Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

•Capitolo IV •

Il giorno dopo il ragazzo si era obbligato ad indossare nuovamente l'uniforme scolastica ed entrare nella sua classe, era così ansioso che arrivò prima di chiunque altro, cosa piuttosto insolita per lui.

Era seduto sul suo posto rimasto vuoto per una settimana e mezzo, la schiena ricurava e la testa bassa con lo sguardo fisso sul legno del banco, ad osservarlo pareva portare un invisibile peso sulle spalle che gli impediva di mantenere la sua solita postura corretta e forse non era un'impressione errata.

Lentamente tutti entrarono nell'aula e non ci volle molto perché si accorgessero che il ragazzo dai capelli verdi era tornato ad occupare il suo solito banco, così felici lo circondarono per parlargli ma ciò che videro fu più un cadavere che un ragazzo.

La sua voce era debole, il suo sorriso chiaramente forzato, gli occhi rossi un po' cupi contornati da profonde occhiaie violacee, le guance appena scavate, la pelle bianca, un pallore innaturale e preoccupante ed infine le sue labbra distrutte lo rendevano quasi irriconoscibile.

Non c'era più un briciolo della sua solita vitalità, del suo entusiasmo, della sua serietà o della sua passione rivolta alla scuola, agli allenamenti e sopratutto al mondo dei supereroi, di lui pareva essere rimasto solo l'aspetto che però si era comunque rovinato.

Bakugou aveva appena varcato la soglia della classe, si era guardato attorno notando che la classe pareva aver ripreso la vivacità che aveva peso dopo che Midoriya si era dato malato, ma questa sua convinzione durò poco, gli basto sentire le voci alterate di alcune delle ragazze.

«Midoriya ma che hai? » «Ah, non so, non riesco a riposare » sussurrò talmente piano che il biondo ebbe paura di esserselo immaginato, poi, quando per puro caso si aprì uno spiraglio nella folla attorno al suo banco rimase senza parole, non lo aveva mai visto in quello stato.

Eppure non disse nulla, era vero, era molto preoccupato ma non era da lui esternare i suoi sentimenti e in più perché doveva darsi pensiero per quel ragazzo, già era tanto che avesse cominciato a considerarlo nuovamente come suo amico, questo era ciò che si ripeteva a causa del suo orgoglio.

Si sedette sul suo banco senza però negarsi di lanciare un' ultima occhiata verso il ragazzo, fu in quel momento che dopo più di una settimana e mezzo i loro occhi si erano scontrati, vide le gemme smeraldo del ragazzo spalncarsi e poi lo vide voltare il capo velocemente, questo lo infastidì.

Midoriya aveva sentito il cuore fermarsi per poi riprendere veloce come mai nel suo petto, sentiva un calore sconosciuto divampare nel torace e sulle gote e fu fortunato poiché prima che i suoi compagni di classe potessero rendersene conto era entrato il professore.

Gli occhi spalancati erano fissi sulle sue mani che presentavano profonde cicatrici, i palmi erano sudati e non riusciva a smettere di giocherellare con i pollici in modo nervoso nel vago tentativo di cacciare dalla testa l'ipotesi che si fosse innamorato, lui non era gay, non poteva esserlo e poi perché mai sarebbe dovuto piacergli proprio lui?

Il professore Ayazawa inizialmente non aveva prestato molta attenzione agli studenti, ma non ci volle poi molto perché si accorgesse di quella chioma scompigliata tanto peculiare che non sarebbe dovuta essere al suo posto, sapeva che l'anziana donna che lo aveva messo a riposo non lo aveva riammesso oppure lo avrebbe saputo.

«Midoriya, dovresti riposare... » disse von voce preoccupata che stupì tutti, era un uomo che tendeva ad essere quasi inespressivo, che non mostrava il suo orgoglio per la bravura dei suoi studenti e neppure la sua preoccupazione quindi fu inaspettato, ma come dargli torto dato l'aspetto del ragazzo.

«É inutile » rispose solamente l'altro abbassando ancora di più lo sguardo sentendo quel peso soffocarlo ancora, negare ancora l'evidenza e tutti quegli sguardi puntati a dosso avevano fatto nuovamente dilagare quella fastidiosa sensazione nel suo petto, quasi fosse obbligato ad affogare in quel mare ignoto.

Poi il professore parlò, disse qualcosa che forse sarebbe stato meglio non avesse detto, i fatti chiese a Bakugou di accompagnare Midoriya nell'infermeria della scuola e il biondo non poté sottrarsi dato lo sguardo severo dell'uomo puntato su di se.

Fu proprio per questo che i due si ritrovarono a percorrere i silenziosi corridoi della scuola a quell'ora deserti, dopotutto ogni studente si trovava nella sua classe ad ascoltare la lezione, la prima della lunga giornata scolastica.

In quel tetro silenzio rimbombava il suono dei loro passi lenti, delle loro suole a contatto con il pavimento, dei loro è respiri che scivolavano fuori dalle loro bocche e il suono affannato dei respiri imbarazzati e strozzati che faceva il ragazzo dalla chioma smeraldo.

Era come se ci fosse un nodo grosso alla base della sua gola che impedisse all'aria di arriverebbe bene ai suoi polmoni, sentiva come se una mano invisibile stesse stringendo il suo petto mentre il suo cuore batteva sempre più veloce nella gabbia toracica, fu la sua conferma.

La presenza del biondo lo agitava, lo mandava in panne in un modo particolare che mai prima di allora aveva avuto modo di sperimentare e se il panico lo aggrediva in maniera evidente in tale misura desiderava potersi avvicinare ulteriormente al ragazzo nonostante le sue insicurezze e le paranoie che gli permettevano di non agire.

Bakugou si stava preoccupando, per quanto furi avesse la sia solita espressione, sentire il respiro spezzato e le difficoltà che Deku pareva avere nel respirare gli stavano facendo provare una gelida sensazione, forse la cosa più simile alla paura che avesse mai provato eppure, nonostante questo, non una parola sfuggì al suo controllo.

Lo accompagnò fino alle porte scorrevoli sulle quale era stampata la scritta che segnalava che quella era l'infermeria, aspettò finché egli non ne ebbe fatta scorrere una, finché non fu sicuro che recovery girl sapesse che era lì e poco prima di lasciarsi quel ragazzo alle spalle sussurrò «Rimettiti » con voce tanto bassa che l'altro ebbe paura di aver solo sognato quelle parole così gentili e cariche di preoccupazione venire dalla stessa persona che pareva sempre fredda.

Gli parve un sogno la possibilità che lui si fosse preoccupato delle sue condizioni e dopo molto tempo un tenue sorriso ma completamente sincero varcò quel volto lentigginoso.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro