Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Lontano dagli occhi...

23

Lontano dagli occhi...

Mai starsene svegli la notte a rivolgersi domande a cui non si sa rispondere.

(Peanuts- Charles M. Shulz)

Un ago che scoppia una bolla.

È la prima immagine a cui penso nel momento stesso in cui sento qualcuno strattonarmi per un braccio.

Penso subito a Priyanka, ma quando mi volto, di lei non c'è più traccia. Si è volatilizzata, così come le sue amiche.

C'è Pam, invece. E dal suo sguardo, sembra preoccupata.

-Stavate ballando? Scusate se vi interrompo, ma mi ha appena chiamato Chas, e... penso non stia bene.

Sono stordita, tanto stordita, per cui la mia prima reazione è prendere la mano della mia amica e fare un passo indietro.

Holden rimane a fissarmi, con le labbra gonfie e rosse leggermente dischiuse, e i suoi occhi grigi, estremamente luminosi.

-Scusami.- gli dico solo questo.

E non so bene se glielo dica perché mi sto allontanando con la mia amica, lasciandolo solo, o perché quello che è appena successo è stato... strano.

Mi incammino a passo veloce.

-Kat, mi stai stritolando la mano. Che succede?

-Scusami.- dico ancora.

Poi allento la presa.

-Stai bene?

-Sì.

-Come mai Holden aveva una faccia da stoccafisso?

Non c'è neanche il bisogno che le chieda cosa intenda per 'faccia da stoccafisso'.

-Stavamo ballando.- dico in fretta.

-Devi piacergli davvero tantissimo se ti guardava in quel modo solo perché stavate ballando.

Deglutisco.

-Cosa... succede a Chas?- cambio argomento.

-Non so! Stavo ballando con Tay quando mi è arrivata una sua chiamata. È rimasta in linea per pochi secondi, ma dal suo: "Ho i capelli dello stesso colore delle carote. Ti piacciono le carote?", ho capito subito che ci ha dato dentro con l'alcool. Direi di andare a controllare nei bagni.

Annuisco, continuando a camminarle a fianco.

Passo dopo passo, rischio di venire spinta o di spingere qualcuno, ogni due per tre. Mi sento strana, come se avessi la febbre. O, peggio, come se fossi ubriaca. Certo, non sto farneticando cose come: "Ho la parrucca dello stesso colore del formaggio. Ti piace il formaggio?", ma sono abbastanza certa che potrei esserlo.

I due mojito che ho bevuto erano a base di rum. Non c'è altra ipotesi, altrimenti. In caso contrario, non saprei proprio come spiegare il fatto che senta la testa pesante, ma allo stesso tempo leggera, come se potesse staccarsi dal mio collo e volare fino a scontrarsi contro la luna piena.

Per non parlare dello stomaco.

Lo sento ancora ingarbugliato e... caldo.

Qualcosa mi stringe dall'interno, come se una mano invisibile mi stesse stringendo la pancia al pari di una cartaccia.

E la mente.

È tutto così appannato e sfocato.

Arriviamo nei bagni dopo pochi altri istanti. Ciò mi permette di accantonare tutte queste fastidiose sensazioni.

Il rumore della musica risulta ovattato non appena richiudiamo la porta alle nostre spalle.

Ci diamo un'occhiata attorno, scorgendo delle mattonelle nere, dei lavabi e delle porte aperte, fino a che non vediamo un'ombra nell'angolo in basso.

Chas è seduta sui talloni, con i capelli rossi sparsi attorno al viso e la faccia distorta in mille boccacce eseguite di fronte ad un pubblico invisibile.

-Chastity, bellezza, che ci fai qui?

Ci abbassiamo alla sua altezza.

-Amiche mie! Eccovi!- allunga le 'i', mentre apre le braccia nella nostra direzione.

Io e Pam ci scambiamo un'occhiata.

-Pamela, sei bellissima!- continua ad allungare tutte le vocali.- Lo sai?

-Certo che lo so, tesoro. Non ho mica speso un patrimonio per farmi mettere la nuova tinta labbra di Kat Von D, per niente.

Chas ride come un bambina.- Anche tu, Kathleen... sei bellissima. Però,- si avvicina al mio viso, stringendo gli occhi.- Hai tutte le labbra struccate e il rossetto sbavato. Cosa hai combinato? Hai sbaciucchiato il tuo principe azzurro?- scoppia a ridere.

Pam si volta subito a guardarmi. Accidenti!

-È vero, Kat. Trisha ti ha applicato il nuovo gloss Chanel a ultra tenuta. Cosa è successo?- inarca un sopracciglio.

-Ho bevuto!- mi affretto a rispondere.- Ho scolato qualcosa come cinque bicchieri di mojito analcolico. Mentre voi ve la spassavate, io bevevo tutta sola.- sfodero la carta della vittima.

Il sopracciglio di Pam continua a rimanere sparato verso l'alto. Poi, però, Chas prende a tossire e la distrae.

-Cosa hai bevuto? Qualcuno ti ha dato qualcosa?- indaga.

Chas scuote la testa in modo esagerato, facendo scivolare sulla sua fronte alcune ciocche ramate. Assomiglia a quei giocattoli che hanno la testa che dondola di continuo e che di solito vengono appoggiati sui cruscotti delle auto.

-Quanto hai bevuto? Ci stava un bicchierino, ma, tesoro, non sei abituata a buttare giù roba pesante. Cosa ti è venuto in mente?

-Ho bevuto... solo... un bicchiere piccino, piccino. Piccolo così.- avvicina il pollice e l'indice, allontanando di pochi centimetri i relativi polpastrelli.

-Certo, e io sono la regina Elisabetta! Avrai bevuto minimo due bottiglie di quella schifezza mischiata alla vodka che gira da ore, tutto d'un fiato oltretutto.- la riprende Pam.

Chas scoppia a ridere.- Un bicchiere... giuro... solo un bicchiere.- ripete. Poi smette di sorridere e abbassa lo sguardo.- Mia madre mi odia.- dice di punto in bianco.

Perdo un battito quando le sento dire così. La facilità con cui una persona ubriaca può cambiare umore è spaventosa. L'ultima volta che ne sono stata testimone è stata quando la mamma ha scoperto che papà la tradiva, ripetutamente. Alternava momenti in cui rideva, a momenti in cui si disperava, sentendosi più il carnefice che la vittima.

-Chastity... ma che dici?- le sollevo il mento con l'indice.

I suoi occhi si riempiono di lacrime in pochi istanti.- Non mi vuole bene! Se me ne volesse, non vorrebbe che fossi... un'altra persona.- mi getta le braccia al collo.

Dopo il primo attimo di smarrimento, dovuto al suo slancio improvviso, la stringo a me.

-Bellezza, non fare così.- Pam prende ad accarezzarle la testa.- Tua madre è... una persona un po'... chiusa, ma ti vuole tanto bene. Non devi dubitare dell'amore che prova per te.

-NON È VERO!- urla, iniziando a piangere.

Io e Pam ci guardiamo, con le fronti corrucciate e gli stessi sguardi tristi.

-Tua madre sbaglia i modi, senza alcun dubbio, ma ti vuole bene.- le dico, provando a mantenere la voce ferma.- Ricordi il primo anno, quando esponesti alcune delle tue bellissime foto a quella mostra natalizia?

Annuisce contro la mia spalla.

-Beh... ricordo bene la sua espressione quando ti vide parlare dei tuo scatti. Era così orgogliosa! E questo è solo uno dei tanti esempi che potrei farti per dimostrartelo.

Chas singhiozza.- Ho paura che non le andrò mai bene per quella che sono...

