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Cap 27


Tony

Il mattino seguente, quando apro gli occhi la mia bella Bea non c'è.
Sono solo nel mio letto e la sua assenza, dopo due giorni così intensi e pieni di lei, mi lascia un vuoto incolmabile.
Mi alzo pigramente e noto che ha scritto qualcosa su un post It,  attaccandolo sulla macchinetta del caffè.

Tipico suo, penso con un sorriso.

Ho il turno da Massimo.
Grazie per essere venuto con me in Trentino.
Grazie per tutto.
Ti amo.

Sorrido come uno scemo e rileggo la frase almeno tre volte. 
Poi, con una nuova grinta mi lavo e mi preparo per andare in ufficio.
Faccio un salto al locale, sperando di vederla anche solo per rubarle un bacio, ma lei non c'è. La ragazza nuova mi spiega che è con Massimo sul retro, stanno finendo di compilare un ordine. Non posso aspettare o arriverò tardi, quindi lascio un messaggio alla ragazza per Bea.

Le ore sembrano non passare mai e  nonostante sia sommerso di lavoro mi ritrovo a buttare lo sguardo sull'orologio anche ogni dieci minuti.

Che ansia.
Non vedo l'ora di vederla.
Siamo stati troppo tempo lontani.
Dobbiamo assolutamente recuperare il tempo perduto.
Nella pausa le invio un SMS.

Non vedo l'ora che arrivi stasera. Mi manchi.

Lei risponde subito .

Anche tu mi manchi. Aspetterò con ansia. :-)

Ritorno a lavorare sforzandomi di concentrarmi, ma man mano che le ore passano sento l'euforia crescere dentro di me.

Esco da lavoro quando oramai fuori è buio, così mi precipito a casa. 
Potrei portarla a mangiare fuori stasera. Oppure potremmo andare al cinema.  Forse meglio ordinare da mangiare e restare nel mio appartamento...a letto.
Farò scegliere lei. Sarà molto stanca, so benissimo quanto sia pesante  il lavoro da Massimo.

Prendo il cellulare per telefonarle mentre cammino a passo svelto, ma prima di poterlo fare noto un messaggio.

È di Bea.

Ho un forte mal di testa,  sto andando a dormire.  Scusami ci vediamo domani.

Oh.

Mi dispiace.

In un secondo la mia euforia e i miei progetti sfumano.

Premo il tasto "chiama" per sentire la sua voce,  ma...il cellulare è spento.

Accidenti.

Va bene.

Aspetterò fino a domani.

Il giorno dopo, vorrei davvero sapere come sta, tuttavia preferisco non svegliarla, sapendo che è stata male. Così esco presto, col proposito di  telefonerle più tardi dall'ufficio.

La giornata di lavoro però risulta essere più pesante e piena del solito, così mi ritrovo in un baleno alle sette di sera senza aver avuto nemmeno il tempo di sentire la sua voce.

Certo, avrebbe potuto chiamate lei.

Invece...niente.

Strano.

Controllo il cellulare per vedere se ha risposto al messaggio che le ho mandato al volo qualche ora fa,  ma niente. 

Comincio a preoccuparmi.

Busso alla sua porta insistentemente, ma non ottengo nessuna risposta.

Una brutta sensazione comincia a strisciare, facendosi strada in me.

Scendo giù da Massimo e provo a individuare la chioma bionda che mi interessa. Di turno ci sono Sara e...Sonia.
Faccio finta di non vedere quest'ultima e mi dirigo in cucina.
Busso due volte sullo stipite e  Massimo notandomi mi saluta facendo cenno di entrare, mentre continua a stendere una pizza.
-Ciao ragazzo.-
-Ciao Massimo, hai visto Bea? Mi dici che turno  ha fatto  oggi? -

Si ferma per un istante. Guardandomi sorpreso.

-Ah,  Non lo sai?-
-Che cosa?- Mi acciglio subito.
-Bea ha preso un paio di giorni, credo stia poco bene.-

Cosa?

