Il Bosco
Continuava a camminare senza una meta maledicendosi del perché si fosse lasciato incantare dalle parole di quella anziana donna.
Nemmeno la conosceva, non era del suo paese,non l'aveva mai vista, poteva essere chiunque dal suo punto di vista .
Una pazza?
Forse ,ma decisamente i suoi ragionamento erano più che lucidi e concreti.
Una vecchia visionaria?
Naaah, le sue parole sembravano più vere che fantasiose,un po' strane in verità, ma seriamente erano molto coerenti col discorso che portava.
Magari era una truffatrice?
Una di quelle che ti trascina in un baratro e ti lascia morire lì in fondo,
eppure i suoi modi così
Gentili e il suo parlare così cauto e flebile e delicato... Naaah era da escludere. Ma poi era troppo anziana.
Se fosse stata una truffatrice sarebbe stata presa subito. In fondo camminava anche con un bastone e si era accorto che zoppicava anche un po' .
Tamaki continuava a ripensare a quella anziana mentre continuava ad inoltrarsi sempre più in quella foresta senza sapere nemmeno che direzione avesse preso.
I suoi pensieri verso di lei gli avevano fatto perdere il razionicidio, portandolo a distrarsi mentre entrava lì dentro senza minimamente pensare alle conseguenze.
Tutto era abbastanza spettrale .
L'oscurità che i grandi alberi davano alla zona circostante per la loro fittizia vegetazione e per il fatto che fossero anche tanto vicini fra loro ,il fruscio del foglie ad ogni suo movimento e ad ogni passo che le calpestava, i rami che si spezzavano o piegavano sotto i suoi piedi o altri che spostava con le mani graffiandole per potersi fare strada in quel luogo che sembrava non avesse direzioni.
Il mormorio di strani versi che eccheggiavano nell'aria ,rumori cupi e amplificati dall'altezza di quegl'alberi ,abbinati allo spazio circostante e che ne faceva da eco, portò un'improvvisa ansia al ragazzo.
Quasi si pentí di essersi lasciato trascinare dalle parole di quella anziana, ma era stato più forte di lui , non era riuscito a non sentirsi incuriosito dal suo racconto ed ora era lì e probabilmente si era perso e forse non ne sarebbe più uscito e ancor peggio ,forse, si sarebbe imbattuto nel mostro ,che magari, dopo una bella mangiata , si sarebbe pulito i denti con le sue ossa.
Ma chi glie l'aveva fatto fare?
Un ramo spostato con la mano scivolò da essa ritornando al suo posto proprio mentre Tamaki fece un altro passo in avanti finendogli direttamente in faccia ,proprio vicino a gli occhi e le foglie che vi erano vicine li graffiarono provocandogli una smorfia di dolore prima di portarsi le mani sul viso come a proteggerli ,ma oramai il danno era fatto.
- Cavoli che dolore.
Era ritornato di qualche passo indietro senza poter vedere nulla.
Si era poggiato ad un albero e cercava con calma di prendere un fazzoletto dalla tasca per asciugare le gocce di lacrime che quella botta gli aveva fatto uscire e per cercare di pulirsi. Sentiva come se qualcosa gli avesse graffiato l'interno o vi fosse entrato che gli dava un gran fastidio ,quasi non riusciva ad aprire gli occhi.
Con molta lentezza si ripulí ,provò ad aprirli ma per suo rammarico , vedeva ombrato.
Era nei guai.
Ora si che era veramente nei guai.
Appoggiato a quel tronco si lasciò scivolare affranto richiudendo gli occhi.
-Non è possibile. Sono davvero una frana senza Mirio.
Forse se resto un po' fermo e con gli occhi chiusi il fastidio a gli occhi scomparirà.
Un sorriso sarcastico.
-Me la sono cercata.
Già, si era lasciato trascinare da quelle parole così profonde e magnetite.
"Cosa aveva detto quella donna?"
Le parole gli ronzavano ancora in testa.
"-Bello vero?
