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Childish


Secondo capitolo

"Sii te stesso, tutto il resto è già stato preso" 

Oscar Wilde

È normale sentire il fiato pesante come un macigno? Non riuscire a capire se le gambe siano attaccate alle anche e non essere in grado di percepire il cuore all'interno della gabbia toracica?

Se non dovessi piacere agli insegnanti e fossi considerata inadatta? Se, in realtà, non fossi fatta per questa vita e questa passione? Ma, soprattutto, perché sto pensando queste cose ancora prima di entrare dentro quell'edificio?

Lascio perdere alcuni vestiti sul letto singolo di camera mia, mi siedo su di esso e cerco di calmare i nervi.

Alla fine, non devo cercare di essere perfetta o assomigliare agli altri, basta che io sia me stessa. Essere sé stessi è la cosa più preziosa che si possa fare. Vai bene proprio perché non sei una copia ma un originale.

Le mie amiche ci sono riuscite, si sono ambientate, Ivy ha anche trovato l'amore lì dentro e Rose ha fatto amicizia con persone diverse da noi due. Non dovrebbe essere così male.

Posso riuscirci anche io, conoscerò persone nuove, studierò discipline per me sconosciute come il Jazz, mi metterò in gioco rimanendo sempre me stessa.

Devo trovare il tasto di spegnimento del fluire dei pensieri. Esiste? Perché vorrei tanto usarlo in questo momento, non riesco a controllarli. Eppure, sono ciò che mi rendono così come sono.

Mi capita di chiedermi che persona potrei essere se non avessi questi pensieri a torturarmi e a nutrire la mia mente e con essa la mia anima. Sarei Erythea Raynolds con il suo fare bambinesco? Non lo potrò mai sapere con sicurezza.

Ispiro profondamente, mi alzo e sistemo i vestiti nella valigia.

Il cellulare mi avvisa dell'arrivo di un messaggio, così mi avvicino alla scrivania, lo prendo e lo sblocco.

Messaggio da Blake

Quando arrivi, ti sistemi e ti tranquillizzi facciamo una video chiamata. E mi raccomando, non farti prendere dall'ansia, lasciati andare e sorridi, che quando lo fai riesci a far invidiare anche il sole.

Sorrido di cuore nel leggere quelle parole. Mi conosce troppo bene e sa che le paranoie prendono il sopravvento quasi sempre, soprattutto in questi momenti. È sempre stato un fratello iperprotettivo e geloso. Digito la risposta ed invio.

Messaggio a Blake

Grazie mille, ti voglio troppo bene e... ci proverò. Lo sai che ci provo sempre.

Ed è vero. Io ci provo sempre. Forse non smetto mai di farlo. Sarà questo il problema? Magari il volermi continuamente diversa da come sono è solo controproducente. Anche questo non posso saperlo.

Metto il cellulare dietro la tasca dei jeans, finisco di sistemare la valigia, aggiungo gli effetti personali e passo allo zaino. Devo mettere dentro i libri dell'università, la quale seguirò part-time. Sono un po' preoccupata al riguardo.

E se non sapessi gestire i vari impegni? Se non potessi trovare il tempo di studiare e dare gli esami prestabiliti? Ivy mi ha detto che lei ci riesce, ma lei è un caso a parte. Riesce a gestire più cose contemporaneamente ed eccellere comunque. È un dono.

Io non so se potrò riuscirci ma ci proverò. D'altronde non ho ulteriori impegni al di fuori dell'accademia e lo studio.

Niente uscite con il fidanzato, niente sorprese, nessuna uscita particolare o anniversari da festeggiare. Scuoto la testa per cacciare via questo vortice di pensieri non desiderati e finisco di preparare il tutto.

Indosso lo zaino sulle spalle, scendo la valigia dal letto e allungo il manico per poterla trascinare dietro di me.

