Ego te benedico
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Ego te benedico
Secondo me, i gatti sono le erbacce nel prato della vita.
(Peanuts- Charles M. Shulz)
È da stamattina che la mamma ha la testa tra le nuvole.
Da quando ha spento la radio e quindi la voce di Alice Cooper ha smesso di rompere i timpani a me, il mio gatto e il signor Shirley , il tutto è andato più o meno così:
Un "buongiorno" da parte mia, un "sì" da parte sua. Un "Cosa mangiamo oggi per cena?" , seguito da un suo "sì". "Wolverine sta per azzannare gli hamburger", "Sì!" e altre tre domande che esigevano una risposta diversa dal "sì" ma che hanno ricevuto... vediamo un po'... un sì.
Il tutto condito dal suo capo chino e i suoi occhi incollati sullo schermo del suo cellulare.
Poi è scattato qualcosa. Per l'esattezza quando le ho detto: "Ho intenzione di parlare con Bob il bradipo" e lei ha finalmente risposto con un qualcosa di diverso, con un "COSA?!", per essere precisi, con tanto di occhi sgranati e carnagione improvvisamente cinerea.
-Perché devi parlare con Bob?
Trattengo una risatina solo perché sembra davvero spaventata. Solo che è difficile non scoppiare a ridere quando lei mi guarda come se fossi io la mamma e lei la bambina beccata con le mani nella marmellata.
-Ho intenzione di dirgli che deve starti lontano perché ti sta allontanando da me e...
-Oh ma tesoro, non è vero, io...- mi interrompe.
-Ed è troppo lento!- la interrompo anch'io.- Sì, voglio dirgli che è un bradipo e che ha perso la sua corsa.- mi mordo le labbra per non ridere.
-Kathleen, mi stai prendendo in giro!- la solita ruga del "sono nera" prende a segnarle la fronte.
-Sì, mamma, ti sto prendendo in giro!- sospiro.- Ma solo sul fatto che voglia dire certe cose a Bob, perché per il resto ho davvero bisogno di incontrarlo.
-E perché?- mantiene la fronte corrucciata. Per lo meno non guarda più il cellulare.
-Perché ho bisogno di chiedergli un consulto.- parlo con tono professionale.
-Un consulto?- inarca un sopracciglio.
-Sì, un consulto da parte di un agente di polizia. I genitori di Chas non le hanno dato il permesso di passare la notte di Halloween alla festa organizzata dalla mia compagna di scuola, Molly.
-Ah sì, la festa in quel locale...- la pelle della fronte torna distesa.- Perché non le hanno dato il permesso? Non è che è un locale pericoloso, vero?- prende a guardarmi con fare indagatore.
-Ma no, ma che dici!- sventolo le mani davanti a me. Sia mai che adesso mi veda anch'io negare il permesso.- Te ne ho parlato l'altro giorno, è il Montecristo, un locale fighissimo, dove hanno cantato anche i Keane. Figurarsi se non ci sono i dovuti controlli.
-Mhm. E quindi, perché non vogliono?- si inumidisce le labbra con la punta della lingua.
-Mamma, pronto?! Ti sei dimenticata che sono dei bigotti e che pensano che Halloween sia la festa dei satanisti?
-Ah sì!- allarga gli occhi per un momento.- E quindi? Bob cosa c'entra in tutto questo?
-Te l'ho detto,- mi chiudo nelle spalle.- voglio solo avere qualche consiglio da parte sua. Magari mi suggerisce qualche frase ad effetto con cui poter convincere quei brontoloni.
-E non posso suggerirtela io? Guarda che ho molta fantasia...
-Mamma, lui è un poliziotto. E a dirla tutta, vorrei convincerlo a farci due chiacchiere con i Bailey.
-Oh tesoro, non so se possa essere una buona idea. Robert è un pezzo di pane e non è proprio un poliziotto... canonico, lo sai.- fa una smorfia di disappunto.- Magari sarebbe meglio se provassi io a parlare con la mamma di Chas. Sai, da mamma a mamma...- mi sorride.
