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PSCS

COME (NON) INNAMORARSI DI HOLDEN MORRIS

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PSCS

A volte la notte me ne sto sveglio nel letto e mi chiedo: "Dove ho sbagliato?". Poi una voce mi dice: "Ti ci vorrà più di una notte per questo".

(Peanuts- Charles M. Shulz)

-Allora, ci sarete oggi pomeriggio all'inaugurazione del negozio di mia mamma?- chiudo l'armadietto cercando di non far cadere la pila di libri che Mr. Philips ci ha richiesto.

Oggi andremo in laboratorio per un esperimento di scienze. Estrarremo il DNA dalla frutta.

-Certo bellezza! Come possiamo perderci lo spettacolo di tua madre e Bob che si lanciano occhiate fugaci come adolescenti alla loro prima cotta?

-Innanzitutto non so se ci sarà Bob il bradipo, e poi non pensarci neanche a metterla in imbarazzo.- le punzecchio il braccio.- Forse è davvero tornata in parte adolescente, ma se la mettiamo sotto pressione, col cavolo che si confiderà con me quando ne avrà bisogno.

-Non preoccuparti, tesoro. Zia Pam non ha bisogno di mettere nessuno sotto pressione per capire ciò che c'è da capire.- mi fa un occhiolino.

Scuoto la testa.- E tu, Chas? Hai qualche visita dal dentista?

-Per fortuna oggi no, però per questa settimana hanno spostato il corso di fotografia da domani a oggi perché Mark sarà assente.

-Ah, va bene! Quindi ci troveremo quando finirò con gli allenamenti di basket?

-Certo! Però sapete che non posso tornare troppo tardi a casa. Mi sono già giocata la carta del pappagallo e adesso devo far passare abbastanza tempo prima di inventare altri animali morti.

Inevitabilmente scoppio a ridere.

-Stai tranquilla. Prima che il sole tramonti starai già a casa.- le faccio un occhiolino.

Mi sorride in risposta.

Poi, poco prima di entrare in aula, sentiamo Pam imprecare. I suoi libri caduti per terra con un tonfo sonoro.

-Ehi testa di rapa, nessuno ti ha insegnato a...

Borbotta tra sé, mentre si piega sulle ginocchia per raccogliere tutto; si ferma però poco dopo, quando il colpevole le si para davanti.

-Perdonami, è colpa mia! Mi sono distratto a parlare con il mio amico e non ti ho vista.

Niente di meno che Taylor Redwood si perde in delle scuse, abbassandosi per aiutarla.

Io e Chas ci lanciamo un'occhiata divertita, quando i miei occhi si scontrano con un paio di iridi grigie.

-Ciao Leen.- Holden si tira su gli occhiali sul setto.

-Ehi...- faccio un piccolo sorriso.

Ha le mani sugli spallacci dello zaino, come gli ho visto fare altre volte.

In questo fine settimana ci siamo sentiti solo una volta. Su facebook. Poche ore dopo dal nostro pomeriggio di quasi studio, mi ha inviato dei siti da cui poter attingere per il nostro lavoro su Jane Austen.

-Ohh!- Pam schiude la labbra.- M-ma no, figurati, nessun problema. È anche colpa mia. Sì, perché... voglio dire... potevo camminare anche a passo più veloce, invece di avanzare a passo di lumaca...- si impappina.

Chas nel frattempo ha gonfiato le guance ed è diventata tutta rossa. Questo le succede quando vuole ridere a crepapelle, ma sa che non è il momento giusto.

Nel vederla, trattengo anch'io a stento una risata.

Pam, sempre pronta a tirar fuori gli artigli, che si imbarazza e si dà la colpa anche se non serve. È proprio cotta!

-No, ma ci mancherebbe. Il "testa di rapa" me lo merito tutto!- Taylor si lascia fuggire una risata, mentre si rimette in piedi con la pila di libri.

Pam abbassa lo sguardo , riprendendo i libri direttamente dalle sue mani.

-Io comunque sono Taylor. Taylor Redwood.- le tende la mano.

Ah, allora anche a lui piace presentarsi alla James Bond maniera.

-Sì, lo so! – dice in fretta, prendendo poi a tossire.- Voglio dire, chi non ti conosce a scuola?!- ridacchia- Io sono Pamela Torres, ma puoi chiamarmi Pam.- ricambia la stretta.

-Pam.- ripete Redwood. Lo fa lentamente come se volesse assaporare il nome lettera per lettera.- Non me ne dimenticherò! – le sorride.- Ho notato che anche tu usi quei libri di chimica... quindi deduco che anche tu frequenti il corso di Mr. Philips.

Ma va, e te ne accorgi solo ora? Allora sei davvero una testa di rapa, caro il mio Redwood.

Sentendomi uno sguardo addosso, mi volto nella direzione di Holden, ma lo trovo con gli occhi puntati verso il basso.

Ritorno così a guardare la mia amica.

-Sì...- risponde lei, in imbarazzo.

Lui annuisce, mordendosi poi le labbra.