Sussulta contro il mio petto, mentre io la stringo a me, provando a calmarla.

-Chas tu sei straordinaria, - riprende Pam. Sfila un fazzoletto dalla sua borsetta e le asciuga le lacrime. -insieme a Kat sei la persona più meravigliosa che conosca. Tu vai benissimo per quello che sei, e vedrai che anche tua madre riuscirà a convincersene. Nel frattempo, ti bastiamo noi? Crederemo sempre in te e sarai sempre la nostra piccola , grandiosa, Chas.

Sento anche i miei occhi inumidirsi. Scosto allora un braccio e invito la mia amica a raggiungerci nell'abbraccio.

Rimaniamo strette, consapevoli che ci saremo sempre l'una per l'altra.

-Sicure che vi vada bene? Non sono la Chas cattiva?

Mi metto a ridere.

-Tesoro, se non mi andassi bene non avrei piantato Taylor Redwood ,vestito da Jack Dawson, sulla pista da ballo, proprio quando stava per baciarmi. Perché sì, sono sicura che stesse per farlo.- si scosta per darle un pizzico sulla guancia.

Chas si mette a ridere, ma ci mette poco a rompere il momento idillico. Si allontana bruscamente, si mette una mano sulla bocca e prova ad alzarsi in piedi. Ma fa cilecca per almeno tre volte.

-Accidenti, bellezza, ma cosa diavolo ti sei scolata?

La prendiamo per le braccia, la tiriamo su e la portiamo vicino al primo water che troviamo davanti.

Le teniamo i capelli dietro la testa, accarezzandole la schiena, mentre lei rimette anche l'anima.

È tutto così surreale.

Stavo ballando, volevo andare alla ricerca di Adam, poi ho assistito a un episodio di bullismo, ho dato il primo bacio all'ultima persona al mondo alla quale avrei mai pensato di darlo, e una delle mie migliori amiche, Chastity, la ragazza più casa e chiesa che abbia mai conosciuto, è adesso riversata su una tazza, a vomitare, ubriaca.

Quando finisce, le tamponiamo la bocca con un fazzolettino, poi Pam le porge un flaconcino di collutorio che prende dalla sua pochette, con cui la invita a rinfrescarsi la bocca.

-Ti porti il collutorio appresso?- corruccio la fronte.

-Certo! Il collutorio è una di quelle cose che ogni ragazza dovrebbe sempre portare con sé, soprattutto se va ad un festa da sballo con la sua cotta, a cui spera di dare un bacio.

Scuoto la testa, poi mi affretto a fare uno squillo a Bob.

-Stai meglio?- domando a Chas, dopo un po'.

-Credo di avere... mal di testa .- dice.- Però... giuro che ho bevuto solo un bicchiere... o forse due... o tre.- fa un'altra risatina.- Ma dovevate vedere il barista. Che schianto, ragazze!- fa uno fischio. Torna ad appoggiarsi ad una delle pareti.

-Fai conquiste, eh! - Pam le dà un pacca sulla spalla.- Ma... questo cos'è?

Gli occhi della mia amica si abbassano all'altezza del petto di Chas. Seguo il suo sguardo, notando un bigliettino bianco sistemato nella scollatura del suo top.

-Oh... quello... giusto.- ha un altro attacco di ridarella.- Kat... non hai idea di quello che...

Ma non finisce di parlare che corre di nuovo a rimettere.

-La tua vicina di casa è già qui?- mi preoccupo.- Devi tornare urgentemente a casa! Hai bisogno che ti accompagniamo noi?

La aiutiamo a rimettersi su dopo altri interminabili secondi, poi ritorna al lavandino.

-Tranquilla! – risponde, quando si riprende.- È già qui! Ora la raggiungo. Però voi restate, okay? La notte è ancora giovane.- alza le braccia al cielo.

-Sì, come no!- le sistemo i capelli.

Il trucco da tavola Oujia è oramai completamente rovinato.

-Allora, questo bigliettino? È il numero del barista?- chiede ancora Pam.

Chas scuote la testa, ridendo.

-Non ci crederete mai, me l'ha dato...

Poi delle urla la interrompono.

Ci guardiamo preoccupate, e ci avviamo alla porta, sorreggendo Chas.

Dal bagno dei maschi, poco distante dal nostro, sentiamo indistintamente schiamazzi di ogni genere. Riusciamo a sentire nitidamente solo poche parole, tra cui: "ti rompo la faccia", " è la mia ragazza!", "brutto schifoso".

-Non ci credo! Anche quest'anno?- Pam allarga gli occhi, sorpresa.

-Io direi che è meglio svignarcela. Non ci tengo ad essere messa in mezzo ad altre risse!- dico in fretta.

Chas annuisce sommessamente, e lo stesso fa Pam.

Facciamo in tempo a ripercorrere il corridoio per tornare in pista, che gli invitati iniziano ad accalcarsi in direzione dei bagni.

-Sono gli studenti della Tom Sawyer.- dice qualcuno nella folla.

-Pare che Marzia Sulliver abbia baciato David O'brien.- aggiunge qualcun altro.

-SCUSATE, FATE LARGO!- strilla una voce femminile.

Patricia del giornalino scolastico si fa spazio tra la moltitudine di invitati, seguita da Henry e il suo ingombrante costume da microfono.

-DOV'È LO SCOOP?- urla lui.

-Rissa! Rissa!- cantilena un'altra voce.

-COSA STA SUCCEDENDO?- riconosco la voce di Molly Dolly.

-Non vedo più Taylor e neanche Holden. Che dici, bellezza, cosa facciamo?- mi domanda Pam.

La sola idea di rivedere Holden mi fa sentire un'altra morsa allo stomaco.

-Direi di andarcene.- dico in fretta.- Chas non sta bene e Bob verrà fra poco. A momenti verranno sicuramente i due buttafuori e chissà chi altro.

-Già... - biascica Chas.- Però voglio prima salutare Fernando. O era Miguel? Pedro, mi amor!

Lancio un'occhiata a Pam.

-Sì, okay, saluterai un'altra volta Pablo. Ora andiamocene!- le cingo le spalle con un braccio.

-PABLO! Sì, giusto!- ride.- Oppure si chiama Rodrigo? RODRIGO TE QUIERO!

Riuscire a svignarcela da questo immenso gomitolo di persone mi fa sentire come un topolino che prova a fuggire da un branco di leoni pronti a schiacciargli la coda con le loro grandi zampe.

Arrancando, però, tra spinte, gomitate e persino qualche unghiata, riusciamo a farcela.

Quando usciamo fuori, prendo una bella boccata d'aria, sentendomi come dopo una nuotata nella profondità del mare, quando la testa si erge oltre lo specchio dell'acqua e l'ossigeno torna a riempire i polmoni. 

Dei buttafuori non c'è più traccia.

-Bob è già qui?- mi chiede Pam.

-Non ancora, ma è nei paraggi.

Annuisce. Poi prende il cellulare e si mette in contatto con il suo Taylor. Ci fa sapere dopo poco che lui e Holden sono intrappolati dalla calca di gente, e che ci metteranno del tempo per raggiungerci.

La notizia mi fa sentire improvvisamente più leggera.

-Chastity, eccoti finalmente!

Una ragazza dai capelli corti ci viene incontro, dopo poco. Alla luce di un lampione scorgo dei tatuaggi colorarle le braccia ossute, e dei pantaloni cargo impreziositi da alcune catene fasciarle le lunghe gambe.

-Lydia!- risponde la mia amica, divincolandosi dalla mia presa.- Mi sei mancata!- si butta nelle sue braccia.

