da fastidio.
Non ho tempo di pensare a questo. 
Rovisto fra i cassetti e trovo quel che mi serve.
Vado nello studio del padre di Tony e recupero l'oggetto di mio interesse, che ho intravisto casualmente l'altra sera quando abbiamo preso gli scacchi.
Dopo essermi accertata che tutto sia al proprio posto faccio una doccia velocemente. Non mi ha detto a che ora sarebbe tornato, quindi meglio fare in fretta.
Mi asciugo, metto la crema corpo alla vaniglia e mi trucco.
Quando sono pronta do un'ultima occhiata per verificare che sia tutto pronto, poi ritorno in camera mia attendendo con ansia il suo arrivo.
Sono così agiata che il tempo sembra eterno. Ogni minuto che passa sembra essere lungo un'ora.
Mi guardo allo specchio e ritocco il rossetto.
Sciolgo i capelli ma non mi convincono per niente stasera, dunque li intreccio di nuovo.
Mi siedo sul letto e tamburello le dita sul comodino, in trepidante attesa.
Poi, un tonfo.
Una porta sbatte e sussulto.
Dio, sento il cuore uscirmi dal petto.

-Bea?-
La voce di Tony raggiunge le mie orecchie e non solo.
Mi nascondo dietro la porta.
Sento il rumore dei suoi passi.

-Bea?-

Credo sia in cucina.
Ho le spalle incollate al muro e nonostante sia piacevolmente freddo un brivido mi investe mentre una carica di eccitazione e adrenalina mi costringe a modermi le labbra per trattenere il respiro.
Poi aspetto.
Aspetto il tempo necessario, prima di dare inizio alla serata; prima di uscire allo scoperto una volta per tutte; prima di mostrargli, nel mio piccolo, cosa rappresenti lui per me e che posto importante occupa, ormai da tempo, nel mio cuore.

Spazio Autrice

Salve a tutti!
A questo punto ci tengo a ringraziare col cuore ciascuno di voi.
Grazie a tutti quelli che hanno dedicato del tempo per leggere la mia storia; a  tutti quelli che hanno continuato a leggerla e aspettano di leggere il seguito con pazienza; a tutti coloro che mi sostengono con parole affettuose e di incoraggiamento, ma un grazie va anche a tutti quelli che anche se "invisibili" (se così si può dire in senso buono ;-) ) continuano a seguire la Storia di Bea e Tony contribuendo a far  aumentare il numero delle visualizzazioni ♥♥♥
Grazie tante, davvero!!

Ps. Prestissimo arriverà il capitolo 30 ♥

NullaAccadePerCaso*

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