La sosia cattiva
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La sosia cattiva
Sì, signora, ho letto il libro... beh, non proprio il libro libro... ho letto i ringraziamenti, le note del traduttore, l'introduzione, la prefazione e la dedica... Una fatica tremenda!
(Peanuts- Charles M. Shulz)
L'ansia si può tagliare con un coltello.
A dimostrazione di ciò la Parker è arrivata ,per la prima volta in quattro anni, in perfetto orario.
Pimpante come un fringuello di prima mattina, ci ha invitati ad esporre i nostri lavori non appena ha posato la sua valigetta sulla cattedra. Aggiungendo che, di comune accordo con il preside, si è deciso che il lavoro migliore sarà pubblicato sul giornalino scolastico.
Giusto per non farci mancare niente.
Facendo un sorteggio, abbiamo stabilito gli ordini di esposizione.
Io e Holden saremo gli ultimi a esporre il nostro lavoro su Orgoglio e Pregiudizio.
Dal modo con cui è seduto, con le gambe accavallate e una guancia poggiata sulla mano, mi sembra tranquillo.
D'altra parte io sto muovendo il piede destro dall'inizio della lezione, preda di un'ansia non indifferente.
Di solito durante le lezioni di inglese sono la persona meno ansiosa del mondo. È una materia che mi piace, la Parker è un angelo e io sono la migliore della classe.
Ma oggi è diverso.
Non ci sono solo io.
C'è anche Holden.
E lui merita più di chiunque altro di vedere il suo impegno riconosciuto.
Osservo attentamente tutte le coppie, rimanendo colpita soprattutto dal lavoro di Chas e di Pam. Malgrado io e quest'ultima non ci siamo ancora chiarite, devo ammettere che si sono impegnate.
Hanno deciso di rivisitare in chiave moderna "Oliver Twist" , ambientando la storia nell'India dei giorni nostri. Oliver è un ragazzino orfano che vive inizialmente in una casa famiglia dove ,tra sfruttamenti e percosse, percorre i primi anni della sua infanzia disgraziata, prima di trasferirsi in diverse famiglie, finendo a Bhopal, in un gruppo di bambini ladruncoli, capitanati da un vecchio approfittatore.
Battono il chiodo sulla questione dello sfruttamento minorile, inserendo anche foto e nomi di posti in cui realmente il fenomeno è ad oggi presente.
La professoressa osserva come questo sia una delle piaghe più gravi al mondo e come apprezzi il realismo che le mie amiche hanno dato alla vicenda.
A seguire, continuano i lavori su Jane Eyre , rivisitato niente di meno che dai piccioncini della classe: Jacob e Mary, adesso sani come un pesce, e su Lewis Carrol.
Anne Louise e Faith portano in scena una versione distopica di "Alice nel paese delle meraviglie". Alice finisce in un mondo, in fondo non troppo dissimile da quello dove realmente viviamo, attraverso la cui organizzazione fanno continue frecciatine al nostro presidente, Trump.
Mi fa ben sperare notare che siamo gli unici ad aver fatto sia il lavoro cartaceo, che quello digitale. E che tutti si siano limitati solo a power point basici.
Quando arriva il nostro momento, il primo ad alzarsi è Holden.
Stringe tra le mani la chiavetta che conserva il suo lavoro virtuale, mentre io stringo tra le mie il mio amato fumetto; rilegato con un nastro rosso e reso più "vintage" dal caffè con cui ho bagnato le tavole, come suggeritomi da mia mamma.
La professoressa ha gli occhi brillanti quando le diciamo che abbiamo scelto di rivisitare Orgoglio e Pregiudizio.
Così, incitata dai suoi sguardi affettuosi, comincio a parlare.
Quando finisco, attacca Holden. E viceversa.
La parte che più diverte la classe è quella relativa alla signora Bennet nei panni di una yotuber amante del gossip e di Bingley, influencer in carriera.
Continuiamo con Mr Wickam nelle vesti di un evasore fiscale, da Las Vegas con furore, alla ricerca di un matrimonio vantaggioso per condurre la sua vita dispendiosa tra vizi di ogni tipo.
Il percorso virtuale sembra affascinare la Parker.
Giunti alla fine, sceglie il terzo percorso, affermando che a una ragazza come Elizabeth non sarebbe mancato il coraggio di dichiararsi a Darcy.
-Di questo lavoro apprezzo molto il fatto che vi siate concentrati sul femminismo di cui Jane Austen è stata portatrice. Ma vi rendete conto dell'importanza di un libro come "Orgoglio e Pregiudizio"?- ci dice quando concludiamo.
Jim Collins, un ragazzo che si siede sempre nelle ultime file, si mette a ridere.
-Qualche problema, Jim?- chiede la Parker.
-Sì, signorina Parker. Il problema sta nel fatto che decantiate quello che non è altro che un insipido romanzetto rosa, dove la lei di turno finisce nella braccia del lui di turno. Questo romanzo manca di qualsiasi spessore e le frecciatine alla società sono praticamente assenti.
