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Cap 14

Tony

Faccio una nuotata in piscina, sperando di potermi rilassare per un po'.
Non ne posso più di scivoli, tra poco vomito.
Salvo non so che minchia di fine abbia fatto, è andato via con Bea.
Ancora non riesco a crederci. Spero che il mio amico non ci caschi. Lei non è proprio il suo tipo, anche se un diavolo tentatore come quello smuoverebbe tutti, anche i morti.
Certo...tutti tranne me, che sono proprio un cretino, secondo Ciccio.

Mah. Bea e Salvo non li vedo proprio,  anche se penso che si tratti solo di un suo capriccio momentaneo, come al solito. Stamattina mi ha strizzato il culo, mi ha provocato, mi è saltata addosso e poi ci prova con Salvo!?
Mah. Non capirò mai cosa passa nella testa di quella ragazza.
Esco dalla piscina, sistemo il telo sull'erbatta e mi ci sdraio su. Mi godo il fresco e l'ombra sotto questo grosso albero.

Che meraviglia!

Credo che rimango così per un bel po', penso di addormentarmi perfino.
Fino a quando non sento sghignazzare qualcuno vicino a me.
Apro gli occhi e mi ritrovo la figura di Ciccio che con un lungo filo d'erba cerca di farmi il solletico. Balzo in avanti e lo spintono.
-Che stronzo che sei,- borbotto seriamemte irritato.

Scoppia a ridere, seguito dalle ragazze che osservavano la scena.

-Che ore sono?- Chiedo mentre ancora ride provocando un suono fastidioso.

-E dai! Vuoi piantarla! Che cretino che sei!-

Mi alzo e lo prendo a colpi di asciugamano. 
Le ragazze , che guardano la scena, fanno il tifo per me mentre lui implora pietà.

-Non lo so, noi stavamo andando in  piscina,  ma tu disteso qui eri una tentazione troppo forte.- La voce gli trema per lo sforzo immane che fa nel trattenere le risate.

-Io vado negli spogliatoi un attimo, dai. Ci vediamo dopo.-

Prendo il telefono per guardare l'orologio, sono già le cinque e mezza. Tra poco dobbiamo andare. Magari faccio un giro per cominciare ad avvisare chi incontro dei nostri. 
Prima di posarlo mi accorgo che ci sono dei messaggi su whatsapp. Due sono in un gruppo di cui faccio parte, sono amici di palestra. Uno è da parte di una mia collega. L'altro...è da parte di Licia.

Minchia.

"So che oggi sei a Etnaland, inevitabilmente mi ritorna in mente la prima volta che siamo andati insieme... scusami non è per questo che ti ho mandato un messaggio, volevo solamente dirti se ti andava di vederci un giorno della prossima settimana. Dovrei parlarti. Fammi sapere. Ti abbraccio. Licia :-*"

Stringo il telefono tra le mani e resto a fissarlo.
Non posso crederci, perché si fa sentire? Vuole vedermi? Che cosa dovrà dirmi, poi?

Merda, sono in tensione.
Rispondo subito.

"Anche io ricordo bene quel giorno.
Va bene per vederci, ovviamente.
Quando vuoi.
Ci sentiamo presto. :-)"

Blocco il telefono e richiudo l'armadietto con un cazzo di sorrisetto che faccio fatica a frenare.

Ho la testa ancora in aria e mi sto interrogando sui possibili motivi che possano spingere Licia ad avvicinarsi a me, quando... vedo l'instancabile biondina seduta al bar. Mi aspetto di vedere da un momento  all'altro un palestrato tutto muscoli e niente cervello prendere posto accanto a lei.
Invece...niente. È sola.
La testa appoggiata ad una mano mentre il braccio fa peso sul tavolo. Beve dal suo bicchiere, non so cosa, e lo fa da sola.
Fissa un punto sul tavolo assorta da chissà quali pensieri. 

Magari è indecisa su quali scarpe mettere stasera. 

Rido, accarezzando l'idea di cambiare strada per evitarla.
Ad un certo punto sospira tanto forte da evidenziare il movimento della spalle  che salgono e scendono i maniera spropositata.

Oh.
Deve essere successo qualcosa. 
Non è da lei stare in questo stato.

Inspiegabilmente mi ritrovo di fronte a lei.
-Posso?- chiedo mentre già mi sto sedendo.
Lei non alza  nemeno gli occhi. 

Impossibile.  La cosa è più grave di quanto pensassi.

-Stanca degli scivoli?-

Non risponde. 

