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•Capitolo XXXX•

Quasi tremila parole in questo capitolo, non sono stata buona a non spezzarvelo come, invece, avevo pensato di fare?
Beh, in ogni caso spero che il capitolo vi piaccia e chissà, magari vi ho convinti...

[Caldo come l'inferno, piacevole come il paradiso ]

Midoriya non si fece troppi problemi nel prendere posizione, non ci volle infatti molto prima che la sua umida lingua si posasse lungo la pelle marmorea del bionde e che, di quanto in quando, qualche lembo di quel candido tessuto venisse imprigionato fra i suoi denti generando vistosi succhiotti.

Ogni punto lasciato scoperto dallo scuro tessuto della maglia venne addentato da quella bocca famelica, venne marcato come a sottolineare che lui gli apparteneva e non sarebbe stato di nessun altro, che non lo avrebbe permesso per nessuna ragione al mondo.

Mentre ne marchiava la pelle lasciava che le sue mano destra, quella libera dal compito di bloccargli i polsi sopra la testa, scivolasse sotto la sua maglietta e che quel contatto inaspettato e piacevole oltre a milioni di brividi gli strappasse qualche gemito soffocato.

Con la bocca, saliva, ne assaporava ogni punto con avidità finché incontrò le sue labbra e le attaccò con impeto, quasi con brutale violenza non lasciando a Katsuki un attimo di respiro, prendendo, in quel contatto, il totale controllo.

Per la prima volta il biondo stava provando la fastidiosa quanto piacevole sensazione di sopraffazione totale, resa piacevole solo dal suo ragazzo che pareva volerlo divorare in un attimo, a volerlo consumare e fissare nel suo cuore, nella sua mente, nel suo animo e nel suo corpo quel legame scarlatto che li univa sotto forma di sottile filo.

Era diverso, indubbiamente diverso da quel puro istinto che lo aveva guidato la mattina, che lo aveva spinto a compiere quei gesti, al nervosismo e la paura, era diverso, più piacevole, più rilassante e più coinvolgente; era come se l'altro lo avesse afferrato trascinandolo con lui, forzatamente, e, per quanto odiasse farlo, dovette ammettere che gli piaceva, gli piaceva da morire.

Quando finalmente Deku ebbe la premura di lasciare la possibilità ai suoi polmoni di immagazzinare ossigeno fissò le sue iridi, verdi e brillantini di una selvaggia luce, in quelle rosse, tremanti e lucide dell'altro che ansimava con le gote imporporate, un forte calore dal basso ventre propagarsi in  tutto il suo corpo e sapeva bene quello che significava.

Un sorriso, malizioso, un po' crudele, si dipinse su quel viso lentigginoso solitamente tenero prima che si avvicinasse all'orecchio destro dell'altro per sussurrargli con voce bassa e sensuale queste parole «Oh, Kacchan, sei già così eccitato e pensare che non ho ancora fatto nulla... ».

Aveva parlato con quel tono, generando un sentore quasi di scherno in lui che veva fatto ribollire la sua indole orgogliosa che, però, venne in poco tempo sopraffatta dal piacere che provò quando il ginocchio del ragazzo che lo imprigionava iniziò a sfiorare la patta dei suoi pantaloni obbligandolo a contenersi per non fare il minimo rumore. 

Con gli occhi velati di lacrime, che non avrebbe lasciato uscire con tanta facilità, tremanti e ricoperti di lussuria, con un rosso vivo a colorargli le guance chiare, si morse forte il labbro inferiore assumendo l'espressione di qualcuno in preda ad una terribile sofferenza.

Respirava in modo irregolare e pesante, il suo petto si muoveva al medesimo modo mentre la soddisfazione prendeva posto in Midoriya che si godeva il piacere di quel momento, che si godeva la dimostrazione di quel Bakugou che non avrebbe lasciato vedere ad altri se non a se tesso.

Proseguendo in quella sua tortura fatta di piacere che già aveva cominciato ad annebbiare la mente del biondo, scese con la mano, scivolò dentro i pantaloni ancora allacciati del ragazzo e, da sopra la stoffa dei boxer, aveva cominciato a muovere lentamente la sua mano notando come il suono originato fosse già sinonimo di umido.

«Kacchan, senti il suono che fa? Sembra proprio che tu stia per venire e ti ho appena toccato, che pervertito, così non va bene... » disse a bassa voce mentre l'erezione dell'altro cresceva e i gemiti iniziavano a divenire impossibili da soffocare.