Arriccio le labbra, confusa da questo intervento inappropriato.
La professoressa si sistema gli occhiali sul naso, puntando lo sguardo verso Collins.
-Morris, tu cosa ne pensi? Pensi che il tuo compagno abbia ragione?
Gli occhi della classe, compresi i miei, si rivolgono adesso verso Holden.
-No, penso abbia torto marcio!- mette le mani in tasca.- Forse il caro Collins dimentica che la "lei" di turno,- mima le virgolette.- rifiuta la prima proposta del "lui" di turno e lo fa in una società in cui sposarsi e sfornare bambini era l'unico e imprescindibile attributo che si dava alle donne. Elizabeth Bennet rompe ogni stereotipo, e così fa Jane Austen. Alla donne non era chiesto di formarsi in qualità di esseri appartenenti alla specie umana, ma era chiesto solo di adeguarsi a dei ruoli cuciti loro addosso sin dal primo vagito. Elizabeth dice di no, e lo dice ad un uomo ricco, di una classe sociale più alta della sua. E dice di no anche a suo cugino, detentore di diritto, solo perché maschio, della proprietà dei Bennet.
-Ma dai, Morris, non farla tragica! Elizabeth se lo sposa il damerino di turno, alla fine. In barba a qualsiasi forma di pseudo femminismo.
-Perché ne era innamorata!- intervengo io.
Vorrei aggiungere un idiota! ma mi contengo.
-L'amore, baggianate! Il titolo e i soldi erano le uniche cose che interessavano alla gentil donna del libro. E poi, andiamo ragazzi, perché dobbiamo sempre mettere in discussione il matrimonio e il far figli? Le donne non perdono credibilità se fanno ciò che la natura permette loro di fare.
-Infatti Jane Austen non dice: "Non sposatevi, non fate figli!". Jane Austen ci dice, a fine Settecento, che le donne hanno una scelta. Hanno la possibilità di piegarsi alla società, finendo per sposare anche uomini che non amano, come fa la signorina Lucas, possono scegliere di sposare l'uomo che amano, e possono scegliere anche di non sposarsi affatto, non perdendo nel modo più assoluto, in quest'ultimo caso, valore e rispetto.- dice Holden.- Si parla di scegliere. Una scelta che per le donne non era così scontata.
"Charlotte moglie di Mr. Collins era un quadro umiliante! E alla sofferenza di vedere un'amica abbassarsi e perdere la sua stima, si aggiungeva la penosa convinzione che sarebbe stato impossibile per quell'amica essere anche solo in parte felice nel destino che si era scelta."
-Beh, certo che parlava di scelta, dato che lei stessa non si sposò. Evidentemente non era abbastanza bella da attrarre un uomo.
Con la coda dell'occhio noto le labbra della Parker stringersi in una linea sottile.
Immagino che dentro di sé stia sentendo un fuoco che pazientemente sta cercando di tenere a bada.
-E chi ti dice che invece non ci fossero uomini abbastanza interessanti da attrarre lei?- non riesco a trattenermi.- Ci sono uomini come te che pensano che voi siate il centro di tutto, l'ombelico del mondo. Ma sai, Collins, non è così. Una donna non è un accessorio da sfoggiare nelle occasioni migliori. È una persona e in quanto tale è una creatura libera che merita di essere rispettata in quanto individuo a sé stante, non in relazione al possibile uomo al suo fianco.
Collins alza gli occhi al cielo.
-Quanti moralismi, Foster. La Austen riuscì comunque a vendere i suoi romanzetti.
-La Austen non poté neanche far comparire il suo nome nei libri da lei scritti, razza di...
-Calma, ragazzi, calma!- mi ferma la Parker.
Porca vacca! Un minuto in più e gli avrei dato volentieri un ceffone.
È poi Pam ad alzare la mano.
-Sì, Pamela?
-Avrei una domanda, anzi una curiosità, per Collins. Posso, prof?
Lei annuisce.
-La mia curiosità è: quali sono i romanzi blu che ti piacciono, Jimmy?
-Che intendi, Torres?- Collins corruccia la fronte.
-No sai, hai parlato di romanzi rosa, quindi mi chiedevo se avessi dei romanzi blu da suggerire. Rosa, blu... viva gli stereotipi!
-Divertente, Torres. Prendetemi pure in giro, ma non cambierò idea perché delle femministe mi dicono di farlo.
-Cavoli Collins, la tua virilità deve essere davvero fragile se Jane Austen, una donna, un'autrice di romanzetti, ti ha messo così tanto in crisi.- Pam gli dà il colpo finale.
Io me la rido sotto i baffi.
Non avrei mai creduto che dal mio lavoro sarebbe nata una discussione così accesa.
-Ma cosa vai...
Collins tenta di replicare, ma la Parker lo blocca con un colpo di tosse.