Ieri sera ho ricevuto diverse chiamate da mio padre e da mia madre, ma non ho voluto rispondere. Sono la loro figlia e non sanno quali siano i loro doveri, che poi di doveri non si dovrebbe parlare con il rapporto genitori-figli.

Dove si trovavano quando io soffrivo nel mio letto e non volevo uscire neanche con i miei amici? Dov'erano mentre Clio mi accarezzava i capelli e cercava di farmi mangiare qualcosa? Dove stavano quando Blake mi obbligava ad alzarmi per mangiare e cercava di convincermi a fare l'audizione per la MAS?

Non ci sono neanche oggi ed io non sono disponibile al telefono. Io non li ho trovati quando ne avevo bisogno e loro non mi troveranno più. O almeno, non adesso... poi non so in futuro.

Dopo circa due ore di strada, mi ritrovo di fronte il cancello dell'accademia. Una volta dentro, un senso di tranquillità padroneggia i miei nervi e la mia ansia. Sarà l'odore dell'erba fresca, il colore verde che riempie ogni angolo.

Verde... come i suoi occhi contornati da delle ciglia lunghe e folte da far invidia ad una ragazza. Quegli occhi che mi hanno fatto innamorare perdutamente. Gli stessi occhi che mi guardavano come se fossi il diamante più raro.

Dicono che gli occhi non mentono, sono lo specchio dell'anima. Ed io ci ho creduto, mi sono fidata perdutamente di quei messaggeri dell'anima.

E mi sono sentita crollare quando gli stessi occhi che mi facevano sentire speciale, dopo un anno e mezzo hanno smesso di brillare, di trasmettere amore ma solo indifferenza.

Mi chiedo ancora oggi come sia stato possibile. Come? Perché io ancora mi sento legata a quel verde leggermente spento dei suoi occhi, le sue labbra carnose pronte a lasciarmi baci quando meno me lo aspettavo e le sue mani che spendevano ore ad accarezzarmi fin quando non mi addormentavano tra le sue braccia.

Vengo colta di sorpresa quando due esili braccia mi stringono forte all'improvviso, svegliandomi dai miei pensieri.

-Ciao- urla concitata.

Mi stacco dall'abbraccio e porto una mano sul petto. Credo di aver perso un battito. Ivy fa scomparire il sorriso a trentadue denti ed inclina il capo.

-Ti ho spaventata? -

Sorrido appena. -Giusto un po'... ero sovrappensiero- Come sempre, aggiungo mentalmente.

-Scusami tanto, davvero- Le faccio segno con la mano di lasciar perdere, la guardo, l'abbraccio forte ed espiro profondamente.

Come se avessi trattenuto il respiro da quando sono uscita da casa e avessi trovato solamente adesso il coraggio di lasciarlo andare. Non smetterò mai di ringraziare questa ragazza per accettarmi con tutti i miei difetti e le mie paranoie.

-Sono così contenta di averti qui. Forza, dammi la valigia che ti faccio conoscere i ragazzi-

-Ok- rispondo sorridente per poi aggiustare lo zaino sulle spalle e seguire la biondina della mia vita.

Abbiamo sempre fantasticato, sin da piccole, di andare a vivere insieme noi tre e adesso quel sogno si è avverato. Non poteva accadere nel migliore dei modi, visto che abbiamo realizzato il nostro sogno di fare della danza la nostra vita.

Comincio a sentire dolore al labbro quando tiro via la pellicina. Risucchio il labbro cercando di calmare il fastidio causato da me stessa. Lascio una bretella dello zaino, apro la cerniera esterna, prendo il burro cacao e lo passo sulle labbra idratandole. Almeno così, eviterò di sentirle secche e le lascerò in pace per qualche ora.

-Labbra secche? - chiede Ivy prima di chiamare l'ascensore.

-Sì, sai che tendo sempre a tirare via la pellicina-

-Mmh mmh-

Alzo la spalla e sentiamo il suono dell'ascensore, segno che è appena arrivato. Ci scansiamo per far passare tre ragazzi e una ragazza con addosso tute comode e abbastanza sudati. Salutano la mia amica, mi lanciano uno sguardo tra l'incuriosito e il circospetto e ci superano.

