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Cap 14

Bea

A lavoro per tutto il tempo, fisso come un'idiota la porta d'ingresso.
Ogni volta che sento il tintennio del campanellino attaccato alla maniglia, il mio cuore sussulta e rivolgo lo sguardo verso l'ngresso, aspettando e sperando di vederlo entrare.

Sono già le dodici, si sarà già  svegliato di sicuro.
Durante la pausa pranzo salgo a casa a controllare.
Entro piano e ovviamente... lui non c'è.

La coperta è ripiegata e il biglietto che avevo lasciato sul tavolino è sul divano ora, sul posto che prima occupava lui.

Non so perché, ma una terribile delusione mi attanaglia.
Che mi aspettavo?
Lui ha già fatto tanto per me. 
Ha cercato di convincermi, di farmi cedere, ma io stupidamente ho tenuto duro. Per cosa, poi?...

Mio Dio.

Tony partirà e potrei non vederlo mai più e non so perché stavolta il dolore che sento è più intenso. Forse perché un anno fa è stato lui, dopo il mio tradimento, a porre fine alla nostra storia, adesso invece sono io che sto stroncando sul nascere ogni possibile futuro tra noi.
Forse è più facile scaricare la colpa agli altri, che assumersi le proprie responsabilità.

Mi sento una merda.

Mi sento in colpa, sto infliggendo sofferenza a me stessa e a lui.
Ritornano alla mia mente le espressioni di Tony quando sulla Mole gli dicevo che ormai era tardi, o quando giorni fa gli sbattevo in faccia il fatto che non gli avrei mai chiesto di restare e poi ieri... quando ubriaco e dolce ha cercato di sedurmi.

Ed io l'ho sempre respinto.

Ritorno a lavoro, con un nodo al petto che ad ogni rintocco del tempo che passa, stringe sempre più.

Okay.
Me la sono cercata. 
È naturale che lui non voglia più avere a che fare con me.

Sistemo le stoviglie e continuo a rivedere flashback degli intensi giorni appena trascorsi. Mi tormentano i perché, i se, i ma... eppure resto qui, a non fare niente.
Non riesco a cambiare la mia decisione.
Basterebbe salire su per le scale, bussare alla sua porta e...

-Bea...-

Oh merda.

Sussulto, capendo di chi sia quella voce.

Mi giro velocemente e sono costretta ad alzare leggermente la testa per poterlo guardare in faccia.
E mi si mozza il fiato, come ogni volta.

-Ehi..ciao.-

I suoi occhi verdi sono perfetti. Non sembra per niente essere reduce di una sbornia.

-Ciao... co-come stai?-  Chiedo, provando a mantenere la voce sotto controllo.
-Sto lottando contro un terribile mal di testa, ma in fondo...sto bene.-
Mette le mani in tasca e alza le spalle, evidentemente imbarazzato.
-Ho letto il tuo biglietto. Non sono sceso prima perché ho dovuto preparare la valigia e tutto il resto...-

Non so perché si stia giustificando,  ma mi fa piacere.
Gli avevo semplicemente scritto di fare come se fosse a casa sua e che se avesse avuto bisogno di me, mi avrebbe trovata sotto da Massimo.

-Sì.  Certo. Capisco.-
-A che ora...a che ora hai il volo? - Chiedo tentennando.
-Alle nove.-
Deglutisco. -Okay.-
Rispondiamo senza sbilanciarci troppo, come se avessimo paura di dire qualcosa di troppo o di sbagliato.

-Mi dispiace per ieri sera.- Abbozza lui con uno sguardo sfuggente.
-Non preoccuparti. Non è successo niente.- Lo rassicuro.

Già, proprio niente.

-Sono stato troppo stronzo?- Chiede inarcando un sopracciglio.

Respira Bea.

-Oh, no. Non più del solito. - Sorrido e lui fa lo stesso, emettendo quel dolce suono che mi faceva impazzire.

In realtà vorrei dirgli che è stato dolcissimo. Le cose che mi ha detto, il modo in cui mi parlava, mi teneva fra le braccia...

-Sai, ero proprio andato. Non ricordo un granché e ci tenevo a vedere che tra noi fosse tutto a posto.-

Tutto a posto?
Fra noi niente è a posto.

-Non ricordi proprio niente?- Chiedo incuriosita, provando a capire se il Tony dolce di ieri sera e le parole belle che ha detto fossero solo un sogno, un' illusione svanita col sorgere del sole.

-Ehm...no.-

Oh.
Sento la mia speranza spegnersi lentamente, dentro di me.
Non ricorda niente...i "ti voglio", il "per sempre",  il "ti amo".
Era tutto frutto dell'alcol che aveva addosso, quindi?

Accidenti.
Fa male.

-Non c'è molto da ricordare in effetti. Eri ubriaco,  ti ho fatto un caffè e poi sei crollato. - Minimizzo il tutto.
Inutile dirgli quanto invece il Tony ubriaco mi abbia colpito al cuore.
-Benissimo,  meglio così allora, giusto?- Chiede lui retoricamente,  marcando particolarmente la domanda.