-Grazie per la proposta, ma ci hai già provato per tre anni di fila e alla fine non è mai andata bene. Fidati di me, è una buona idea!- allargo gli occhi, provando ad essere convincente.
-E gli altri anni come avete fatto? A pensarci, mi hai sempre liquidato con un "abbiamo risolto" quando te l'ho chiesto.
-Beh... diciamo che gli altri anni è stato più semplice, dato che il party si è sempre tenuto a casa di Molly. Per i primi due anni ce la siamo cavate dicendo che saremmo andate ad un pigiama party a casa di una amica; il terzo, cioè l'anno scorso, quando hanno iniziato a fiutare che qualcosa non andava, abbiamo dovuto ricorrere a nonna Cecily.- mi dondolo sui talloni.
-Hai chiesto alla nonna di mentire ai Bailey?- sgrana gli occhi.
-Mentire, che brutta parola. Direi più che le ho chiesto di mascherare la verità. Abbiamo fatto credere ai genitori di Chas che la festa sarebbe stata a casa di nonna. Ovviamente abbiamo reso il tutto più credile facendoci degli autoscatti con lei. La nonna ha indossato per l'occasione un boa di struzzo viola e degli occhiali alla Elton John.
La mamma socchiude gli occhi, poi scuote la testa e sospira.
-Ho una figlia più scaltra del previsto, benissimo!- mi guarda di traverso.- Comunque... va bene, dirò a Robert che hai bisogno di parlargli. Ti farò sapere quando è libero, ok?
Annuisco.- Grazie mammina, sei la migliore.
Mi sorride.
Poi vedo i suoi occhi scollarsi dai miei e ripiombare verso il basso.
Ma uffa!
-Mamma, si può sapere perché guardi il cellulare come se avessi il sacro Graal tra le mani?
-Sì.
Oh no, ora ricomincia con i "sì".
-MAMMA!- alzo la voce, prendendo a sbattere il piede per terra.
-Che c'è?- rialza lo sguardo, colta di sorpresa.
-Si può sapere che fai al cellulare? Tu e il bradipo vi state inviando messaggini vietati ai minori?
Le guance della mamma vanno a fuoco.- Kat, certo che sei...
-Una figlia adorabile, lo so!- la fermo, mandandole un bacio volante.- Allora?- ritorno seria.- problemi al lavoro?
La mamma sospira.- Non li chiamerei problemi, solo che... non so, ma pensavo che sarebbe stato tutto più facile. Sono stata alle dipendenze di qualcuno per così tanti anni e adesso che devo gestirmi da sola, sono un po' in crisi. La prossima settimana dovrebbero arrivarmi nuovi fiori ma sto avendo problemi con un paio di ditte che mi hanno scritto che ritarderanno con le consegne. In più non c'è ancora molta affluenza e temo che ci vorrà tanto anche per potermi permettere un fattorino e quindi un servizio a domicilio.- fa un altro sospiro.
-Ehi, ehi, calma! Dov'è finita la mia mamma combattiva e che non si arrende mai?- accorcio la distanza tra noi e le prendo la mano libera dal cellulare.- So che non è facile, mamma. Gestire da soli un'attività commerciale non deve essere una passeggiata, ma non demordere , okay? Siamo ancora solo agli inizi ed è normale che i primi tempi ci sembri di affrontare qualcosa di troppo pesante. Sai cosa faccio quando mi trovo di fronte a degli ostacoli molto grossi?
Fa di 'no' con la testa.
-Allora... prima di tutto mi piango addosso.
-Kat!- mi guarda sconsolata.