-Ehi? Bea va tutto bene?-

Scuote il capo e sorseggia di nuovo dal bicchiere senza alzare lo sguardo.

-Beatrice mi sto preoccupando, dimmi che succede. - Forse il mio tono autoritario, o forse il fatto che l'abbia chiamata col nome intero...non saprei precisamente grazie a cosa, ma riesco a scuoterla.
Inarca le sopracciglia scrutandomi,  poi si perde di nuovo nel vuoto.

-Sono una persona orribile.- Si lamenta con un tono pietoso che non le si addice per niente.
Sorrido e provo a sdrammatizzare. -Oh, finalmente te ne sei resa conto!- Scherzo, anche se... non so fino a che punto.
Lei si acciglia, mi incenerisce con lo sguardo e ringhia:

-Se hai intenzione di fare battute del cazzo sarà meglio che ti togli dai piedi brutto stronzo. -

Eccola la mia Bea!
Ehm...Mia??

-Poetica come sempre mia cara.-
-È tu rompipalle come sempre. -
-Okay, adesso che hai sfogato la tua rabbia su di me,  dimmi che hai fatto di tanto terribile? Hai violentato il bagnino per caso?-

E a quella battuta si rilassa e sorride, finalmente.

-No, anche se non mi dispiacerebbe, ti confesso che ci avevo pensato.-
Si mordicchia le labbra, mentre i muscoli del viso perdono tensione facendo sparire  ogni traccia di quell'alone scuro che prima offuscava il suo bel viso.

-Sono una brutta persona.-
-Dai, non sei cosi brutta...in fondo.-

Anche se molto in fondo, penso.

-Invece si. Ho ferito la mia migliore amica,- confessa sfuggendo al mio sguardo inquisitore.
-Ahia.-
-E sai qual è la cosa peggiore?  È che l'ho fatto senza volerlo, senza rendermene conto! L'ho ferita col mio comportamento... Per questo sono una brutta persona, perché è questo che faccio: faccio del male inconsapevolmente. Sono una persona che fa del male e basta, con la sola presenza! E tu, pur conoscendomi così poco,  mi avevi detto che prima o poi sarebbe successo. -

Minchia, le ragazze si fanno mille complessi.

-Smettila e non pensare a quello che ti ho detto io o chiunque altro. Pensa piuttosto a come rimediare. -
-Non posso rimediare. -
-Andiamo non essere sciocca, a pochissime cose nella vita non si può porre rimedio.-
Scuote la testa rassegnata.

Comincio a non riconoscerla più.
Davvero è la stessa ragazza impertinente, assillante, ostinata e rompi minchia di sempre?

- Sofia è buona e intelligente e ti vuole bene, capirà e ti perdonera. Devi solo scusarti con lei.-
-Lei mi odia, me lo ha detto. Non mi aveva parlato in quel modo. Era delusa e arrabbiata. Non mi perdonerà tanto facilmente.-
-Io dico che lo fara invece! Cosa avrai fatto di così tanto grave per non ricevere il suo perdono? Eh?-
Sospira intrecciando le dita  e cominciando a torturarle le fissa.
-Ci ho provato col ragazzo che le piace.- Svela alla fine piano provando vergogna.

Cazzo.

Salvo?
Ci ha provato con lui?
Questo fa male. Perché fa tanto male, poi?

Ripenso a qualche ora fa quando lo ha preso per mano e lo ha portato con sé, possibile siano andati oltre?
Non ci credo, impossibile.

-Oh.- È tutto ciò che riesco a dire.

Lei mi guarda delusa per la mia risposta, per la mia espressione sorpresa ma soprattutto delusa da se stessa, suppongo. Vorrei dirle che non fa niente,  che sono disguidi che possono capitare che le cose si sistemeranno, ma.... cazzo non è vero! La  colpa è solo  sua e della fame di uomini che ha! 

Perché non può evitare di comportarsi come una troia?

-Io-io non volevo Tony, davvero.- Balbetta cercando di convincermi.
-Nemmeno mi interessa Salvo. Sofia ha frainteso il mio...atteggiamento.-
Sono ibernato.  Non riesco a dire niente.  Vorrei sapere che cosa ha fatto esattamente, ma conoscere la risposta non mi farebbe di certo stare meglio.
Non posso credere che abbia fatto una cosa del genere,  alla sua migliore amica poi. Più in basso di così non poteva scendere. E lei adesso vorrebbe sentire parole di conforto, ma... io non ce la faccio, non riesco a dire niente.
-Lascia perdere Tony, sapevo che non avresti capito.- Fa per alzarsi, ma istintivamente, senza che la mia mente emani impulsi volontari,  la mia mano afferra il suo polso bloccandola.