Deglutisco.

-Gi-giusto. -
-Bene, quindi...se non è cambiato nulla e tra noi...è tutto come prima, adesso io vado.-

Oddio.
Tremo.
Ignoro la sua allusione e mi sforzo di impiantare un sorriso sulla mia faccia, anche se al momento pure sorridere fa male.

-Certo, vai.-

Riesco a dire solo queste squallide parole che induriscono immediatamente il suo bel viso.
-Salvo arriverà a momenti. Pranzeremo insieme, faremo un guro e poi mi accompagnerà all'aeroporto.-

Faccio un cenno con la testa, sono priva di forze perfino per parlare.
Restiamo in silenzio per qualche secondo, poi all'improvviso lui sospira rumorosamente  e si avvicina senza preavviso, cattura il mio viso tra le sue mani e...mi bacia.
E lo fa dolcemente anche se con decisione, come se in quel bacio stesse riponendo le sue ultime speranze.
Io resto inerme, mentre lotto contro le lacrime che fremono da dietro le quinte,  desiderose di fare il loro trionfale ingresso.

Quando si stacca da me, mi fissa, aspettando una mia reazione, una risposta, qualcosa...che purtroppo non arriva.
Come una codarda resto zitta. Immobile.
In tutta risposta lui serra la mascella e stringe le labbra.
Conosco quell'emozione che attraversa il suo viso, l'ho vista troppe volte in lui; è amarezza. È delusione.
Profonda delusione.

Poi, ormai arreso alla mia volontà, conclude con freddezza con le parole più dolorose, infliggendomi un violento colpo al cuore.

-Addio Bea. Riguardati. - 
Mi mordo il labbro per trattenere le emozioni.
-Addio Tony.- Mormoro poi  con un filo di voce flebile.

Sofferma i suoi occhi qualche secondo in più sui miei, quasi per poter ricordare per sempre quel momento, poi si gira e se ne va.

Ed io resto lì, ferma, mentre incasso quell'addio del tutto meritato e voluto.

E mentre lui si allontana porta via con se un po' del mio respiro. Un po' della mia aria. Un po' della mia vita. Lasciandomi vuota, arida, morta.

Rimango lì, col cuore lacerato, a contemplare l'inzio di quella nuova fine.

Più tardi quando finisco il turno di lavoro, mi rinchiudo in casa e mi metto a letto sotto le coperte. Non ho voglia di niente; né di mangiare, né di bene, né di dormire. Di niente. Vorrei solo continuare a piangere e annegare tra le mie stesse lacrime. Sarebbe la giusta punizione, secondo la legge del contrappasso. Tuttavia la mia coscienza, che sto tentando di tenere a bada, si materializza di fronte  a me, personificandosi nella mia migliore amica.
Suona il campanello diverse volte e quando finalmente mi decido ad affrontare me stessa ed il freddo, lascio le coperte calde per raggiungere la porta.

-Ciao Bea.-
Entra subito, richiudendo la porta alle sue spalle.
-Salvo sta accompagnando Tony in aeroporto e... io sono venuta qui. Ho pensato che avresti potuto avere bisogno di un'amica.-

-Oh Sof...-

La abbraccio forte e scoppio in lacrime, rompendo il silenzio con singhiozzi nervosi.

-Bea ti rendi conto che lo stai lasciando partire?-
Mi muovo debolmente  facendo di si con la testa, incapace di parlare.
-Perché? Lo perderai di nuovo e stavolta probabilmente sarà per sempre.-
-Lo so.-
In realtà l'ho già perso, ma fa male rivivere tutto.
-E allora perché non ti decidi a fermarlo?-
-Vorrei, ma..non ci riesco.-
La mia amica sospira, accarezzando i miei capelli.
-È stato cosi dolce...mi ha detto che se gli avessi chiesto di restare, sarebbe rimasto con me.-
-Oh amica mia. Perché non l'hai fatto? Lo sai il bene che lui ti fa.-
-Non voglio che lui stia con me e non lo vuole nemmeno lui in fondo. Gli ho fatto troppo male.-
Rispondo con durezza.
-Ma lo ami...-
-Più di ogni altra cosa.-
-E allora dovresti dirgli la verità!  Forse se sapesse che...-
-No! Non posso!-
-Salvo in macchina mi ha torturato per tutto il tempo! Mi ha pure minacciato, dicendomi che se non l'avessi fatto tu, lo avrebbe fatto lui.-
-No! No! Sofia, ti prego,  impediscieglielo! Tony non può, non deve sapere!-  Mi agito, allarmata.
-Bea calmati! Calmati! Alla fine l'ho convito. Terrà la bocca chiusa,  almeno per adesso. E poi ricorda che...lui non sa tutto.-
-Già,  per fortuna.-
-Comunque non puoi continuare cosi. Prima o poi questa cosa dovrai risolverla.-
-Sì,  ma non adesso. Non con Tony qui.-
-Perché? Lui sicuramente capirebbe e potrebbe perfino...-
-No, Sof. Non si discute.- La ammonisco alzando forse un po' troppo la voce.
-Va bene. Allora ti stai arrendendo? Lo lascerai partire?-
-Sì,  è la cosa più giusta.-