Sai, si dice che esista un attimo del sorgere del sole e del suo tramontare dove si incontra con la sua metà buia e oscura ed allora capisce che non è completo, che gli manca qualcosa, come se gli fosse stato strappato qualcosa che gli appartenesse formando due luci diverse ma che in realtà sono sempre state un'unica cosa.
Ed è quando si incontrano in quell'attimo e si fondono i colori che vedi questa meraviglia. ,come.se volessero ritornare ad unirsi .
L'aveva guardata spaesato ma incantato da quel racconto rivoltandosi a riguardare quello spettacolo di colori che si miscelavano così bene e pensandoci quella storia così surreale poteva anche definirsi vera.
Ma la signora non aveva finito.
Appoggiata a quel vecchissimo pastone di legno ,stringendolo forte,con un intarsio, un disegno inciso sopra di un corvo nero che avvolgeva un bambino quasi a proteggerlo la donna fece ancuni movimenti girandosi verso di lui.erano goffi,dovuti allo strano modo di poggiare un piedi a terra ,quasi come se zoppicasse.
-Dimmi ragazzo,c'è qualcosa che ti turba?
Come aveva fatto a capire come si sentisse?
Non si diede una vera risposta a quella domanda ma semplicemente Tamaki annuí riportando la sua attenzione a quei colori che danzavano sullo specchio d'acqua.
-Che problemi può avere un bel giovanotto come te?
Sbuffò abbassando la testa .
- Più di quanto crede signora.
- Posso esserti di aiuto?sono brava ad ascoltare e trovare soluzioni.
Il minore alzò lo sguardo guardandola negl'occhi. Solo allora si accorse del loro colore. Erano rossi, un rosso fuoco ,nonostante il colore così artdente,emanavano sucurezza. Già davano una sensazione di limpidezza e trasparenza.
Non seppe dire il perché ma cominciò a parlare e raccontare la sua vita e man mano che Tamaki si sfogava veramente per la prima volta ,la donna chiuse gli occhi ascoltando attentamente ogni singola parola fino a quando non li riaprí e disse qualcosa che afferrò il ragazzo nello stomaco.
-Per quello che mi hai detto, io non ci vedo un fifone.
Figliolo. I fifoni ed i vigliacchi sono quelli che giudicano guardando solo le apparenze e non soffermandosi a vedere più in profondità di qualcuno. Persino il tuo amico... Scusa non ricordo il nome , la mia età fa cilecca coi nomi.
-Mirio.
-Si lui. Anche lui ha visto il grande che c'è in te stesso e dare vita vera a ciò che pensi o vorresti fare.
Mi hai detto che pensi a quel bosco, che ti incuriosisce. Allora va.
-Ma al villaggio dicono che ci sia quel mostro...
-Ma. Sarà davvero così ?o sono solo dicerie per non far avvicinare ragazzini per non dare fastidio alla natura circostante? Oppure in quel bosco c'è qualcosa che dà loro fastidio e quindi vogliono evitarlo,oppure ancora , hanno paura di quella foresta solo perché è cupa.
Figliolo a volte l'uomo sà essere davvero poco affidabile, senza sapere cosa vuole o come comportarsi .
Vuoi sapere la mia?
Io non vedo proprio nessun fifone davanti a me. Il solo fatto che tu stia solo pensando a quel bosco ti rende ai miei occhi davvero coraggioso. Non importa quello che possano pensare gli altri ,ma è quello che veramente pensi tu a renderti quello che sarai in futuro."
Una testata a quel tronco.
Le ultime parole della donna prima di congedarsi da lei l'avevano
Convinto a cambiare strada e dirigersi verso quel bosco.
Non si era accorto che mentre si allontanava da lei ,la donna aveva accennato un sorriso che poteva far intendere qualunque cosa.
Ed ora era lì, seduto ai piedi di quella quercia ,gli occhi gli facevano un male pazzesco e non vedeva ,o meglio ,tutto era sfocato e la cosa peggiore di tutte... Era quasi buio ,era solo ed era a rischio , qualche animale selvaggio poteva vivere lì in mezzo e avere fame ,tanta fame. Magari se non erano le bestie sarebbe arrivato il mostro,ma in entrambi i casi era bello morto.