Una volta dentro, noto che l'edificio è formato da sei piani. Ivy preme il terzo piano.

-Rose e i ragazzi ci aspettano al terzo piano. I dormitori sono al sesto, al secondo ci sono le aule prova per i musicisti, al terzo fanno lezione di strumento, il quarto è dedicato alla danza, il quinto al canto e il primo piano alla recitazione e all'arte-

Rimango meravigliata da tutto e Ivy sorride nel vedere la mia espressione. Io e la mia espressività mi hanno sempre contraddistinto dalla massa.

-Ti adoro- enuncia un attimo prima che le porte dell'ascensore si aprano.

-Sembra che il tempo per te non sia mai passato-

Ha sempre detto di amare follemente il mio fare da bambina. Non ho filtri, purtroppo. Se qualcosa non mi va mi si legge in faccia, non riesco a mascherare il tutto. L'ho sempre considerato uno dei miei difetti, sono troppo trasparente e sincera.

Questo mio modo di essere non viene apprezzato da tutti, addirittura viene odiato. Mi è capitato. Per fortuna io so scegliere le persone che posso portare nella mia vita, sono molto selettiva e ci metto del tempo per ambientarmi alle persone.

Il mio spirito di adattamento è molto lento ma duraturo abbastanza da essere solido nel corso della mia vita.

-Seguimi-

Faccio come mi dice e vedo di fronte a me un lungo e largo corridoio, con tante finestre in alto ad illuminare l'intero ambiente, e diverse porte da entrambi i lati di esso. Schiudo le labbra mentre mi guardo in giro, in ogni angolo c'è gente che sprizza vitalità da tutti i pori.

Anche i luoghi privi di vita, alle volte, riescono a trasmettere più positività di un essere umano. È come se riuscissero ad assorbire ogni respiro affannoso, tutte le risate piene di vita e al momento giusto inondare gli spazi circostanti.

-Finalmente- urla Rose venendomi incontro e abbracciandomi forte. Ricambio concitata.

Ci sorridiamo felici come non mai e ci avviciniamo ad Ivy che si trova ai confini del corridoio insieme a tre ragazzi.

Uno più bello dell'altro. Mi avvicino all'orecchio di Rose, prima di arrivare lì, e le sussurro qualcosa.

-Sicuro non ci sia un piano per i modelli?- Incurvo le labbra in giù ed alzo le sopracciglia. Rose scoppia a ridere e scuote la testa.

Appena arriviamo di fronte al piccolo gruppo comincia a parlare il ragazzo più solare dei tre. È alto quasi quanto gli altri due, castano, labbra carnose, il naso alla francese e due occhi grandi e profondi. Davvero bello ed emette subito tranquillità.

Non ho mai visto un viso così particolare come il suo. Ha anche dei nei sulla guancia sinistra che rendono il tutto molto interessante.

-Sono scioccato... davvero- dice lui mettendo una mano sul cuore e fingendosi sorpreso. Capisco immediatamente che non è un attore, visto le scarse doti in questione.

-Di che parli? - chiede Rose.

-Non sapevo fossi così affettuosa- Rose è pronta a controbattere ma la precedo io che prendo la parola.

-Solo una volta l'anno, non ti meravigliare-

Ivy e il ragazzo sorridono, mentre gli altri due ragazzi sembrano non partecipare, in particolare il ragazzo al centro, il quale è leggermente più alto degli altri due ma di una bellezza che ti scombussola.

Capelli leggermente lunghi e scompigliati di color castano scuro, due sopracciglia folte ma capaci di rendere più profondi i due occhi spaccati e scuri, quasi, come la pece. La barba rasata che delinea la mascella marcata e le labbra leggermente carnose.