Lydia la prende giusto in tempo. Un piercing al labbro inferiore riflette la luce.

Poi ci guarda, abbozzando un sorriso.

-Salve, sono la vicina di casa di Chastity. Mi ha chiesto di venire a prenderla...- sembra imbarazzata.

-Lo sappiamo, tranquilla.- le risponde Pam.- Piacere di conoscerti.- le tende la mano.

La imito.

Finite le presentazioni, cinge le spalle della nostra amica ubriaca e si accinge a salutarci.

-Vi amo, LO SAPETE?- urla ancora Chas.- Pam, mi puoi regalare il tuo collutorio? Aveva un ottimo sapore.- si lecca le labbra, poi scoppia a ridere.

Pam alza gli occhi al cielo, poi porge la sua giacca da motociclista a Lydia.

-Portala a casa sana e salva, okay?- dico alla sua vicina.

Lei annuisce, sollevando la mano in segno di saluto.

Chastity sventola entrambe le mani nella nostra direzione, poi si lascia portare via.

Quando rimaniamo sole, sollevo la zip del mio giubbotto fino alla gola e infilo le mani in tasca.

Mi incanto a guardare le nuvolette del mio respiro che si condensano nell'aria ghiacciata di questo, ormai, primo giorno di novembre.

Che serata, ragazzi.

-So che mi stai nascondendo qualcosa.

Pam mi si fa vicina, puntando il suo sguardo indagatore su di me.

-Sto bene...- le rispondo, guardando di fronte a me.

Altri ragazzi iniziano a lasciare il locale. Qualcuno lancia dei gridi totalmente immotivati, altri strascicano i piedi, imbevuti di alcol come delle spugne, lasciando dietro di sé strisce di carta igienica chiaramente rubate, chissà poi per quale scopo, dai bagni.

-Sta venendo la sbirraglia.- ascolto, quando un ragazzo mi passa accanto.

Penso subito a Bob. Immagino che avrà già saputo tutto.

-Non ti ho chiesto come stai. Ti ho detto, neanche domandato, bada bene, che mi stai chiaramente nascondendo qualcosa.

Rimango in silenzio.

-Qualcuno ti ha fatto del male?- mi afferra per il gomito, girandomi nella sua direzione.

Ha le sopracciglia aggrottate.

-Sto bene.- le ripeto.

Sta per aprir bocca, ma è Bob a salvarmi.

Con un colpo di clacson ci avverte della sua presenza.

Ci catapultiamo in macchina, mentre lui inizia a bombardarci di domande con fare preoccupato.

-Non si preoccupi, Robert. C'è stata solo una rissa tra due deficienti. I soliti motivi, sa, gelosie... e cose così. Non ci sono stati feriti.

-Lo sapevo che sarebbe successo qualcosa! Dalla centrale mi hanno avvisato che sono stati chiamati alcuni miei colleghi per intervenire. Immagino che i vostri compagni, questi bambini, perché sono dei bambini, abbiano alzato un po' troppo il gomito.- dice, sospirando.- State bene?

-Bene, grazie. Sia io che... Kat... vero, bellezza?

Dallo specchietto retrovisore vedo gli occhi di Robert posarsi su di me.

-Bene, benissimo.- rispondo.- Ho ballato... e ho bevuto solo due bevande analcoliche. Non ho assistito alla rissa e sto... bene.- ripeto.

Lui tira un sospiro di sollievo.- Vi siete divertite, malgrado questa rissa?

-Sì, Robert. Ci siamo divertite tanto.

-Tantissimo...- aggiungo.

Poi il cellulare si illumina nelle mie mani.

Ho quasi paura di vedere cosa mi comparirà sullo schermo non appena il mio sguardo si abbasserà, ma Pam mi dà una gomitata.

Mi volto a guardarla; in risposta mi indica il basso con il capo.

Capisco allora che è lei ad avermi inviato qualcosa.

-Mi puoi dire cosa è successo?- leggo.

-Te lo dico dopo.- scrivo.

***

Pam mi presta un pigiama.

Dopo essermi lavata i denti, lo infilo e mi metto a letto.

-Buonanotte.- bisbiglio, girandomi su un fianco.

-Ma quale buonanotte! Non penserai di fare la furba con me, vero? Mi hai scritto che mi avresti raccontato tutto.

-Non mi va! E poi non c'è neanche Chas. Non mi va di raccontarti qualcosa che poi dovrei ripetere anche lei.

-Come la fai lunga!

-Non mi va e basta.- mugugno.

-Quanto sei antipatica quanto fai così!- sbuffa.- Ma comunque credo di aver già capito cosa sia successo.

Mi allarmo.- Ah sì? E cosa avresti capito?

-Speravo me lo chiedessi. Dunque,- si schiarisce la voce.- prima hai detto a Bob di aver bevuto solo due bicchieri, mentre a noi hai detto di averne bevuti cinque. La tua motivazione è stata che ti stavi annoiando perché eri stata lasciata sola, e che di conseguenza hai affogato la noia nei drink. Prima bugia! Mi hai detto tu stessa di aver ballato con il genietto e non credo che il vostro sia stato solo un ballo.

-Magari a Bob ho detto di averne bevuti due per non farlo preoccupare.- intervengo.

-Era solo una bevanda analcolica, bellezza! Qualcosa mi dice che a te servisse farci sapere che il tuo rossetto era sbavato per via della tua improvvisa voglia di mojito analcolico. Comunque,- si schiarisce di nuovo la voce.- Non ho finito. Nei bagni del locale, ho notato che i polpastrelli della tua mano destra erano colorati di una tinta verde, la stessa che... guarda un po'... non era anche presente sul viso di Holden? Quando sono venuta ad avvisarti di Chas, Holden aveva la stessa espressione che avrebbe uno che ha raggiunto il Nirvana, mentre tu... l'ho già detto, non avevi più nessuna traccia di rossetto. Quindi...

-Dovresti lavorare per la CIA, sai?- la interrompo.- Magari chiedo a Bob se, dopo il diploma, vogliono assumerti come agente.

-Che ridere.- mi spintona leggermente.- In ogni caso, stavo dicendo che secondo me tu e Holden...

-Ferma!- la blocco.- Pam, sul serio. Ti spiace se per questa notte smettiamo di parlare? Sono molto, ma davvero tanto, stanca. Domani, lo giuro su Jigì, vi racconterò tutto.

La sento sospirare.

-Va bene, mi arrendo! Ma domani ti attende un bell'interrogatorio, sappilo.

-Lo so.

-Allora, buonanotte.- si solleva per darmi un bacio sulla guancia.- E comunque io e Tay non abbiamo limonato neanche stasera. Maledetta miseria.

-Non te l'ho chiesto.- mi scappa una risatina.

-Lo so, ma ci tenevo a dirtelo.

-Buonanotte.- la saluto.

Arrivo a contare trenta pecorelle prima che senta il respiro della mia amica farsi più pesante e capisca, così, che si è addormentata. In fondo era più stanca di quanto potesse ammettere.

Al suo contrario, io non ho neanche un briciolo di sonno. Mi sento sveglia, così sveglia, che se volessi potrei mettermi a ballare la polka in questo esatto momento. Non è il caso, però. Mi accoccolo così contro le coperte, tirando il lenzuolo fino a fargli sfiorare il mento.

Poi con l'indice vado a toccare le mie labbra.

