XXXVI
Il giorno seguente tutti i cavalieri e le guardie di Camelot erano all'opera per arrestare Merlino per ordine del re. Nelle scuderie, nelle cucine del palazzo, alle porte del regno, nelle sue stanze... qualunque posto il ragazzo frequentava abitualmente. Merlino a quell'ora si trovava nelle camere di Artù a disfare il letto e il principe lo sapeva bene, perciò aveva ordinato alle sentinelle di cercarlo nei luoghi in cui era sicuro che non lo avrebbero trovato.
《Devi andartene! Il re vuole arrestarti》lo avvertì, entrando nelle sue stanze e chiudendo la porta a chiave.
《Cosa?!》esclamò il servo incredulo.
《Catrina ti ha accusato di aver preso il sigillo》lo informò.
《Ma non è vero!》ribatté subito lui.
《Non voglio saperlo e non hai tempo di spiegare. Se tieni alla vita, lascia Camelot all'istante》gli intimò il principe, aprendo la porta secondaria e controllando che non ci fosse nessuno nel corridoio.
Si avvicinò al servo, gli prese le lenzuola bianche che aveva nelle mani e lo spintonò per incitarlo ad andarsene. Era il suo migliore amico e non avrebbe mai lasciato che qualcuno gli facesse del male, soprattutto suo padre, non solo perché gli voleva bene, ma anche perché sapeva quanto Morgana tenesse a lui. Per quello non appena ebbe ricevuto l'ordine di suo padre di catturare il ragazzo, la prima cosa che fece fu andare nelle stanze di Morgana e chiederle di aiutare Merlino a scappare.
《Ma lei è un troll e sta cercando di incastrarmi. Sto dicendo la verità, l'ho vista》cercò di convincerlo il servo, ma un bussare alla porta li interruppero.
《Ne abbiamo già parlato. Devi andartene, Merlino! Vattene, corri!》gli intimò Artù, indicandogli la porta alle sue spalle.
Merlino fu costretto a obbedire e lasciò di corsa la stanza. Percorse i corridoi, non sapendo quale strada prendere, senza imbattersi nelle guardie. Sentì le loro voci e i loro passi nelle vicinanze e prima ancora di potersi nascondere, una mano lo afferrò per il polso e Merlino venne trascinato dentro un vicolo cieco.
Con il suo corpo completamente bloccato al muro, Morgana, che aspettava solo che lui uscisse dalle stanze del fratello per poterlo nascondere, gli tappò la bocca con la mano. Le guardie passarono vicini a loro, ignorandoli completamente e la ragazza liberò la bocca di Merlino che poté così parlare.
《Grazie》le sussurrò.
《Perché hai rubato il sigillo di Catrina? Ci tieni proprio a morire per mano del re!》ribatté lei, infastidita.
《Morgana, io non ho fatto niente! Non ho rubato il sigillo, Catrina sta cercando di liberarsi di me perché ho scoperto il suo segreto》spiegò il ragazzo.
《E quale sarebbe?》gli chiese Morgana con un tono suadente nella voce.
Non era il momento giusto per loro, lo sapeva, ma da quando Merlino l'aveva baciata quattro notti fa non riusciva più a stargli lontano. Voleva baciarlo, quanto lo desiderava e quello era l'ultimo momento in cui si sarebbero visti, prima che Merlino se ne andasse da Camelot. Si avvicinò a lui di un passo e il ragazzo posò per un secondo gli occhi sui suoi seni prosperosi, coperti dal vestito verde smeraldo a maniche lunghe che indossava.
《Lei... lei è un troll》farfugliò, deglutendo nervosamente e alzando gli occhi sul suo viso.
Morgana si allontanò leggermente da lui e alzò un sopracciglio, incredula nel sentire quella rivelazione.
《Davvero?》chiese e Merlino annuì.
《Devo andare!》disse il giovane mago, avanzando di un passo di lato per lasciare quel vicolo, ma Morgana gli si parò davanti.
《Nessun bacio?》lo provocò.
Merlino voleva baciarla e dalla sua domanda retorica era chiaro che lei non lo avrebbe fermato, ma non c'era tempo. Doveva tornare subito da Gaius e trovare un nascondiglio per sfuggire alle sentinelle che nelle prossime ore l'avrebbero cercato continuamente.
《Non credo che...》.
Morgana non accettava di essere rifiutata, sopratutto ora che era consenziente a farsi baciare e toccare da lui.
《Avanti, sbrigati! Baciami o vattene!》gli intimò, avvicinandosi a lui di qualche passo, ma Merlino rimase immobile, guardandola negli occhi, combattuto.
《Sappiamo entrambi che vuoi fare solo una cosa》proseguì Morgana a pochi centimetri dalla sua bocca.
Le sue labbra rosse erano completamente schiuse e pronte per accogliere quella lingua che tanto bramava, ma che Merlino si ostinava a non concederle. Doveva resisterle, non poteva cedere.
La principessa poggiò una mano sul petto del ragazzo e lo spintonò contro il muro, facendo calare lentamente le dita verso le sue parti bassi. Merlino non resistette più e Morgana lo incoraggiò, sorridendogli lievemente in attesa di quel maledetto bacio.
Il servo si lanciò subito sulle sue labbra e lei gemette in risposta. Le loro labbra si schiusero e le loro lingue si scontrarono, assaporandosi con vigore. Morgana gli prese il volto tra le mani e lo baciò rudemente, prendendo possesso della sua lingua. Merlino si staccò dalla sua bocca per baciarle il collo, mentre lei boccheggiava e gli tirava i capelli neri per incitarlo a non smettere mai. Con la lingua percorse il filo della collana girocollo con incastonate delle gemme verdi e scese fino a raggiungere le forme dei seni che leccò per bene, tracciandone il contorno. Poi risalì lungo la gola, fino ad arrivare alla mascella e infine alle sue labbra, tirandole quello inferiore. Morgana ansimò, ma Merlino si fermò, smettendo la sua dolce tortura. La principessa mostrò il suo disappunto, ringhiando infastidita, ma lui voleva chiarire una volta per tutte.
Nove giorni fa avevano deciso di essere solo amici, eppure quello che stavano facendo pochi secondi prima era tutt'altro che una semplice amicizia, quindi Merlino aveva bisogno di capirci qualcosa.
《Aspetta! Ho una domanda e voglio sapere la verità una volta per tutte...》le sussurrò, accarezzandole le guance.
Morgana sapeva benissimo cosa lui voleva chiederle e pensò che era il momento di finirla con quello stupido accordo dell'amicizia. Era chiaro che non erano fatti per essere amici, loro erano fatti per stare insieme e amarsi incondizionatamente, nonostante tutto il tempo lontani l'uno dall'altra.
《So già la domanda e la verità è che non ho mai smesso di amarti. Ti ho sempre amato e continuerò a farlo》gli confessò, poggiando le sue mani sopra le sue e sorridendogli.
Merlino la guardò per lunghi secondi negli occhi e senza dire niente, avvicinò il suo viso a quello di lei. Inclinò la testa di lato per baciare le sue labbra schiuse e Morgana approfondì subito il bacio, infilando la lingua dentro la bocca di Merlino che posò la mano dietro la sua nuca per non staccarsi da lei. Ma un rumore nelle vicinanze li costrinse a interrompere il bacio. Il ragazzo si leccò le labbra per sentire il sapore di Morgana sulla lingua e si allontanò.
Ora che il troll si era liberato di Merlino, doveva solo togliere di mezzo Artù e poi nessuno avrebbe più contestato il re e lei sarebbe stata la sola persona a detenere l'intero regno sotto il suo potere.
La mattina dopo le guardie trovarono ai confini del regno la bandana blu di Merlino, abbandonata vicino ai resti di un fuoco ormai spento da ore. Quella traccia era stata lasciata da Gaius per seminare temporaneamente le sentinelle, in modo che così Merlino potesse agire di nascosto e alle spalle di Lady Catrina e Jonas. Al ritorno dalla passeggiata alla città bassa il medico rientrò nelle sue stanze e si avvicinò a un barile di legno, aprendo il coperchio e bussando. Quel gesto era un segnale per Merlino, nascosto sotto un telo che sorreggeva il grano, di uscire.
《Hanno trovato la nostra traccia, ma non li ingannerà a lungo》lo informò Gaius, mentre lui usciva dal barile.
Il ragazzo annuì e si diresse verso la porta d'ingresso, ma il medico lo fermò, intimandogli di fare attenzione perché le guardie lo stavano ancora cercando. Merlino si diresse verso le stanze di Catrina e si nascose dietro un muro in attesa dell'arrivo della donna che non tardò a giungere. Una volta dentro, Merlino la spiò da una piccola apertura del muro. Vide Jonas che si avvicinava a un'anta da una mensola che aprì e tirò fuori una bocchetta, porgendola alla creatura, la quale bevve tutto il contenuto in un sorso. Poi sollevò la manica del vestito rosso bordeaux che indossava e le verruche da troll che stavano per emergere dalla sua pelle umana, scomparvero immediatamente. La donna era sul punto di lasciare la stanza e Merlino dovette nascondersi dietro il muro per evitare che lei lo scoprisse.
Alcune ore dopo, nel cuore della notte...
Merlino aveva un piano in mente, ma per poterlo avviare, aveva bisogno di avere quella pozione che aveva visto bere da Catrina tra le mani. Aveva atteso per tutto il tempo fuori dalla camera degli ospiti, aspettando che Jonas si addormentasse, mentre Catrina trascorreva la notte con Uther. Vedendo l'uomo russare sommessamente, Merlino entrò nella stanza, aprendo e chiudendo la porta senza fare alcun rumore. Si avvicinò alla mensola dove aveva visto Jonas tirare fuori la pozione e usò la sua magia per sforzare la serratura dell'anta. Controllò l'uomo alle sue spalle, il quale stava continuando a dormire tranquillamente, e prese la bocchetta per poi richiudere l'anta e andarsene. Tornò da Gaius e gli consegnò la pozione.
《L'ho vista bere un po' di questa pozione e la pelle di troll sul braccio è scomparsa》spiegò.
《Deve essere una magia molto potente per trasformarla in quel modo》constatò il medico.
《Preparereste una pozione che abbia lo stesso sapore e aspetto di questa?》gli chiese Merlino.
《Non saprei, suppongo di sì, ma senza la magia dei troll non avrebbe lo stesso effetto》gli fece notare lui.
《Esatto! Se io sostituissi questa pozione con una non magica, Catrina continuerebbe a prenderla, ma non avrebbe più effetto e si trasformerebbe in un troll. Dobbiamo scambiarle prima che faccia giorno o Jonas lo noterà》affermò il ragazzo.
《Allora sarà una lunga notte》commentò il medico.
Al mattino, quando Merlino si svegliò e uscì dalla sua camera, Gaius aveva appena finito di preparare la falsa pozione. Sperava vivamente che avesse lo stesso sapore di quella originale, dato che l'aspetto e l'odore di entrambe coincidevano. Consegnò la pozione a Merlino, il quale si diresse nelle stanze di Catrina, stando attento a evitare le guardie e a non farsi vedere da nessuno per i corridoi del castello. Prima di entrare, diede una rapida occhiata dall'apertura del muro e vide che non c'era nessuno. Si infilò dentro e usò la magia per aprire l'anta della mensola e mettere dentro la falsa pozione. Un rumore nel corridoio lo attirò e sentì dei passi avvicinarsi alla porta. Si guardò intorno in cerca di un possibile nascondiglio, dato che non aveva il tempo materiale per andarsene, senza farsi vedere. Si nascose dentro l'armadio nel momento esatto in cui Jonas aprì la porta.
L'uomo si tolse il mantello e si sedette su una panca. Dalla minuscola fessura dalla quale Merlino spiava, si accorse di essersi dimenticato di chiudere l'anta e usò i suoi poteri per rimediare. Il rumore di una porticina che si chiudeva allarmò Jonas che guardò verso l'anta, dove gli era parso di sentire il rumore. C'era solo silenzio e l'uomo lasciò perdere, tornando a fare quello che stava facendo. Dopo qualche minuto entrò Catrina e Jonas le consegnò la falsa pozione. La creatura la bevve tranquillamente e insieme al suo servitore lasciò la stanza. Merlino uscì dall'armadio, sospirando di sollievo e con un sorriso sulle labbra perché il suo piano aveva funzionato e ora era solo questione di tempo prima che Catrina svelasse la sua vera forma.
Intanto Artù era stato richiamato dal re, dopo l'ennesima discussione avuta riguardo alle nuove tasse che quest'ultimo aveva imposto al popolo e che il figlio aveva ribattuto, non essendo d'accordo con la sua decisione. Il re era furioso e sotto il volere di Catrina aveva scelto di revocare il titolo di principe ereditario di Camelot per passarlo alla sua consorte. Gaius decise di intervenire, ricordando al re che la corona passava da padre a figlio e Artù era l'unico erede maschio naturale che aveva, ma il principe lo fermò. Era sconvolto dal comportamento di suo padre che non riconosceva più come tale da quando si era sposato con Catrina ed era inutile insistere nelle sue decisioni.
Chinò il capo interdetto e se ne andò senza dire una parola, mentre la corte reale applaudiva basita per congratularsi falsamente con la regina che sorrise compiaciuta. Gaius tornò nelle sue stanze e poco dopo Merlino fece il suo ingresso.
