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Capitolo 58 - Valanga

Sette sveglie.

Sette suoni persi nel sonno e ritrovati nella realtà. Quella di Bry era fatta di verità difficili da concepire perfino per un adulto. Erano attimi di puro smarrimento inframezzati da altri di semplice depressione.

Ne squillarono sette.

Lo zio, o meglio padre, non ebbe mai il coraggio di esortarla a scendere dal letto, di lavarsi e vestirsi ed andare a scuola. Si limitava a cucinare i pasti, bussare alla porta e scappare in chiesa.

Sette giorni in cui la mente si perse, confondendo notte e giorno, confondendo identità e sogni, vagando in pensieri che erano vestiti di paure. Quelle più vere ed intime, timori per ciò che la solitudine riusciva a far credere in sabbie mobili di commiserazione.

Era un mercoledì quando tutto iniziò a crollare. Lo zio che non era suo zio, il suo ragazzo che stava con un'altra, lei stessa smarrita in sentimenti contrastanti tra loro.

Il giovedì precedente era passato Toby, forse avvertito dal reverendo. Non era riuscito a farsi aprire la porta di camera, ma riuscì comunque a comunicare con Brianna. Le aveva assicurato che lui non sapeva nulla, che sua madre, la signora Duncan, aveva colto una somiglianza tra Bry ed il reverendo a cui Toby non aveva mai creduto e che, di nuovo, lui era lì per lei. Come sempre.

Anche Luke tentò di farle visita. Nel fine settimana, i Green erano andati a Denver per una cena della locale comunità Mormona. Era libero. Il giunzaglio di Beverly si era allentato. Bry però non ne volle sapere. Ignorò i messaggi che la avvertivano della sua presenza sotto la finestra, silenziò le insistenti chiamate ed infine spense definitivamente il cellulare.

Tutti nessuno escluso. Ai suoi occhi i colpevoli si accumulavano e sapere non era mai stato tanto doloroso.

Li aveva superati tutti quegli stati. Uno ad uno li aveva conosciuti e, come fantasmi di cui non ci si può liberare, alla fine era scesa a patti con loro.

Forse giusto la negazione era stata la più tenace delle sette. Una parte di essa ancora rimaneva, ma le aveva conosciute tutte.

Infine era rimasta solo la speranza di un qualcosa che neppure lei stessa era in grado di sperare. Un cambiamento, un qualcosa che smuovesse le basi di quella realtà, di quella fortuna che dicono giri e di cui nessuno è mai rimasto senza troppo a lungo.

Solo questo. Aggrapparsi con tutte le sue forze a ciò che il cuore voleva ancora battere.

Lo sapeva.

Sapeva che Beverly era imprevedibile che non aveva consegnato i documenti a Luke senza averli prima letti o magari fatto una copia. Sapeva che la notizia sarebbe potuta uscire in mille altri modi e che aveva solo rimandato l'inevitabile. Ma lui lo aveva fatto comunque e continuava a farlo anche nel momento in cui i singhiozzi esprimevano solo rabbia e dolore.

Ed era lontano. Era con la persona che più odiava al mondo, con colei che teneva stretto il guinzaglio ed il sacrificio si faceva ogni giorno più insopportabile.

Già. Sarebbe stato semplice. Il punto è che non si può chiedere all'amore di sparire in un secondo perché, nell'attimo in cui appare, è già implicita la sua eternità.

Eppure Luke era lontano, come la volontà di Brianna di ferirlo non rispondendogli ai messaggi. Sperava solo lui capisse come capisse che quel "ti amo" non detto era solo una protezione nei suoi confronti.

Un "ti amo" non detto è la negazione di un sentimento?

Domande lecite a cui il suo cuore sapeva rispondere prima della sua mente.

Erano le tre del pomeriggio quando si capacitò che era già troppo tempo che non metteva piede fuori di casa.

Domani andrò a scuola, a testa alta, perché nessuno può ridicolizzare l'amore che provo.

Erano le tre del pomeriggio quando bussano alla porta.

« Chi è? »

« Bry, sono io! » sussurrò.

Dopo sette giorni decise di aprire quella porta con un pizzico di delusione.

« Toby. Che ci fai qui? Prima che dici qualsiasi cosa ho deciso che domani tornerò a scuola! Quindi se sei... »

« Non sono qui per questo. Sei abbastanza adulta per fare ciò che vuoi e dopo quello che ti hanno fatto non ti biasimo, qualsiasi decisione tu prenderai. »

« Toby... che succede? Dove sono finiti i tuoi consigli non richiesti? » chiese guardandosi allo specchio dove era riflessa anche l'immagine dell'amico e dove si accorse con terrore di quanto i suoi occhi fossero provati e scavati dopo una settimana di notti in bianco.