Non riesco a non pensarci. Per quanto provi a focalizzare le mie attenzione su altro, a ciò che è successo solo poco fa a Chas, per esempio, al centro della mia mente si figura una sola e unica scena. Come se nella mia testa ci fosse una cinepresa e un maxi schermo, e i miei neuroni, quei pochi che mi sono rimasti dopo questa festa, fossero gli spettatori, seduti comodamente su sedie pieghevoli e con ciotole di popcorn tra le mani, pronti a gustarsi la scena madre di questa notte: il mio primo bacio.

Ho dato il mio primo bacio, porca vacca. L'ho dato a Holden, porca vacca. Mi è piaciuto un casino, porca vacca.

Non riesco a capire il perché. Mi sto sforzando, lo giuro, ma proprio non ci riesco. A me Holden non piace, questo è un dato di fatto. A me piace Adam, questo è dato di fatto. Ero arrabbiata e gelosa di Adam prima del bacio, questo è un altro dato di fatto.

Ma, allora, perché? Perché il mio corpo mi ha mandato certi segnali?

Probabilmente sono davvero ubriaca. Probabilmente sono semplicemente una persona che reagisce all'alcool in modo diverso. Poco importa che quei maledetti drink non sapessero di alcool, poco importa sul serio. Sono ubriaca, è deciso.

Andiamo, deve essere per forza così.

Okay, ho scelto deliberatamente di baciarlo. Ero cosciente di quello che stavo per fare. Ero cosciente che stavo per giocarmi il mio primo bacio con il ragazzo a cui avevo detto che per me era solo un brutto topo di biblioteca solo poche settimana fa.

E non sono pentita, lo giuro. Io volevo aiutare Holden.  L'ho baciato perché mi è sembrata la cosa più giusta da fare. L'ho baciato perché non sopportavo di vedere un minuto di più le risate di quelle streghe. Perché lui stava male e volevo provare a rasserenarlo.

Però... però non avevo previsto che io mi sarei sentita così... strana.

Maledetti però, fregano sempre. Arrivano come fulmini a ciel sereno, pronti a far cadere ogni maledetta certezza.

Ma, soprattutto, perché Holden Morris mi ha baciato così dannatamente bene? Sembrava sapere esattamente cosa fare , come muovere la sua bocca e come stringermi a sé. Non era il suo primo bacio? Io non credo di essere stata così brava! Cioè, non credo che gli abbia fatto schifo e, a dirla tutta, vedere le sue labbra rosse e gonfie mi ha fatto un certo effetto perché... sì, insomma, sapere che sia stata io a fargliele venire così mi fa sentire di nuovo una fitta allo stomaco. Tuttavia, sono certa sia stato più bravo lui di me.

Chiudo gli occhi.

Domani ho scuola e ho paura.

Non voglio vedere Holden. Non voglio guardarlo in quei suoi occhi grigi che questa sera erano troppo luminosi per definirli insipidi. Non voglio riascoltare la sua bella voce. Non voglio che i miei occhi finiscano stupidamente sulle sue labbra. Sulla sua bocca anonima che solo un'ora fa accarezzava la mia con una dolcezza disarmante.

Non voglio più passare del tempo con lui.

Non voglio.

Punto.

***

-Buongiorno!- trilla Chas quando passiamo a prenderla.

Vista dall'esterno nessuno penserebbe che solo poche ore fa fosse ubriaca marcia.

Rimango qualche istante ad osservarla.

È vestita di nero, con gli occhi truccati e il rossetto scuro sulle labbra.

Chissà se mi abituerò mai a questo suo nuovo look.

-Ciambella?- chiede, porgendoci una busta di carta bianca.- Ce le ha portate il signor Lewis, il padre di Lydia. Fa il pasticcere, sapete?- da un morso al suo dolce, sporcandosi la bocca.

-Tesoro, sicura di essere Chas e non la sua sosia, per davvero? Come fai ad essere pimpante come un fringuello con tutto l'alcool che ti sei sparata neanche sei ore fa?

La faccia di Pam mi fa ridere. Ha gli occhi completamente sgranati da dietro le lenti arancioni dei suoi occhiali da sole.

-Mai stata meglio.- ci risponde.- Ho un po' di mal di testa, però, ma nulla di insopportabile. Lydia mi ha dato un'aspirina e un intruglio giapponese che ha fatto miracoli.

-Un intruglio giapponese...- biascico.

-Già.- sorride lei.

-Okay, sorvolerò su questo intruglio, perché attendevo con ansia il tuo arrivo.

-Oh, davvero?- Chas allarga gli occhi.- Vi mancavo così tanto?- si esalta.

-No! In realtà ti stavo aspettando perché la signorina qui presente,- mi indica con il pollice.- Ha una notizia super scottante da raccontarci, ma non ha voluto anticiparmela perché voleva che ci fossi anche tu.

-Come sei dolce, Kat.- Chas si sporge dai sedili posteriori per stringermi una spalla.

In risposta, abbasso lo sguardo e inizio a giochicchiare con il braccialetto con lo scarabeo che mi ha regalato nonna Cecily. Non so perché, ma per la prima volta ho paura di confidare qualcosa alle mie amiche. Ho paura delle loro reazioni. Temo che mi diranno qualcosa che non voglio sentire e che sarà difficile convincerle del contrario. Certo, potrei semplicemente limitarmi a dire loro che ho baciato Holden per aiutarlo, ma so che mi chiederanno cosa abbia provato. E non potrò mentire.

-Allora?- mi incita Pam.- Non abbiamo tutta la mattina, bellezza. Dieci minuti e siamo a scuola.

Bene. Potrei parlare molto lentamente, allora.

-Dunque,- mi schiarisco la voce.- Dunque.- riprendo.- La nostra storia comincia...- pausa.- quando...- pausa.- praticamente... - pausa.- io...

-Vai dritta al sodo, bellezza.

Sbuffo. Poi deglutisco a vuoto.

Via il dente, via il dolore. Ho capito.

-Ho baciato Holden.- mi volto a guardare il paesaggio dietro il finestrino.

-Co-sa?- Chas parla con la bocca piena. Prende a tossire dopo poco.

Pam, invece, fa una delle sue solite pazzie.

Frena di colpo, sgommando a tutta birra, poi fa retromarcia e parcheggia al lato di una strada. È fortunata che non ci siano macchine dietro di noi.

-Che fai? Abbiamo storia alla prima ora!- mi volto a guardarla.- La tua sete di gossip ci ucciderà un giorno!- la rimprovero.

Lei prende a guardarmi, annuendo con la testa.- Sono un genio, porca miseria! Un dannato genio. Ci avevo visto giusto!

-Hai baciato chi?- Chas molla la ciambella e si sporge tra i nostri sedili.

Sospiro.

-Ho baciato Holden Morris.- ripeto.- Però, alt, non iniziate...

-Un bacio a stampo?- mi interrompe Chas.

Pam mi guarda con evidente curiosità.

Scuoto la testa.

-No... bacio alla francese.- abbasso di nuovo lo sguardo.

Chas si lascia ricadere sui sedili inferiori.- Gesù Santissimo, questa non me l'aspettavo.- mormora.

-Come è successo?

-Come sono le sue labbra?

-Cosa hai provato?

-Bacia bene?

Parlano insieme, facendo accavallare le loro voci.

Sbuffo in risposta.

-Okay, racconta tutto: cosa è successo esattamente?- riprende Pam, con più calma.

Faccio un altro respiro, poi comincio a parlare. Racconto dei tre balli, della mia intenzione di rubare un ballo ad Adam, di quando ho visto Priyanka fronteggiare Holden, del modo in cui lei lo ha offeso e umiliato e di ciò che ho fatto io per farlo calmare.

