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Capitolo 55 - Il tempo e l'acqua

Il tempo.

Amico, alleato, nemico, ironico.

A volte solamente un fiume in cui tentiamo di nuotare. A volte si cerca perfino di fermarlo mettendo una mano in acqua.

Il tempo e l'acqua.

Incredibili similitudini ora li accumulavano. Spesso un fiume in piena quando non se ne ha mai abbastanza, quando sembra che non ci basterà mai. Altre volte, la noia rende quella acqua incapace di scorrere.

Forse siamo noi che, più che controllare il tempo, riusciamo a dargli un significato, riusciamo a regalargli sfaccettature tutte personali perché lui, il tempo, come il fiume non si ferma.

E come per il fiume, un sasso lanciato a monte torna per forza a valle ed infine al mare.

È qualcosa che prescinde da noi. Non esistono altre vie. Quel sasso tornerà in mare carico di ogni altro detrito il fiume porta con sé.

Per questo motivo non poteva perdonare. Perché la bugia, perché quel detrito era stato lanciato molto tempo prima, dove il fiume aveva origine, dove per Bry era l'inizio di tutto. Negli anni si era caricato di omissioni e menzogne, tanto da coprire quel piccolo grande sasso. Ora era arrivato in mare da un fiume lungo come la sua vita.

Diciassette anni ce n'erano voluti perché quell'ammasso di detriti arrivasse in fondo in quello stesso mare che adesso lei costeggiava diretta in un unico posto dove lui aveva detto di attenderla e dove lei sapeva l'avrebbe attesa.

Il tempo come l'acqua. A volte cancella, erode e ridimensiona i piccoli detriti. Ma quelli più grandi... quelli no.

Quelli non potevano essere erosi dal tempo, non potevano essere dimenticati e neppure nascosti. Il pianto aveva lasciato il posto alla rabbia verso tutti e verso nessuno in particolare. Lo zio era solo il primo della fila avanti a tutti gli altri; compresi i suoi genitori, compreso Toby, che suo malgrado, lo riteneva in qualche modo a conoscenza.

Dicono che la rabbia renda ciechi, che si pensino cose che non si dovrebbero pensare e dire cose che non si dovrebbero dire. O forse il contrario. Può darsi che mai come in quel momento avesse chiara la situazione, che avesse aperto gli occhi.

Lei, piccolo filo d'erba sulla sponda del fiume, poteva solo guardarlo. Solo avere un'immagine della vita che passava. Lei, sempre più sola.

Solo una persona. La stessa da cui era diretta. Quella che, sì è vero, l'aveva tradita ma scegliere il tradimento meno doloroso era stata una necessità. Perché, con il senno di poi, tutti fanno "mea culpa", perché il senno di poi non è nient'altro che colpevolizzarsi per non aver saputo leggere quel fiume, leggere nel tempo e sognare che un giorno l'esperienza possa riuscire dove a nessun uomo è mai riuscito guardare.

Casa dei McAllister, casa degli Spencer, casa dei Cooper.

Le oltrepassò tutte. Una ad una. Quelle che affacciavano sull'oceano erano perlopiù di continentali, come li chiamava lei. New York, Chicago, Denver. D'estate venivano da ogni parte degli Stati Uniti. Perché lei lo sapeva: quel luogo era un paradiso per coloro che non ci vivevano. Un luogo dove staccare, dove lasciare i problemi che ognuno si portava dietro in quel luogo da sogno. Solo per loro.

Per tutti, ma non per lei.

Eppure un sogno ce l'aveva. La stava attendendo al faro.

Guardando indietro a quel fiume, non poté far altro che ammettere quanto Luke fosse stato impeccabile negli ultimi due mesi, quanto ogni suo gesto, ogni sua parola, anche quella più inspiegabile, in quel momento, era stata la salvezza per il loro amore.

Eppure lo odiava. Lo odiava perché... perché era un uomo. Perché ogni uomo che aveva incontrato l'aveva tradita

Perché lui non dovrebbe fare lo stesso? Perché sono tutti uguali?

Credere. Non credere.

Ciò che si pensa, la coscienza che arrivava come le onde sulla spiaggia. Quando si ritiravano ecco che l'odio montava verso tutti, verso il mondo, verso quegli uomini che l'avevano tradita. Anche verso suo padre, o almeno quello che aveva ritenuto suo padre per i primi cinque anni di vita. L'aveva tradita nonostante fosse l'unico a non sapere. Eppure colpevole per essere stato così stupido da credere in un miracolo, credere a suo fratello e credere a sua moglie.