-Che bello, cari ragazzi, vedere come un libro pubblicato nel 1813 sia ancora oggi oggetto di discussioni su temi attuali.- dice la Parker.- In ogni caso... mi permetti una domanda, Collins?
Nel frattempo non ha mai smesso di guardarlo.
Lui annuisce distrattamente.
-Per farne un'analisi così accurata e per batterti così fermamente nelle tue convinzioni, posso affermare che tu abbia letto il libro anche più di una volta. Potresti dunque dirci in quale parti ti sembri più un romanzo rosa e perché secondo te Jane Austen non abbia fatto alcuna frecciatina alla sua società?- intreccia le dita sotto il mento, non scomponendosi minimamente.
Jim ricambia i suoi sguardi, per poi scuotere la testa.- No, miss Parker, non l'ho letto. Non leggo romanzi rosa, pensavo fosse chiaro. Sono un uomo, come può notare. Però mi sono preso l'impegno di leggere la trama su internet.
Non pensavo che nella mia classe ci fossero ragazzi così stupidi.
Collins è quel tipo di persona che se ne sta sempre sulle sue, con il suo gruppetto di finti anti conformisti, in silenzio il più delle volte. Non ci siamo mai parlati, ma da oggi ho un motivo in più per non farlo.
La Parker annuisce. Poi beve un sorso d'acqua dalla sua bottiglietta.
-Dato che Orgoglio e Pregiudizio è un romanzo per donnicciole e dato che hai messo ben in chiaro di non esserlo, faresti una figura migliore tacendo. Hai esposto la tua rivisitazione di "1984" di George Orwell, quindi suppongo tu lo abbia letto e tu sappia che l'ignoranza in realtà non sia forza, almeno non lo è in una realtà civile come ci si auspica sia la nostra. E comunque, quando usi la parola "femminista" , puoi anche usare un tono più dolce. Non è una parolaccia! È un riconoscimento, perché vuol dire che in qualità di esseri umani pretendiamo l'equità e il rispetto di uomini e donne in ogni settore di vita. – gli fa un occhiolino. –Con questo, la chiudo qui. Grazie Holden, grazie Kathleen.
Miss Parker: 100- Jim Collins: 0.
Piega il capo nella nostra direzione, sorridendoci.
Io e Holden annuiamo, poi torniamo ai nostri posti.
Prima di accomodarmi, getto uno sguardo a Pam.
Mi sta guardando.
Non le ho più telefonato, come invece avevo promesso a Chas.
Però le sorrido.
Poi lo poso su Holden; mi sta guardando anche lui.
Gli mimo con le labbra un "Sei stato grandissimo!"
Lui abbassa lo sguardo; poi mi indica con l'indice in un chiaro intento di rivolgere il complimento a me.
Abbiamo fatto colpo su miss Parker.
***
Il mio lavoro, il nostro lavoro, verrà pubblicato sul giornalino scolastico.
Non riesco ancora a crederci.
Io e Holden ce l'abbiamo fatta! Il lavoro è stato giudicato come il migliore della classe, al pari merito di quello di Pam e di Chas.
Condivideremo la prima pagina.
Sono passati due giorni da quando la Parker ci ha ascoltato e ha pronunciato queste esatte parole: "Vi meritate il primo posto perché mi avete fatto sentire come se Jane Austen fosse ancora viva, tra noi."
Per non parlare di come si sia complimentata con Holden, sia per il suo lavoro digitale, sia per come sia stata preciso, ma allo stesso tempo sintetico, nell'esporre le sue idee.
Cerco di allontanare questi bei momenti perché adesso non voglio sorridere.
Voglio che Pam creda ancora che ce l'abbia con lei.
Oddio, non sarebbe neanche sbagliato se la pensasse così, dato che non l'ho completamente perdonata, però ormai la rabbia è sbollita e ho bisogno di ritrovarmi con lei prima della festa di questa sera.
Dei bambini che sfrecciano in bicicletta, vestiti da fantasmini, mi rendono difficile il compito.
Però mi ricompongo, suonando il campanello.
Quando la porta di casa Torres si apre, sono fortunata nel trovare direttamente la mia amica.
È fasciata da un accappatoio e sul dorso della mano con cui ha abbassato la maniglia sono appiccicate delle ciglia finte.
-Kat...- dice.
Vedo le sue labbra tremare.
Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo.
Poi mi si butta addosso, circondami con le sue braccia. Riesco a malapena ad allontanare la mano con cui stringo il mio vestito per stasera.
-Mi hai perdonato?- mi urla nelle orecchie.
-No! – scuoto la testa.- In realtà sono stufa di prendere l'autobus per andare a scuola e in più non me la sentivo di perdere l'appuntamento da Trisha; le mie unghie fanno schifo.
Ride.
-Mi hai perdonato?- domanda ancora.
-No! Sono venuta solo a ringraziarti per avermi aiutato a mettere K.O quell'idiota di Collins. Ma che gli è preso? Io essere uomo alfa. Io rifiutare di leggere romanzi scritti da donne. Augh.- modulo la mia voce in un tono più cavernoso.