Quando sentì di essere vicino, quando il piacere aveva iniziato a scorrere in ogni vaso sanguigno del suo corpo, quando la sua mente venne sopraffatta da quella sensazione fin troppo piacevole, diversa da ciò che quella mattina aveva provato, mandò a farsi benedire l'orgoglio, non che volesse, iniziando a lasciare che i suoi gemiti riempissero il silenzio della stanza.

Ansimava, gemeva e si appiattiva contro la parete con ogni muscolo che aveva in corpo mentre sentiva che, da lì a poco, avrebbe perso ogni contegno, che sarebbe andato fuori di testa completamente come non era invece accaduto quando si era ritrovato dall'altra parte dei giochi.

Quando Deku sentì sotto le sue dita il membro del ragazzo pulsare velocemente, sebbene non lo avesse ancora mai sfiorato direttamente, sorrise infilando le dita nei boxer e, quando Katsuki fu ad un passo dall'orgasmo, impedì al liquido biancastro di venire fuori con un laccio.

Il biondo che ormai si reggeva completamente alla parete, si stava accasciando su se stesso ansimando con lo sguardo che chiedeva di più, molto di più, con le labbra dischiuse e la lingua umida che ne fuoriusciva a causa di quella sensazione così pericolosamente fantastica, di quel piacere che ormai lo controllava .

«Kacchan, oggi ti farò capire quanto tu mi appartenga » aveva sussurrato con un accenno di desiderio nella voce prima di caricarselo in spalla, se bene fosse meno alto, per poi lasciarlo sul letto mentre si sfilava i vestiti e liberava anche lui da quegli indumenti che erano solo di impiccio.

Bakugou non sapeva cosa fare, non aveva abbastanza forza per reagire, non riusciva a connettere, la sua mente si era sciolta, avvolta da quelle fiamme ardenti e quel paradisiaco piacere che pareva non volerlo lasciare andare, mentre dentro di se, cresceva il forte desiderio si liberarsi.

Midoriya decise di torturarlo ancora un po', e forse non si sarebbe fermato a poco, a quello che stava per fare; si avventò dunque su quei due bottoncini di pelle rosea che svettavano sul suo petto niveo poi, con la mano libera, scese fino all'asta del ragazzo stimolando anche quella finché i gemiti del biondo non si fecero più simili a rauchi urli in cui ripeteva "Deku" quasi fosse l'unica parola che ricordasse.

La sua mente ed il suo corpo erano completamente presi da quel ragazzo che lo stava torturando, come un diavolo che ti spinge a stringere un patto con lui per poi divorarti l'animo e lui non sarebbe riuscito a resistere ancora per molto, non che lo volesse, forse non lo aveva mai voluto e neppure ci aveva provato.

Il ragazzo dalla chioma smeraldo capì presto che il suo amato aveva raggiunto il suo limite di sopportazione fisica, ma per lui non era certamente abbastanza, desiderava essere l'unica cosa a colmare il suo corpo e la sua mente, desiderava fargli capire che non poteva scappare da lui.

Era egoista e lo sapeva, lo sapeva bene ma era il momento di esserlo, desiderava legare la persona che più di tutte bramava e amava a se, con più catene così che non fosse mai potuto scappare via, amore e piacere erano le sue costrizioni.

«Vuoi che ti permetta di sfogare il tuo piacere? Se fai ciò che ti dirò te lo lascerò fare... » disse con voce maliziosa mentre il biondo, completamente preso e perso non poteva fare altro che osservarlo per fargli capire che aveva la sua attenzione, che la sua risposta era positiva.

Eppure non sapeva cosa lo aspettava, non sapeva ancora che in quella notte di bruciante passione avrebbe riscoperto parti di se e di chi amava, non sapeva quello che l'oscurità del cielo gli avrebbe riservato, circondato da quelle morbide coperte.

Izuku passò il suo indice dal glande del ragazzo fino a sotto al suo mento, osservò come al minimo sfiorare della sua perfetta pelle questa si ricoprisse di brividi, come il suo corpo frenasse sotto la sua presenza e di come i suoi occhi, così come il suo cuore che batteva veloce e le sue membra desiderassero attenzioni, di come lo implorassero di possederlo e divorarlo.

Lo ricorprì di baci colmi di se, della sua gelosia e di quel folle amore profondo e bello come pochi, significativo, senza prezzo.

Il loro era un legame profondo, un patto stipulato tempo addietro, quando le loro memorie si erano perse, un giuramento solenne che li avrebbe legati in vita come in morte e non avrebbero potuto sfuggirgli neppure desiderandolo poiché erano nati per completarsi e lo stavano facendo.