Non esiste il piano dei modelli... beh, ci credo poco. Ma poi, quanto sono alti? Ok, sono io troppo bassa ma loro non aiutano, saranno tutti più alti di un metro e ottanta.

-Allora, Ery... il simpaticone in questione è il mio ragazzo Thomas, accanto a lui c'è James e infine Kale-

Thomas mi regala un sorriso sornione che ricambio automaticamente. Questo ragazzo trasuda serenità in maniera disumana. James fa un piccolo cenno del capo, gesto che non sono sicura di notare visto l'impercettibilità del movimento. Infine, guardo meglio il ragazzo che si trova di fronte a me, il quale mi fa un semplice gesto del capo. Decisamente più marcato di quello di James.

E anche lui sembra uscito da un'agenzia di modelli. Il ciuffo corvino all'insù, due occhi spaccati color mandorla, contornati da ciglia lunghe, il naso fine, la barba rasata che risalta le labbra a forma di cuore e carnose. Anche le sopracciglia sembrano curate in modo tale che il viso si ritrovi in perfetta armonia.

James guarda l'orologio sul polso, dà una leggera gomitata a Kale e quest'ultimo annuisce appena. Perché questi due di profilo sembrano disegnati? Non che Thomas sia da meno.

Kale è l'unico che porta uno zaino alle spalle e stringe di tanto in tanto la bretella. Forse studia anche lui all'università come me e Ivy.

Approfitto del momento di distrazione dei ragazzi per fare un cenno di approvazione ad Ivy per il ragazzo che si è scelta. Questo gesto provoca una risata da parte delle mie amiche. Thomas chiede una spiegazione silenziosa alla biondina ma lei scuote la testa e lo abbraccia.

-Sono le otto meno dieci- Annuncia James a voce bassa e strascicata. Ivy si stacca dalle labbra del proprio ragazzo e dedica la sua attenzione a me

-Tesoro, noi abbiamo lezione. Tommy è libero per quest'ora, ti farà fare il giro dell'edificio e ti porterà nella nostra stanza. Ci vediamo più tardi- 

Prende una chiave e la porge al proprio ragazzo. Il quale fa il labbruccio, così Ivy gli lascia un bacio sulle labbra e subito dopo Thomas sorride soddisfatto. Tenerissimi.

-Va bene, non preoccuparti- rispondo. Aggiusto la bandana sulle orecchie e afferro le bretelle dello zaino con entrambe le mani.

-Mi raccomando nana- dice Rose per poi regalarmi una spallata ed avviarsi insieme ad Ivy verso l'ascensore.

-Noi ci vediamo stasera-

Queste parole vengono pronunciate da Kale e per la prima volta sento la sua voce, appena più profonda di James ma più decisa. Si salutano con un gesto del capo, James mi regala un mezzo sorriso, così storpiato da sembrare una smorfia, come se volesse essere gentile ma si sforzasse più del dovuto. E Kale fa un piccolo gesto con la mano destra e si avvia con l'amico.

Thomas prende la mia valigia e mi incita a seguirlo. Ha la t-shirt sgualcita all'altezza dei pettorali ma sembra fatto apposta. La porta fin troppo bene per non pensarlo. Mi ricordo solo adesso di un commento di Rose riguardo lui.

"Sembra che sia nato per sottolineare che la perfezione esiste" . Mi ha sempre detto che si trova benissimo con lui e che il suo essere così genuino, socievole e scherzoso accompagnato da tanta bellezza, ha provocato parecchie scenate di gelosia da parte di Ivy. Questa cosa mi aveva sorpresa poiché la mia amica non lo è mai stata in maniera esorbitante, è sempre stata abbastanza razionale. 

Eppure mi è bastato vederli un paio di minuti per notare con quanto amore si guardano entrambi. Un tempo anche io e lui ci guardavamo così ma poi...

-Sono un po' silenziosi e riservati, ma sono dei bravi ragazzi- Cerca di giustificare i suoi amici, ma invano.