-Bene!- si schiarisce la voce.- Ci vediamo a lezione, allora. Ciao ragazze!- scioglie finalmente la presa delle loro mani.

Inizia ad allontanarsi camminando all'indietro.

Temo che andrà a scontrarsi contro qualcun'altra se non torna a camminare come si deve.

-Ciao Taylor.- diciamo io e Chas.

-Ci vediamo a lezione.- biascica Pam, con un sorrisone sulla faccia.

-Ciao Leen.- aggiunge Holden nella mia direzione.

Sollevo una mano in saluto e lo guardo allontanarsi.

Poi quando Redwood torna a camminare guardando davanti a se e Morris è lontano, lei caccia un piccolo urlo.

-Oh mio Dio, oh mio Dio, oh mio Dio! Ragazze datemi un pizzico. Ripeto: datemi un pizzico.- inizia a sventolare le mani davanti alla faccia.

-Dio mio, un altro minuto e vi avrei riso in faccia.- la ignora Chas, scoppiando finalmente a ridere.- Pamela Torres, sappi che ti prenderò in giro per il resto dei tuoi giorni. M-m-ma no, è... è... è colpa m-m-ia.- la scimmiotta, continuando a ridere.

Pam le lancia un'occhiataccia, guardando poi me.

Le sorrido, dandole poi un pizzico sul braccio.

-Ahia! – fa una smorfia di dolore.- Okay, sì, allora non sto sognando! Taylor mi ha appena parlato. Giusto?

-Giusto.- le dico, tra una risata e l'altra.

-Gesù, e che ho fatto di bello per meritarmi questa gioia del giorno?

-Tanto lo nomini ogni giorno che anche Gesù si sarà stancato e ti avrà voluto fare questo regalo.- le risponde Chas, tornando seria. Più o meno.

Io continuo a ridere, mentre Pam le dà una gomitata in risposta.

Quando arriviamo a lezione, troviamo solo qualche posto davanti libero. I posti dietro sono occupati da qualche cheerleader e dalle Gorgoni. Non appena Pryanka ci vede entrare, manda un bacio volante nella direzione di Chastity, ridacchiando poi con quelle scimmie delle sue amiche.

Distolgo subito lo sguardo, puntandolo verso il primo banco. Noto Holden seduto vicino al suo amico.

Quest'ultimo, non appena vede Pam entrare, le manda un sorriso, subito ricambiato. Holden, invece, si limita a farmi un cenno del capo.

Il corso di biologia e chimica di Mr. Philips è uno dei più temuti del mio liceo. È complesso e il prof è davvero esigente. È chiaro dunque perché nessuno voglia star seduto ai primi banchi. Per quanto mi riguarda, ho sempre ritenuto invece che il prof presti più attenzione a chi cerca di nascondersi nei banchi di dietro che a chi si sieda avanti.

Non appena Mr. Philips entra in laboratorio, saluta la classe con un saluto veloce, poi si perde in delle formule che scrive con un pennarello nero alla lavagna bianca dietro di lui.

Riprende il discorso sul DNA, riproducendo una perfetta rappresentazione della sua struttura a doppia elica, spiegando il discorso della complementarietà delle basi azotate.

Quando è il momento di dividerci in coppie, Chas va come al solito a sedersi con Rachel del corso di fotografia, mentre io e Pam ci sistemiamo con le nostre provette e il backer. Dovremo estrarre il DNA da un pezzo di banana.

Ma mentre ci accingiamo a lavorare, Taylor ci si avvicina per chiedere a Pam se voglia fare il lavoro in coppia con lui dato che, ci tiene a far sapere, è una frana. Il tutto accompagnato da una passata tattica nei capelli biondissimi e un luccichio negli occhi da gatto che si vedrebbe anche se fosse tutto buio.

La mia amica, neanche a dirlo, accetta all'istante, senza neanche preoccuparsi di chiedermi se per me vada bene. È così presa a guardarlo che anche se le gridassi all'orecchio con un megafono che voglia fare il lavoro con lei, non mi ascolterebbe!

E così io ed Holden ci troviamo a far coppia anche in questo corso.

Ci guardiamo negli occhi per qualche istante.

Non so se sentirmi in imbarazzo, dato il fatto che Holden sia il ragazzo con cui sto passando più tempo dal primo anno di liceo, e non scherzo, oppure se esserne divertita, per la stessa ragione.

-E il corso di basket, e il lavoro di inglese, e le ripetizioni di matematica e adesso anche chimica. Secondo te è il destino che vuole dirci qualcosa?- sorride. L'incisivo sporgente ben in evidenza.

-Non credo. Se consideriamo che le ripetizioni di matematica non sono dovute alla casualità perché me le hai proposte tu di tuo libero arbitrio, così come queste ore di chimica che passeremo insieme perché è il tuo amico che ha scelto per noi, direi che le probabilità che sia il destino a volerci uniti si dimezzano.- arriccio le labbra.

-Ahia, non ti ci si può proprio fregare, Leen!

-Pensavo lo avessi già capito.- gli sorrido.