《È fatta! Catrina ha bevuto la falsa pozione》lo informò, ma il suo sorriso scomparve, quando notò lo sguardo rabbuiato del suo maestro.
《Che c'è? Cosa è successo?》gli chiese preoccupato.
《Uther ha disgregato Artù e ha nominato Catrina sua erede》confessò Gaius e Merlino rimase sconvolto.
Se Uther sarebbe morto, Catrina sarebbe salita al trono e il destino di Merlino di creare un nuovo mondo di pace e speranza al fianco di Artù sarebbe svanito.
Quel pomeriggio si tenne la cerimonia di inaugurazione e tutta la corte era presente, compresi gli stessi Artù e Morgana, i quali non avevano nessuna intenzione di partecipare, ma erano stati obbligati dal loro padre. Morgana era triste per Artù e durante la cerimonia si voltò verso di lui, notando quanto egli era rimasto profondamente ferito dalla decisione del padre da non riuscire a guardare in faccia né lui né Catrina. Aveva atteso quel titolo da quando erano nato e nel giro di una settimana Catrina glielo aveva tolto. Morgana comprendeva il dolore del fratello e voleva tanto andare da lui e abbracciarlo per confortarlo, ma lui evitava il contatto visivo con chiunque, persino con lei.
Geoffrey era davanti ai due sovrani, il re seduto sul suo trono e la regina inginocchiata sui primi gradini in attesa di avere la corona tanto attesa quanto desiderata, mentre Merlino li osservava dalla balconata del piano superiore, nascosto dietro una colonna per non essere visto da nessuno.
《Siamo qui riuniti per essere testimoni della nomina della regina Catrina come legittima erede di Camelot. Volete pronunciare il giuramento?》annunciò Geoffrey alla sala, per poi rivolgersi alla donna.
《Sì, sono pronta》rispose quest'ultima, sorridente e felice.
《Giurate solennemente di governare il popolo di Camelot, sostenendo le leggi e le tradizioni di questa terra?》chiese l'uomo, leggendo dalla pergamena che teneva tra le mani.
《Lo giuro》rispose Catrina e Merlino si accorse che si stava grattando il braccio da sopra il vestito bianco che indossava.
《Giurate che, attraverso i vostri poteri, la legge e la giustizia verranno applicate con misericordia in ogni vostra decisione?》domandò nuovamente Geoffrey.
Anche Gaius notò che Catrina si grattava insistentemente il braccio e sorrise vittorioso perché sapeva che la sua vera forma presto si sarebbe rivelata davanti a tutti, compreso al re stesso.
《Lo giuro》ripeté la donna che si alzò la manica dell'abito per controllarsi il braccio.
Non capiva perché stava provando così tanto prurito, ma quando vide la sua vera pelle che stava per emergere, si scambiò uno sguardo preoccupato con Jonas. L'effetto della sua pozione stava per svanire e lei era bloccata in quella sala.
《Giurate nel pieno dei vostri poteri di mantenere le leggi...》proseguì l'anziano.
《Sì, sì!》farfugliò subito lei subito, interrompendolo.
《Perdonatemi, ma dovete lasciarmi finire. La dicitura deve essere completa, affinché sia vincolante》ribatté lui.
《Va' avanti allora! Da dove lo hai tirato fuori questo vecchio?!》esclamò lei, rivolgendosi a Uther che non le staccava gli occhi di dosso neanche per un secondo da quando era iniziata la cerimonia.
《Ha ragione, va' avanti》affermò il re obbediente.
Morgana spalancò la bocca, sempre più senza parole dal comportamento di suo padre e Artù corrugò le sopracciglia, sospettoso. Qualcosa non andava in suo padre e lui stava iniziando ad accorgersene solo in quel momento. Che il padre imponesse nuove tasse al popolo e lo disgregasse dal suo titolo era strano, era vero, ma addirittura mancare di rispetto ai suoi nobili per compiacere Catrina era qualcosa che lui non avrebbe mai fatto. Greoffey si voltò verso il re e obbedì con un cenno del capo per poi proseguire con la lettura.
《Giurate nel pieno dei vostri poteri di mantenere le leggi e le tradizioni di questa terra e di servire il popolo di Camelot?》.
《Sta' zitto e dammi la corona!》sbraitò lei e un brusio proveniente dalla corte iniziò a diffondersi nella sala.