-Che grandissima stronza!- dice Chas, stringendo le labbra.- Giuro che gliela farò pagare, quanto è vero che mi chiamo Chastity Bailey! Ma comunque... - si schiarisce la voce.- ti sei giocata il tuo primo bacio solo per aiutare Holden?

-Sì.- confermo.- Dovevate vederlo, stava davvero male! Respirava affannosamente, e il suo cuore batteva al ritmo di un tamburo. È stata la prima cosa che mi è venuta in mente per aiutarlo. E ci sono riuscita...

Pam annuisce.- E ci credo che ci sei riuscita. Ti muore dietro! Ma... tu?

-Io, cosa?

-L'hai baciato per dovere da crocerossina, okay, ma le vostre bocche si sono toccate, le vostre lingue si sono intrecciate, ed era il tuo primo bacio... com'è stato?- fa un'espressione maliziosa.

Scrollo le spalle, tornando a guardare fuori il finestrino.

-Cosa hai sentito qui?- poggia il palmo della sua mano sulla mia pancia.

Ho un lieve sussulto.

-Chi ti dice che abbia provato qualcosa?

-Non ci provare! Ieri sera eri praticamente in uno stato catatonico.

Sospiro, rimanendo in silenzio.

-Parla o ti faccio il solletico.- mi minaccia Chas.

-Non è stato... male.- rispondo.

-Tutto qui?- Pam mi pizzica un fianco.- Il cervellone ha fatto cilecca?

Rimango in silenzio.

-Okay, dato il fatto che tu stia facendo la timida, posso dedurre che ti sia piaciuto.

-Oddio, dici che il cervellone baci bene, Chas?

-Secondo me sì, Pam. Un giorno ho letto su un giornalino, lo stesso che legge tua sorella, per la cronaca, che i cervelloni sono i migliori baciatori.

-E basta chiamarlo cervellone. Si chiama Holden.- sbotto, senza controllarmi.

Pam allarga gli occhi e si sfila gli occhiali.- No!... Ma allora è grave la storia. Sei malata, Kat.

Inarco un sopracciglio.

-La tua malattia si chiama " sono cotta di Holden Morris". Cavoli, avevo un mezzo sospetto, ma non pensavo...

Lo sapevo, dannazione se lo sapevo. Sapevo che avrebbero pensato questa follia.

-Sai che l'ho pensato anch'io?- le si rivolge Chas.- Ieri erano troppo in sintonia e lui è stato il suo primo pensiero.

Parlano come se non fossi qui presente. Che nervi!

-Smettetela!- mi arrabbio.- Non si tratta di essere cotta di lui. Si tratta di rispetto. Siamo in sintonia perché siamo amici.- abbasso lo sguardo.- Per il resto... il bacio è stato bello, lo ammetto. Ma non è stato nulla... io e lui siamo amici,- ripeto.- e sapete che non mi piace.- ritorno a guardarle.- Sono imbarazzata solo perché è stato il mio primo bacio. Sei stata proprio tu, Chastity, a dire che il primo bacio rimane nella memoria, nel bene e nel male.

Entrambe rimangono in silenzio.

-Forse abbiamo esagerato. Scusaci.- riprende Chas, tornando seria.- Però, sul serio, cosa hai provato esattamente?

-Mi sono sentita strana.- confesso.- All'inizio ho pensato anche di essere ubriaca, però, riflettendoci, penso che mi sia sentita in questo modo solo per la novità di quello che ho vissuto.

-Per la novità.- Pam inarca un sopracciglio.- Senti un po', ma hai sentito o no qualcosa all'altezza della pancia?

Rimango in silenzio, poi sospiro.- Può darsi... ma era sicuramente ansia mista a eccitazione per la... novità. Ho anch'io degli ormoni, eh!

-Bellezza, un amico non dovrebbe smuovere nessun ormone!- inarca un sopracciglio.

-Non ho detto che mi abbia smosso gli ormoni.- preciso.- Ho detto che ho provato delle... sensazioni... fisiche perché alla nostra età gli ormoni sono sempre sballati.

Chas scoppia a ridere.- Sei un genio nel rigirare la frittata.

-Non sto rigirando un bel niente!

-Sul serio, Kat, pensaci.

-Non c'è nulla a cui pensare. È stato solo un gesto... d'aiuto. Punto, stop, fine. Mi rendo conto, però, che sia stato un bacio... più profondo del previsto. Ecco perché ho deciso di...- mi schiarisco la voce.- prendere le distanze da lui...sapete per... evitare problematiche di vario tipo.

-COSA?- Chas alza la voce.- Vuoi smettere di vederlo?

Annuisco.- Almeno per il momento! Holden era abbastanza restio al nostro bacio, perché per lui avrebbe significato qualcosa, essendo cotto di me. Solo una cosa l'ha convinto: sapere che il nostro sarebbe stato un bacio di addio, un addio alla sua... cotta per me. Ma, dopo quello che ho provato, immagino che lui abbia sentito qualcosa di ancora più profondo. Per cui... è meglio se ci prendiamo una pausa.

-Meglio per chi?

-Per lui, per me... per entrambi.

Ci ho rimuginato tutta la notte e alla fine sono giunta alla conclusione che questa sia la soluzione migliore. D'altronde è inutile negare che io ne sia uscita più scossa del previsto da questo bacio. Di conseguenza, prenderci una pausa farà bene a tutti e due. Ne sono sicura.

-Una pausa in modo che lui si dimentichi di te e si prenda una cotta per un'altra.

-Una cosa del genere, Chas.

-È una follia!

-Cosa?

-È una follia!- ripete.-Mi spiace, ma la tua decisione mi sembra folle e si può ricondurre a una sola parola: codardia. Sei convinta che Holden non ti piaccia, e okay ci sta, non possiamo sapere meglio di te cosa ti dica il tuo cuore, però... perché vuoi prenderne le distanze se non per il fatto che il vostro bacio ti abbia confuso e abbia scombussolato tutti i tuoi piani? Se ti fosse stato indifferente, non avresti avuto questa reazione.

-I miei piani?- corruccio la fronte.- Farnetichi, Chastity.

-Il tuo piano che prevedeva che ti saresti sposata con Adam Johnson e che Holden sarebbe rimasto solo il ragazzo delle ripetizioni, il ragazzo bruttino da tenere alla larga.

Abbasso lo sguardo.- Smettila! Non è così... lo faccio perché siamo amici e...

-E cosa?- interviene Pam.- Se pensi che sia la cosa giusta, fallo. Mi metto comoda, però. So che il giorno in cui ci dirai "avevate ragione" è molto vicino. Spero solo che quando lo capirai, non sarà troppo tardi...

-Avevate ragione, cosa?- sospiro.- Vi siete dimenticate che ho una cotta per qualcun altro? Sapete, quel ragazzo bellissimo che è anche il capitano della squadra di basket di cui voi mi avete costretta a diventare la raccattapalle solo un mese fa. Ma che vi prende? Fino a ieri sera ero certa sosteneste il mio interesse per Adam. Tu stessa, Chastity, mi hai augurato di riuscire nell'intento di dargli il mio primo bacio.

Chas abbassa lo sguardo e si morde le labbra. Sembra quasi mi stia nascondendo qualcosa.

Pam fa spallucce.- Le cose possono cambiare, sai? Per esempio, prima di entrare al Montecristo, ero davvero certa che tu fossi ancora cotta di Johnson, ma adesso sono certa che non ti interessi più. Vic Berreton ci insegna che ci vuole un attimo per innamorarci follemente di uno come Mathieu, ma che basta un attimo ancora per innamorarci follemente di uno come Philippe.

-Non siamo ne Il Tempo delle mele.- sbuffo.- E comunque, sottovaluti cosa provi per Adam!- mi impunto.

