18
Sono quasi le quattro del mattino quando usciamo dal pub. Dopo la mia "verità" ho continuato a sentire addosso gli occhi di Giò.
Mi sono sentita così vulnerabile, che ho iniziato a preferire gli obblighi alcolici per alleggerire un po' il groviglio di pensieri che si stava formando nella mia testa.
I ragazzi hanno seguito il mio esempio, ed il risultato è un gruppo di persone brille che trascinano i piedi per tornare al villaggio.
Ho un leggero sussulto quando si alza una folata di vento, facendomi venire la pelle d'oca. Stefano si sfila la giacca e l'appoggia su di me, poi mi cinge le spalle con un braccio e inizia sfregare piano per infondermi un po' di calore. Gli sorrido e lo ringrazio, continuando a camminare al suo fianco insieme a tutti gli altri.
«Ragazzi questa serata mi ha stesa. Non era ancora capitato di fare così tardi, ho i piedi a pezzi! Quanto può essere pericoloso camminare scalzi?» Bea ridacchia mentre si appoggia a Giò per togliersi la prima scarpa. I suoi occhi si puntano su di me, lo vedo spostare lo sguardo sulla mano di Stefano ancora sulla mia spalla. Fa un ghigno, poi torna a guardare Bea.
«Una ragazza come te non dovrebbe mai camminare scalza per strada. Dai, monta.» si accovaccia davanti a lei, che non esita un solo secondo e gli monta a cavallo sulla schiena.
Ci siamo teletrasportati in un drama coreano e non me l'hanno detto, per caso?
«Allora esistono ancora i gentiluomini!» Sorride con le labbra troppo vicine al suo orecchio.
«Beh, siamo una razza in via d'estinzione in effetti.» Giò volta appena il viso per risponderle, le loro bocche sono ad un centimetro di distanza. Sento lo stomaco stretto in una morsa che mi fa un male quasi fisico. Stringo d'istinto i pugni conficcandomi le unghie nei palmi. Li sento bruciare tanta è la forza che ci sto mettendo.
«Vorrà dire che dovrò approfittarne, allora.» la voce di Bea si è fatta bassa, sensuale.
Aspettiamo di arrivare alle stanze o volete accoppiarvi direttamente in strada?
«Bella idea, Giò! Becca, vuoi salire anche tu?»
Guardo Stefano, che ha la bocca tirata in un gran bel sorriso, e poi Giò, che si è girato verso di noi senza alcuna espressione in viso e attende la mia mossa.
Aiuto! Ho davanti due opzioni:
1- salire sulla schiena di Stefano e fare lo stesso gioco di Giò, sfidarlo e fargli vedere che posso essere stronza tanto quanto lui, se non di più.
2- rifiutare la sua offerta ed essere "superiore". Mostrare che non importa quanto cerchi di farmi ingelosire, a volte le parole contano più dei fatti. Le nostre, stasera, non posso lasciarle passare come se nulla fosse. Questa è una di quelle occasioni in cui la mia bocca deve riuscire ad andare al passo con quello che sento dentro.
«No grazie, i tacchi li sopporto abbastanza bene, posso tranquillamente continuare a piedi.» gli faccio un sorriso per ringrazialo dell'offerta e proseguo a camminare sorpassando al coppia che si diverte a giocare al cavalluccio per strada. Sento di nuovo gli occhi di Giò bruciare sulla schiena. Io e Stefano siamo davanti agli altri di qualche passo, non posso vederlo, ma come sempre percepisco chiaramente il suo sguardo su di me.
Sei contento, Giò? Sono stata brava stavolta? Tu azzardati a tirarmi un altro colpo basso del genere, e ti faccio rimpiangere di essere nato!
Il tragitto prosegue tranquillo mentre chiacchieriamo tutti insieme del più e del meno. In poco tempo siamo dentro al villaggio, ci fermiamo davanti ad un bivio che porterà ciascun gruppo alle proprie stanze.
«Ragazzi che ne dite? Andiamo al mare insieme domani pomeriggio? Sono le quattro passate, la mattinata credo che ce la dormiremo tutti quanti.» chiede Joele.
«In realtà dicevo prima a Becca che ha messo pioggia per domani, però possiamo trovarci verso le tre al bar vicino alle piscine e vedere insieme cosa fare...» risponde mio cugino.
«Andata allora! Giò, mi accompagni fino alla stanza? Non credo di riuscire ad appoggiare i piedi a terra ora che li ho tenuti sollevati per tutto questo tempo.»
Ma questa una dignità non ce l'ha? Deve proprio buttarsi ai suoi piedi così? Poteva portarsi un vibratore se è così in astinenza. Sono sicura che ci sia anche un sexy shop qua dentro, potrei procurargliene uno!
Sono pronta al gancio finale quando Giò mi sorprende.
«Scusami Bea, sono stanco morto, ho bisogno di buttarmi nel letto e ricaricare le batterie. Ti lascio alle possenti braccia di Stefano.» Gliela passa con nonchalance, come si farebbe con un sacco di farina, scongiurando così anche un eventuale proposta da parte di Ste ad accompagnare me in camera.
Niente male Giò. Potrei quasi perdonarti. Quasi.
