•Capitolo XIII•
[Il suo imbarazzo così dannatamente irresistibile ]
Le prime domande furono poste a Midoriya che fu spinto, per comodità di chi conduceva l'interrogatorio, a sedersi accanto a Bakugou che di nascosto lo osservava con la coda dell'occhio mascherando il suo divertimento sbuffando di tanto in tanto, facendo qualcosa che insomma faceva molto spesso.
«Cosa ti ha detto Bakugou? » chiese preoccupato Todoroki che osservava con freddezza e con occhi minacciosi il biondo che, dal canto suo, non aveva mai potuto sopportarlo ed il motivo era semplice quanto ovvio, infatti si vedeva chiaramente l'attaccamento del ragazzo dalla chioma scarlatta e marmorea provato nei confronti di Midoriya e la cosa non gli piaceva neppure un po'.
«In realtà- » provò a dire ma venne interrotto dallo stesso Todoroki e da qualche altro componente della classe tra cui Denki e Mineta «Guarda che se ti ha detto delle cose orribili o ti ha fatto del male devi dircelo che gliela faremo vedere noi! » dissero sicuri di loro con dei sorrisi rassicuranti «Ecco, vedete- » tentò di dire na venne nuovamente interrotto.
«Bakugou è stronzo ma non così tanto » disse Kirishima andando in soccorso del biondo nonostante questo non lo avesse chiesto «Sono d'accordo » affermò Lida sistemandosi gli occhiali sul ponte del naso, insomma, sembrava che tutti avessero le loro idee e non volessero davvero sentire la realtà dei fatti quanto scatenare una guerra.
«Ma insomma lasciatelo parlare! » dissero Yayorozu e Jiro piuttosto arrabbiate lasciando finalmente al ragazzo dalla chioma verde la possibilità di rispondere e fu anche peggio poiché non sapeva bene cosa avrebbe dovuto dire, sentiva tutti gli sguardi su di se, tra tutti poi c'erano gli occhi di Kacchan che lo fecero arrossire, persino fino alla punta dei capelli, se fosse stato possibile anche questi si sarebbero tinti di rosso.
Si coprì il viso con le mani senza riuscire davvero a nasconderlo, con le dita gicava nervosamente appiattendo alcune delle ciocche verdi contro la fronte quasi a voler sprofondare sotto i suoi folti capelli e scappare da quella situazione, si mordeva nervosamente il labbro inferiore mentre strisciava le gambe fra loro.
Odiava tremendamente tutta quella situazione, davvero e non sapeva come tiriasene furori, non sapeva cosa dire e il disagio pareva essere l'unica cosa che percepiva in quel particolare momento, stava per impazzire.
Gli occhi luccicanti si muovevano tremanti guardando a terra quasi avesse notato la cosa più interessante di tutta la sua vita fra quelle mattonelle grigiastre, le sue guance pallide e spruzzate di tenere lentiggini aranciate erano ora tinte di un rosso vivo, così le sue orecchie e il suo naso fine che puntava verso il baso.
«Oddio, non dirmi che ti ha assalito? » chiese Mineta stranamente eccitato al pensiero facendo sbarrare gli occhi del ragazzo all'inverosimile «No » gridò sorpreso, come diavolo gli era anche solo passato per l'anticamera del cervello una cosa simile, si chiese Midoriya non cercando una vera e propria risposta mentre le domande a lui poste e la pressione aumentavano.
Si ritrovò a farsi piccolo piccolo sulla sedia dove era seduto, il volto imporporato dall'imbarazzo e gli occhi tremanti, a quel punto sapeva che non avrebbe potuto dire mezza parola imbarazzato com'era, perciò sviò lo sguardo e lo rivolse al suo neo ragazzo e con le labbra, coperte dalle mani ma che Bakugou poté vedere, mimò un più che disperato aiuto «Ti prego aiutami, Kacchan ».
Quel ragazzo dalla chioma ribelle e gli occhi gremiti di vita quanto di insicurezza, la pelle perfetta, morbida e vellutata delle guance tinta di un rosso vermiglio che si amalgamava dolcemente alle sue lentiggini , il sorriso nervoso stampato sulle labbra, e le mani che parevano torturarsi a vicenda furono osservate nei minimi dettagli dal ragazzo al suo fianco.
Bakugou stava combattendo una lotta che sapeva non avrebbe potuto vincere già da quando l'aveva intrapresa qualche ora prima, da quando aveva conosciuto la timidezza di quel ragazzo, il suo imbarazzato era dannatamente irresistibile per lui, tanto che se avessero continuato non gli sarebbe importato di essere sotto sguardi indiscreti e lo avrebbe ricoperto di baci.