-E cosa provi per Adam?- avanza Chas.- A parte il fatto che ti piaccia il suo aspetto, cosa... provi per lui? – ha un tono acceso.

-Che razza di domanda! Fate come mia nonna, adesso? Ma che vi prende, sul serio?

-Le cotte vanno e vengono.- dice Pam.

-Ha parlato lei che sta con il playmaker  per cui ha una cotta da secoli!- faccio una smorfia. -Secondo il tuo ragionamento, anche a te basterà poco per capitolare di fronte ad un altro ragazzo che non sia Taylor.

Sembra si siano coalizzate contro di me.

-Infatti! Non posso di certo prevedere il futuro. Per il momento so che Taylor è la mia anima gemella, ma ho solo diciassette anni, che ne so di cosa succederà l'anno prossimo? Spero ovviamente che non cambierà nulla tra noi, ma non posso purtroppo esserne certa.- fa spallucce.

-E poi... forse... Adam non è chi credi che sia.- continua Chastity.

Mi volto a guardarla.

Pam solleva le sopracciglia. –Perché dici così?

Lei si schiarisce la voce.- Credo che ricordiate cosa ho fatto ieri notte...

-Intendi quando mi hai chiesto se mi piacessero le carote e quando ti abbiamo vista vomitare per bene due volte? Oppure quando ci parlavi di un tale Pablo-Pedro-Rodrigo-Fernando?

Si mette a ridere.- Sì... proprio di questo! Ieri... non ero tanto in me. – diventa seria.- E comunque era Antonio! Ma si fa chiamare Tony. Mi ha dato il suo numero di cellulare.

-Ah, quindi era suo il bigliettino che avevi nello scollo del top?

-In realtà no...- tiene lo sguardo basso.

-E chi te l'ha dato, allora?- chiede ancora Pam.

-Ecco, volevo arrivare proprio qui! Me l'ha dato... Adam.

Sussulto.

-COSA?- alzo la voce, aggrottando le sopracciglia.

-Adam Johnson mi ha dato il suo numero di cellulare.- ripete.- A dirla tutta... ci ha provato con me.

-Non dirai sul serio...- mugugno.

-E invece sì, sono più che seria. Dopo avervi salutato, e prima di andare al bar, sono andata in bagno. Avevo già adocchiato Tony e volevo controllare che trucco e capelli fossero a posto. Quindi mi avvio, ma neanche due passi... mi ferma questo bel ragazzone vestito da Joker. Non mi ha riconosciuto, perché ha iniziato a chiedermi chi fossi, quale fosse il mio nome e poi...- fa un bel respiro.- mi ha toccato anche il fianco e ha provato... a baciarmi.- deglutisce.- Ovviamente l'ho allontanato in tempo zero, ma lui l'ha presa sul ridere e mi ha scritto il suo numero su un pezzo di carta che, chissà come, si trovava in tasca. Poi se n'è andato, barcollando. Era chiaramente ubriaco.

-E come fai a dire fosse Adam? C'erano tanti Joker ieri sera...- osservo.

-Me l'ha detto lui stesso. "Sono Adam Johnson, bella!"- imita una voce maschile.- Ero abbastanza arrabbiata per via della storia di mia madre, quindi quando ha iniziato a fare il marpione gli ho chiesto in modo alquanto brusco chi fosse.

Grandioso!

-Tranquilla, Kat.- continua.- Sono certa mi abbia scambiato per qualcun'altra. Chiaramente non era in sé.- si sporge di nuovo.

Rimango in silenzio, non sapendo cosa dire.

Mi mordo le labbra, mentre il cuore batte così forte da riuscire a sentirlo nelle orecchie.

La verità è che mi sento... in overdose.

Potrei scoppiare da un momento all'altro, data la mole di cose che il mio cervello sta recependo. La mia testa è una scatola stracolma di cianfrusaglie: dubbi, domande, pensieri, ansie, paure, mille punti interrogativi.

È tutto un gran casino.

-Interessante.- interviene Pam.- Indagheremo sul signor Johnson, allora. Voglio capire se faccia il cascamorto con tutte.

-Adam... è un bravo ragazzo.- biascico.- Magari ieri sera era solo...

-Lo pensavo anch'io, bellezza! Ma nessuno può permettersi di sfiorare la nostra Chas senza il suo consenso. Per cui da oggi sarà oggetto di indagine.

-Non lo conosci, Kat, questa è la verità.- continua Chas.- Ma scopriremo presto se hai ragione, tranquilla.

***

Entriamo alla seconda ora.

Il corridoio è gremito di studenti. Ce ne sono così tanti, sparpagliati qua e là, che potrei essere fortunata e non incontrare Holden.

Per quanto vorrei fargli tante domande, la sola idea di rivederlo mi fa paura. Ad incrementarla ci sono le parole delle mie amiche che continuano a rimbombarmi nella testa, come un eco. Non che creda abbiano ragione, so benissimo cosa provi per Holden, però... continuano a ronzarmi nella mente. Iniziano persino a sudarmi i palmi delle mani. Devo fare di tutto per non vederlo, almeno oggi. Non credo che sarei in grado di affrontarlo.

Si sa, però, che io e la fortuna non siamo mai andate tanto d'accordo. Mi basta sollevare lo sguardo, infatti, per intercettare il suo.

Splendido!

È all'estremità opposta del corridoio. Dietro di lui c'è Taylor, intento a parlottare con qualcuno.

Quando mi riconosce, vedo i suoi occhi sgranarsi lentamente. Sembra quasi sorpreso di vedermi. Mi accorgo subito che non porta neanche questa mattina i suoi occhialoni da vista.

Rimaniamo a guardarci per svariati istanti, poi non ce la faccio più e mi volto.

***

-Mi stai evitando?

Mi blocco con i libri tra le mani.

Poi mi affretto a rimetterli a posto.

Quando chiudo l'armadietto, trovo Holden.

È appoggiato con la spalla all'armadietto di fianco al mio, con le braccia incociate sul petto, lo zaino sulle spalle e gli stessi occhiali da sole di ieri sera sugli occhi.

Rimango in silenzio, con il cuore che ricomincia a esplodermi nel petto.

Porca vacca. Porca vacca. Porca vacca.

-Mi stai evitando?- chiede ancora.

Dovevo immaginarmelo che si sarebbe comportato in modo contrario a quello supposto. Pensavo sarebbe stato più... impacciato e che avrebbe provato anche lui ad evitarmi, ma chiaramente non è così.

-No...- mento.

-Okay, quindi è solo una mia impressione che tu stia provando a starmi alla larga da stamattina? D'altronde il fatto che ti sia seduta il più lontano possibile da me alla lezione di inglese e di matematica, e che ogni volta abbia provato a salutarti o ad avvicinarmi, tu sia scappata sono solo sfortunati eventi del caso, no?

Abbasso la testa.- Holden... io... scusami, ma devo... andare. Ne parliamo dopo, okay?- provo ad allontanarmi.

Mi blocca, parandosi di fronte a me e facendomi retrocedere fino all'armadietto.

-Oggi è venerdì e dovevamo vederci per matematica, ricordi? Il signor Burns ha la febbre, quindi le lezioni del primo pomeriggio sono sospese. Ti va di venire a pranzo con me? Fuori c'è un bel sole e ho pensato che potevamo mangiare qualcosa e... fare due chiacchiere. Ho bisogno,- deglutisce. Vedo il suo pomo d'Adamo fare su e giù.- di parlarti, Leen.

Mi trovo ad annuire. In fondo non posso evitarlo per sempre.