-Come non sta bene? Ho suonato diverse volte a casa sua e non ha risposto nessuno.-
-Oh, si. Spesso va da Sofia quando sta male.  Sta un paio di giorni da lei.-

Eh?
Da Sofia?

-Che vuol dire spesso? Le capita così... spesso di star male?-
-Sì. Abbastanza.- Dice l'uomo oscillando la testa e riprendendo a fare movimenti veloci con le mani infarinate.
-Oh. Non ne avevo idea...-
Leggendo lo stupore sul mio viso,  si ferma di nuovo e si avvicina a me, in tono confidenziale.
- Sai, Bea ne ha passate tante quest'anno. Poi dopo la morte di sua madfe ha perso molto peso,  ha dovuto fare una cura ricostituente. Le sue difese immunitarie si sono abbassate così come le vitamine e tutto il resto. È stata seguita da un nutrizionista e da una brava psicologa che continua a seguirla tuttora. Per questo Sof al minimo malore preferisce starle addosso.-
-Ho ca-capito. - Balbetto sinceramente dispiaciuto e... non so, rammaricato per ciò che ho appena sentito.

Merda.

Mi sento così...Così... strano. Così estraneo.

Non sapevo niente di tutto quello che mi ha detto Massimo.
Mi si taglia il cuore al pensiero che Bea abbia dovuto vivere tutto questo mentre io.... ero dall'altra parte del paese.

Rifaccio inutilmente un tentativo col cellulare, ma la voce robotica continua a dirmi che Bea non ha voglia di parlare e ha spento il telefono.

Chiamo subito Salvo. Se è da Sofia lui può darmi notizie.

Deve darmi notizie.

-Tony?-
-Ehi Salvo, Bea è lì?-
-Oh, si amico.-  Conosco il mio amico e nasconde qualcosa.
Lo sento.
-Posso parlarle?-
-Oh..ehm..sta dormendo adesso,  non si sente bene.-

Sospiro rumorosamente.  
Penso che la mia pazienza stia davvero raggiungendo il limite.

-Salvo dimmi che diavolo succede! Dimmi che ha, per favore!-
-Niente amico, dai stai....sereno. È solo influenza. -
-Influenza?-
-Sì. Credimi.-
-Va bene..dille di chiamarmi per favore. -
-Okay, stai tranquillo. Domani ti farò telefonare.-

Forse sono solo paranoico.

Faccio un profondo respiro, lo saluto pregandolo ancora di dirle di  richiamarmi e riattacco.

Va bene.
Sta male, aspetterò.
Avrebbe potuto parlarmene però.

Alla fine non riuscendo a controllare il subbuglio di ansia che ho dentro opto per un messaggio.

Massimo mi ha detto che stai male. Bea per favore fatti sentire, sono in ansia.

Lo invio e con una pazienza innaturale aspetto e aspetto.

Aspetto inutilmente, perché non arriva nessuna risposta.

Torturando i miei capelli con fare disperato.
Faccio come un pazzo avanti e indietro nel mio appartamento.

Posso farlo. Aspetterò fino a domani, poi andrò da Sofia.

Detto fatto;  il giorno dopo,  reduce da una notte insonne e da un'esplosione di dubbi,  tormenti, incertezze e pensieri pessimisti, mi catapulto a casa di Sof e comincio a buttare giù la porta.

-Sofia, sono Tony! Apri!- Urlo insistente.
-Ah... Tony sono in accappatoio... ripassa in un altro momento.-

Mi prende per scemo?

-Sof smettila, aspetto che ti vesti. Devo vedere Bea! Adesso!-
-Bea?!-
-Si. So che è lì quindi non inventare scuse.-
-Veramente non...-
-Sof apri questa cavolo di porta o giuro che la butto a giù!- Sbraito inferocito.

Finisco la frase appena e la porta si apre, mostrandomi una Bea in tenuta casalinga con una morbida tuta larga e una coda scompigliata.

Oh.
Eccola.

Resto di stucco per qualche secondo.