Perché io non giudico i modi di fare di una persona senza nemmeno conoscerla. Non sempre bisogna seguire un copione prestabilito. Nel mio periodo più buio non parlavo per iniziare una conversazione, rimanevo in silenzio, ero più comoda tra i rovi che sulle nuvole. 

I rovi erano reali, solidi e stabili, non ti riempiono di fiabe felici. Le nuvole anche se sono fatte di vapore acqueo sono così cangianti e instabili e si mostrano così soffici e confortanti.

Se ti aggrappi ad un rovo, pur sanguinando e soffrendo, riesci a stare in piedi. Ma che mi dici di una nuvola? Riesci ad aggrapparti al vapore o ti attraversa senza prendersi la briga di sfiorarti?

Ci si sente più al sicuro tra i rovi che tra le nuvole. Riescono a darti un sostegno tra la sofferenza invece di illuderti. Le nuvole ti illudono di stare meglio, senza alcuna ferita, ma una volta sopra sprofondi e ti schianti sul terreno.

Adesso, dimmi... cosa preferisci?

                                                                                                                                     *  

Appena arrivati al sesto piano, quaranta minuti dopo il giro accademico, Thomas mi conduce verso la camera che sarà mia. La porta color noce al centro presenta il numero "112" di colore argento. Tutto molto elegante e di grande impatto.

Thomas la apre e mi fa accomodare. Lascia le chiavi sulla scrivania e porta le mani ai fianchi in attesa che io possa guardare la camera.

È una stanza poco più grande di quella mia, presenta tre letti singoli, uno vicino all'altro, divisi da tre comodini color panna, poggiati alla parate adiacente alla porta d'ingresso. Uno dei tre letti, quello centrale, è sfatto, così la mia mente sfiora una piccola chioma bionda e due occhi azzurri. Guardo Thomas ed indico il letto.

-Sì, è di Ivy... era in ritardo e non ha fatto in tempo-

Sorrido riconoscendo perfettamente la mia amica. Devo dire che se lo è scelta proprio bene il fidanzato. Non solo è bello e simpatico, è anche intelligente. Gli ho già detto di prendersi cura della mia amica se non vuole ritrovarsi con una sola gamba. Non mi è sembrato per niente stupito dalla minaccia, anzi mi ha riferito che anche Rose l'aveva 'avvertito' amichevolmente.

Di fronte i tre lettini è presente un armadio a sei ante, dello stesso colore dei comodini, e alla parete attigua è presente un mobiletto con sopra un televisore e una scrivania. Accanto all'armadio c'è una porta, la quale conduce al bagno.

-Wow- dico.

-Bella vero? – chiede con un sorriso. Ho già detto che si ritrova un bellissimo e contagioso sorriso? Sono così contenta per Ivy. Si merita un ragazzo dolce e premuroso che si prende cura di lei e lui sembra rispecchiare i canoni... per il momento.

Spero non le lasci la mano quando ne avrà più bisogno, che la protegga anche da sé stessa se dovesse essere necessario, che il suo amore possa sovrastare tutte le difficoltà che la vita ti presenta.

-Sì, è tutto perfetto... perfino il letto disordinato di Ivy- Ridiamo.

-Ascolta... io dovrei avere lezione, quindi...-

-Vai pure, tranquillo e grazie!- Lo accompagno alla porta e ad un tratto Thomas si volta con le mani in aria. Aggrotto le sopracciglia incuriosita dalla sua reazione improvvisa.

-Ah dimenticavo!- Chiude le mani in due pugni e risucchia le labbra carnose per poi lasciarle andare. -Noi, usciamo insieme ogni martedì e ogni giovedì sera, perché il week-end Kale lavora e non può esserci-

-Oh, ok... nessun problema-

-Perfetto... può capitare che ci riuniamo per guardare un film, insomma tanto per stare insieme. Visto che sei la migliore amica di Rose e Ivy, è giusto che ci sia anche tu-

-Grazie Thomas, sei un amore- dico, dando voce ai miei pensieri. Quasi mi pento, però, quando del rossore appare nelle sue guance, non ne vedo la ragione. Si porta una mano dietro il capo e sorride. Ma è anche timido? Un punto a suo favore.