-Bene!- annuisce tra sé e sé.- Andiamo allora.

Mando un messaggio alle mie amiche, per informarle del cambio di programma, dato che avremmo dovuto pranzare insieme.

Poi mi limito a seguirlo.

Il viaggio nella sua Cindy è silenzioso. C'è solo la radio accesa su una stazione che adesso sta trasmettendo, giusto per portarci un po' di allegria, una canzone di Lana Del Ray. Parla di un cuore spezzato, di droghe e di una ragazza che si definisce carina quando piange.

Con la coda dell'occhio vedo le mani di Holden stringere con forza il volante. Ciò mi fa pensare che magari si sia solo mostrato più sicuro di quanto in realtà sia.

Ad un semaforo rosso, ci giriamo nello stesso momento. Si mordicchia le labbra, poi torna a guardare la strada.

Sono così in imbarazzo che, quando parcheggia, mi rendo conto di non avergli nemmeno chiesto dove mi stesse portando.

Quando noto, però, degli alberi, delle distese verdeggianti e delle panchine, capisco che siamo andati al piccolo parco vicino alla nostra scuola.

La tensione tra noi si può tagliare con un coltello ma, malgrado ciò, si dimostra un gentleman, scendendo dalla sua macchina e venendo ad aprirmi lo sportello.

-Grazie...- biascico.

Fa spallucce, poi si avvicina al cofano, da cui prende una busta.

-Ho comprato dei panini dal bar vicino scuola, prima di venirti a parlare.- spiega.- Spero ti piacciano, non conosco i tuoi gusti...

-Andranno benissimo.- gli rispondo.

Annuisce, poi ci avviamo.

In giro non ci sono molte persone. Scorgo solo qualche anziano a passeggio e qualche coppia distesa sull'erba, impegnata a tubare, o ad abbronzarsi grazie a quei pallidi raggi che il sole di novembre può regalare.

-Ti va se ci sediamo vicino a quella quercia?- mi indica un albero mastodontico poco distante.- Nello zaino ho un asciugamano di mia sorella. Me l'avrà messo per sbaglio mia madre; ogni tanto si confonde con i giorni in cui ho allenamento.- si tocca la nuca, in imbarazzo.

-Va bene...- dico.

Annuisce di nuovo.

Ci sistemiamo ai piedi dell'albero, dopo poco.

Disteso un asciugamano di Cenerentola, rimaniamo seduti a gambe incrociate.

Poi scartiamo i panini e iniziamo a mangiare in silenzio. Io ne ho scelto uno al formaggio, mentre lui al tonno.

Mangio senza appetito. Ho lo stomaco chiuso e la coppia che passa in questo momento, prendendo a baciarsi, o meglio, a risucchiarsi la faccia, di fronte alla nostra postazione, me lo fa chiudere ancora di più.

Proprio mentre il lui di turno avvicina la lei di turno ancora più vicino, Holden prende  a tossire, facendosi rosso.

Mi affretto a passargli la bottiglietta d'acqua e a dargli dei colpetti sulla schiena.

-Stai bene?- mi avvicino.

-S-sì,- tossisce.- Sì. Mi è solo andato di traverso un pezzo di pane.

Pian piano torna al suo colorito pallido e così mi tranquillizzo.

Poi mi scappa una risatina. Ci voleva una coppia di piccioncini a spezzare il nostro silenzio.

-Che c'è?- mi chiede.

Scuoto la testa.- Nulla.- smetto di ridere.

In risposta, sospira. Poi chiude il suo panino e si appoggia al tronco alle sue spalle, incrociando le braccia dietro la sua testa.

-Perché porti anche oggi gli occhiali da sole?- gli domando.

-Oggi, più di sempre, sentivo di averne bisogno.- si allenta i primi bottoni del suo montgomery blu scuro e si sistema la montatura sul naso.

-Ti senti vulnerabile anche... con me?

-In questo momento, soprattutto con te.

Metto da parte anche il mio panino.

-Come stai?- gli chiedo.

-Bene! Non ho più pezzi di cibo a ostruirmi la trachea.

-Non... non intendevo per quello.- lo imito, appoggiandomi all'albero.

-Sto bene.- ripete.- Per tutto! Ed è solo merito tuo.

Mi volto a guardarlo.- Non ho fatto nulla...- mormoro.

-Scherzi?- piega le labbra in un mezzo sorriso.- Non so cosa sarebbe successo se non ci fossi stata tu! Grazie, Kathleen.

Fa una cosa che mi sorprende: avvicina la sua mano alla mia e mi stringe le dita. Ricambio la stretta, avvertendo il calore della sua pelle in contrasto con la mia, fredda.

-Ti succede spesso?

-Cosa?

-Di... - tentenno. -avere attacchi di panico.

Non risponde. Si limita solo a sciogliere la presa delle nostre mani.

-Ogni tanto...- risponde dopo un po'.

In questo momento vorrei che si togliesse gli occhiali da sole così da provare a vedere se le mie capacità di lettrice di occhi siano migliorate.

Così, di istinto, mi avvicino e glieli sfilo lentamente.

Oppone un'iniziale resistenza, ma quando i nostri sguardi si incontrano, si ferma.

-Sei triste.- osservo le sue iridi.

Sono spente. Il grigio al loro interno le fa somigliare al cielo, quando è carico di nuvole, quando ti è sufficiente osservarlo per un secondo per avere la pelle d'oca e capire che scoppierà uno di quegli acquazzoni che rovineranno il bucato e ti bagneranno i jeans buoni fino almeno al ginocchio.

Distoglie lo sguardo.- Un po'! Ma ci sta, no?- torna a sorridermi.- Sai, Kathleen, io mi ritengo una persona abbastanza felice. Abbastanza per il semplice fatto che non esiste la felicità... assoluta, totale. Abbiamo tutti nella mente il nostro personale cassetto dei ricordi, che è un po' come quello dei calzini. Ci sono quelli spaiati, inutili, un po' buffi forse, quelli belli, caldi e soffici, che vorremmo indossare sempre, e quelli... meno belli, che non vorremmo neanche vedere, fatti con materiale scadente, che danno prurito e a volte graffiano la pelle, ma che ogni tanto ci compaiono davanti. È sufficiente spostare, anche di poco, quelli buffi e quelli belli, per vederli.

Solo Holden Morris può paragonare i ricordi a dei calzini.

La sua aria triste mi fa sentire piccola, piccola. Come se non potessi fare davvero nulla per allievare la sua tristezza. Avere a che fare con persone come lui, d'altronde, è davvero difficile. Sorridono spesso, si mostrano fronti, hanno sempre la battuta pronta, sono persino audaci, però... spesso hanno addosso corazze così spesse che quando un qualcosa di tanto brutto riesce a scalfirle, è difficile riparare l'ammaccatura che si verrà a creare. Ci vorrà più tempo di quanto daranno mai a vedere.

-Vuoi... parlarne?- esito.

Torna a guardarmi.- Forse un giorno, Leen, forse un giorno.- mi fa un mezzo sorriso.

Lascio perdere, allora. Non voglio essere invadente.

-Sei stata geniale nel farmi delle domande di matematica.- riprende.- È stata una mossa davvero stupefacente, Kathleen.

-Ma non sufficiente...- mi scappa.

-Già.- si porta le lunghe gambe al petto.- Non dovevi farlo.

-Cosa?- abbasso lo sguardo.

In realtà so benissimo a cosa si stia riferendo.

-Sprecare il tuo primo bacio con me.

-È stato un bacio d'addio, ricordi?