-Non a caso si chiama Collins. Come il signor Collins, no?
È il mio turno di ridere.- Giusto!
-Mi hai perdonato?- insiste.
-Solo se mi prometti di non fare più cose avventate senza il mio permesso.- calo la maschera.
Ricambio l'abbraccio.
-Prometto! Io davvero, Kat, non l'ho fatto apposta... io volevo solo che tu...- mi stringe più forte.
-Ne parliamo dentro, okay?
Annuisce, tenendomi stretta tra le sue braccia e chiudendo la porta alle nostre spalle.
-Hola signora Torres! Ciao Lucy!- saluto.
Il salotto di casa Torres è arredato a tema, come ogni anno. Ragnatele finte scendono dalle pareti, accompagnate da ragni di gomma e zucche piene di dolci che adornano ogni mobile.
-Hola niña!- mi saluta sua mamma, con un cappello da strega fisso sulla testa.- ¿cómo estás?, tesoro?
-Bien, gracias! Sono molto eccitata per la festa di stasera.- trillo.
-Kat!- Lucy mi viene incontro, spostando sua sorella e abbracciandomi.
È vestita da vampiretta; con tanto di cipria bianca sul visino rotondo e striature rossastre ai lati della bocca.
Pam le pizzica un braccio e le getta un'occhiataccia.
-Sono certa vi divertirete! – sua mamma fa uno dei suoi sorrisi giganti.-E complimenti per il lavoro su Jane Austen; mi ha figlia mi ha detto che vi siete aggiudicate la prima pagina del giornalino scolastico. Questo riconoscimento può aiutarvi con il college.
-Grazie Pilar.- le sorrido.- Speriamo bene!
Nel frattempo accarezzo la testa di Lucy, infilandole nella manina alcune caramelle che ho in tasca.
-Cosa devi sperare? Sei un portento, ragazza mia. Hai già deciso a quale college fare richiesta? Il mese prossimo scadrà il termine utile per consegnare tutta la modulistica.
-Mamma!- Pam mi torna vicino, lanciando un'occhiataccia verso sua mamma.- Anche oggi che è un giorno di festa devi rompere con questa storia del college?
Pilar sta per risponderle, ma la fermo.
-Nessun problema!- sorrido.- Farò richiesta all' Università di Portland...
-E basta?- solleva le sopracciglia.
-Beh... in realtà questa è l'università in cui confido maggiormente, ma proverò a fare richiesta anche a Yale , Harvard e ...Princeton.- tentenno.- Penso che queste ultime siano un'utopia, ma ci proverò.
-Non dire scemenze!- Pam mi dà uno scappellotto.- Io, te, e Chas andremo alla Yale, tutte insieme.
-Pensa a studiare tu, invece di farti già illusioni!- le dice sua mamma.- Comunque, complimenti cara, hai ottime ambizioni!- mi fa un occhiolino.
Poi rientra in cucina.
-Ma perché le tue sono ottime ambizioni, mentre le mie sono illusioni?- Pam corruccia la fronte.
Rido.
-L'ambiguità delle mamme: con i figli, diavoli, con gli amici dei propri figli, angeli. -spiego.
-Allora, stasera posso venire con voi al Montecristo?- chiede Lucy, ancora tra le mie braccia.
-Seh, certo! Vai a giocare con le bambole, marmocchia! – Pam inizia a tirarle una treccina.
Lucy sbuffa e incrocia le braccia sul petto.
-Ti prometto che un giorno andremo a ballare insieme.- le faccio un occhiolino.
Poi la sorprendo, tirando fuori da dietro il suo orecchio una moneta di cioccolato.
-Come hai fatto?- allarga gli occhi.- Come hai fatto?- ripete, emozionata.
-Segreto!- le do un buffetto.
-Ora possiamo andare in camera mia, oppure vuoi dare ancora prova di essere Houdini?- mi riprende Pam.
Le faccio una linguaccia e la raggiungo su per le scale.
Quando richiude la porta della sua stanza, mi fissa negli occhi.
-Okay, ora fammi parlare. – attacca.- Prima di tutto, Chas mi aveva detto che mi avresti telefonata! Perché non lo hai fatto?- posa le mani sui fianchi.
-Perché non mi andava!- mi siedo sul suo letto, posando il mio vestito al mio fianco.- Non ti meritavi una mia chiamata dopo il casino in cui mi hai messo.- prendo a giocare con il suo orsetto peluche.- Mi spiace solo di non aver mantenuto la parola con Chas, ma davvero... non me la sentivo.
-Addirittura! Non pensi di esagerare adesso?
Le lancio un'occhiataccia.
-Fammi capire: pensi di essere innocente in questa storia?
-Sì, vostro onore!- mi prende in giro.- Lo sono in parte! Confesso però di essere colpevole del reato di abbandono di amica con ragazzo cotto di lei al seguito, per fuggire con ragazzo tanto bello.
