Nico
Resisti...
...
Muovetevi!
...
Non farmi questo, Solace...
...
È grave?!
Una ferita alla gamba?!
Scherziamo?!
...
Will...
...
un'ora prima..
Stavo correndo come un pazzo... E tutti mi guardavano male... Ma non mi importava... Tutto ciò che vedevo era Will.
L'avevo trovato disteso, privo di sensi, dove l'avevo lasciato. Ero corso per chiamare Chirone e invece ho trovato Jackson. Mi ha visto in lacrime e non ha potuto fare a meno di venirmi incontro. Aveva preso la bandiera... Complimenti a lui! Ma chissene!
Corsi disperato verso di lui e gli riferii tutto. Non andai nei dettagli, perché non c'era tempo. Mi seguì fin dove avevo lasciato Solace. Boccheggiando, gli raccontai che era stata Clarisse.
—Ci penso dopo a lei!— ringhiò il figlio di Poseidone.
Arrivammo e lo vidi, lo vidi per terra, le gambe immerse in una pozza di sangue, gli occhi chiusi. Il cuore mi andò in gola. Corsi da lui e mi gettai in ginocchio vicino a lui. Tirai un enorme sospiro di sollievo quando sentii che respirava ancora. —È vivo! Ma... È ferito gravemente!— esclamai a Jackson.
Lui, seguito da Annabeth e altri figli di Atena, si mise in ginocchio dall'altra parte e lo sollevò un poco. Con l'aria concentrata, alzò lo sguardo. —Chiamate Chirone, subito!—
Loro ubbidirono e sparirono tra gli alberi.
—Annie, quanto siamo lontani dall'infermeria? Quanto ci siamo allontanati?— chiese ad Annabeth.
Quel nomignolo mi fece ribrezzo.
—Almeno cinque minuti da qui, credo... Il fiume è a dieci metri da qua, e a sei minuti dal campo, quindi...— rispose con preoccupazione.
Percy cercò di prenderlo in braccio, ma era più pesante di quanto pensasse. Così lo sorreggemmo da entrambi i lati, le braccia sulle nostre spalle, mentre Annabeth si mise ad esaminare la ferita.
—Ha perso troppo sangue, è grave!— esclamò la figlia di Atena.
—Grazie dell'informazione, come se non lo sapessimo!— alzai la voce. —Portiamo subito in infermeria!—
Annabeth mi squadrò coi suoi occhi di ghiaccio. —Datti una calmata, Di Angelo.—
Pronunciò il mio nome come se fosse un'amara medicina. —Non mi calmo, se c'è in ballo la vita di un mio amico.—
Annabeth continuò a fissarmi di sbieco, poi tornò a concentrarsi sulla ferita. —È anche mio amico, e di Percy, quindi...—
Trattenni un'imprecazione e premetti contro la ferita, sperando che si riprendesse o almeno aprisse gli occhi. —È una fottuta ferita alla gamba, non un colpo di pistola al petto o al cuore!— esclamai.
—Lo sappiamo— disse Percy, prendendolo in spalla. —Ma ha colpito una vena o un nervo, o un qualcosa, che potrebbe fargli perdere i sensi.—
Mi sforzai di nuovo di non imprecare un qualche parente stretto di mio padre, e mi ci volle una grandissima forza di volontà. Non riuscivo a sfogare la mia rabbia tipo piangendo, almeno non i pubblico, però avrei tanto voluto accasciarmi e piangere.
Il cuore mi martellava nel petto e la testa pulsava. Vidi Percy allontanarsi con Annabeth al suo fianco e Will in spalla. Non lo credevo così forte.
Mi voltai appena sparirono tra gli alberi, raccolsi la spada del figlio di Apollo e mi ci specchiai dentro. Avevo gli occhi rossi, le occhiaie più vistose e mi sentii un idiota! Dovevo seguirli!
Feci dietrofront e partii spedito verso il campo, mentre dall'altro lato si udivano esulti ed esclamazioni: —La bandiera! Wuoo! I rossi vincono!—
Avrei voluto correre da quelli e gridare: "E cosa importa? È solo un gioco e avete barato, brutti..." Ma mi trattenni.
Corsi a perdo fiato e appena scorsi la casa di Apollo tirai un sospiro di sollievo nel vedere che Will era già stato portato dentro dai suoi fratelli e sorelle. Raggiunsi Percy che era difronte all'entrata e si stava slacciando i polsini. Annabeth mi vide arrivare e gli diede una pacca sulla spalla. —Ci vediamo dopo. Io vado a parlare con Chirone.— e corse via, verso la Casa Grande.
Il nodo alla gola sembrava stringersi sempre di più, ad ogni passo verso di lui. —Ehi... Ehm... Grazie per averlo aiutato.—
—E cosa avrei dovuto fare? Lasciarlo lì? Neanche per sogno.— soffocò una risata.
—Ma è della squadra avversaria, quindi... Ho pensato che...— mi tremava la voce, finché la sua mano non mi fece zittire, dandomi un'affettuosa pacca.
—Ehi, non pensarlo nemmeno. È solo uno stupido gioco per allenarsi e migliorare nelle tecniche del combattimento.— il suo sguardo divenne furioso. —Quella stolta di Clarisse non lo capisce. Come tutti i figli di Ares, lei pretende di avere la vittoria in pugno.—
Mi morsi il labbro inferiore, scostando i miei iccci dai suoi. Dei, quanto amavo quegli occhi verdi... Ma cosa pensavo? La vita di Will era nei guai, e io mi concentravo sugli occhi di Jackson?! Perché? Perché ero così stupido?!
Credo che Percy avesse notato la mia confusione/paura tremenda, perché prese e mi abbracciò, mozzandomi il fiato.
Sgranai gli occhi e persi un battito. Le sue braccia calde mi tenevano stretto e mi fecero sentire così sicuro e più rilassato, tanto che avrei voluto morirci dentro. Avrei voluto sparire in quell'abbraccio caldo e accogliente.
—Starà bene, vedrai.— sussurrò con la voce incrinata. —Se la caverà.—
Non so come, né perché, ma ricambiai l'abbraccio. Io che odiavo gli abbracci, io che odiavo il contatto fisico con altre persone. Cosa mi stava succedendo?!
Le lacrime sgorgarono dai miei occhi, ricadendo dalle guance alla maglietta arancione di Percy. Quando mi lasciò, si portò una mano alla bocca. —S-scusa, mi dispiace. Non volevo farti stare peggio.—
Scossi il capo e mi asciugai le guance. —No, no, non... Non scusarti. Sono io che mi lascio andare troppo facilmente... Proprio come una femminuccia.—
Sbuffò una risata. —Non lo sei. Tu, come lui, scommetto che vi siete ben battuti contro quella!—
Annuii. —Lui mi ha salvato la vita, e io... Lo sto facendo soffrire e basta.—
—Perché mai?— domandò.
Mi andò il cuore in gola. Non potevo dirgli che Will ed io... Che lui...
—L'ho trattato tanto male.— dissi infine.
—No. Sono convinto che non l'hai fatto intenzionalmente. Tu non faresti mai del male a nessuno.— parlò con voce profonda e seria.
Mi convinse a credere che forse mi stavo davvero preoccupando troppo. Ma la mia coscienza -a dir poco sporca- sapeva che l'avevo sempre trattato troppo male, come le ragazze che trattano male i ragazzi che sono cotti di loro. Sinceramente non ho mai capito questo aspetto delle ragazze: quando uno ha una cotta per una di loro, trattano quel ragazzo come uno straccio e spesso lo usano. Certo, non tutte le ragazze, ma la maggior parte che avevo visto.
—G-grazie, Perce. Grazie davvero del sostegno.— sussurrai.
Percy fece per parlare, quando una figlia di Apollo aprì la porta di scatto e ci interruppe. Aveva il fiatone e gocce di sudore sulla fronte.
—S-scusate, io... Devo correre a prendere...— boccheggiò lei.
—Che succede? Che cos'ha?!— esclamai.
—È più grave del previsto... È grave...e devo...—
Non me lo feci ripetere due volte ed entrai, facendomi strada tra i letti d'ospedale in giro.
—Aspetta!— gridò la ragazza dietro di me.
Trovai i figli di Apollo sudati e indaffarati, intorno a letto di Will, rosso in volto, i capelli biondi attaccati alla fronte dal sudore e il respiro totalmente irregolare.
—Di Angelo, non puoi restare qui, ora.— disse in tono calmo e autoritario uno di loro, alzando una mano verso di me.
—Posso eccome, e non mi toccare!— sbraitai superandolo.
Cercai di non guardare la ferita di Will, che sembrava sempre più vistosa e in gravissime condizioni. Con la coda dell'occhio notai che anche il letto si era imbrattato di sangue.
—Non farmi questo, Solace!— esclamai prendendogli la mano. —Non puoi farmi questo...—
—Serve ambrosia, e tanto nettare...— borbottò un figlio di Apollo.
—Muovetevi!— strillai.
Era come se l'avessi detto tranquillamente o come se non notassero la mia agitazione, perché si alzarono restando seri e corsero a chiamare la ragazza di prima.
—Non farmi questo...— sussurrai tra un singhiozzo e l'altro.
I suoi occhi si mossero. Mi aumentò il battito. Stava reagendo, mi sentiva.
—Will...—
Poi il vuoto. Dentro e fuori di me, c'era il vuoto. Appena i suoi occhi tornarono chiusi, crollò il mondo. Strizzai gli occhi. Sotto di me il pavimento sembrava un tappeto gonfiabile, ondeggiante e pericolosamente scivoloso.
Poi un rumore sordo, la testa che girava, e... Due mani che mi scrollavano per le spalle.
Ehilà, semidei! 🤓
Lo so lo so, fermi fermi fermi!! 🙌🏻
Chiedo pietà, chiedo perdono, tutto quello che volete. Sono una cattivissima persona, avevo detto che l'avrei aggiornato il prima possibile ma... Ovviamente al mare la connessione o il così detto 3G non esiste! Perciò non ho potuto pubblicare un bel niente 😿
Non uccidetemi!
Spero comunque che vi sia piaciuto questo nuovo capitolo. Questo è il penultimo, e... Cosa può essere successo secondo voi? 🤔
Che sia chiaro, adoro anche la Percico ((infatti ci sono stati momenti super cute sulla Percico)) ma questa storia non si baserà ovviamente sui carissimi Nico e Percy, quindi tranquillissimi!😌
((Per i fan della Percico, tranquillissimi anche voi: scriverò una storia pure su di loro!👌🏻))
Detto ciò, spero ancora che vi sia piaciuto! Al prossimo capitolo 🤓💙
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