-Mi spiace tediarti anche in questo corso.- mi dice lui, avvicinandosi alla mia postazione.

-Non mi sei di tedio, Holden.

-Ah no? Eppure non brilli proprio di entusiasmo...

Ma perché mi si legge sempre tutto in faccia? Accidenti!

-Ma no! È solo che sono abituata a lavorare con Pam.- spiego.- Ma comunque fare i Cupido della situazione ci porterà a qualcosa di buono, no? O almeno, il karma dovrebbe funzionare così: se fai qualcosa di buono vieni ripagato nella stessa maniera, giusto? Oppure funziona solo se fai qualcosa di brutto?- arriccio le labbra, pensierosa.

No, mi sa che vale solo per le cose negative. Qualcuno fa il meschino con te e tac... il karma dovrebbe agire dandogli pan per focaccia.

-Sono un uomo di scienza, non credo nel karma.- ha lo sguardo divertito.

-Però credi nel destino!- ribatto.

-Touchè!- sorride.- Comunque spesso ho sentito dire che "Karma is a bitch" quindi mi sa che vale solo per le cose brutte.- mi conferma.

Mi metto a ridere.

Poi si infila i guanti in lattice e inizia a leggere i passaggi indicati sul foglio che ci ha dato il prof.

-Voglio mettere in chiaro che non sono brava neanche in questa materia, quindi mi sa che sarò io a tediare te. -preciso.- Lo frequento solo perché Pam mi ci ha costretto.- ammetto.

Ommetto di dirgli, però, che Pam ha costretto me e Chas a frequentare questo corso demoniaco solo per sbirciare Redwood.

Si volta a guardarmi e fa un altro sorriso.- Sta' tranquilla. La mia opinione su Mr. Philips non si discosta di molto da quella che ho di Mr. Clarke.- mi fa un occhiolino.

Mi rassereno di colpo. Proprio come l'altro giorno, quando si offrì di darmi ripetizioni di matematica.

Decido di non rispondergli, così mi sistemo il camice e metto anch'io i miei guanti.

Poi procediamo.

Ho bisogno di rileggere le indicazioni per almeno tre volte prima di capirci qualcosa. Ripeto i vari passaggi più di una volta mentalmente, ma alcuni sarebbero più semplici se scritti in arabo.

Però Holden entra subito in mio aiuto con una nonchalance che non mi lascia indifferente. Inizia infatti a ripetere alcuni passaggi sostituendo delle parole con altre, più semplici.

Lo fa non guardandomi negli occhi, ma fissando lo sguardo sul foglio, come se stesse aiutando se stesso a capirci qualcosa di più, e non me.

Gli sorrido, anche se non mi sta guardando.

-E brava la nostra secchiona! Ti sei aggiudicata addirittura i complimenti da Mr DNA.- dice Pam.

Nel mentre mantiene gli occhi incollati su Taylor, ora impegnato con un passaggio degno di Michael Jordan.

-È merito di Holden. È lui che mi ha aiutato a capire i vari passaggi.- ammetto.

-Siamo passati a Holden, adesso? Non era solo Morris fino alla settimana scorsa?- si attorciglia un ricciolo attorno all'indice.- O meglio, non era proprio nessuno, ma vabbè.

-Non cominciare, Pamela. Faremo insieme il lavoro di inglese, mi darà ripetizioni di matematica e ci vediamo ogni lunedì in palestra. Non vedo nulla di male nel chiamarlo per nome.

-Va bene, Kathleen.- si indispettisce.- Sono contenta così! Meglio che tu gli sia amica piuttosto che tu faccia la stronza con lui!

Le faccio una linguaccia in risposta. Lei ricambia immediatamente.

-E comunque vorrei farti notare che non mi hai filato proprio quando il tuo Tay ti ha chiesto di lavorare con lui. Kathleen non esisteva più nella tua mente!- borbotto.

Si volta a guardarmi.- E dai Kat, non fare la brontolona. Se Adam ti avesse fatto la stessa proposta, tu che avresti fatto?

Le faccio un'altra linguaccia. Lei fa adesso una boccaccia.

-Piuttosto, che avete fatto? Lo hai limonato, finalmente?- la prendo in giro.

-Seh, come no, divertiti a prendermi in giro.- mi dà una gomitata.- Siamo entrambi due studenti modello, per cui abbiamo fatto diligentemente il nostro lavoro. Però...- le sue gote si fanno scarlatte.- però l'ho beccato a guardarmi tre volte, Kat. Tre volte, lo capisci?- sgrana gli occhioni da cerbiatto.

-Okay... e il fatto che siano tre cosa ha di importante?- sollevo le sopracciglia.

-Non sai nulla delle arti del corteggiamento, Kat.- si passa una mano sulla fronte.- Se un ragazzo ti guarda una volta per almeno un minuto vuol dire che hai catturato la sua attenzione, se ti guarda una seconda volta per lo stesso tempo o più, significa che non ti trova indifferente, ma se ti guarda tre volte... vuol dire che ti trova carina!!- alza la voce.