-E per te è poco? Ma lo sai cosa è successo dopo che ve ne siete andati a fare chissà cosa, chissà dove?
-È successo che il genietto ha finalmente sputato il rospo e ti ha detto che ti muore dietro da quando ti ha visto la prima volta, lo so, lo so! Chas e Tay mi hanno raccontato tutto. Però, lo giuro, non pensavo che sarebbe successo quella sera! È stato Taylor a propormi di lasciarvi soli...
-E giustamente tu fai tutto quello che ti chiede lui, no?- inarco un sopracciglio.
-Ma no! È solo che vi ho osservato per tutta la sera e voi... eravate carinissimi. Parlavate, vi sorridevate, vi guardavate negli occhi.- si morde le labbra.
-Eravamo carinissimi?- sgrano gli occhi.- Sei seria? Stavamo parlando e basta! Come normali amici.
-Oh tesoro, ti assicuro che lui non ti guardava come se fossi una sua normale amica. Pendeva delle tue labbra.
Alzo gli occhi al cielo.
-Fammi capire: invece di goderti il tuo primo appuntamento, hai pensato a spiare Holden?
-Ma no! È che ho l'occhio lungo, io! Avevo Holden di fronte a me, vicino a Tay; per forza di cose gli gettavo qualche occhiata.
Scuoto la testa.- Ma perché non ammetti e basta che voi due zucconi ve la volevate spassare da soli?- corruccio la fronte.
-Perché non è vero! Cioè... sì, è vero. Ma non è stata questa la principale motivazione per cui ho deciso di dare ascolto a Taylor.
-E quale è stata?
-Ho pensato anch'io che sarebbe stata una buona idea lasciarvi soli. Volevo che anche tu ti svagassi un po'.
-Ah, quindi ci hai fatto anche un favore?
-Ho fatto di certo un favore a Holden!
-Ma tu da che parte stai?- le lancio contro l'orsetto.- Ma ti stai ascoltando? Hai fatto un favore a Holden? Gli ho spezzato il cuore, porca vacca! – alzo la voce.- E tu sapevi benissimo che io non ricambiavo la presunta cotta di cui eri certa.
-Non prendertela con Jigì.- raccoglie il pupazzo e se lo stringe al petto.
Poi abbassa lo sguardo.
-Mi dispiace! Sono stata una scema e non ho considerato come ti saresti sentita. Probabilmente Holden non ti avrebbe detto nulla se non gli avessimo servito sul piatto d'argento la possibilità di dichiararsi. Però... giuro che non avevo idea che avrebbe fatto l'impavido proprio quella sera. Pensavo volesse solo farsi una passeggiata con te e godere della tua compagnia per un'oretta.
-Però potevi immaginarlo, dato che eri certa lui fosse cotto di me!- ribatto.- E in più, proprio prima di entrare dentro il locale ti avevo ribadito che non mi piace!
Sospira.- Scusami, Kat. Giuro che sono pentita e che non accadrà più.
-Giuri su Jigì?
Guarda il suo orsacchiotto.- Giuro su Jigì.
-Va bene, ti perdono! Però che non succeda più! Mi sono sentita una stupida, davvero. Ero certa che mi vedesse solo come un'amica.
-Perché sei tonta! L'avranno capito anche i muri che era cotto di te!
Le lancio un'occhiataccia.- Non sei nella posizione giusta per farmi ramanzine. E poi, non fare tanto la saputella; per un momento hai pensato che lui e Katiuscia stessero insieme, date le domande che gli hai fatto.
-Perché quella ragazza sembrava davvero interessata a lui, accidenti! Ma poi, gli hai chiesto chi era?
-Sono amici! E le piacciono le ragazze.- aggiungo.
-Cosa?- sgrana gli occhi.- Cacchio, che buco nell'acqua! Ma tant'è, tutto ciò non fa altro che confermare che io ho sempre avuto ragione; sei l'unica che gli sia mai piaciuta.
-Non dirlo!- mi copro la faccio.- Mi sento davvero a terra per questa storia! Tra tutte le ragazze doveva prendersi una stupida cotta proprio per me che ho già in testa un ragazzo.
Fa spallucce.- Pazienza, bellezza! Mi spiace per Holden, è un bravo ragazzo, però è la vita, no? Non si può piacere a tutti.- mi si fa vicina.- Comunque ha proprio dei begli occhi, glielo riconosco.
Corruccio la fronte.- Ma che vi prende, a tutti? Dove la vedete la bellezza degli occhi di Morris?
-Hanno un bel colore e hanno tante ciglia. Sono molto affascinanti! Certo, non come il mio Tay che ha gli occhi più belli del mondo, ma sono belli, sul serio. Chi altro ti ha detto che lo sono?
Sbuffo.- Mia nonna! A quanto pare è una super fan di Holden e sarebbe felice se lui non smettesse di avere una cotta per me.
