Capitolo 60 - Nero
C'è una linea sottile.
Così infinitesimale eppure ben definita, chiara e che non ammette mezzi colori.
È un confine che spesso pochi hanno il coraggio di attraversare. Eppure è nitido, cristallino come poche cose nella vita sono.
Alla fine lo capì anche Bry.
Non esistevano altre scelte: bianco o nero, scegliere o non scegliere, fare o non fare.
Lei aveva deciso per il nero, aveva deciso di scegliere e di fare.
Alla fine, prima della fine, c'è un istante in cui ci si accorge che giusto e sbagliato, in fin dei conti, sono soggettivi; che l'unica legge a cui obbedire ce la creiamo noi, nonostante ciò che il sentir comune ci obbliga a scegliere.
Solamente pura e semplice realtà delle cose. Ciò che era giusto per lei non lo era per gli altri.
Lei e gli altri.
Ancora due. Due scelte, due opzioni, due anime.
E allora qual è il giusto e sbagliato quando di mezzo c'è l'amore? Chi può dire cosa sarebbe stato se ci si fosse comportato diversamente?
Nessuno lo sa. Perché, fino a prova contraria, nessuno ha mai vissuto due vite. Nessuno è mai tornato indietro dalla morte, saputo cosa ci riserva il futuro e avuta la certezza del giusto.
Perché la vita non è altro che trovarsi di fronte ad un bivio, senza una mappa e senza nessuno a cui chiedere indicazioni. L'unica cosa che ti resta da fare è provare e affidarti all'unica cosa che la vita ti ha donato in casi come questi: l'istinto.
Perché: "Nessuno colpisce più duro della vita", dicevano in un film. Perché, forse, l'unica cosa che puoi fare è comprarti un paradenti, resistere, incassare e al momento giusto contrattaccare con tutte le forze, con tutto ciò che puoi mettere in campo. Rialzarti, capire dove sbagli. Solo a quel punto sarai pronto ad evitare il colpo successivo.
Ora toccava a lei contrattaccare, riprendersi ciò perché avevo sognato... e pianto. Ironico come queste due cose spesso si accompagnino.
Lei lo sapeva bene. Sapeva l'esatto numero di lacrime che aveva pianto. Tutte quelle che aveva trattenuto, tutte quelle che si era pentita di non aver pianto. A volte ti è utile. Spendere qualche lacrima, raccogliere ciò che rimane di te e comprendere che il pianto è solo un modo per riprendere fiato nell'angolo del ring più duro che possa esistere.
Ed un pugno può svegliarti più di una carezza. Può farti rendere conto che non puoi rimanere in eterno bloccato in quell'angolo. Devi proteggerti, trovare una via di fuga ed anche colpire senza pietà, se necessario. Perché nessuno ti farà mai sconti. Allora per quale motivo tu dovresti farne agli altri? A chi ti ha deriso, a tutti quelli che ti hanno sempre guardata dall'alto in basso, perché non eri abbastanza, perché loro erano troppo: troppo ricchi, troppo belli o, forse semplicemente, troppo stupidi.
Di quella macchina Bry avrebbe ricordato la frizione durissima, le marce che non entravano ed i freni che fischiavano. Alla radio KLR 105.8 passava "Trouble" dei Coldplay.
Ironica come colonna sonora.
Sobbalzando il pick-up si fermò urtando un contenitore dell'immondizia.
Nel corpo, con la mente, con tutta se stessa credeva in ciò che stava per fare. Era davvero arrivato il momento uscire dall'angolo, di scegliere il nero e disubbidire.
Perché quando non ci lasciano scelta, forse solo in quel caso, allora la strada è tracciata e non esistono scelte da fare.
Solo decisione e volontà.
« Sono qui per vedere Luke Mcloud! »
La guardia tirò su telefono prima di poter dire qualsiasi cosa.
« Signora McLoud qui c'è... certo... come vuole. »
Non ci fu bisogno di tante parole. Spinse il pulsante che apriva il cancello. Quando fu abbastanza dischiuso da intravedere l'interno, Brianna capì chi l'aveva fatta entrare così facilmente.
« È bello conoscerti finalmente! »
Cazzo.
« È un piacere anche per me, signora. »
Stringerle la mano, guardare negli occhi ed accorgersi di essere di fronte al proprio nemico, a chi in quell'angolo ti ha costretto.
Sentì di aver fatto il passo più lungo della gamba.
« Sei arrivata proprio nel momento giusto! » disse invitandola ad entrare con un ampio gesto del braccio.
« In che senso signora? »
« No, ti prego non chiamarmi signora! Mi fai sentire più vecchia di quella che sono! Chiamami Ally! E poi io non sono mio marito, con me puoi stare tranqui... »
« Stare tranquilla? Mi perdoni signora se continuerò a chiamarla "signora" ma proprio non riesco a stare tranquilla in vostra presenza. » disse Brianna sostenendo il suo sguardo.
« Hai ragione a non fidarti. Probabilmente farei lo stesso anch'io. Ma non abbiamo molto tempo. Posso assicurarti che io non ho mai voluto arrivare a questo. Tu non puoi saperlo, ma io e mio marito abbiamo opinioni decisamente diverse riguardo ciò che è giusto e sbagliato. »
« Signora. » continuò Brianna. « Mi perdoni se sembrerò maleducata ma sono venuta qui per vedere Luke. »
« Tu lo sai che stasera c'è il ballo, vero? »
« Devo parlare con Luke! »
« Brianna... noi non ci conosciamo come vorrei. Come ho avuto modo di dirti tra me e mio marito sono più le cose che ci differenziano di quelle che ci uniscono. A partire da questa faida con tua zio, dall'intesa con i Green e dalla nostra religione. E non voglio difenderlo adesso, anche se so che ciò che ti dirò sembrerà una difesa nei suoi confronti. Non è colpa sua, è stato traviato. È stato, August, il padre Beverly. Da quando lo conosce sono cambiate tante cose: la politica, la religione ed anche i desideri di Trevor. Brianna, vedi, queste parole sono un arma che ti voglio dare. Potresti ucciderci tutti e che non ti biasimerei se le userai. »
« Signora mi perdoni... non la capisco. »
Quando Ally si voltò verso la casa per nascondere le lacrime, Bry comprese che qualcosa di quella situazione non tornava.
« Tu mi piaci. » disse tra i singhiozzi. « Sei una brava ragazza e tieni al mio Luke. E non c'è cosa che una madre desideri di più per il proprio figlio che saperlo felice e so che adesso non lo è. Come non lo sono io, con un uomo che mi tradisce con il padre di Beverly. »
Trevor e August?
Dopo tutti quei comizi. Dopo tutto l'odio scagliato contro immigrati e omosessuali, sapere quelle cose portava solo rabbia e tristezza.
La sentì soffiarsi il naso nel tentativo di liberarsi del nodo alla gola.
« S... signora perché mi dice queste cose? »
« È il solo modo che ho di farti capire io sono davvero dalla vostra parte. Perché vedo in voi ciò che io non ho mai avuto è che purtroppo non avrò mai. Ma come ti ho detto desidero il meglio per mio figlio e Beverly Green è tutto, tranne che il meglio. »
Il trucco rigato dalle lacrime, gli ultimi singhiozzi di una donna che per troppo tempo aveva sopportato. Tornò a rivolgersi direttamente a Bry.
« Non c'è molto tempo. Penso tu conosca già cosa significa l'anello che Luke porta al dito. »
« S... sì. »
« Non credere sia un gioco, per Luke non lo è di certo. So cosa sarà costretto a fare e lo farà per proteggere il tuo segreto. »
« Tu sai? »
« Sì. Con me puoi stare tranquilla. Ma Luke... lui non ha idea in cosa si sta cacciando. August e Trevor non gli permetteranno di tirarsi indietro dopo che lo avranno fatto. Beverly ha affittato una camera al Holliday Star Hotel di Barnstable. Non credo ci sia bisogno di dire nient'altro. Forse Luke è ancora al ballo. Forse riuscirai a salvarlo da questa famiglia e a dargli un'ultima gioia. Ti prego Brianna, perdona se non mi sono mossa prima... è un vizio di famiglia. Ora va! Spero di rivederti. »
© Giulio Cerruti (The_last_romantic)
Angolo dell'autore:
Beverly ha fatto la sua mossa. Vuole chiudere questa storia sapendo che Luke sarà costretto a stare con lei. Vi fidate di Ally? Oppure è un altro trucco dei McLoud?
Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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