-Che c'è? È la verità! – scrollo le spalle.- Prima di tutto, piagnucolo. Poi mangio del gelato e poi prendo in mano la situazione immaginandomi ogni problema come una montagna. Se osservi una montagna dal basso verso l'alto ti sembrerà di non poter mai farcela ad arrivare su in cima; ma se inizi a vedere la montagna un pezzo di parete alla volta, allora tutto si fa improvvisamente più facile e la cima arriva più in fretta del previsto.- concludo la filippica con un occhiolino.
La mamma mi sorride.- Ma tu guarda, non sapevo di avere una figlia così saggia. Pensavo fossi solo una pagliaccia. Una scaltra pagliaccia.
-Ehi, mi sottovaluti, signora madre.- faccio la finta offesa.
Mi stringe il naso tra l'indice e il pollice, poi mi pizzica la guancia.
-Bene! Allora devo prima passare dalla fase del gelato per poter arrivare alla consapevolezza che non esiste montagna che non possa essere scalata.
-Esatto! Che poi, oddio, forse il K2 è davvero impossibile da scalare, ma...
-Kat!- mi riprende.
Poi scoppia a ridere.
La imito e mi tuffo nelle sue braccia.
La sola idea che fra pochi minuti incontrerò Bob, mi rende più nervosa di quanto immaginassi.
Fa strano dover incontrare da sola quello che è il nuovo compagno della mamma. Certo il loro rapporto non è stato ancora ufficializzato e la mamma lo definisce ancora come solo un amico, ma non sono tonta.
Alla fine la mamma ha mantenuto la parola, e ha parlato con lui dicendogli a sommi capi che avevo bisogno di fare due chiacchiere. È lui che ha scelto il luogo dell'appuntamento, proponendomi una panetteria di fronte ad una pineta.
"Grazie ancora per quello che stai facendo per me. Tienimi aggiornata. Ti voglio bene."
Sorrido nel leggere il messaggio che mi manda Chas.
A lei e a Pam voglio bene allo stesso modo, questo è risaputo, però... però verso Chastity ho sempre provato un qualcosa in più. Non parlo di amore o affetto, ma di tenerezza, forse.
La più piccola e gracile del gruppo, la più indifesa, quella che in fondo soffre più di tutti, anche a causa di una mamma troppo pressante e così chiusa mentalmente da pensare bene di dare alla propria figlia il nome di una delle massime virtù di un buon cristiano.
Baggianate, dico io. Non parlo della fede in qualsiasi credo, io stessa mi definisco una credente, ma parlo di questi atteggiamenti pesanti e malsani che delle persone si sentono in diritto di avere nei confronti dei propri figli.
L'educazione e il buon esempio servono per tirar su dei ragazzi per bene, non inculcare la paura che possa cadere un fulmine dal cielo se ci si azzarda a ridere o a divertirsi. Come se l'essere spensierati per veloci attimi della propria gioventù ci renda meno seri e quindi meno propensi a seguire la parola di Dio. Che poi, dico io, non sono gli uomini a usare la parola sacra a proprio piacimento?
-Ciao... Kathleen.
Sollevo lo sguardo dal cellulare, trovandomi Bob di fronte alla panchina su cui sono seduta.
È vestito in borghese, con un lungo cappotto nero a coprirgli l'alta figura. Una sciarpa rossa gli sfiora il mento, mentre le mani sono ben nascoste nelle tasche del soprabito. Un sorriso rassicurante gli colora il viso.
Deve essere un tipo freddoloso.
-Bob... Robert, ciao.- ricambio il sorriso, alzandomi in piedi.
-Scusami per l'attesa, ma ho avuto qualche problemino con il motore della macchina.- si gratta la nuca, in imbarazzo.
Caro Bob, pensi non avessi previsto la tua lentezza? Ingenuo!
-Oh no, nessun problema. Sono io che arrivo sempre in anticipo agli appuntamenti.- provo a confortarlo.
Annuisce, sorridendomi.- Entriamo?
Con un gesto della mano mi invita a precederlo all'interno della panetteria alle nostre spalle.
Un gradevole profumo di pane, dolci e zucchero a velo ci avvolge non appena siamo dentro.
Bob sembra conoscere questo posto, perché subito saluta la signora al bancone e il vecchio alla cassa.
Ci accomodiamo ad un tavolino vicino alla vetrata che dà sulla strada, mentre la signora, che scopro chiamarsi Esther, ci serve dei biscotti alla cannella, e due muffin guarniti da crema al pistacchio.
-Allora...- si schiarisce la voce.- Mi diceva tua mamma che volevi vedermi...- poggia le mani ai lati del piattino che lo fronteggia.- Ammetto di esserne stato sorpreso. Non ci siamo mai parlati molto io e te.
Si è tolto sciarpa e cappotto, rimanendo con un maglioncino turchese che gli mette in risalto gli occhi.
Mi schiarisco anch'io la voce, sistemando il giubbotto dietro la sedia e facendo in modo che i miei occhi si posino su tutto fuorché nei suoi.
Lo ammetto, mi sento davvero a disagio. Prima di organizzare questo incontro, mi sentivo molto più baldanzosa. Avevo pensato che in fondo avere una chiacchierata tête-à-tête con Bob il bradipo sarebbe stata cosa da niente, dato che appunto stiamo parlando di Bob il bradipo, eppure adesso che ce l'ho di fronte... lo vedo con occhi diversi. Come un uomo che sta passando del tempo con la mia mamma, come qualcuno che potrebbe essere molto di più di quello che dicono dei pettegolezzi su di lui.
-Hai ragione, ci siamo sempre rivoti poche parole.
Annuisce.
Così, dopo aver ingoiato a vuoto, inizio il discorso in maniera impacciata, spiegandogli della festa di Molly e della situazione un po' complicata in cui si trova Chas.
Robert mi ascolta in silenzio, sbocconcellando i suoi dolcetti, e limitandosi ad annuire di tanto in tanto. A volte sorride, altre corruccia la fronte.
Gli racconto di quanto io e lei siamo amiche e di come desideri che lei partecipi a questa festa perché sarà il nostro ultimo party di Halloween da liceali.
Quando finisco, mi accorgo di aver preso molta più sicurezza.
Lui continua a guardarmi, così mi tuffo nel mio muffin, ormai non più caldo.
-È una storia davvero molto interessante, Kathleen. Si vede che tu e queste ragazze abbiate un'amicizia molto bella ed è davvero apprezzabile che tu voglia far di tutto per permettere a questa ragazza di essere presente alla festa, ma... in tutto questo non riesco a capire come potrei esserti d'aiuto.- poggia i gomiti sul tavolo.
Occhietti azzurri, carnagione olivastra, capello mosso e folto, mascella ben definita. Cavoli, è proprio notevole la somiglianza tra lui e Patrick Dempsey.
-Hai ragione, ti ho parlato tanto di Chas e di Pam, ma non ti ho detto che mi piacerebbe che tu ci aiutassi in quanto poliziotto. Sai, Robert, i signori Bailey sono davvero, ma proprio tanto, chiusi e pesanti e forse sono davvero solo una ragazzina che non dovrebbe mettere il naso in faccende famigliari che non le competono, però... io so di poterla aiutare. Tu sei un agente e in quanto tale ho pensato che avessi la dovuta autorità per convincere i genitori della mia amica che questa festa sarà una normale festicciola tra ragazzi, che ci divertiremo e che saremo felici, perché saremo insieme.- prendo a gesticolare, come ogni volta che parlo di qualcosa a cui tengo particolarmente.
Bob fa una risatina, portandosi poi alla labbra la sua tazza di caffè.
-Vuoi dunque che provi a parlare con i genitori di questa ragazza e che dica loro che non ci saranno morti, feriti o peggio... diavoli in agguato?
Ridacchio anch'io.- Sì... una cosa del genere.- scrollo le spalle.- Pensi che non sia una buona idea?