Ridacchio.- E dove starebbero scritte queste "arti del corteggiamento"?- mi diverto.

-Sul manuale delle regole dell'amore di Pamela Torres, presto in libreria.- mi fa un occhiolino.

Mi arrendo e scoppio a ridere. Come farei senza le sue scemenze?

Poi torniamo a guardare la partita.

La situazione in campo è abbastanza stabile.

A causa del mal tempo, il coach non ha potuto spedire le ragazze all'aperto, per cui metà del campo è loro.

Il rumore dei palloni, delle scarpe che strisciano sul pavimento lucido, del fischietto, e dei ragazzi e delle ragazze che cacciano qualche urlo di tanto in tanto, crea un forte trambusto.

Perlomeno, però, la palla non è ancora uscita fuori gioco, per cui posso starmene tranquillamente seduta in panchina. Certo non mi dispiacerebbe lasciarla se si ripetesse la situazione della settimana scorsa: io che ridò la palla ad Adam, guardandolo in quegli occhioni blu.

-Comunque, bellezza, mi sa che devo spostare il PSCS ai prossimi giorni perché Marta mi ha detto di volermi incontrare per parlare della coreografia della banda.

-Il PSCS?- mi volto a guardarla, con la fronte corrucciata.

-Ma sì! Il Piano per Scoprire Cosa Succede. P-S-C-S.- ripete.

Continuo a guardarla in maniera strana.

Sbuffa.- Il piano per capire cosa sta succedendo tra il mio Tay, Holden e Adam e altri giocatori a caso di cui non ci importa niente.- ripete paziente, come se fossi una bambina.

-Ahh! – la guardo incuriosita.- E da quando abbiamo un piano per scoprire cosa succede?

-Da sabato, quando mi hai detto che nel gruppo dei giocatori potrebbero esserci degli screzi.- dal suo tono di voce sembra che la cosa dovesse essermi ovvia.

-Mhm.

-Cosa vuol dire "mhm"?

-Vuol dire che non credo abbiamo bisogno di un piano per capirlo. Ci basta solo guardare.

-Non basta guardare in maniera generica.- fa categorica.- Dobbiamo fissare delle fasce orarie in cui osservare, a turno magari, come si comportano sia tra di loro che con altre persone. E devo scoprire anche quali corsi hanno in comune.

Scuoto la testa, divertita.

-Rischiamo di diventare delle stalker, lo sai, vero?- inarco un sopracciglio.

-Ma quali stalker! È per la scienza! Stiamo solo cercando di capire come si comportino dei ragazzi adolescenti che fanno parte della stessa squadra.- mi fa un occhiolino.

Rido.

-Puoi iniziare tu, se ti va! Vedi un po' se tra un canestro e l'altro si lanciano occhiate di fuoco.

-Va bene!- ridacchio.- Vi avevo già detto che avrei fatto attenzione a ogni partita.

-Brava la mia Kat! Ma, un attimo...- si ferma per guardare davanti a sé.

Seguo la traiettoria del suo sguardo, notando che sta guardando Holden.

Lui si muove velocemente, vicino ad un compagno che sta marcando un giocatore della squadra avversaria.

Ha le gote rosse, alcune ciocche appicciate sulla fronte madida di sudore e non porta gli occhiali.

In confronti agli altri giocatori, muscolosi e prestanti, sembra davvero un alto spaventapasseri.

-Tu e il cervellone state facendo conoscenza in questi giorni, no?

-Sì, una specie...- biascico, non capendo dove voglia andare a parare.

-Perché allora non gli chiedi, in maniera velata si intende, perché lui e Taylor non si siedano al tavolo di Adam a mensa? Magari ci stiamo facendo noi troppi film e quel giorno che li hai visti in mensa erano a tavoli diversi semplicemente per una questione di spazio.

-Mi stai chiedendo di domandare a Morris perché lui e Taylor non si siedano allo stesso tavolo di Adam?- ripeto come un disco inceppato.

-Esatto! Magari il PSCS non ha senso di esistere se ci togliamo subito il dubbio.- mi fa un occhiolino.

-Non so se tra me e lui ci sia abbastanza confidenza... non vorrei risultare indelicata.

-Ma no, fidati! Cosa c'è di male nel chiedergli perché lui e un suo compagno di squadra non si siedono vicini?- mi guarda.

-Non lo so.- scrollo spalle.- Non vorrei metterlo in una posizione di disagio. Magari c'è dietro un motivo che non si sente di raccontarmi...

-Se non glielo chiedi, non lo saprai mai. -strizza l'occhio.- Io nel frattempo vedrò di preparare i dettagli del piano, nel caso dovessero servirci. Ci vediamo alla fine dell'allenamento, allora! Ti aspetterò in biblioteca, insieme a Chas.- aggiunge in fretta, senza darmi molto tempo di rispondere.

Mi dà un veloce bacio sulla guancia e se ne va.

Okay, mi sa che ha preso questa storia troppo sul serio, ma ammetto che sono anch'io molto curiosa.