Decidendo di essere clemente non lasciò passare molto tempo prima di esporre la prima di quelle richieste che avrebbe potuto eventualmente fare, lo fece sempre con quella famelica sicurezza nello sguardo, senza dubitare di se e dei suoi gesti.

« Kacchan, perché non usi la tua bocca? » aveva sussurrato con quel bagliore di desiderio e una scintilla di sadismo, una scintilla di bramosia di potere segno del piacere personale che era derivato nel assoggettarlo così a se, sapendo che nessuno oltre lui sarebbe potuto riuscire.

Katsuki ingoiò tutta la saliva in eccesso che gli infestava la bocca, tutto quel piacere e quella forte adrenalina che lo percorrevano lo stavano rendendo completamente succube di quella loro relazione peccatrice ma dannatamente piacevole, forse più di un posto nel paradiso stesso.

Si mosse goffamente, fra un ansimo ed un sussulto tentando di non cadere e di non mostrare la difficoltà a cui era sottoposto, muovendosi prono aiutandosi con braccia e gambe, proprio come un gatto, si avvicino con titubanza a lui per poi guardarlo negli occhi.

Le sue iridi rubino stracolme di lussuria, di piacere carnale si scontrarono con quel bosco attaccato da un indomabile incendio che, altro non era, se non desiderio, quello che forse aveva represso troppo a lungo e con troppa forza.

Il biondo non era certo di come agire ma si disse che finché si affidava all'istinto andava bene, perciò prese coraggio soffocando la paura che era nata nel suo petto, quella di non essere abbastanza, ingiustificata visto lo sguardo che gli veniva rivolto dal suo partner eccitato.

Lasciò che la sua eccessiva salivazione fosse utile, fece scivolare la lingua fuori dalla bocca e lasciò che il caldo liquido trasparente colasse giù ricoprendo il glande del proprio ragazzo e, non appena vi fece passare la lingua, notò come il membro del ragazzo fosse notevolmente cresciuto di lunghezza ed era dannatamente enorme.

Iniziò a stimolare il membro con la punta della lingua, la muoveva lentamente passando nei punti più sensibili dell'organo per poi scendere gradualmente fino alla base di questo e risalirla, ripetè questi passaggi fino a quando si sentì abbastanza sicuro da infilarlo completamente nella sua bocca.

Bakugou poteva percepire il cuore battere forte nel suo petto, l'imbarazzo e il disdegno di essere stato dominato completamente, ma d'altro canto c'era quella piacere che ancora si muoveva malvagio nelle sue vene prendendo le scelte per lui e la confusione di quel lato di lui, fino ad ora sconosciuto.

Era una personalità forte che ne celava una debole, insicura e scossa dai suoi problemi nel comunicare con gli altri e la sua impossibilità di provare un profondo affetto per chi lo circondava, a eccezione del suo ragazzo e forse, ciò di cui aveva bisogno, era solo essere sopraffatto, in modo da lasciargli la possibilità di ascoltarsi e ascoltare.

Aveva iniziato a muovere le sue morbide labbra attorno al membro prima di lasciare che questo gli penetrasse la bocca, fece attenzione a non colpirlo con i denti e avvolse la sua umida lingua attorno all'asta pulsante del ragazzo mentre muoveva la sua testa così da procurargli piacere.

Non capiva come fosse possibile ma solo sentire il suo odore maschile e virili, il solo fare quel gesto tanto imbarazzante e umiliante lo stavano eccitando terribilmente e cercò di dare la colpa a quella situazione nuova, sebbene qualcosa dentro di se gli urlasse che non era così e che doveva semplicemente accettarlo.

Lui non lo sapeva ma i suoi occhi avevano preso a brillare della massima eccitazione possibile, non lo sapeva ma la visone di se che compiva quei movimenti in modi famelico, quasi a voler divorare l'essenza stessa di quel peccato, era qualcosa di tremendamente eccitante e che Midoriya stava osservando attentamente.

Gli era parso che Bakugou si stesse comportando in modo strano con lui dalla mattina e in quel momento, mentre sentiva la sua lingua attorno al suo membro pulsante, mentre lo percepiva succhiarlo con avidità, capì che forse quel suo disagio era dovuto a ciò che aveva fatto, perché forse non erano stati rispettati i ruoli.

Quando fu vicino all'orgasmo lasciò che qualche gemito gutturale sfuggisse al suo controllo prima di rompere quel silenzio con la sua voce rauca per l'eccitazione ed il piacere «Sto per raggiungere il mio limite, Kacchan, se ingoierai tutto smetterò di torturarti e ti lascerò venire » disse fra una ansimo e l'altro prima di avvertire il liquido bianco abbandonarlo.