-Ciao Tony.-

Ha un aspetto alquanto trasandato.  Ha delle profonde occhiaie e il viso è notevolmente sciupato.

-Bea?! Come stai?- Chiedo con fare apprensivo andandole incontro.
-Mi hai fatto preoccupare non rispondi alle mie chiamate, ai miei messaggi e non ti vedo da giorni.-
-Sto meglio adesso. Ho preferito passare qualche giorno qui con Sof per non stare da sola.-
-Sola? Sai che... ci sono io. Avresti potuto dirmelo che stavi male. Mi sarei preso cura io di te.-

Faccio per catturare un ciuffetto di capelli che le cade lungo il viso, ma lei si scansa.

Non ci credo... ha evitato il mio tocco?

Resto impietrito per quel gesto di allontanamento volontario.

Sono completamente disorientato adesso.

-Grazie ma...non volevo crearti disturbo.- Si affretta a dire secca.

Sono confuso.
Il suo atteggiamento scostante mi sta decisamente lasciando spiazzato.

-Disturbo? Bea non dire stupidaggini. Sono stato in...ansia.-
-Non avresti dovuto. Come vedi sto bene.-

Incrocia le braccia al petto e mi fissa senza lasciar trapelare la minima emozione.

È fredda, distaccata, gelida come il ghiaccio.
Che le prende!?

Deve esserci qualcosa sotto...

A quel punto sento un impulso primitivo salire dritto al mio cervello, sfuggendo al dominio razionale.

Non.tollererò.questa.distanza.un.minuto.di.più.

La afferro per un braccio costringendola a incrociare i suoi occhi con i miei.
-Che diavolo succede Bea?- Sibilo a denti stretti, a pochi centimetri da lei.
-Niente, non succede niente.- Ribatte quasi infastidita, tirando via il suo braccio dalla mia presa.
-Non mi pare proprio! Abbiamo vissuto momenti bellissimi in Trentino,  torniamo qui e sparisci per giorni e non ti degni di telefonare! Ma che razza di comportamento è?-
Si porta le mani tra in capelli e guarda in alto. Sembra disperata, ma qui in tutta sincerità  il vero disperato dovrei essere io.

-Cosa vuoi Tony?-

Cosa voglio?

-Uno straccio di spiegazione! Dopo quello che abbiamo passato me la devi!-
Sorride nervosa, quasi come avessi detto la più grande delle cazzate.
-Cosa credevi sarebbe successo Tony, eh?
-Credevo che stessimo ricominciando.-
Sbuffa con un aria scettica e sfottente.
-Ti sbagliavi. -

No, non è vero.

-Bea, cazzo, smettila! Guarda che stavolta non lascerò correre! Dimmi che diavolo ti prende!- Sbraito improvvisamente sperando di scuoterla.
-Tony quello che abbiamo vissuto è stato bello, romantico e tutte le sciocchezze di questo mondo, ma è finito li. Adesso siamo tornati alla... realtà.-
Afferro le sue spalle e la costringo a immergere i suoi occhi nei miei.
-Ma che dici? Io voglio te nella mia realtà. -
Il suo respiro cambia. Diventa irregolare.  E gli occhi sembrano diventate lucidi.
Finalmente una piccola emozione è riuscita a sfondare la barriera che ha innalzato.
-Non è possibile.- Risponde con voce tremante.

Sta vacillando.
Devo insistere.
Pensavo avessimo superato la fase in cui lei si opponeva al nostro amore, invece eccola qui, testarda come un mulo a fare obiezioni.

Poi mi blocco. Un minaccioso pensiero attraversa la mia mente come un fulmine.

So perché sta facendo resistenza.

Ho capito.

È per lui...
Sicuramente deve essere per lui...

-Hai visto il dottore vero?- Chiedo imbufalito, palesando i miei dubbi.
-Co-cosa?-
-Ti è bastato rivederlo per andare di nuovo in confusione. Cazzo!-    Urlo disperato passando una mano fra i miei capelli.
-No, no... Sergio non c'entra niente.-

Fa per spostarsi, ma la fermo, di nuovo. 