Subito dopo torno a guardare verso il campo.

Ad un'attenta analisi posso dire che la squadra femminile non ha nulla da invidiare a quella maschile. Le ragazze sono alte, forti e piene di energie.

Il coach dall'altra parte non le degna di nessuna attenzione. Ha gli occhi fissi sui ragazzi, brontolando cose tra di lui e gesticolando mosse nella loro direzione.

Nella sua piccola mente solo i ragazzi hanno il diritto di giocare a basket. Solo loro hanno la possibilità di vincere. A nulla sono valse le vittorie della squadra femminile per due anni di seguito, dovute unicamente alla capitana e al loro ottimo gioco di squadra.

Cretino!

Poi dedico le mie attenzioni alla squadra maschile.

Osservo ogni loro mossa, notando come tutti sembrino delle belve in un'arena. Percepisco la loro tensione, la loro fatica e la voglia di non permettere che il pallone entri nella cesta avversaria. Noto soprattutto Adam, in realtà. Ma non credo fosse necessario che lo specificassi.

La situazione rimane la stessa per la mezz'ora successiva.

A pochi minuti dalla fine, però, il gioco si accende.

Adam sta marcando un giocatore, mentre uno dei ragazzi, forse Isaac Montgomery, sta palleggiando la palla per raggiungere il basket.

Taylor guarda Holden e poi succede: Montgomery fa canestro e la mini squadra composta da Adam vince la partita. Il tutto scandito dal fischio del coach che decreta la fine dell'allenamento.

Adam e gli altri esultano dalla gioia, ma non mi passa inosservata l'occhiata che la mia cotta lancia a Taylor. Si fissano negli occhi, mentre Holden poggia una mano sulla spalla del suo amico.

Ahia! Questa occhiata non è stata proprio amichevole.

Vedo Adam fare un sorriso indecifrabile nella loro direzione.

Nel frattempo, un altro fischio mette fine anche alla partita delle ragazze e mi distraggo.

Quando mi volto di nuovo verso i ragazzi, ognuno si sta già avviando verso l'uscita.

Fortuna vuole però che nel vagare del mio sguardo, i miei occhi si scontrino con quelli super azzurri di Adam.

Mi guarda per qualche secondo, sorridendomi.

Sorridendomi. Lui. A me.

Porca vacca, devo star sognando!

Strabuzzo gli occhi per un paio di volte e per sicurezza mi do anche un pizzico, ma no... è tutto vero: mi sta sorridendo.

Riesco a non farmi vincere dall'imbarazzo, così ricambio il sorriso ostentando una tranquillità che il mio cuore che batte veloce nel petto vuole ricordarmi non abbia. È poi lui, proprio quando sto per sollevare un mano per salutarlo come una deficiente, a distogliere lo sguardo, tornando a parlottare con Montgomery e con Jimmy Olsen, due dei ragazzi che, pensandoci, lo affiancano in più occasioni.

Riabbasso la mano e sospiro.

Sono una pappamolle! Se mi agito persino per un sorrisetto stupido, come reagirò se mai mi verrà la malsana idea di invitarlo ad uscire? Ah-ha, invitarlo ad uscire? Ma davvero ho pensato una cosa del genere? Speriamo di finire l'anno senza dovermi far ricoverare in cardiologia, altroché!

Sentendomi osservata, sposto lo sguardo e incrocio quello di Holden.

Sto per sorridergli, ma subito smette di guardarmi.

Forse va di fretta.

Non appena rimango da sola in palestra, inizio il mio lavoro.

Oggi mi sembra che tutto sia più in disordine. Ci sono palloni accatastati qua e là, alcuni tappetini sono sulla trave invece di essere ripiegati al loro solito posto e l'aria che si respira è davvero cattiva.

Mi avvicino dunque alle finestre, provando ad aprirle con l'apposito bastone, dato che sono molto in alto. Salgo sulle punte per fissare per bene il gancio e tirarle verso il basso.

Riesco ad aprirle tutte dopo dieci minuti. Fuori piove e intravedo le foglie dei rami più in alto tremare.

Poi inizio a raccogliere i palloni, partendo come l'altra volta dal fondo della palestra.

-Questa volta non ne hai dimenticata nessuna!

Rimango piegata sulle ginocchia, riconoscendo all'istante la voce che ha parlato.

-Ehi Holden, Holden Morris.- ripeto la stessa formula con cui mi si è presentato la scorsa settimana.

-Proprio io, Kathleen, Kathleen Foster.- ridacchia.- Ti serve una mano?- continua.

-Oh no, grazie!- mi tiro su, con due palloni tra le mani e uno sottobraccio.- è il mio ruolo e non mi sembra il caso scomodare anche te.

Ma, in barba alle mie parole, lo vedo già intento a raccogliere delle palle.

-Ti fa sgobbare quello scimmione, eh?

-Intendi Mr. Sonopiùbraviiragazziesonoilcoachmiglioredelmondo?

Ci avviciniamo al cesto dei palloni nello stesso momento.