-Uh, fantastico, tua nonna è una fangirl! Che spasso di donna! Ti ricordi quando l'anno scorso indossò quegli occhiali alla Elton John?- scoppia a ridere.- Peccato quest'anno non sia con noi. L'avrei vista bene al Montecristo!
Scuoto la testa.
Si siede al mio fianco e mi cinge le spalle.
-Non ci pensare più, bellezza, okay? Ora avete messo in chiaro che tra di voi ci sarà sempre e solo amicizia. Pensa che se non fosse stato sabato, sarebbe comunque successo.
Annuisco. In fondo ha ragione.
-E tu? Si può sapere cosa avete combinato, tu e Taylor?- prendo a guardarla.
-Speravo me lo chiedessi!- trilla.- Lo vuoi davvero sapere?- fa un sorriso a trentadue denti.
-Mi sembra il minimo, dopo quello che mi hai combinato.- le do una spallata.
-Sicura, sicura?
-E smettila! Parla.- la rimprovero.
-Nulla.- il suo smorza il suo sorriso.- Non è successo nulla. Nisba. Nada de nada.
Inarco un sopracciglio.
-In che senso? Come non è successo nulla? Mi prendi in giro?
Sbuffa.- Purtroppo no, bellezza! Nel senso che, sono stata benissimo, per carità; abbiamo chiacchierato un sacco nella sua macchina, dato che si è messo a piovere di brutto. Però non ci è scappato neanche un bacetto a stampo!
-E non potevi darglielo tu?- rimbecco.
-Non me la sono sentita! Non mi sembrava il momento giusto! Però...
-Però?- la incito.
-Mi ha tenuto le mani nelle sue quando gli ho detto che sentivo freddo. E mi ha dato anche il suo giubbotto.- fa un sorriso ebete.
-Beh, quindi proprio nulla non è successo!- le getto uno sguardo malizioso.- Per i baci, recupererete. Tanto vi vedrete di nuovo, no?
Annuisce vigorosamente.- Certo, bellezza! Stasera mi ha promesso che balleremo tutti i lenti. Poi sabato e domenica ci rivedremo.
-Alla faccia! Avete già deciso la data di nozze?- scherzo.
-Che domande scontate, Kat! A luglio dell'anno prossimo.- mi fa un occhiolino.
Poi si rimette in piedi.
-Ma, bando alle ciance, non mi hai ancora detto come ti vestirai stasera.- si avvicina al mio vestito.
Lascio che lo estragga dal cellofan e che lo veda.
-Ma è meraviglioso!- sgrana gli occhi.- Dove l'hai preso?
-Me l'ha regalato mia nonna. È un vestito che usava quando aveva la mia età. Pare lo usasse quando voleva far cadere qualche ragazzo ai suoi piedi.- ridacchio.
-Beh, sono certa ci riuscisse! Con questo scollo a barchetta e le gambe scoperte, i ragazzi dovevano uscire fuori di testa.- lo esamina da ogni angolatura.- Ma non mi è chiaro a quale personaggio lo abbinerai.
Sorrido.- A Kim Boogs!
-Intendi il ruolo di quella strafiga di Winona Ryder in Edward mani di forbice?- solleva le sopracciglia.- La scena finale, sotto la neve, quando dice addio ad Edward?
-Sì!- cinguetto.- Userò la parrucca bionda che ho comprato da Nonna May per essere fedele al personaggio. Però userò anche la maschera. Voglio essere misteriosa questa sera!
-Ullalà, se hai bisogno che nessuno ti riconosca, vuoi fare qualcosa di proibito? - mi lancia un'occhiata maliziosa.
Scrollo le spalle.- Non so, ma questa sera voglio sentirmi... diversa.- confesso.- Voglio sentirmi bellissima e... diversa.- ripeto.
-Non hai bisogno di un costume di Halloween per essere bellissima, ma se servirà a farti sentire tale, ben venga! Questa sera ci divertiremo come matte! A proposito, guarda com'è bello il mio costume.- lo estrae dal suo armadio.- Lo abbinerò a degli stivaletti scamosciati, tacco cinque, e a un cinturone che mi ha regalato mia nonna.
Un vestitino color sabbia, con un leggero spacco laterale e una scollatura da urlo mi si presenta davanti agli occhi.
-Wow! Vuoi proprio che Taylor diventi geloso marcio, eh?- ghigno.
Fa spallucce.- Voglio solo essere la Pocahontas più sexy della storia!- mi fa un occhiolino.- Comunque indosserò un sacco di collane; non mi sentirei a mio agio ad essere troppo scollata.
-Chas, invece?- domando.- Dovrebbe venire a minuti, giusto? Così che possiamo andare tutte insieme da Trisha e farci poi venire a prendere da Bob il bradipo.
Getta un'occhiata alla sveglia dietro di lei.- Sì, questione di minuti e dovrebbe essere qui! Speriamo che i suoi non le stiano dando nuovi problemi.
-Nah, non credo! Bob è stato molto convincente.