-Ricordo. Ma,- si volta anche lui adesso.- mi ha fatto andare in cortocircuito, Kathleen. Hai presente quando, molto sdolcinatamente, lo confesso, ti ho detto che il mio cuore si illumina come un albero di Natale quanto ti vedo?

Annuisco, in imbarazzo.

-Beh... quando ci siamo baciati le lucine sono scoppiate. Sono volate scintille nel mio petto. Di conseguenza, il tuo bacio mi ha fatto toccare il Paradiso, ma allo stesso tempo mi ha fatto piombare all'inferno. Saperti così vicina, ma anche così... lontana... mi ha fatto male.- si inumidisce le labbra con la punta della lingua.

A questo gesto, i miei occhi stupidamente si abbassano sulla sua bocca. Nel farlo la mia mente prova a rimettere "play" e farmi rivedere quella scena. Ma glielo impedisco, prendendo a fissare un fiorellino bianco, poco lontano dalla mia mano.

-Proprio per questo, io...- inizio.- avevo pensato che potremmo prenderci un pausa. Sai... stare per un po' lontani. Giusto il tempo che la tua cotta per me svanisca del tutto. Siamo amici, lo sai, e non voglio perderti come amico, ma... credo ci farà bene.

-Prenderci una pausa?

-Sì.

-Per la serie "lontano dagli occhi, lontano dal cuore"?

-Una cosa del genere, sì.

-Perché?

-Beh... perché, te l'ho detto, ci farà bene.

-Perché?- ripete.

Sollevo le sopracciglia.- Cosa, perché?

-Hai preso questa decisione solo per aiutarmi o... c'è dell'altro? Perché tu vuoi allontanarti da me? Avrei dovuto proportelo io, dato il modo in cui mi fai sentire, e invece me l'hai proposto tu. E sei sempre stata tu ad evitarmi, da questa mattina. Le miei ipotesi sono due: il mio modo di baciare ti ha fatto così schifo da averti disgustata, oppure ti è piaciuto così tanto che ti sei innamorata di me.

È serio mentre lo dice, per cui la prima reazione è quella di schiudere le labbra e boccheggiare, presa alla sprovvista.

Mi salva subito, però, mettendosi a ridere. Quando lo fa, stringe gli occhi come suo solito.

-Nessuna delle due... io, lo sai...

-Non ti piaccio e non ti piacerò mai, lo so.- smette di ridere.- Volevo provare a sdrammatizzare. C'è troppa tensione tra noi, non mi piace. Proprio per questo... hai ragione.

-Ho ragione?

-Già, hai ragione! Prendiamoci una pausa di riflessione. Quello che è successo questa notte è stato imprevisto per entrambi, e quindi adesso ci troviamo di fronte una situazione imbarazzante. E non mi piace che ci sia imbarazzo tra me e te. Ho fatto di tutto per avvicinarmi a te, e non solo perché mi illudevo di poterti conquistare un giorno, ma perché mi piaci, Leen. Come persona.- mi sorride.- E voglio che tu mi sia accanto. E poi dire "pausa di riflessione" ,- mima le virgolette.- è troppo figo. Mi fa pensare a me e te come a una coppia sposata.- ride, mostrandomi il suo incisivo sporgente.

Sorrido anch'io.

-Anche tu mi piaci... come persona.

-Quando torneremo a... vederci?- domanda.

-Quando sarai sicuro che io non ti piaccia più come... ragazza. Quando non sarò più la tua cotta.

Annuisce.- E se dovessi metterci una vita intera?

-Non esagerare! L'hai detto anche tu: non sono il centro del mondo.- gli ricordo.

-Dico tante cose, io. Ti ho detto anche che non ti saresti liberata facilmente di me, e invece adesso... ci sei riuscita.

-Ma io non voglio liberarmi di te, io...

-Scherzo, di nuovo.- sorride. -E per le ripetizioni? E se... dovessimo incontrarci a casa mia quando... fai la babysitter a mia sorella?

-Non dobbiamo smettere di parlarci del tutto. Solo... meno, tutto qui. Magari ci invieremo il materiale per le ripetizioni su facebook.- gli faccio un occhiolino. -Alla fine non dobbiamo comportarci da estranei di punto in bianco; ci vedremo anche a scuola. Quando sentirai il bisogno di raccontarmi qualcosa, mi troverai sempre pronta.- sorrido.

Si rimette gli occhiali da sole.

-Va bene!

-Va bene?

-Ah ha! Te l'ho detto: hai ragione. Starti lontano per un po' aiuterà il mio povero cuore a rimettersi in sesto. D'altronde ti ho promesso che avresti smesso di piacermi, solo che la settimana scorsa non avevo di certo previsto che ti avrei baciato, che avrei ricevuto il miglior bacio della storia dei baci.

-Addirittura?- ridacchio.- Siamo entrambi inesperti, ammettilo.

-Per me ce la siamo cavati abbastanza bene.- si abbassa gli occhiali quel tanto che basta a farmi un occhiolino.

-In effetti, non è stato male.- ammetto.

La capacità che ha di rendere meno imbarazzante anche le situazioni più imbarazzanti della storia è meravigliosa.

-Non lo è stato.- sorride.

Poi rimaniamo in silenzio.

Gif del bacio tra Kat e Holden che ho dimenticato di inserire nello scorso capitolo

Vi dico solo che per scrivere la seconda parte del capitolo ho dovuto davvero spararmi un intero album di Lana Del Ray. In particolare "Ultraviolence" che, devo dire, ho trovato anche interessante! Insomma, dovevo calarmi nel mood perché andiamo... la sola idea di Kat e Holden separati mi spezza troppo il cuore.

Immagino lo abbia spezzato anche a voi perché ci aspettavamo tutti che dopo il bacio lei sarebbe stata latte e miele con Holden, o sbaglio? E invece... è fatta così, la nostra Kat, testarda, cocciuta e cieca.

Le vostre impressioni?

In questo capitolo scopriamo alcune cose: 1) Il papà di Kat ha tradito sua mamma, ripetutamente. Motivo per cui lei prova astio nei suoi confronti. 2) Chastity ha pensato bene di affogare la tristezza dovuta al litigio con i suoi con un po' d'alcool, soffiando il numero di cellulare del barista Antonio, e ricevendo, niente di meno che... il numero di quel marpione di Adam. Ecco spiegato il suo tono acceso nel far capire a Chas che forse lui non è chi crede sia.

Poi veniamo alla decisione di Kat di prendersi una pausa da Holden. Sapete, è una scelta che ovviamente non approvo neanch'io, ma credo sia necessaria. Non si dice, d'altronde, che ci accorgiamo dell'importanza di qualcuno o di qualcosa, proprio durante la sua assenza? E in questo periodo di reclusione forzata, credo sappiamo benissimo ciò cosa significhi . D'altra parte, Chas e Pam hanno provato a farle capire qualcosa... ma, è dura, signori e signore! Voi cosa ne dite del loro discorso?

Vorrei ringraziarvi per l'accoglienza che avete riservato allo scorso capitolo. Ha ricevuto parecchi voti e ho ricevuto diversi commenti, anche sul mio profilo Instagram, di lettrici in attesa del nuovo aggiornamento. Come sempre, spero di non aver deluso nessuna aspettativa❤️

Nel frattempo, io spero che stiate bene! Fra pochi giorni è Pasqua, per cui ci tenevo a farvi i miei sinceri auguri! Anche se stiamo vivendo in una realtà a tratti distopica, proviamo a vivere questa festività con serenità ❤️🐣

Grazie per il vostro costante supporto alla mia storia. Vi mando un mega abbraccio (virtuale) e a presto,

Rob

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro