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Nico

Teschietto! Insisteva ancora a chiamarmi così?! Non lo sopportavo. Dopo essere uscito dall'ospedale, avevo intenzione di guardare il vuoto e riflettere sull'accaduto del giorno prima. Però Will non si decideva a staccarsi da me almeno un po'.
—Voglio stare da solo.— borbottai.
Will doveva avere annuito o cose del genere, perché fece dietrofront e andò verso il l'area per gli allenamenti. Io presi un bastoncino da terra e lo rimestai nell'acqua.
Ma prima che potessi anche solo pensare alla Chinera del giorno prima, lui si fermò e disse:—Credevo che l'acqua non fosse il tuo tipo giusto di elemento!—
Il cuore mi andò in gola. Drizzai la schiena, ma non mi voltai. Lo sentii allontanarsi sull'erba. Io rimasi lì, fermo, con tanto di occhi oltre il fiume.
"Come...? Dove..? Sapeva che...?" La testa mi pulsò di domande.
Mi strinsi nelle spalle. Volevo piangere. Ero sbagliato! Tutto in me era sbagliato. Sarei voluto scappare, avrei voluto nascondermi.
Una voce maschile dietro di me interruppe i miei pensieri. —Ehi, campione! Fai una partita con noi ad Acchiappa la Bandiera?—
Era Percy. Con lui c'erano Ammabeth, in elmetto rosso e armatura resistente, e Jason, con l'elmetto blu come Percy.
Mi alzai lentamene e subito domandai a Jason:—Non val al Campo Giove tu?—
Jason fece un sorrisetto di arresa. —Nah, io, Pip, Hazel e Frank restiamo per un po' qui quest'estate. Rayna ci ha dato il permesso di stare almeno un paio di settimane con voi altri.—  rispose.
Annuii. —O-okay. Voi... Voi andate. Io... Vi raggiungo dopo.—
—Okay, Nic.— rispose Jason.
—A dopo.— disse Percy.
Annabeth salutò con un sorriso e un cenno della mano. Si voltarono e andarono via. Restai i piedi, attendendo di sentire il fischio dell'inizio della sfida. Mi chiesi se Will avesse deciso di partecipare. Spinto dalla curiosità, mi diressi verso il bosco. Vidi le due squadre che si fronteggiavano e lottavano, con tanta violenza che sembravano veri nemici. Proprio per questo, odiavo la Caccia alla Bandiera.
Andai verso l'arena per gli allenamenti più soft, e cercai con lo sguardo Will. Non che volessi stare con lui, era solo per curiosità!
Eccolo! Era con la nuova ragazza, Lia. Stavano parlando. Lia sembrava meno spaventata di ieri. Mi avvicinai per sentire meglio la loro conversazione.
—... E accade quando ti trovi in mezzo a guai enormi, tipo un incendio o un furto, ma quando ci sono quelli veramente enormi, ti consiglio di non farlo succedere. Ne va de la tua vita.—
Lei alzò gli occhi al cielo. —Confortante, signor Maestro.—
Will rise. Le sue lentiggini sembravano più vistose al sole. —Coraggio, signorinella Non-Ho-Paura-Dei-Serpenti!—
Lia si avvicinò con la spada e cercò di menare un colpo m, che andò a vuoto. —Ti ho già spiegato il motivo per cui ho urlato quando il serpente mi ha guardata. Sono allergica alla loro pelle. Non ne ho paura.—
—Appunto! Mica ti ho chiamata "signorinella Ho-Paura-Dei-Serpenti"!— replicò lui.
Lei abbozzò un sorriso e colpì di lato un manichino avanti a lei, strappandogli un pezzo di stoffa.
Io misi la mano sull'albero di fronte a me, nascondendomi e osservando il suo comportamento. Ma no, non poteva essere una figlia di Ade. Troppo solare, come Will. Mentre colpiva in vari punti il manichino, rideva come se non si fosse mai divertita tanto in vita sua.
—Mi piacerebbe vedere il resto del Campo... Com'è che si chiama?— chiese ansimando.
Will si rigirò la spada tra le dita. —Campo Mezzosangue.—
Lei annuì e respirò a fatica. Già stanca dopo un po' di colpi di spada. Era meglio non trovarsi di fronte a mostri con lei, o sarebbe stata già divorata.
—Tutto okay?— chiese Will.
—Si, è che... Sono asmatica e... Faccio fatica a respirare a volte.—
Questo spiegava tutto. Quel sorrisetto di Will mi fece battere il cuore, ma non ne capii il motivo. Era simpatico.. Eppure...
—Nico!— esclamò entusiasta il figlio di Apollo.
"Oh, no, mi aveva scoperto!"
—Stavamo rientrando per cambiarci. Vieni con noi? La ragazza qui ha seri problemi di respirazione e non bisogna farla sforzare troppo.— continuò Will.
Lia sorrise. —Allora sei tu Nico? Will mi ha tanto parlato di te.—
Stavo per rispondere:"Davvero?!", ma mi trattenni.
Annuii. —Si, Be'... Ehm, si sono scoperte le tue origini?—
Scosse il capo. —No, eppure ci ho detto tutto.—
"A me no."
—Vivo a Manhattan, con mia madre e i miei nonni. Ho 15 anni, frequento la Kool Accademy e ho difficoltà in matematica principalmente. Sono iperattiva, amo il mare..—
"Un'altra figlia di Poseidone?! Oh, no!"
—.. E sono molto solitaria. Tantissimo, anzi. Preferisco la compagnia dei libri alle chiacchiere, a volte. Sono una persona molto nervosa e timida con gli sconosciuti. Non ho mai avuto amici stretti in circa sei anni di scuola.— terminò lì, ma non successe nulla.
Will sospirò. —Vabbè, ci hai provato, dolcezza.— ripose la spada. —Se vuoi, vai un attimo da Chirone e parlagli per bene di te. Lui è il più esperto in questo e ama ascoltare.—
Lia annuì. —Grazie Will, per i consigli tecnici.— e corse verso la Grande Casa.
Will abbozzò un sorriso. —Simpatica. Non può di certo essere figlia di Ade. Troppo amante dell'avventura e del rosa. È il suo colore preferito.—
Calciai un sasso. —Ti ha detto tutto, eh?—
Lui annuì. —Quando ti mostri gentile, è la persona più aperta al mondo.—
Mi sentii depresso. Una sensazione di vuoto e dolore mi riempì il petto. Will mi mise un braccio intorno a collo. —Ci alleniamo?—
Scossi il capo.
—Okay! Allora vado a farmi una sciacquata al lago! Sono sudato come un maiale in piena estate. Be', è estate, ma sono dettagli!— corse via.
Lo seguii. Non chiedetemi il perché, ma in quel momento avevo voglia di stare solo con lui.
"Nico, che combini?"

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