Poi sentiamo il campanello di casa suonare.
-Pam, puoi andare tu?- urla Pilar dal piano di sotto.
La mia amica alza gli occhi al cielo.
-Mi tocca! Sarà Chas, comunque. Vieni anche tu?
Annuisco.
Quando siamo vicine alla porta, però, Lucy ci precede.
Non appena la apre, la bimba si pietrifica sul posto.
-Che succede, Lucy?- le chiede Pam.
-Chi sei?- fa sua sorella, rivolta alla persona dietro la porta.
-Come chi sono? Dai non fare la sciocchina, Lucy. Pam, sono io!
Io e Pam ci avviciniamo in un batti baleno.
Dischiudo le labbra e ,con gli occhi spalancati, osservo dal basso verso l'alto la figura che ci fronteggia.
Stivali di vernice nera.
Leggins di pelle nera.
Giacca da motociclista nera.
Labbra truccate di nero.
Occhi bistrati di nero.
Capelli rossi.
-Chas...?- boccheggia Pam.
Sbatto le palpebre più volte.-Chastity?
Cosa sta succedendo?
-Sorpresa!- trilla.
Poi allarga le braccia e fa un giro su stessa.
-N-non puoi essere tu!- balbetto.- Tu non... non sei così! Tu dovevi essere Daphne!
Chas, o la sua sosia cattiva, si mette a ridere.
-Sono io, sceme! Posso entrare o no?
-Non puoi.- la ferma Pam.- Voglio essere certa che sia tu la vera Chastity Bailey. Come si chiama il mio orsetto?
-Fai sul serio?
-Sono seria, Chastity cattiva! O rispondi, o te ne torni dagli inferi da cui sei venuta!
-Cattiva? Inferi? Solo perché sono vestita di nero?- fa una risatina.- Comunque, se insistete, si chiama Jigì. Te l'ha regalato tuo zio per il tuo primo compleanno. Dorme con te ogni notte, e prima di addormentarti gli racconti tutto, come se fosse umano e potesse risponderti.
Pam sgrana gli occhi.- Tesoro, ma cosa è successo?
La invita ad entrare in casa, mentre Lucy fugge in camera sua, quasi spaventata.
Chas si siede sul divano, accavallando le gambe.
-Salve Pilar. Sono Chastity Bailey.
La mamma di Pam si affaccia dalla cucina dopo pochi secondi.
Quando vede la mia amica, fa cadere lo strofinaccio che tiene tra le mani, mentre il suo sorriso si spegne.
-Oh... ciao... Chastity. Come sei... spaventosa!
-Grazie, Pilar. Ad Halloween è un complimento essere spaventosi!
-Stai bene?
-Benissimo, grazie! Mai stata meglio.- cinguetta.
Pilar annuisce.- Mi fa piacere, cara!
Poi scocca un'occhiata a me e sua figlia e ritorna in cucina.
-Allora? Che ti è successo?- mi siedo al suo fianco.
Scrolla le spalle.- Ho litigato con la mia famiglia.- snocciola.
-Spiegati meglio!- avanza Pam.
-Vi ricordate di mia nonna Adelaide?
Annuiamo.
-Beh... ha messo le radici in casa nostra, ha fatto il lavaggio del cervello a mia madre e le parole di Robert sono andate in fumo! Non appena mi ha visto vestita da Daphne, ha iniziato a fare un sacco di storie. Diceva che le mie gambe erano troppo scoperte, che ero troppo appariscente, e bla, bla, bla. Il tutto farcito dalla parola "diavolo", ripetuta tipo cento volte. Ho retto finché ho potuto. Poi, sono scoppiata.- abbassa lo sguardo.- Ho urlato per tipo dieci minuti e poi me ne sono andata!
-Oh tesoro!- Pam prende ad accarezzarle i capelli.
-Chas...- mi stringo al suo braccio.
-Non ce la faccio più, ragazze! A scuola sono umiliata da quelle streghe, e a casa sono trattata anche peggio. Studio, sono ligia al dovere, non esco quasi mai, non fumo, non bevo, prego... ma, ora basta! Se si sentono in diritto di soffocarmi anche se sono esattamente come vogliono loro, adesso mi trasformerò in tutto ciò che li terrorizza.
-Ma Chas... non hai bisogno di diventare un'altra persona.- dice Pam.- Tu vai benissimo così come sei!
-No! Non vado bene come sono! Ho solo diciassette anni e adesso voglio godermeli! Non farò nulla di sconsiderato, non temete. Ci tengo alla mia salute e alla mia istruzione. Sono sempre la stessa persona; continuerò ad avere il mio credo, ad andare a scuola e a volervi un bene dell'anima. Mi divertirò soltanto a vederli impazzire usando un po' più di... nero.- fa un sorrisetto.- Voglio solo iniziare ad essere... libera!- ci cinge le spalle con le braccia.- Se voglio uscire, lo faccio. Se voglio truccarmi, lo faccio. Se voglio vestirmi in un certo modo, lo faccio. Il discorso di Holden di martedì, sull'avere una... scelta, mi ha aperto gli occhi. Ho la scelta di ribellarmi a ciò che mi rende infelice e di essere me stessa.