« Brianna... tu sai che ogni consiglio che ti ho dato, anche quelli che come dici tu non erano richiesti, li ho dati solo perché ci tengo a te? »

« Sì, lo so! Dai stavo scherzando! Solo che a volte avrei preferito mi avessi mentito e che mi avessi dimostrato di essere dalla mia parte! Ma so che è questo che fa un amico e tu sei il mio migliore! » »

« Smettila di dire così, Brianna. »

« Perché dovrei smetterla se è la verità? Tu, più di chiunque altro, mi sei vicino e nulla quanto il tuo giudizio mi è più utile. Capisco che è un amico vero dica ciò che crede sia giusto e non ciò che voglia si dica! »

« Brianna, smettila! Smettila, ti prego! » urlò voltandole le spalle.

« Di fare cosa? Che succede? »

« Non... non è per questo che sono qui! Non sono qui per darti consigli e mi sono stancato di farlo! No ne posso più di essere sempre quello che ti salva e che poi se ne torna in panchina! Sono stanco di essere il fratello che non hai mai avuto, il miglior tuo migliore amico, il tuo sostegno e tutte queste cazzate che sono pugnalate alle spalle! »

« Toby... »

« Ma tu non lo capisci! Non hai mai capito che le mie attenzioni fin da bambino, il mio prenderti in giro allora, il mio starti vicino adesso, esistono perché tengo a te molto più di quanto un fratello o un amico possa fare. E mi sento costretto, ora che sento di perderti! Sono costretto a dirti ciò che non hai mai capito! Che io sono innamorato di te, Brianna! E non posso smettere di esserlo! Sono quindici anni che ti sono amico e non mi basta più. Perché quando ti vedo con lui è il mio cuore che sta male, è la mia dignità che viene ferita ed è mia vita che perde significato! »

Due. Come le persone.

Due. Come le metà.

Due come tutto ed il proprio opposto, senza il quale non esisterebbe.

Erano in due anche in quella stanza quando lo sguardo di uno cercò l'amore dell'altra.

« Mi hai sentito? »

Ovvio che lo aveva sentito.

Era rimasta immobile mentre quella valanga di sentimenti congelati nel tempo la colpiva in pieno.

Ma era rimasta in piedi. Solo il cuore batteva colpi nel tentativo di destarla ma riusciva solo sottolineare quanto forte era quel sentimento.

E spesso non si sa cosa dire. Si scava nel cervello. Parole impolverate, alcune mai usate, alcune si spera non usarle mai.

E non esiste un modo migliore per dirlo. È un lieve torpore. È la coscienza che si sono date speranze mai del tutto vissute.

Bry lo percepì. Impercettibile e forte come un treno.

Sentì deragliare un'amicizia.

Nel silenzio.

Ogni secondo un ricordo. Vestirli di odio era ciò che l'amore di Toby stava facendo. Lui dava la colpa a lei prima che a sé. Perché le amiche non si comportano così. "Perché l'ho salvata più volte di quanto io possa ricordare". Questo ciò che Bry temeva.

Non poteva sapere che era esattamente la realtà.

« Toby... »

*Come faccio a dirglielo...

Chiedersi perché fosse costretta a farlo. Rispondersi che l'inutilità della domanda era nascosta dall'evidenza che aveva di fronte.

« Almeno abbi il coraggio di rifiutarmi. Merito più di un silenzio. »

« Toby... ti supplico. Sei la mia unica spalla! Lo sai che lo sei sempre stato! Non negherò mai tutti gli stupendi ricordi che mi hai dato e neppure tutte le volte che mi hai salvato. Ma io non sono ciò che vuoi. »

« Non dirmi ciò che voglio, bry. Non farlo. Ti conosco meglio di chiunque altro. Lo hai detto tu stessa! »

« Ed è proprio perché mi conosci cosi affondo che sai qual'è la mia risposta! Quante volte mi hai consolata? Milioni! E quante volte l'ho fatto io? Zero! Tu hai bisogno di una donna che non abbia bisogno ogni giorno di essere risollevata da terra, che ti risollevi quanto tu stesso non credi in te. Se io ti dicessi che anch'io provo le stesse cose che provi tu, nessuno ci salverebbe se tu crollassi. »

« E se ti volessi comunque? »

« Saremmo destinati alla distruzione e preferisco ferirti ora, io e da sola, piuttosto che darti speranze con cui ferirti mille volte di più in futuro. »

© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:

Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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