Ha una delle sue solite camicie troppo pesanti per la sua età, abbinate a dei jeans. Le vans blu sempre presenti, così come gli occhiali che sono tornati a coprirgli metà del viso.

Le sue guance sono ancora lievemente arrossate, qualche ciocca di capelli sulla fronte è bagnata. E sa di shampoo alla ciliegia.

Per la prima volta, scorgo sulle sue gote alcune lentiggini.

-Hai dimenticato il hosempreragioneioevoitorto!- modifica la voce in un tentativo di imitare quella del suo allenatore.

Ridiamo entrambi.

-Dovresti tornare a casa ad asciugarti per bene i capelli! Fuori piove e potresti ammalarti.- gli dico.

-Ti preoccupi per me, Leen?- fa un sorriso sghembo.

-Certo! Ti ricordo che ogni giorno che passa, Halloween è più vicino e di conseguenza anche la scadenza del nostro lavoro. Non penserai mica di far fare tutto a me, vero?- faccio una smorfia di disappunto.

Fa di no con la testa.- Ci mancherebbe! E poi devo dimostrarti di poter diventare più bravo di te in inglese.- fa un sorriso sghembo.

-Cosa?!- allungo teatralmente le 'o'.- Ma se solo l'altro giorno mi hai detto di aver esagerato nel pronunciare questa frase!- gli punto il dito contro.

Poi ricomincio con il mio lavoro.

-Ah sì? Ho detto così?- fa il finto tonto.

-Ah ha.

-Okay sì, l'ho detto... ma ogni tanto ho bisogno di illudere il mio ego con queste frasi ad affetto.

Mi sfugge una risata.

-Comunque, hai trovato interessanti quelle ricerche che ti ho mandato? Come vedi, sono un bravo ragazzo, sto già lavorando.- strizza l'occhio.

-Le ho viste solo di sfuggita.- ammetto.- Quando torno a casa le controllo per bene. Vedo anche di mandartene un paio che ho trovato ieri sera. E comunque, bravo, stai facendo il tuo dovere!- ricambio l'occhiolino.

Ridacchia.

-Bene! Ti ho anche portato degli appunti di matematica che ti ho raccolto in un raccoglitore, divisi per argomento.

Con la coda dell'occhio, lo vedo avvicinarsi al suo zaino nero.

Mi si fa vicino dopo pochi istanti, mostrandomi subito il suo quadernone.

-Ti ho diviso i vari argomenti con dei cartoncini colorati. Ogni argomento è suddiviso a sua volta in teoria comprendente definizioni, postulati, e teoremi, e in una parte pratica con esempi ed esercizi. Per il momento troverai solo le disequazioni di secondo grado. Man mano che ci vedremo, ne aggiungeremo altri.

Inizio a girare pagina per pagina , notando l'ordine con cui gli appunti sono scritti. Ci sono parti evidenziate da colori pastello, disegni, grafici, e frecce.

-Spero che questi appunti siano quelli da cui hai studiato tu e che non li abbia fatti apposta per me. Mi piangerebbe il cuore se così fosse.

-Dato che non mi va di far piangere il tuo cuore, diciamo pure che li avevo già pronti.

Alzo lo sguardo, trovandomi il suo, divertito.

-Holden!- lo riprendo.

-Sì?

-Come ti è venuto in mente di preparare tutto... tutto questo solo per me?

Distoglie lo sguardo, ricominciando a prendere i vari palloni.

-Ti ho detto che ti avrei dato ripetizioni di matematica. Pensavi che non avrei mantenuto la mia parola?

-Non ho detto questo! Solo che posso solo immaginare quanto ci abbia impiegato e non era questo ciò a cui pensavo quando abbiamo parlato di ripetizioni. Pensavo che avremmo usato più il manuale.

-Sta' tranquilla, Leen! L'ho fatto con piacere.- mi fa un occhiolino.

-E poi, mi avevi detto che avresti solo riordinato i tuoi appunti...- insisto ancora.

-L'ho fatto. Solo che devi sapere che sono una persona molto disordinata. I miei appunti sono un casino di lettere e numeri e solo la mia mente può capirli. Non so perché, ma ero convinto che questa volta mi sarebbe stato semplice riordinarli.- si gratta il collo, come se fosse in imbarazzo.

Sbuffo. Poi ricomincio anch'io a raccogliere altre palle.

Ha passato l'intero fine settimana per prepararmi degli appunti super ordinati e super ben fatti. Non so che pensare.

-Allora... grazie.

Sorride, scrollando le spalle.

-Comunque,- mi schiarisco la voce. -dimmi la verità: il tuo amico Taylor ci prova con tutte, o Pam è la privilegiata a cui regalare sorrisi splendenti e occhiate da principe azzurro?- cambio argomento.

-Mi stai chiedendo se il mio amico sia interessato, come sembra, alla tua amica?- solleva un sopracciglio, curioso.

-Esatto! Pam è una brava ragazza e ti sarai accorto che lui non le è indifferente, quindi devo assicurarmi che il caro Redwood non sia un mascalzone.

-Ti assicuro che se lo fosse stato, mascalzone, non mi sarebbe stato amico. In ogni caso, di certo non posso spifferarti nulla che lo riguardi, ma ti do la mia parola che non fa il cascamorto con tutte!

Tiro mentalmente un sospiro di sollievo.

-Bene.

-E la tua amica? Mi hai detto che lui non le è indifferente... che tipo è? Si innamora di un ragazzo diverso ogni settimana?

Gli lancio un'occhiataccia.- Non devi neanche pensarle certe cose, quando si parla di Pamela Torres!- lo ammonisco.- È una brava ragazza ed è seria sulle questioni di cuore e non.

-Bene! Non volevo risultare offensivo, ma anch'io voglio assicurarmi che il mio amico non venga ferito.

Annuisco.

Ci mettiamo pochi altri minuti per finire di mettere tutto a posto. Se avessi proceduto da sola, adesso sarei stata a metà dell'opera.

-Grazie ancora per l'aiuto.- gli dico, chiudendo la porta dell'ufficio del coach.

-Siamo amici, no?- mi sorride.

Mi blocco.

-Lo siamo?- lo guardo.

Noto la sua espressione cambiare. Corruccia la fronte, come confuso, poi mi guarda.

-Beh... mi auguro di sì, o che per lo meno lo stiamo diventando. O preferisci che lo siamo solo su facebook?- diventa serio.

-Non mi hai ancora detto perché tu voglia diventarmi amico, proprio al nostro ultimo anno...-mi sistemo lo zaino sulle spalle.

-Il fatto che siamo all'ultimo anno mi impedisce di sperare nel fare nuove amicizie?- una piccola ruga gli increspa la fronte.

-No, ma...

-Senti,- mi interrompe.- non sono una persona molto interessante, lo so!- abbassa lo sguardo, iniziando a muovere nervosamente le mani.- Però, dammi una possibilità. Adesso che siamo all'ultimo anno, mi son detto che non devo perdere più nemmeno un minuto e che devo provare ad avvicinarmi a coloro che mi ispirano fiducia. Tu sei tra questi! Mi sta piacendo passare del tempo con te e ti ammiro molto, te l'ho detto.- rialza lo sguardo.

Faccio un piccolo sorriso.

Sarei una bugiarda se non ammettessi che sentirmi apprezzare dal genio della scuola mi faccia piacere.

-Va bene.- gli dico soltanto.- Da oggi allora siamo amici, Holden.- gli tendo la mano per suggellare il tutto.

La guarda e di nuovo mi sembra in imbarazzo.

Poi me la stringe con fermezza.- Ne sono contento.- fa un sorrisone.

Abbozzo un sorriso, sciogliendo per prima la stretta delle nostre mani.

Iniziamo poi a camminare.

-Dato che adesso siamo amici...- mi schiarisco la voce.- posso farti una domanda?

-Certo.- stringe nelle mani gli spallacci dello zaino.

È il mio momento di sentirmi un po' a disagio, ma ormai Pam mi ha infilato la pulce nell'orecchio e la curiosità è donna, si sa.

-Non ho potuto fare a meno di notare, durante l'allenamento, che tu, Taylor e Adam vi siate lanciati delle occhiate poco amichevoli...- lascio la frase in sospeso.

Meglio partire da ciò che ho visto oggi, piuttosto che nominare l'episodio della mensa. Potrebbe pensare che sia una guardona e che lo spii, se gli spifferassi di aver notato questo dettaglio del tavolo.

Holden, in risposta, rimane silenzio.

Aspetto qualche istante, ma continua a non rispondermi.

Quando mi volto nella sua direzione, noto che ogni traccia di sorriso è scomparsa dal suo volto.

-Tutto okay?

-Ti piace Mr. Muscolo?- domanda.

-Come scusa?- mi volto a guardarlo.

-Johnson.- ribatte freddo.

Il suo cambio di umore mi preoccupa.

-Se mi piace?... No, certo che no, per carità...a me? No, no... no.- balbetto, presa alla sprovvista.

Non mi sembra proprio il caso di confessargli la mia cotta. Ma poi... perché questa domanda? Che c'entra con quello che gli ho chiesto?  A lui cosa interessa se ho una cotta per Adam?

Ritorna a far silenzio.

-Hai visto bene, tra noi non ci sono buoni rapporti.- riprende.

Okay...

-Oh e perché?- provo ad indagare.

Dato l'andazzo, meglio procedere a piccoli passi.

Non risponde.

-Non è la persona che credevo fosse...- rimane vago.

-Oh... quindi avete litigato? Magari tu e Taylor avete fatto qualcosa che possa avergli dato fastidio?- uso un tono pacato, quasi disinteressato.

Si ferma.

-Prego?- si fa di colpo nervoso.

-Ti ho chiesto se per caso tu e il tuo amico gli abbiate fatto qualcosa...- faccio spallucce, non capendo la sua reazione.