-Ah no? E allora perché adesso fai la scontrosa e mi rifiuti? Eh?- La attiro a me, vorrei mi guardasse in faccia, ma gira la testa.

E con il naso fra i suoi capelli sibilo all'altezza del suo orecchio:
- Lui è capace di darti di più? Eh?-  Ringhio con rabbia e forse pure con..cattiveria.

Stringe gli occhi trattenendo le lacrime e il dolore che chiaramente le mie parole meschine le provocano.

Mi fa andare in bestia questo suo atteggiamento evasivo e le conseguenze sono queste: la faccio soffrire.
E mi sento una merda.

-Bea rispondi!- La incito rabbioso.
-No Tony!- grida liberandosi. -Il problema non è lui...siamo noi...sono io! -Ha la voce spezzata e due grossi lacrimoni accompagnano quelle parole.

Che diavolo sta dicendo?
Non ci capisco più nulla.

Un attimo prima siamo sereni e felici e l'attimo dopo...

-Perché?- Chiedo esasperato senza capire.
Lei tira su con il naso, asciugandomi le lacrime.
-Forse avevi ragione, tra noi c è solo un'incontrollabile attrazione.-

No.  Non è vero.
Non può dire così.

-Che cazzo dici?-
-Lo hai detto tu.-
- Vaffanculo la storia dell'attrazione!  non hai capito che l'ho detta per scuoterti? Sapevo che rifiutandoti saresti tornata da me..-
Mi avvicino,  con cautela stavolta e sposto i capelli dal suo viso.
-Hai detto di amarmi, Bea.- La mia voce adesso è morbida, anche se una vibrazione tradisce l'immensa paura che ho di perderla ancora.
Passa qualche secondo di maledetto e doloroso silenzio prima che Bea si decida a rispondere,  permettendo al mio cuore di riprendere a pompare.

-Ed è così,- ammette piano.

Dio, Grazie.

Sopspiro e lo faccio ancora e ancora.

La sua risposta fragile apre uno spiraglio di luce a cui mi aggrappo per evitare di sprofondare.

-Ma l'amore non può tutto.- Continua poi debolmente.

Di nuovo con questa storia?

-Bea che vuol dire?-
-Non...non è niente.-
-Bea per favore,  non erigere muri tra noi. Sai che questa cosa ci distruggerà. Ti prego.  Confidati con me...apriti... c'è qualcosa che ti tormenta, vero?- Accarezzo piano la sua guacia e lei chiude le palpebre ispirando leggermente, come se quel tocco le stesse donando aria pulita.
-Dimmi cosa ti affligge.-
Quando apre di nuovo i suoi splendidi occhi sono ancora più arrossati e provati.
-Non posso... dirtelo.-

Allora c'è un motivo.

-Sì che puoi! Parliamone. Dimmi qual è il problema.-
-Non posso Tony, mi dispiace.-

Non può? Che diavolo significa?
Maledizione! È così testarda!

-Perché? Se c'è qualcosa che ti affligge, parlane con me. Risolveremo insieme tutto Bea. Fidati.  Ti chiedo solo di fidarti.-

La sto supplicando.
Non so più che altro fare.
C'è qualcosa che la tiene separata da me e questo mi lacera il cuore, ma sapere che lei non voglia dirmi di cosa si tratta lo fa ancora di più.

-Non capiresti.-
-Mettimi alla prova.-
-Tony...sono successe così tante cose durante quest'anno. Troppe cose che non sai e...-
-Raccontami tutto Bea. Ti prego.  Sono qui. Sono pronto ad ascoltarti. -
-Non posso.-
-Non puoi?  Che significa che non puoi!?-
Resta in silenzio a fissarsi le mani,  mentre le lacrime continuano a scorrere sulle sue morbide gote.

Vado in tilt. Vederla così, dilaniata dal dolore per qualcosa che non so, per un motivo che non vuole dirmi, mi fa impazzire.

