"Non posso farlo, non riesco. No, devo dirglielo. Ma come? Devo farlo e basta. Non ho molto tempo, devo farlo prima che parta".

Esco di casa in fretta.

<Alla stazione, per favore> dico, salendo sul taxi.

C'è traffico, è ora di punta. Nel taxi ripenso a quello che gli dirò e a come trovare il coraggio di farlo. Non ho molto tempo, ma devo farcela.

Senza che me ne renda conto, il taxi si ferma alla stazione. Pago e scendo dal taxi. Guardo l'orologio. Il treno sta per partire, mi devo sbrigare. So dove andare perché mi ha detto il binario. Corro più veloce che posso per la paura di non farcela. Eccolo, quello è il suo treno. Salgo e comincio a cercarlo in tutte le carrozze.

A un tratto lo vedo. È lì, seduto, ignaro di quello che sta per accadere. Non può immaginare cosa ho da dirgli. Solleva lo sguardo e mi vede. Non sapeva che sarei venuta. Ci saremmo dovuti vedere al suo ritorno, tra una settimana. E invece sono qui, rossa e col fiato corto per la corsa.

Mi avvicino. Vedo che il posto di fronte a lui è libero e mi siedo.

<Ciao> mi saluta.

<Ciao.>

<Come mai sei qui? Ti avevo detto che non era necessario venire, tesoro> mi dice sorridendo. È felice.

Adoro quel sorriso, e mi dispiace che quello che gli dirò, lo cancellerà dal suo viso. Ma sono venuta fin qui per parlargli e non mi lascerò distrarre. Sono determinata, anche se molto nervosa.

<Allora? Come mai sei qui? Ti mancavo già?> Mi dice quasi ridendo.

Ok. Devo respirare. Non devo guardarlo negli occhi. Conto fino a 3 e parlo. Ok. 1, 2, 3...

<Ti ho mentito> dico, con gli occhi bassi.

<Mi hai mentito? Riguardo a cosa?> chiede confuso.

Rimango in silenzio. Ok, coraggio.

<Ti ho mentito sui miei sentimenti> dico tutto d'un fiato.

Vedo dal viso che comincia a preoccuparsi. Non è più sereno.

<In che senso? Non capisco.>

<Mi dispiace, ma non posso sposarti.>

<Continuo a non capire. Sembravi felice quando ti ho fatto la proposta. Anzi, eri felice! E hai detto di sì!>

<L'ho fatto perché non volevo ferirti. Pensavo di riuscire a farcela, ma non posso. Non posso farti questo.>

<Non volevi ferirmi? Beh, lo stai facendo adesso! Come puoi dirmi queste cose? Non mi dai neanche una spiegazione? Non mi guardi neanche in faccia?>

<Mi dispiace.>

Tolgo l'anello dal dito e lo appoggio sul tavolino in mezzo a noi. Mi alzo in fretta, prima che lui mi fermi o mi chieda altro. Non riuscirei a parlargli ancora in questo momento. Scendo dal treno appena in tempo. Le porte si chiudono dietro di me. Mi siedo su una panchina lì di fronte e le lacrime cominciano a scendere. Mi dispiace avergli mentito, ma ho fatto una promessa a mio padre e la devo rispettare.

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