-Allora, ci vediamo-

-Ciao-

Lo saluto e lo vedo scomparire dietro l'angolo. Chiudo la porta alle spalle e comincio a sistemare i vestiti nella mia parte dell'armadio. Quella centrale e quella di sinistra sono occupate dai vestiti delle ragazze.

Dopo qualche minuto, sistemo lo spazzolino nel bagno, il quale è di media ampiezza. Ci sono due piccoli lavandini e una vasca da bagno. Lascio lo zaino con i libri dentro la mia parte dell'armadio ma prima prendo il quadernetto azzurro e il libro sulla mitologia greca.

Il mio letto dovrebbe essere quello vicino la porta, perché quello centrale è di Ivy e l'ultimo ha sopra un piccolo peluche della sposa cadavere, appartenente a Rose. Solo lei è pazza di quel cartone animato.

Quando cerco di aprire il cassetto del mio comodino sembra bloccato. Faccio una smorfia, lascio i due libri sul letto e cerco di fare più pressione su di esso.

È davvero strano, non c'è un manico e anche se cerco di tirare i lati non ci riesco. Sto cominciando a sudare così lo sposto dal muro. Controllo se dietro è presente qualche indicazione di apertura, ma niente.

Mi metto sulle ginocchia, tengo con la sinistra il comodino e con l'altra cerco di spingere in fuori il cassetto. Che poi... sono due o uno? Non si capisce. Perché fare dei comodini così complicati e super moderni?

Sento bussare alla porta così emetto un grande respiro ed apro. La ragazza bionda e sorridente fa nascere una smorfia quando nota le mie condizioni. Sicuramente la bandana nera sarà disordinata insieme ai capelli e sarò paonazza in viso per via degli sforzi che ho fatto fino a qualche secondo prima.

Solo dopo mi rendo conto che dietro la ragazza c'è un ragazzo alto con i capelli neri e due occhi azzurri. Perché sono così belli i ragazzi qui? Che mangiano?

Il ragazzo china il capo per nascondere un sorriso e guardarmi da sotto le sopracciglia, più chiare rispetto ai capelli. Forse li avrà tinti quest'ultimi. Cerco di ricompormi, togliendo la bandana dalla nuca, passarmi le mani tra i capelli per poi lanciare la bandana sul letto.

-Scusate... è che il comodino non...- Scuoto la testa pensando al fatto che a loro non importa sapere la mia guerra personale. -Ditemi pure-

Perché sono così impacciata? Mi maledico mentalmente.

-Ciao, io sono Kate e lui è mio cugino Josh- Quest'ultimo mi fa un cenno con la mano. -Sono l'ex coinquilina delle tue amiche, ho dimenticato qui la mia spazzola ieri... posso prenderla?- dice indicando la porta alle mie spalle e chiedendo implicitamente il permesso di entrare.

-Sì certo, accomodati-

-Grazie-

Le faccio spazio e lei si dirige a passo spedito in bagno. Sorrido al cugino cercando di non sentire la pressione dell'imbarazzo che c'è tra due sconosciuti lasciati soli in una stanza. Quando ritorno a guardarlo lo sorprendo già con lo sguardo su di me, ma non distoglie l'attenzione, anzi, inclina il capo e fa un mezzo sorriso.

Gonfio le guance e lascio andare via l'aria pian piano facendo qualche pernacchia. Il ragazzo sorride ed io mi rendo conto di aver fatto un'altra bellissima figura. Il problema è che quando sono in imbarazzo continuo a muovere freneticamente le labbra, faccio il pesciolino, le mordo, passo l'aria da una guancia all'altra, passo la lingua idratandole, le stringo, le arriccio e così via.