-Se esco vivo da qui, mi ucciderà Mirio. Già me lo immagino.
"Ma come ti è saltato in mente di fare una fesseria del genere senza di me? Ho promesso che ti avrei protetto io. Siamo o non siamo come fratelli ?
-Scusa Mirio. Aaaah.
Non ne faccio mai una buona. Dovrei alzarmi e tornare indietro ,ma, mi sono perso, poi ora come ora gli occhi mi impediscono di fare un solo passo ,sarebbe peggio. Dovrò solo stare attento e riposare magari più tardi starò meglio.
Un improvviso rumore di ali svolazzanti, rami che si muovono come se qualcosa vi si fosse appoggiato sopra e uno strano verso ,tipo un gracchiare,che sembrava appartenere a più di un animale mise in allarme Tamaki che allungò una mano tastando a terra cercando qualcosa per difendersi da qualunque attacco ,trovando sotto mano un pezzo di tronco.
Quello strano verso sembrava amplificato. Ma quanti uccelli erano?
Maledizione alla sua vista.
Li sentiva, riusciva a percepirli. Su quei rami come se stessero aspettamdo la loro preda morire per avvinghiarsi sulle sue carni.
Si rimise in piedi tastando il tronco, non riusciva ad aprire gli occhi ,le mani tese in avanti con quel ramo ben stretto fra di esse muovendolo a destra e sinistra insieme alla testa per ogni piccolo fruscio che sentiva. La sua agitazione provocò una morsa allo stomaco.
La sua fronte cominciò a sudare quelle stesse mani cominciarono a tremare,aveva come la sensazione di essere osservato da qualcosa che si mimetizzava perfettamente con l'ambiente circostante.
Non capi nulla.
D'un tratto il gracchiare divenne più forte e cupo, era un continuo rimbombare di versi che sembravano provenire da tutte le parti.
La sua testa girava da una parte all'altra così velocemente e si malediceva di non poter vedere ,mentre quel bastone fra le sue mani vibrava con loro.
D'un tratto un grosso tonfo ,come se qualcosa fosse caduto dall'alto .
Con un filo di voce tremante trovò il coraggio di pronunciare quelle parole,anche se in cuor suo era letteralmente spaventato.
Aprí lievemente gli occhi cercando di capire cosa fosse, ma la vista non aiutava.
-Ch-chi va là . Chi-c-chi sei? Cosa ... So difendermi. Stammi lontano.
Una grossa macchia scusa mezza ricurva era posizionata davanti a lui.
Riusciva a vedere quell'ombra sfocata ma non capiva cosa fosse e la paura non aiutava minimamente.
-C-c-c-chi sei? Cosa sei? Sei il mostro vero?
La sagoma si era drizzata fissandolo senza parlare.
-Se -sei venuto p-per mangiarmi. Ti avverto la mia c-carne sa di marcio.
Nessuna risposta.
Le gambe tremavano e si scontravano senza rendersene conto.
-I-i-io...
- Non ti mangerei nemmeno se fossi l'ultimo pezzo di carne sulla terra. Sei troppo mingherlino.
-Cosa?
- Ti ho visto entrare qui dentro e ti ho seguito.
-Chi sei?un ragazzo del villaggio.
-Fammi dare un 'occhiata ai tuoi occhi.
Sono gonfi. Devi aver urtato una pianta velenosa.
-I-io non vedo bene. Vedo sfocato.
-Immagino. Aggrappati a me. Ti porto dove posso medicarti.
- P-Posso fidarmi?
-Bhe, hai poche opportunità. O resti qui alla mercé di qualsiasi cosa passi nei dintorni o vieni buono buono con me dove posso curarti. A te la scelta.
Tamaki allungò un braccio che venne afferrato dallo sconosciuto che se lo fece passare da una parte all'altra delle spalle per sostenerlo meglio mentre una mano gli afferrava il fianco per sorreggerlo.
-Andiamo campione. Raggiungiamo un posto sicuro per te.
-G-grazie.
-mgh.
-Io... Mi chiamo Tamaki Amajiki.
-Tokoyami. Io so...
Tokoyami Fumikage.
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