-Non lo so, Kathleen. I signori Bailey potranno essere anche delle persone pesanti, come dici, però sono pur sempre i suoi genitori e i suoi tutori legali. Io non so nulla delle festa di Halloween di cui mi parli... chi ci assicura che non possa davvero degenerare in risse adolescenziali o pericoli imprevisti?
Abbasso lo sguardo.- Temo non ce lo assicuri nessuno.- confesso, memore del casino che successe lo scorso anno.- Però... pensaci, anche a scuola possono scoppiare risse o possono esserci problemi. Questa sarà una festa privata, e solo le persone con l'invito potranno accedervi. Il locale è abbastanza noto e anche band di successo vi hanno suonato. In più i genitori di Molly, la ragazza che ha organizzato tutto, sono persone molto ricche e sono sicura provvederanno a garantire la sicurezza con delle guardie all'entrata e all'uscita.
Bob sospira, chiaramente poco convinto di quello che gli sto dicendo.
Mi sa che non ho tenuto molto in considerazione l'altro lato della medaglia di parlare con uno sbirro.
-Facciamo un cosa. Mi informerò su come si procederà per la questione della sicurezza in questo locale, se ci saranno guardie e se verranno fatti i dovuti controlli. In centrale se ne sentono di tutti i colori e nessuno vuole che a questa festa qualcuno porti droghe, alcolici pesanti, eccetera, eccetera. Se vedrò che è tutto okay, andrò a fare una chiacchierata con questi signori, provando a convincerli che è una festa sicura e irrinunciabile. Ovviamente sarebbe meglio se foste presenti anche tu e l'altra tua amica, di modo da rendere tutto ancora più convincente. Magari faremo fissare un coprifuoco e ommetteremo che è una festa in maschera.- mi fa un occhiolino.
Mi trattengo dall'urlare dalla gioia, così mi limito a fargli un sorrisone.
-Grazie, Robert. Apprezzo tanto il tuo aiuto. Hai già il mio numero, vero? Così magari mi tieni aggiornata...
-Oh no, non ce l'ho.- dice impacciato.
Così ci scambiamo i numeri di cellulare.
Quando ripongo il cellulare in borsetta, finisco la mia merenda.
-Senti, Kathleen...
-Kat.- lo interrompo.- Chiamami solo Kat.
Annuisce.- E allora tu chiamami solo Bob.
-Va bene, Bob.- mando giù uno degli ultimi pezzi del muffin. Che delizia.
-Hai voluto incontrarmi solo per questo?-intreccia le dita delle sue mani più volte, come se fosse in ansia.
-Sì, solo per questo.- confermo.
-Oh...- abbassa lo sguardo.
Sembra che la mia risposta l'abbia sorpreso. Si aspettava parlassimo della mamma?
-Io voglio molto bene a tua madre, sai?- rialza lo sguardo.
-Oh...- è il mio turno di dirlo.
Sì, vuole parlare della mamma.
-Sei ormai grande abbastanza da esserti accorta che io e tua madre ci vediamo di frequente...- si ferma, in attesa di un mio cenno.
Mi limito ad annuire. Ho già capito dove vuole parare.
-Beh... diciamo pure che io e lei...
-Vi piacete. Lo so già, Bob.- lo interrompo.- Scusami per l'interruzione.
-Oh... lo sai già.- le sue guance si fanno rosse.
Lo trovo adorabile.
-Sì, beh, si capiva. Sono ormai mesi che la mamma fa il tuo nome e che so che vi vedete, in più devo ammettere che sembra di nuovo felice e serena e qualcosa mi dice non c'entri solo il nuovo lavoro.
-Quindi... quindi per te non ci sono problemi se io e tua mamma ci vediamo?- arriccia le labbra, quasi sorpreso.