-Trovata- dice Kate salvandomi dall'imbarazzo. Il fatto che anche lui sia bello da togliere il fiato, non aiuta.

-Grazie mille, adesso ti lasciamo in pace. Andiamo Josh-

Kate lo supera e scompare dalla mia visuale. Josh guarda il comodino e lo indica.

-Posso...?-

La sua voce è meno profonda rispetto a quella di James e Kale. Schiudo le labbra e faccio una piccola smorfia.

-Credo sia rotto, ne parlerò con il direttore... grazie lo stesso-

Comincio a mordermi il labbro e percepisco la pellicina secca, così inizio a tirarla. L'effetto del burro cacao è scomparso. Josh è davvero alto e ha un viso molto particolare e pulito, non dovrebbe avere più di ventidue anni.

Alza le sopracciglia come se volesse sottolineare la sua richiesta. Sollevo le spalle e gli faccio segno con la mano. Sorride, mostrando la schiera di denti perfettamente curati e bianchi e si china sulle ginocchia. Poggia i due pollici sotto il comodino, all'altezza del bordo e il cassetto si apre.

Apro la bocca e spalanco gli occhi scioccata. Io ci provo da un sacco di tempo inutilmente! Era difficile mettere delle istruzioni o una freccia con su scritto come fare? Non tutti conoscono questi comodini. Josh, ancora nella stessa posizione, alza il capo per osservarmi e sorride quando nota la mia espressione bambinesca.

Mi ricompongo e porto i capelli dietro le orecchie.

-Giuro che non si faceva... io... comunque, grazie tante- Smetto di farneticare e sorrido leggermente impacciata. Josh si alza e porta le mani ai fianchi. Sento il suo sguardo bruciare sul mio viso e per qualche secondo sulla mia figura.

-Per ringraziarmi basta che tu mi dica il tuo nome-

-Erythea, ma puoi chiamarmi Ery- Mi stringe la mano e noto immediatamente la sua temperatura corporea decisamente più alta rispetto alla mia.

-Josh-

Dopo dei secondi indefiniti lascio andare la presa poiché il ragazzo non sembrava volesse staccarsi. Lo sento ripetere più di una volta il mio nome sottovoce. So per certo che il mio nome è abbastanza particolare. Ispiro profondamente e porto il labbro superiore tra i denti, dovrebbe esserci qualche frammento di pellicina da poter tirare.

-Allora ci vediamo- dico.

Odio avere questa sensazione di imbarazzo addosso. È opprimente e non riesco ad essere me stessa. In più questo ragazzo sa di essere bello e non va bene. Cioè non per me, ma per lui va più che bene... essere sicuri di sé ed avere un'ottima autostima di sé stessi aiuta a raggiungere più facilmente gli obiettivi che vengono prefissati.

-Lo spero... Ery-

Marca leggermente il mio nome appositamente. Mi sorride guardandomi da sotto le sopracciglia ed esce. Chiudo la porta e mi poggio su di essa per poi chiudere gli occhi.

Troppi nomi nuovi da aggiungere al quadernetto, ma abbastanza tempo per farlo. E non vedo l'ora di aggiungerne altri.



SPAZIO AUTRICE

CIAO A TUTTE!
Ancora la storia deve prendere la piega giusta, stiamo conoscendo un po' di più la nostra protagonista: è un po' impacciata, insicura, spontanea e molto solare. Anche se ha la propria mente contro, ecco perché ci sono molte cose ripetute, vorrei farvi entrare proprio nei pensieri di Ery.

Conosceremo meglio questi gran bei ragazzi, ognuno con una personalità particolare.

Ery pur notando la bellezza, avrà la testa da un'altra parte...

Detto questo, lasciate QUALCHE VOTO E QUALCHE COMMENTO. Per me sono importanti,mi farei anche quattro risate.

Un bacio,
-N.

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