Era strano, qualcosa che mai prima di quel momento aveva sperimentato, sentiva una voglia matta di baciarlo, di stringerlo a se e non la capiva, non capiva questa sua necessità e perché so fosse presentata solo allora in quel modo tanto dirompente e prepotente nel suo cuore innamorato.
Però, da bravo fidanzato amorevole qual'era e ormai sul punto di uccidere Todoroki a causa della sua gelosia, Kacchan decise di soccorrere il povero Midoriya da quelle domande infinite che lo stavano trascinando via come il flusso di un fiume in piena, dopotutto o era divertito abbastanza a vederlo combattere contro il suo imbarazzo e non voleva che quel 'bastardo a metà' come lo chiamava lui potesse bearsi di una visone simile tanto a lungo.
«Quanto siete fastidiosi non ho fatto niente, voglio dire non sono disperato come te maniaco a palle di merda » disse il ragazzo con tono scocciato con quella sua finezza unica e rara che solo lui possedeva, sentirlo parlare era sempre come ascoltare le soavi note di una bellissima poesia scritta da mani esperte come quelle di Leopardi o magari di Pascoli, si, poesia pura.
Lasciando da parte l'ironia a quelle parole si rilassarono tutti e il maniaco di turno fu preso a calci, tanto ormai ci era abituato dopo tutte quelle volte che aveva alzato le gonne delle ragazze per sbirciare e vedere le loro mutandine.
Le mani di Todoroki scivolarono fra i capelli di Deku, il suo volto si avvicinò al suo e gli chiese se fosse bene, se fosse vero quello che Bakugou aveva detto e l'altro si affrettò a rispondere preoccupato a livelli esorbitanti, aveva paura di quello che sarebbe successo data la rapida occhiata che aveva rivolto al suo ragazzo.
Gli occhi scarlatti di Katsuki divennero ancora più affilati e minacciosi del solito, la sua espressione si stravolse completamente diventando una di quelle più spaventose che avesse mai fatto, delle scintille incontrollate sfuggivano al controllo perfetto che solitamente aveva della sua unicità mentre fissava quel ragazzo.
Era gelosia, nella maniera più pura del termine e me era al corrente, dopotutto per lui quel ragazzo era importante come è importante per la terra il sole e vedere una qualsiasi altra persona toccarlo era inammissibile, semplicemente inammissibile.
Nessuno doveva toccare il suo Deku, nessuno, perché lui era S. U. O.
Shouto notò una luce pericolosa brillare nello sguardo rubino del biondo e si staccò dal ragazzo per poi porsi davanti a lui con quello sguardo freddo che aveva sempre, coke se si sentisse superiore, eppure lo sapeva, se provocava troppo Bakugou, se questo perdeva completamente le staffe sarebbe stato ucciso.
«Che vuoi Bakugou? » «Bastardo a metà tieni le tue mani a posto » ringhiò rabbioso, non era un bene che sapessero della loro relazione ma non era importante, non in quel momento dato che era completamente fuori di se «Non capisco cosa tu voglia » rispose a tono l'altro che si era innamorato di Midoriya al festival scolastico.
Todoroki era certo che Katsuki si fosse comportato in quel modo solo per capriccio, era certo che avesse rifiutato i sentimenti del ragazzo e che certamente non lo amasse come invece lui faceva, quindi si disse che non gli avrebbe permesso di intromettersi e portarglielo via solo per ripicca.
«Kacchan, per favore calmati » implorò con gli occhi sgargianti e gentili Midoriya toccando appena il suo braccio destro muscoloso e teso, bastò quel tocco gentile perché il muscolo si rilassasse e perché egli smettesse di essere fuori controllo, eppure il suo sguardo faceva ancora scintille, eppure era ancora minaccioso come un leone che difende il suo territorio.
Deku scivolò dalla sedia, maldestro come sempre, e finì fra le braccia del biondo che lo aveva sollevato e posto sopra di se velocemente impedendogli di cadere rovinosamente al suolo e farsi male, oltre che a fare una terribile figuraccia davanti a tutti.
Aveva spostato le sue braccia che da una posizione combattiva erano passate a stringere delicatamente la vita del ragazzo dalla chioma verde e aveva appoggiato il suo naso sul tessuto della giacca grigia del suo ragazzo, velocemente si era calmato e questo non era mai successo, dopotutto quando si arrabbiava continuava a sbraitare per ore.
«Kacchan, su, lasciami » babettò l'altro in pieno imbarazzo mentre Katsuki se ne stava appoggiato alla sua schiena con gli occhi chiusi e un tenue sorriso stampato in viso, quel ragazzo aveva un forte ascendente su di lui e se solo avesse voluto sarebbe stato capace di manovrarlo come una marionetta, seppure non lo sapesse.
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