Sof resta con me per un po' e lo fa senza dire più niente riguardo alla mia pessima decisione di sbarrare la strada a Tony.
È incredibile. È così empatica, riesce a percepire il mio stato d'animo, la mia gioia, la mia tristezza, solo guardando i miei occhi. Non servono grosse spiegazioni. Lei capisce, punto e basta. E sa che in questo momento una parola in più potrebbe farmi sprofondare più in basso di quanto già non sia. È l'amica che tutti vorrebbero, ma che per qualche strana e sconosciuta ragione ho la fortuna di avere io.
Mi prepara una tazza di cioccolata calda e mi mette in caldo la cena, poi quando riceve la telefonata di Salvo va via, assicurandosi che io stia meglio.

In realtà non sto affatto meglio. Niente potrebbe farmi stare meglio adesso.
Però in momenti come questo, un abbraccio amico, un sorriso sincero, una premura da parte di qualcuno, può solo fare piacere; puo aiutarti a rendere più vivibile la situazione in cui ti trovi.

Fuori inanto piove.
Avvolta dal mio solito plaid, osservo la pioggia picchiettare violentemente sulla strada e mi accarezzo le braccia con le mani, simulando un abbraccio confortante.
Anche il cielo sembra ricordarmi che ho un buon motivo per piangere.

Come farò di nuovo a ripartire da zero senza di lui?

Come farò a riprendermi adesso?

Sento il vortice della solitudine e della malinconia cominciare a risucchiarmi.

Cavolo.
Quanto si è complicata la mia vita nell'ultimo anno.
Quanto è cambiata.
Tutto è cambiato. Io sono cambiata.

Il cellulare suona, attirando immediatamente la  mia attenzione.
Mi precipito a letto, per recuperarlo.

Una notifica di whatsapp mi informa dell'arrivo di un nuovo messaggio.

È di Tony.

Mi si ferma il cuore.

Guardo l'orario, sono le otto e trenta.

Lo apro col fiato sospeso.
E mi sorprende quello che trovo; mi ha inviato un link di YouTube che rimanda ad una canzone dei Coldplay, The scientist.

Perché sento che sto per piangere,  di nuovo?

Sento le gambe tremare e l'agitazione assalirmi.

Clicco sul link e ascolto la canzone, e noto che ha scelto un video che include la tradizione.

Non ci credo.
Mi sento mancare quando ascolto e leggo le parole.

Le parole del cantante che diventato le sue parole.

Parole con le quali mi chiede ancora una volta, forse l'ultima, di riprovarci, di non mollare, di ritornare all'inizio della nostra storia.

Oddio.

Le lacrime cominciano a scendere giù senza sosta mentre le note di quella canzone mi gettano addosso insopportabili sensi di colpa ed il peso di un tremendo macigno con il quale dovrò imparare a convivere: il rimpianto.

Poi un altro messaggio.
Ho la vista appannata dalle lacrime,  così mi asciugo il viso con le mani.

Tra poco chiameranno il mio volo.  Posso ancora decidere di restare...se lo vuoi.

Sto per svenire.

Il mio cuore non vuole saperne di regolarizzarsi.

Mi sta chiedendo ancora di fermarlo, di impedirgli di partire, di riprovare a riprendere la nostra storia da dove l'abbiamo lasciata. 
Si sta scusando, ha appena preso il suo cuore in mano per offrirlo, ancora una volta, a me. E lo sta facendo in un modo a lui caro. In un modo speciale.  Nel modo più dolce possibile:  dedicandomi una canzone, come ha fatto più di un anno fa, quando ci siamo detti addio per la prima volta. Solo che allora era accecato dal dolore e dalla rabbia e dedicarmi quelle parole è stato come infliggermi una delle peggiori torture,  adesso invece la sua canzone vuole essere una promessa, una speranza, un impegno.

È così dolce il suo gesto che lo amo ancora un di più per questo.

Amo di più lui ed odio sempre più me stessa, per quello che ho fatto e per quello che sto per fare

Con la morte nel cuore, scrivo la risposta senza rifletterci troppo.

Buon viaggio Tony.

Stringo il telefono tra le mie fragili e tramanti mani e tra un singhiozzo  e l'altro premo invio.

È fatta. Ho bruciato anche l'ultima possibilità che mi stava offrendo.
Mi odio.
Odio me stessa per quello che ho fatto, ma ancor di più per quello che non sono riuscita a fare.
Ho segnato la fine e l'ho fatto con le mie mani.

È davvero così un peccato dividerci, diceva la canzone.
Eppure io, senza pietà l'ho appena fatto.

Spazio Autrice

Sorpesaaaaa nuovo capitolo per voi

Tony ha proprio abbattuto tutte le barriere, dimenticando l'orgoglio ferito e con dolcezza le ha provate tutte con Bea, ma lei....purtroppo non ha mollato.

Che ne pensate!? Scrivete...scrivete... ♥
Vi adoro


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