-È la tua migliore amica.- Sottolineo con durezza. -Avresti almeno potuto pensarci prima di...-
Lascio cadere la frase perché ho sinceramente paura di dire qualcosa di pesante, di farle del male sbattendole in faccia ciò che è.

-Lo so, ho sbagliato. L'ultima cosa che volevo era ferirla.  Lei è una delle persone più importanti della mia vita non farei mai nulla per farla soffrire.-

La sua voce è flebile adesso. 
È sinceramente dispiaciuta. Ha gli occhi lucidi con delle venature rosse.  Mi fa quasi.... tenerezza. 
Non lo avrei mai detto, ma è così. Questa Bea spezzata dal rimorso e dai sensi di colpa è tenera. Vederla bisognosa di protezione,  vulnerabile, mi fa pensare che in fondo dietro quella corazza che indossa quotidianamente ci sia un cuore, pieno di sentimenti atrofizzati che aspettano d'esser sciolti.

-Sono certo che se le spieghi come è andata, capirà.- Riesco a dire alla fine a fatica.
Senza pensarci più tanto poggio la mia mano sulla sua e stringo forte per rassicurarla.
Lei, sorpresa dal mio gesto,  muove di scatto la testa per incrociare i miei occhi.
Un debole sorriso prende vita su quel viso dai lineamenti delicati che si ritrova.
Così bella ma così diabolica.
Così sfacciata ma così fragile.
Così...diversa.

Ricambio il sorriso e lei fa un cenno col capo.
-Ci proverò. Non voglio perdere la mia migliore amica.-
-Bravissima, ora si che sei la Bea di sempre. Temevo fossi sparita, certo se magari potessi evitare di essere fastidiosa e invadente come prima sarebbe meglio però...-
-Smettila!- Ride, dandomi un colpetto con la mano libera sulla spalla. L'altra mano è ancora sotto la mia. Noto questo particolare, ma non la tolgo, anzi intreccio le mie dita alle sue e la trascino con me.
-Mi è venuta un'idea!-
-Che idea?-
-Andiamo, hai bisogno di una bella scarica di adrenalina.-

Davvero voglio rifare l'ennesima interminabile fila solo per un altro stupido e velocissimo scivolo?
Direi proprio di no, eppure mi dirigo lo stesso  verso lo scivolo da fare a coppia e lo faccio mano nella mano con lei.
Stranamente arriviamo in alto in fretta e prima del previsto arriva il nostro turno.
Il ragazzo dello staff, che fa cadere l'occhio su Bea un po' troppo per i miei gusti,  ci fa segno di avvicinarci e di sederci sul gommone.
Bea sta per sedersi avanti, ma il tizio la blocca.
-No, è meglio che tu occupi il posto dietro, fa' sedere il tuo ragazzo avanti.-

Il viso di Bea cambia colore mentre balbetta qualcosa.
-Oh...io non..ehm..lui..-

È imbarazzata?
La ragazza più spudorata della terra prova imbarazzo?
Oggi sto scoprendo molto di lei.

-Va bene, facciamo così. Mi metto io al primo posto, - intervengo  salvandola dalla voragine che rischiava di inghiottirla.
Dandole le spalle,  sapendo che non può vedermi, rido divertito dalla cosa.

-Sei pronta?-
-Sì,  vai.-

Tiro la fune per darmi la spinta e scivoliamo velocemente.
Lei urla di piacere, ed io la seguo.
Quando tocchiamo l'acqua il gommone si capovolge e lei sprofonda sott'acqua. Scoppio a ridere mentre la aiuto a risalire in superficie.
Si dimena e si sposta i capelli appiccicosi dalla faccia.

È così bella...

I capelli bagnati sono più scuri, la carnagione é rosea e la pelle morbida e vellutata fa si che l'acqua scivoli dolcemente su di essa.
Scoppia a ridere e finalmente rivedo la serenità di nuovo nei suoi occhi color oro che al sole sembrano quasi luccicare.
Si avvicina a me e infila una mano tra i miei capelli portandoli indietro.
-Grazie,- mormora piano.
-È stato un piacere.-
Nuota fino al bordo della vasca, lasciandomi dietro di lei. Fa forza sulle braccia e solleva il suo "di dietro" perfetto.

Una volta in piedi, fuori dall'acqua mi porge una mano e mi dice:
-Ti va di rifarlo?-

Eh si.... Bea è tornata.

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