****
La suoneria del cellulare mi distoglie da quella meravigliosa cosa che amo quasi più del cibo: dormire.
Ma chi cavolo telefona alle... Due del pomeriggio?? Ma questo non è sonno, è un coma!
Guardo il display e vedo "Nonna Caterina" lampeggiare ripetutamente. Mi bruciano gli occhi, fatico quasi a tenerli aperti. Mi schiarisco la voce e rispondo.
«Pronto?»
«Pronto?» Mio Dio ti prego no. Appena sveglia non posso farcela ad affrontare una conversazione con lei.
«Sì nonna, sono Becca!»
«Oh ciao tesoro, dimmi tutto.»
«Nonna ma hai chiamato tu!»
«Io?»
«Sì.»
«Quando?»
«Adesso, nonna.»
«Ma come ho fatto? Io volevo caricare il mio video su Bube.»
«YouTube, nonna. Ma cosa vuoi caricare che non riesci nemmeno a telefonare?!»
«Senti carina, ti ho insegnato io a non cagarti nelle mutande, sai? Tua madre ci aveva rinunciato!»
Scoppio a ridere immaginandomela con il suo dito ossuto puntato contro di me.
«Lo so nonna, grazie, mi è tornato molto utile!»
«Senti, piuttosto che fare la spiritosa dimmi un po', siete atterrati?»
«Nonna... è mercoledì! Siamo atterrati domenica nel primo pomeriggio.»
«Ma non sei partita domenica mattina?»
«Sì.»
«E già nel pomeriggio eri atterrata? Volano così veloci quei cosi?»
«Eh già, ne abbiamo preso una che faceva poche fermate.»
«Bravi, avete fatto bene, sennò tutto quel sali e scendi di gente diventa anche fastidioso ad un certo punto.»
E certo...
«Va bene tesoro, vuoi salutare il nonno?»
«Certo, passamelo!»
«È uscito, è andato al bar a giocare a carte.»
....
«Ah. Va beh, salutamelo tu appena rientra allora.»
«Certo tesoro, adesso attacco che devo capire come caricare il mio video, ho fatto una tuta per far vedere come si fanno le polpette.»
«Che tuta?»
«Non lo so, tuo cugino mi ha detto che quando si fanno i video per spiegare le cose si chiamano tute, io non ci capisco un cazzo di queste cose.»
«Tutorial, nonna, non tuta.»
«Ah ecco sì sì brava, pure lui ha detto così! È vero che quando c'è il plurale si mette la 'L' alla fine.»
No va beh, io ci rinuncio.
«Si esatto, brava nonna! Se non riesci poi ti aiutiamo io e Lore quando torniamo, okay?»
«Grazie Becca, allora ci sentiamo eh! Grazie per la telefonata.»
«Mi hai chiamata tu!»
«Io?»
«Sì.»
«E come ho fatto? Io volevo caricare un vid-»
«Sì okay nonna, a presto, ciaaaao.»
Non so perché, ma quando chiudo una telefonata con nonna Caterina ho sempre la sensazione di aver appena fatto due ore di palestra. È sfiancante quando cerca di avere a che fare con la tecnologia.
Guardo di nuovo l'orario, possibile che abbia dormito per nove ore? Questa vacanza sta risvegliando il mio lato pigro. Non che fosse chissà quanto nascosto in effetti... e poi devo ancora riprendermi dalla prima nottata passata praticamente insonne.
Mi preparo mentalmente per affrontare un'altra giornatina leggera con quel mestruato di Giò. Chissà cosa si inventerà oggi per farmi scervellare... Sta a vedere che alla fine dovrò anche ringraziarlo, mi sta facendo tenere la mente allenata!
Poi adesso ha anche una compagnetta di avventure; sono sicura che lui e Bea, insieme, riusciranno a farmi uscire anche il fumo dalle orecchie.
Me li vedo già, sempre complici, sempre vicini... nella mia immaginazione io sono appostata qualche passo dietro a loro e gli tiro pallette di cacca tra i capelli. Così Giordano vedrebbe che i capelli della sua bella stangona non sono affatto naturali come vuol far credere!
Certo, come se ad un qualsiasi uomo potesse importare se l'acconciatura è frutto di ore ed ore di messa in piega, oppure una cosa naturale.
Stupida, stupida Becca.
Beh, posso almeno sperare che sia antipatica, no? Certo, ieri sera non sembrava, ma vai a capire! Magari aveva già bevuto tanto e questo la rendeva più socievole e simpatica. Magari senza l'alcol in corpo è acida e viziata. Giordano non le ha mai sopportate quelle con la puzza sotto al naso. Infatti non ho mai capito come abbia fatto a stare con Isabella. Lei era la regina delle snob!
Beh, comunque non è questo il punto. Il punto è che mancano quaranta minuti all'appuntamento ed io devo farmi una doccia, vestirmi e rendermi almeno presentabile. Non sarò gnocca come BambolonaBea, ma faccio ancora la mia porca figura. Voglio lasciare Giò a bocca aperta anche oggi; voglio che guardi anche me.
Cosa vuol dire quando una persona ti fa incazzare continuamente, riesce sempre a farti sentire male, eppure non vedi comunque l'ora di vederla? Che sei fregata, vero?
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