Katsuki fece ciò che gli era stato chiesto, preso dalla furia del momento, sebbene non avesse davvero ascoltato le parole che gli erano state dette dall'altro, era stato sovrastato completamente da un mescolarsi di desiderio e piacere.

Quando ebbe finito si staccò ma l'altro gli disse di riprendere perché aveva bisogno che la sua parte inferiore fosse pronta per il passo successivo e, per quanto si sentisse in un nuovo disagio, il biondo si limitò ad eseguire.

Quella era una preparazione a ciò che sarebbe venuto subito dopo e, mentre lui si occupava del membro già parzialmente turgido del proprio partner Izuku si era dedicato alla stimolazione del suo orifizio così che il rapporto fosse risultato piacevole.

Fu egli stesso a decidere di fermarsi, sempre lui, ormai avendo perso tutta la sua crudele lucidità e la sua calma a riportare sul materasso Katsuki, con violenta bramosia prima di attaccare nuovamente le sue labbra dedicandosi anche alla sua parte inferiore, percependo nella sua bocca il suo medesimo sapore.

Il ragazzo dalla chioma verde non impiegò molto tempo nel trovare le con più erogene di quel ragazzo con le sue dita e, ormai impaziente, mandò all'aria i suoi propositi di torturare per bene il suo fidanzato, anche lui, dopotutto aveva un limite.

Lasciò che Bakugou portasse le sue muscolose braccia attorno al suo collo, che le sue lunghe dita si posizionarono saldamente alle sue spalle così che, al momento della penetrazione avrebbe avuto un solido appiglio.

Entrò in lui con una spinta decisa del bacino emettendo un gemito gutturale e rauco più simile al ringhio selvaggio di un animale che ad un verso umano e cominciò a muoversi lentamente premurandosi di non procurare un eccessivo dolore all'altro.

Il biondo aveva infilato le sue unghie nella pelle calda di Deku ansimando, mentre le lacrime gli rigavano il volto in preda a un iniziale dolore che, però, non ci mise molto a mutare in un piacere senza eguali che aveva impedito alla sua mente di pensare ad altro e che gli stava facendo fare versi indecenti.

La presenza ingombrante di Izuku pareva riempirlo completamente sfiorando ogni punto erogeno dentro di se, compresa la sua prostata lasciando che la sua voce, incredibilmente alta, mutasse in un miscuglio confuso di lamenti e gemiti, di urli e ansimi, non c'era spazio per altro in quella stanza.

Stava per giungere una secondo volta al suo limite ma quel dannato laccio, fissato alla base del suo membro, glielo impediva e lui aveva già da un pezzo perso la testa, non sarebbe resistito ancora senza potersi liberare.

«Kaccahn, se risponderai correttamente alle domande che ti porrò togliero il laccio » sussurrò al suo orecchio con voce bassa e rauca mentre spingeva con energica velocità dentro si lui come a volerlo consumare completamente e forse era proprio quello ciò che, in quel momento, desiderava.

«Bene, mi ami, Kacchan ? » «Stupido, se non lo facessi non ti lascerei fare tutto questo... » aveva a malapena urlato fra un ansimo e l'altro balbettando incapace di formare frasi troppo complesse e di dire cose troppo impegnative.

«E dimmi, a chi appartieni ? » «A te » aveva velocemente risposto desiderando solamente essere lasciato libero da quella tortura che lo stava facendo uscire pazzo, che gli stava facendo smarrire ogni parte di se e del suo forte carattere.

Allora, con un sorriso, Izuku si decise a togliere quel laccio mentre sentiva che stava egli stesso per raggiungere ancora una volta l'apice, dedusse inoltre che, anche Bakugou, non fosse così lontano dato quanto le sue pareti interne pulsassero contorcendosi attorno alla sua asta eccitata.

I due vennero insieme, il ragazzo dalla chioma verde in un gemito più acuto e prolungato mentre il suo caldo seme inondava il suo partner e l'altro, invece, venne urlando a squarcia gola il suo nome lasciando che l'ingente quantità prima repressa esplodesse sporcando entrambi i loro petti e graffiando in modo profondo e significativo la pelle della schiena di Izuku.

Ma non era certamente finito, l'appetito sessuale di entrambi non si era neppure lontanamente pacato e, persi com'erano in quel loro rapporto caldo come l'inferno e piacevole come il paradiso, non si curarono ne dell'ora tarda ne della possibilità di poter essere sentiti dagli altri e continuarono, tutta la notte.

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