Così esplodo di rabbia.
-Bea, anche a me sono successe tante cose durante questi maledetti mesi in cui siamo stati lontani. Ho litigato con la mia famiglia e sono andato via di casa, sono andato a...-
-No! No!- Comincia ad urlare, tappandosi le orecchie con le mani.
-Non dirmi niente o fallo se vuoi, ma non cambierà le cose tra noi! Noi non possiamo stare insieme Tony!-

Quelle ultime parole mi feriscono brutalmente.

Non possiamo stare insieme.

No. No.

Non permetterò che questo accada.

-Ascoltami bene Bea.- Tiro giù le sue mani delicatamente. -Ti  amo e..non ti lascerò.-
-Mi dispiace Tony.-
-Bea, guardami.- Le ordino con durezza. E lei lo fa.
-Mi ami?- Chiedo poi addolcendo la voce.
Fa cenno si di con la testa e continua a piangere.
-Sì,  ti amo Tony.-
-Allora non buttiamo via quello che c' è tra noi. Io sono qui per te e non mi muoverò se prima non mi dici cosa ti turba.-
Per qualche secondo resta in silenzio, ad occhi chiusi, credo stia meditando o lottando con sé sessa.

Forza Bea.
Dimmi cosa ti fa così male.
Non mollare.

Non lasciarmi...ti prego.

-Devo risolvere delle cose.-
-Posso aiutarti io. Le risolveremo insieme. - La incoraggio. 
-No. Devo farlo da sola Tony.-
-Ma..-
-Fidati di me. Ti prego.-
Temporeggia qualche istante, poi dalla sua morbida bocca bagnata di lacrime, esce la più terribile delle sentenze:
- Ho bisogno di un po' di tempo per risolvere i miei problemi. Per favore.-

Tempo.

Mi sta chiedendo del tempo.
Non so cosa dire.

So solo che alla fine quello a cedere sono io.

La amo troppo per non cedere.

Sospiro rumorosamente, accettando la sua richiesta, senza sapere esattamente cosa le stia concedendo.

-Vuoi....che ti resti solo accanto?- Dico con una fatica immane.
-Sì. Per adesso si.-
-Okay,- Deglutisco, prendendo una delle scelte più difficili della mia vita.

Le sto promettendo forse di starle accanto da estraneo? Da amico?

Dio mio. Come farò? La amo così tanto...

Come potrò starle accanto sapendo di non poterla toccare, abbracciare, sapendo che non sarà mia..

Che cavolo dico?
Lei è mia.
Lei mi ama.

Non vuole, non può avere una storia, per adesso, ma mi ama. Deve prima risolvere queste cazzo di questioni.
E dopo sono sicuro che cederà, prima o poi.

La accolgo tra le mie braccia, stringendola a me così forte da sentire quasi il profumo della sua essenza, della sua anima.

-Dio, come farò a starti lontano.-
Dico tra i suoi capelli di miele, mentre credo che potrei pure piangere da un momento all'altro.

Lei mi stringe più forte e continua a bagnare di lacrime la mia spalla.
E con quell'abbraccio silenzioso ma intenso sembra volermi comunicare tutto ciò che non riesce a dire con le parole.

E da innamorato pazzo quale sono, accetto questo compromesso, godendo di quel semplice contatto. L'ultimo che a quanto pare per adesso sia disposta a potermi donare.

Spazio Autrice

Buongiorno ragazze! Ecco a voi il nuovo capitolo! ♥

Ci risiamo...Bea si tira di nuovo indietro, ma stavolta la cosa sembra molto più seria.

Non nega di amare Tony, non nega nemmeno la possibilità futura di stare con lui, dice solo di non poterlo fare adesso... non prima di aver risolto alcune questioni...

Mmh...ma cosa nasconde Bea???

Avete già qualche idea?? Ditemiiiiii...lasciate i vostri bei commentiiiiii

Comunque sia, di mezzo ci va il povero Tony, ancora una volta.

Vi comincio che presto arriverà il 28.
Tenetevi forte...

Vi adoro ♥ Sempre  ♥  Grazie ♥

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