ti vi bo
ieri
sono venuta in città.
andando a lezione
mi sono fatta
un pezzo di strada
a piedi
arrivando fino a casa tua,
dopo la curva.
sono rimasta un po' lì
dove quel giorno
ci eravamo urlate contro;
per poi, cosa?
faceva freddo,
non l'ho mai sopportato,
così
ho ripreso a camminare
come facemmo quella volta
andando dritto a casa nuova
per poi
fermarci
davanti alle piante
e fare foto.
ho sempre adorato fare foto.
mi sono seduta
come una scema lì
e,
mi veniva da ridere.
ridere
per ciò che stavo facendo,
se ne valeva la pena
e il viso
mi si stava rigando.
ho riso talmente forte
che forse mi avrai sentito
ma spero di no,
non vorrei che mi avessi visto
in quel modo
anche se
mi preoccupa più
come sono adesso.
quando torno in città,
nella tua città,
tutte le mie emozioni
si mischiano
come la notte stellata di van gogh;
più che altro,
le vomito.
alzandomi
ho fatto una foto,
da sola.
per poi cancellarla.
ho ripetuto quest'azione
una decina di volte
rompendo il vetrino del telefono
dalla rabbia.
ora
ti aspetto,
perché,
l'ho sempre fatto.
ora
non so cosa io abbia fatto
o il motivo.
ora,
vorrei tornassi
ma forse
va meglio così.
ero io il disastro.
va bene così.
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