Mamma, perché non me l'hai detto?

Ma l'amore di una madre va oltre, anche oltre l'uomo con cui si è deciso di mettere al mondo un figlio e Bry, da piccola donna qual'era, lo sapeva.

A prescindere da chi fosse il padre, lei c'era sempre stata. Mai una mancanza, mai una delusione e se quella notte un incidente non se la fosse portata via, avrebbe continuato a non mancare, neppure in quell'istante.

Aveva dato l'anima per quella figlia, aveva dato anche la propria dignità per averla e nulla poteva intaccare l'amore di una madre che l'aveva messa al mondo e l'aveva voluta a tal punto di tradire il proprio marito. In fondo Bry le era grata anche se non lo ammetteva.

Solito palo, solita catena della bicicletta, solita sabbia.

Eppure, per qualche strano motivo, iniziò a correre. Il desiderio di parlargli, la voglia di dirgli che non sapeva neppure lei cosa dirgli.

Quando il sole si appoggiò placidamente e silenziosamente sull'orizzonte lo vide. Affacciato da quella stessa finestra da cui un foglio era volato. Dove lo sguardo affranto ed un sorriso appena accennato. Dove una mano alzata sopra la testa in gesto di saluto e le sue sopracciglia spioventi erano connotati che volevano dire: "Mi dispiace sia andata così!".

Avrebbe dovuto attendere.

Far sbollire la rabbia, riflettere su ciò che era stato e su ciò che sarebbe dovuto essere. Fare ordine e attendere che si calmassero le acque come il tempo.

Ma Bry voleva sentirlo dalla sua bocca sperando che lui, seppur uomo, fosse diverso da tutti gli altri.

Quando posò di nuovo gli occhi su quella finestra, lui non c'era più.

Solo un cigolio, i passi attutiti sulla sabbia e l'obbligo di voltarsi.

Nella sua ombra, Luke si fermò.

« Lo sai che mi dispiace, vero? »

« Non è colpa tua. Tu hai fatto la cosa più giusta e anzi, se non avessi consegnato quella lettera, probabilmente adesso non sarei neppure qui ma nascosta in casa per timore che il paese possa ridermi dietro e giudicarmi per colpe che non ho mai avuto. »

« Solo... non avrei voluto dirtelo così! Pensavo sapessi! Pensavo te l'avesse detto! Quando ho capito non potevo... non potevo lasciarti all'oscuro. Vedere la reazione del reverendo mi ha spinto ancora di più a dirtelo. E forse mi sono fatto prendere dal rancore, come mio padre. Ma se non l'avessi fatto io, dubito che lui l'avrebbe mai fatto! »

« Lo dubito anch'io. »

Luke avanzò calpestando l'ombra di Bry che ormai si stagliava circa due metri davanti a lei.

« Voglio tu sappia che l'ho fatto per te! » si giustificò lui.

« Lo so. Lo so perfettamente. »

Un altro passo e le ombre si sovrapposero.

« Brianna... » sospirò spostandole una ciocca di capelli da davanti agli occhi. Lei accompagnò quel gesto inclinando la testa verso la mano e trasformandola in carezza. Chiuse gli occhi assaporando il tatto sulla sua guancia, il calore di quel gesto.

« Brianna... » sospirò ancora avvicinandosi.

Lei non rispose. La guancia verso quella mano, quasi ad appoggiarla all'interno del suo palmo, a cercare il proprio posto nel mondo.

Il tempo si calmò.

Il rumore delle onde, il tintinnio lontano della campana di una barca a vela che scarrocciava.

Un bacio.

Quasi senza accorgersene. Di quel mondo rimaneva solo il tatto.

Il gusto della bocca di Luke che si faceva strada tra le labbra. Il sapore dolce di quell'amore che il tempo aveva esaltato. Il sole che le scaldava la nuca. La mano di Luke sulla guancia. Le sue labbra abbracciate alle proprie.

Sentirlo muoversi. Fusione nei loro sapori.

Imparò che basta un attimo per perdersi nell'infinito.

Allontanarsi eppure sentirlo ancora. Sentire la sua impronta calda, di quelle labbra così carnose che tra le proprie avevano trovato il proprio affine.

Eppure lui si era allontanato. Di poco. Solo qualche centimetro. Giusto lo spazio di tre parole.

« Io ti amo. » 

© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:

E' arrivato infine. Il tanto sospirato bacio. Ma non solo. Un "ti amo", la conferma che gli stessi sentimenti albergano anche nel cuore di Luke. Ci avviciniamo alla fine del viaggio... cosa accadrà?

Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!



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