-E perché dovrebbero esserci? L'hai detto anche tu, sono grande abbastanza da capirle certe cose. Non sono così immatura ed egoista da pretendere che mia madre rimanga solo mia per sempre. È giovane e bella e ha tanto amore da dare. Se prometti di amarla, rispettarla ed esserle sempre sincero, hai il mio benestare.
Mi sento tanto il signor Bennett che acconsente a dare la mano delle sue figlie.
Un parte di me si sente anche il papa, con il pollice, l'indice e il medio verso l'alto nell'atto del pronunciare "ego te benedico".
-È solo che lei mi ha raccontato di... di tuo padre, di...come si è comportato con voi... e allora ho pensato che per te non fosse unabella notizia sapere che tua mamma stia di nuovo frequentando qualcuno. Io le voglio un bene sincero, Kat. La rispetto, la stimo e la trovo la donna più bella del mondo. Ogni momento passato con lei mi rende felice e la sola prospettiva di rivederla ogni giorno, mi riempie il cuore di una gioia che non credevo avrei mai potuto provare.
È così strano parlare con Bob il bradipo di queste cose. È così chiacchierone e sincero.
-Mio padre è ormai un capitolo chiuso, sigillato, delle nostre vite.- metto in chiaro.- È una persona orrenda con cui non vogliamo e non avremo più nulla a che fare. Non si vive nel passato, Bob, ma nel presente. Non perché nella vita si incontrano erbacce, non ci siano anche i fiori, no? Ha senso?
"Il campo della vita: filosofia spicciola" di Kathleen Foster. Presto in libreria!
Lui si mette a ridere.- Hai ragione. Tua madre fa anche la fioraia, per cui il paragone è super azzeccato.
Rido anch'io.
-La mamma si fida di te e voglio farlo anch'io. – riprendo.- Ricorda solo che hai tra le mani due cuori, il mio e il suo. Entrambi difettati e feriti, ma entrambi forti e pronti a dare e ricevere amore. Devi averne cura e non è una passeggiata.- gli sventolo l'indice contro, sentendomi molto nonna Cecily.
-Sarà un privilegio averne cura.
-E bada anche che se la fai piangere, e non dalla gioia, anche solo una volta, avrai a che fare con me e mia nonna.- gli mostro il muscolo del bicipite destro.
-Buono a sapersi, Kat.
Mi sorride.
Ricambio.
Per chi non mi segue su Instagram, alcune foto di come immagino Holden ⬆️
Ma quanto è dolce Bob il bradipo? Non avreste voglia di dargli un abbraccio da orso?
A me fa molta tenerezza ❤️
In questo capitolo non vediamo Holden (😭 ), lo so... è terribile, ma... ogni tanto ci sta, dai! In fondo è Kat la protagonista e mi sembra doveroso mostrarvi ogni dimensione della sua personalità e della sua vita. Spero concordiate con me!
Per il momento sappiamo che vive solo con la mamma, con cui ha un buon rapporto, e che di certo non ha buoni trascorsi con il papà che evidentemente non si è ben comportato con lei e sua madre. Però... non tutto il male viene per nuocere e le loro strade si sono incrociate con quelle di Patrick Dempsey... ehm, voglio dire di Robert!
Si fa anche un accenno alla religione e all'essere bigotti. Penso che in un libro per ragazzi e con protagonisti dei ragazzi sia importante provare ad affrontare certi temi. Chas è un personaggio a cui tengo particolarmente perché sono certa rappresenti tanti adolescenti nella sua stessa situazione. Il fanatismo, per qualsiasi cosa, può far male!
Questo è un periodo bello incasinato per quanto mi riguarda. Ho gli esami e l'inizio del tirocinio, ma prometto che non appena posso scrivo. Per fortuna ho ancora alcuni capitoli pronti 😘
Grazie per ogni singola stellina ⭐️⭐️e per il vostro supporto. Se vi va, lasciatemi la vostra opinione. Mi fa sempre piacere. ❤️
A venerdì prossimo.
Rob
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