Il discorso di Holden.
Sorrido.
-E... questi vestiti?- domando.
-Me li ha prestati la figlia dei vicina, Lydia. È una ragazza punk, super adorabile!
-E... cosa rappresenti?
-Ma come!-sgrana gli occhi verdi.- Me l'avete suggerito proprio voi: sono la tavola ouija. Però manca il trucco! Ora chiederò a Trisha di farmelo uguale a quello di Victoria Justice.- ci fa l'occhiolino.- Sotto la giacca ho un top uguale al suo!
-Hai la pancia scoperta?- Pam schiude la bocca, sorpresa.
-Certo! Ti pare che per me sia un problema, dato il modo in cui ho rivoluzionato il mio look?
È così strano vedere Chastity... in questo modo. Così spigliata, così sicura di sé, così chiacchierona.
Ascoltando le sue parole, ho avuto l'ennesima conferma di quanto sia fortunata ad avere una mamma come la mia. Una mamma che mi ha sempre insegnato il valore della libertà di essere se stessi.
-E adesso cosa succede? Non c'è il rischio che i tuoi chiamino... la polizia o robe simili, dato il modo in cui ti sei vestita?- domando.
-Non mi hanno vista vestita così! Ve l'ho detto: mi sono cambiata a casa della mia vicina. Voglio che si abituino gradualmente al mio cambiamento! A mia madre e mia nonna ho detto che sarei andata a dormire da lei e che se avessero provato ad ostacolarmi la serata non sarei più tornata a casa.
-E loro non hanno fatto storie?- indaga Pam.
-Certo! Per poco non mi hanno chiusa in camera, a chiave. Però devo aver smosso qualcosa dentro mio padre, perché per una volta nella sua vita, non si è comportato da succube nei confronti di mia madre. Ha preso, in un certo senso, le mie difese, dicendomi che per questa sera posso dormire dai vicini e che mi ritiene responsabile delle mie azioni per tutta la serata. Immagino che domani mi dovrò subire l'ira funesta di mia madre, ma sono pronta. Questa volta le terrò testa. Ho quasi diciotto anni e così come posso già guidare un'auto, così posso far rispettare le miei idee e il mio essere.
Sorrido, fiera del suo discorso.
-Se poi vorrai, io e Pam verremo con te! Hai tutto il nostro appoggio.
-Verissimo!
Chas ci sorride, felice.- È una cosa che riguarda solo me, ma grazie ragazze!- ci stringe in un abbraccio.
-Comunque sei proprio figa! – le dice Pam.
Annuisco.- Emerge tutto il tuo lato rock e mi piace un casino.
Chas ridacchia, mettendosi una ciocca dietro i capelli.
-Un'ultima cosa.- si alza in piedi.
La guardiamo, curiose.
-Non c'è più alcun coprifuoco.
E dal sorriso che fa, capisco che questa sera ne succederanno di cose.
Ullalà, che finale bomba. Che ne dite?
Ma, prima di tutto, come state? ❤️
Spero di avervi fatto una piccola sorpresa nel pubblicare oggi, dato che immagino non ve lo aspettavate, avendo aggiornato già questo lunedì!
Però sono affezionata, ormai, agli aggiornamenti del venerdì e dato che siamo in un periodo davvero molto duro, mi sembra quasi doveroso, nel mio piccolo, provare ad intrattenere chi mi segue. Spero di essere riuscita a strapparvi un sorriso e ad avervi distratto per qualche minuto. La scrittura mi sta aiutando molto a vivere questa quarantena in maniera più serena.❤️
In questo capitolo Holden compare poco😭, lo so, ma affrontiamo il tema del femminismo e dell'importanza di non fermarsi alla copertina, che sia di un libro e in generale.
E poi... la parte finale in cui vediamo... una Chas decisamente... diversa. Mi sono divertita troppo nel scriverla! Vi aspettavate questo colpo di scena? Pensate che abbia fatto bene a litigare con la sua famiglia?
Il prossimo capitolo sarà...- rullo di tamburi.- quello della festa di Halloween *voci fuori dal coro: "ma dai, non l'avevamo capito!"*
Ho in mente grandi cose, per cui da ora in poi mi calerò nel clima di Halloween e spero venga fuori un buon risultato e vi piaccia!😎👻
Prima di dileguarmi e lasciare la parola a voi, ci tenevo a ringraziare e a salutare la cara Giuly (ciao, Giuly!) perché è una lettrice dolcissima e affettuosa! (spero il capitolo ti sia piaciuto!) ❤️
Grazie ad ognuno di voi per l'affetto, per ogni stellina ⭐️⭐️e per i vostri pareri, sempre ben accetti ❤️
Vi voglio bene e state a casa, mi raccomando!😘
Rob
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