-E perché mai dovremmo avergli fatto noi qualcosa? Perché non può avercela fatta lui?- aggrotta le sopracciglia. Gli occhi sembrano farsi più piccoli.

Schiudo le labbra, presa alla sprovvista.

-Beh... beh... perché Adam è un bravo ragazzo. Con questo non voglio dire che voi non lo siate, certo, ma...

-Ma cosa?- mi interrompe bruscamente.- È esattamente questo che hai lasciato intendere dalle tue parole. Dimmi la verità, Kathleen: perché ti interessa sapere se tra me e lui qualcosa non vada?

Non sono abituata a questo suo lato così scontroso. Mi mette in difficoltà.

-No, ma io chiedevo così... dato che siamo amici, ho pensato...

-Hai pensato di sfruttare il tuo nuovo status di amica dello sfigato della scuola per avere informazioni su Mr. Muscolo, non è vero?- smette di camminare.

Mi fermo anch'io.

-Holden, ma cosa dici? Per chi mi hai preso?- corruccio la fronte.

-Pensavo avessi capito che sono una persona intelligente! Fammi capire: hai accettato la mia amicizia solo per interesse? Per avere quante più informazioni possibili sul bamboccio che ti piace?

-Ti ho detto che non mi piace.- mi arrabbio anch'io.

-Certo...- fa un sorriso sarcastico.

-E anche se fosse? A te che importa? Ci conosciamo sì e no da una settimana e avanzi già la pretesa di sapere i fatti i miei?- alzo la voce.

Mi guarda negli occhi, con la fronte increspata e lo sguardo cupo.

-Sai che c'è? Lascia perdere, Kathleen. Sono io che sono uno stupido.- inizia a camminare.

-Ma che stai dicendo? Non capisco.

Si ferma e si volta nella mia direzione.

-Sai cosa? Io sono abbastanza certo che se qualcuno, più bello e più prestante di me, ti avesse chiesto di diventare tuo amico, e tu avessi notato da parte sua delle occhiate poco amichevoli rivolte a me, tu non ti saresti neanche preoccupata di chiedergli se tra lui e me ci fossero problemi .- mi sfida con lo sguardo.

Deglutisco un paio di volte, colpita dalla grinta che sta mostrando.

-Mi stai dando della superficiale?

-Sì.- ribatte , freddo.- E ti dirò di più: sei anche un'ipocrita, dato che solo l'altro giorno mi hai detto di avermi giudicato troppo presto e di averne espressi già fin troppi di giudizi su di me, pur non conoscendomi. Eppure non ti sei fatta problemi poco fa ad accusarmi di aver fatto qualcosa al tuo Johnson. Ti renderai conto da sola che non solo sei incoerente con te stessa, ma che non fai altro che vivere di giudizi fondati sul nulla, se non su stupide percezioni da ragazzina innamorata del belloccio di turno.

-Ma come...

-Lascia perdere. Ho capito come stanno le cose, è chiaro che non diamo lo stesso valore all'amicizia. Vai dietro a chi ti pare, ma non osare più pensare che io gli abbia fatto torto quando non sai nulla.

Abbassa lo sguardo, poi si allontana a passo veloce.

Come se volesse scappare.

Io me ne rimango ferma, con il suo quaderno troppo perfetto tra le mani e una sensazione pesante all'altezza del cuore.

AHIA, AHIA! Odore di guai, eh?

Vi avevo detto che in questo capitolo le cose tra Kat e Holden sarebbero potute non andare benissimo. O meglio, all'inizio hanno anche riso insieme, Holden si è mostrato il solito zuccherino e lei ha chiacchierato con lui in modo amichevole, ma poi... l'accusa. "Avete fatto qualcosa ad Adam?"... mhm.

Voi cosa ne pensate?

Pam ha sbagliato a mettere questa pulce nell'orecchio a Kathleen, dato che sa i trascorsi della sua amica con Holden?

E Kat? Ne ha combinata un'altra delle sue, vero? :/

Tra Taylor, Adam e Holden cosa è successo?

Come sempre, io sono tutta orecchi: se volete raccontarmi le vostre idee, opinioni, dubbi e commenti di vario tipo, sarò felicissima di leggere tutto 🤗

Un grazie gigante alle ragazze che stanno leggendo le avventure di Kat e Holden, che lasciano voti aka stelline⭐️⭐️ (super mega importanti!) e che mi danno il piacere di leggere loro pareri ❤️

Prima di salutarvi, vorrei ritagliarmi un angolino per farmi un po' di pubblicità: ieri ho pubblicato una one shot sul Natale. La trovate sul mio profilo con il nome di "Fran & Stefan: innamorarsi a Natale".

È una favoletta natalizia che ha per protagonisti una ragazza irlandese che ama il Natale e un ragazzone burbero , soprannominato dal vicinato "Scrooge". I due rimarranno bloccati in ascensore il giorno della vigilia 🎄✨

Qui la copertina, di cui sono molto fiera:

Se vi va di leggerla, sentitevi i benvenuti ❤️

A venerdì prossimo,

Rob

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