•Capitolo XXVII•
[La paura ingannevole che colpisce ]
La vice calda, bassa e spezzata di quel ragazzo pareva provenire da un altro corpo, quell'espressione addolorata e distrutta parevano essere di una persona totalmente diversa perché mai, mai nessuno aveva visto tale dolore solcare quel viso scorbutico e scontroso.
Eppure non era come tutte le volte, quello non era il Katsuki Bakugou spavaldo e orgoglioso che ostentava la sua forza perché in quel momento, in quella stanza d'ospedale con il cuore in mano e le lacrime agli occhi c'era il vero Katsuki Bakugou, colui che fingeva di essere una persona forte ed in attestabile ma che non lo era.
Strinse fra le sue mani tremanti come foglio d'autunno smosse dal vento le mani ghiacciate ed immobili di Izuku prima di cominciare a lasciare uscire senza freni e senza riflettere quelle parole che aveva tenute segregate nel suo cuore ora distrutto e pronto a lasciare andare la vita in caso l'altro lo avesse fatto.
«Sai, Deku, io... io sono solo uno stupido idiota che non è neppure capace di dimostrare alla persona che ama quanto la ami, che non è neppure capace di lasciare da parte il suo stupido orgoglio almeno finché non diventa troppo tardi.
Sono uno stupido che non ascolta se stesso, che non da retta al proprio cuore che gli urla nel petto che qualcosa non va, che quel ragazzo freddo che non si fa problemi a giocare con i sentimenti di qualcuno non è quel dolce e fantastico Izuku Midoriya di cui tanto si è innamorato.
Sono solo uno stupido capace di distruggere tutto quello che è bello, capace di ferire se stesso e non di fare del bene, sai, non so neppure come mi sia venuta in mente l'idea di fare l'eroe, ma no, lo so.
Questo tu però soni certo che non lo sai, di quel tacito desiderio di proteggerti che mi ha spinto ad arrivare dove sono ora eppure, nonostante volessi questo ho finito con il ferirti più di chiunque altro e perché ho avuto paura, paura di quell'amore tanto bello che mi hai regalato."
Bakugou si interruppe cercando di respirare ed iniziando a non vedere più chiaramente a causa delle numerose lacrime che abbandonavano i suoi occhi per scivolare lungo le sue guance e bruciare la pelle sotto di esse a causa di quel dolore senza descrizione che gli albergava dentro.
"Forse tu non lo sai, ma se tu non fossi mai esistito, se non ti avessi conosciuto allora sarei finito con l'essere peggiore di come sono ora, perché se sono a volte calmo, se riesco a pensare lucidamente, se riesco a combattere con cognizione di causa questo lo devo a te, al tuo pensiero che mi riporta alma ragione e mi tira fuori da quel labirinto incasinato che sono.
Quel poco di umanità che mi era rimasto nel cuore tu lo hai trovato e lo hai trascinato fuori mostrandolo al mondo, mostrandolo a me che credevo davvero di essere diventato un mostro senza sentimenti e se posso avere la forza di vincere, ogni volta, lo devo a quel tuo sorriso così luminoso da illuminare il buio che prov dentro.
Tu hai detto di essere una persona che non ha valore ma non è così, lo hai, per tutti e sopratutto per me che sei il mio centro, che senza di te ho capito che non ho vita perché è come se nella mia galassia il sole si spegnesse e lo sai, ci viole poco perché tutto muoia seppellito dal gelo. "
Ecco, la sua voce iniziava a tremare, le lacrime gli avevano tolto del tutto la vista, vedeva solo un insieme di luci e il respiro spezzato era interrotto da qualche singhiozzo che non riusciva a trattenere e che gli risaliva la gola arrivando alle orecchie del ragazzo a cui stringeva con tanta disperazione la mano.
Cercando quel calore che tanto amava, cercando quella luce di cui aveva bisogno per vivere portò quella pelle fin troppo fredda a contatto con le sue labbra sperando che un briciolo soltanto di quel folle amore che privava e che gli esplodeva nel petto ad ogni parola lo raggiungesse scuotendolo dal suo torpore.
"Io voglio dirti che ti amo, ti amo davvero e in modo talmente tanto profondo che non ho neppure privato ad immaginare la mia vita senza te, perché non ci sarebbe, perché quello che provo non è così distante da quello che senti tu, nel petto, ma forse non vero, non è neppure così profondo ma so solo che ti amo anche se non sono stato capace di fartelo vedere.
E sai, la foto di quel bacio, ero io che tentavo di comportarmi come se non fossi rimasto ferito dalle tue parole, eppure quando ho sentito le sue labbra contro le mie ho subito immaginato le te, ho sentito quel calore che puoi darmi solo tu e quando ho aperto gli occhi, quando ho realizzato che non eri tu ho girato il viso.
Perché per quanto io abbia provato a mentire a me stesso io non posso comportarmi come se nulla sia stato, come se il mio cuore non si muova solo mosso da te, dal tuo adorabile rossore, da quello sguardo lucido di passione dopo i nostri baci e da quella magia che nasce fra i nostri sguardi.
Non sono bravo con le parole, non lo sono mai stato e non so o certo che quello che ho detto sia riuscito ad esprimere quello che privo perché so, so che queste due semplici parole, che questo ti amo non sia abbastanza per racchiudere tutto quello che sento, che mi controlla e che mi muove l'animo ma non riesco a fare più di questo, per quanto vorrei....io....io... »
E fu allora che perse ogni ritegno, che perse il controllo di se e che il pianto disperato seguito da quelle urla soffocate in gola che tanto aveva tentato di soffocare esplosero, non voleva perderlo, non poteva perderlo e pregava, pregava con ogni briciolo di fede che aveva nel corpo con la sua gelida mano a contatto con le labbra.
Sentì un fruscio, un minimo movimento da quel freddo pezzo di pelle e allora lo guardo mentre delle bellissime lacrime di amaro dolore gli percorrevano il viso e le vide, vide quelle iridi smeraldo brillanti con qualche goccia salata a scivolarne fuori e quel sorriso che da solo poteva illuminare il mondo.
Gli sorrise con gentilezza, con reale commozione, gli sussurrò che lo amava, che lo amava davvero e che gli doleva non essersi reso conto di quanto fosse profondo quel suo amore e gli chiese scusa, mentre le lacrime cadevano e mentre la debolezza lo attanagliava.
Si era impegnato, si era impegnato tanto per potergli dire quelle cose, aveva lottato tanto per riaprire gli occhi che fosse stato anche per quell'ultima volta soltanto e poi la mano gli scivolò e poi gli occhi si chiusero e poi il cuore smise di battere.
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