Gaius notò che anche il popolo stava iniziando a farsi delle domande su Catrina e su Uther che continuava a guardare la sua compagna con un sorriso felice sulle labbra. Greoffrey chiuse la pergamena e prese la corona da un cuscino rosso, scortato da un servitore. Prima ancora che lui potesse mettergliela sul capo, Catrina gliela tolse dalle mani e se la mise in testa, correndo in direzione delle porte. Uther la chiamò, alzandosi dal suo trono, mentre tutti i presenti si giravano per osservare la donna lasciare la sala in fretta e furia. Il re la seguì e con loro andarono anche Artù, Morgana, Jonas e Merlino.
La donna aveva percorso i corridoi e raggiunto la sala del consiglio con la famiglia reale alle calcagna. Merlino usò la sua magia per chiudere le porte d'uscita e la creatura si trovò in trappola. Cercò di aprire la porta, ma non ci riuscì perché Merlino fece scattare la serratura e Artù le si avvicinò per aiutarla. Ma quando intravide la pelle grigia da troll si allontanò bruscamente e dopo qualche secondo la creatura iniziò a trasformarsi, riprendendo il suo vero aspetto. Morgana e Artù rimasero inorriditi nel vedere il mostro davanti a loro, ma non Uther che continuò a fissarla, meravigliato a causa della magia che il ciondolo esercitava ancora su di lui.
《Sei un troll!》esclamò Artù, ancora incredulo.
《Come osi parlare di lei in questo modo?!》lo sgridò il padre e Morgana lo fissò con gli occhi strabuzzati. Ma è cieco o cosa?!, pensò.
《Ma che cosa ti prende?! Guardala, non vedi che aspetto ha?》gli fece notare il figlio.
Morgana sentì una voce nella sua testa ed era Merlino che stava usando la telepatia per comunicare con lei. Visto che avevo ragione, te l'avevo detto che era un troll, la canzonò il ragazzo e Morgana si guardò intorno, incrociando gli occhi di Merlino, nascosto dietro una colonna.
《Non ci posso credere》commentò a voce alta, scuotendo la testa.
Il troll usò la sua forza sovraumana per sfondare una delle ante della porta che cadde poco distante dai reali. Morgana e Artù indietreggiarono e il mostro se ne andò.
《Ha appena diverto i cardini della porta. È un gigantesco, grigio e fetido troll!》ribatté Artù.
《Basta! L'hai già offesa abbastanza, insultate ancora esarà l'ultima cosa che farete》liminacciò Uther, raccogliendo la corona e le scarpe dalpavimento per poi lasciare la sala per raggiungere il troll nelle stanze reali. Artù e Morgana lo guardarono interdetti e ancheMerlino non capiva come mai Uther si comportasse così.
Il giorno seguente nel castello tutti parlavano di come la bellissima donna che il re aveva sposato e con cui passava le notti in realtà era un troll e l'unico che sembrava non accorgersi era proprio il re, il quale aveva iniziato seriamente a minacciare di morte chiunque avrebbe osato insultare la regina.
《Uther deve essere stato stregato, è l'unica spiegazione》constatò Gaius, camminando avanti e indietro per la stanza.
《Dobbiamo cercare di rompere l'incantesimo》rispose Merlino, mentre sfogliava le pagine del suo libro di magia.
《Non troverai niente nei tuoi libri di magia, gli incantesimo dei troll sono potenti. Devi parlare con il drago. Se c'è un modo per spezzare il dominio che Catrina ha su Uther, lui lo conosce, ma sta' attento perché i draghi e i troll sono stati alleati in passato》spiegò il medico e Merlino sbuffò in risposta.
Non era tanto entusiasta di andare dal drago perché sapeva bene cosa la creatura pretendeva in cambio del suo aiuto e anche se lui aveva fatto una promessa, ancora non se la sentiva di mantenerla. Era sicuro che il drago glielo l'avrebbe ricordato, ma Merlino non aveva altra scelta che dirigersi ai sotterranei per raggiungere la sua grotta. Gli raccontò tutto quello che era successo negli ultimi giorni e il drago scoppiò in una fragorosa risata.
《Ridi?! Non è divertente!》ribatté il ragazzo.
《Oh, lo è! Il pensiero di Uther che sposa un troll è la cosa più divertente che abbia mai sentito in tutta la mia lunghissima vita su questa terra. È stata una cerimonia pubblica?》commentò il drago.
《Pubblica fin troppo》affermò Merlino e lui ricominciò a ridere.
《Non ridere! Se qualcuno non la fermerà, Artù non potrà diventare re e Albione non sorgerà mai》gli intimò il giovane mago.
《Mi dispiace, hai ragione ovviamente. Questi non sono trucchetti insignificanti e la magia dei troll è molto potente. L'unico modo per rompere l'incantesimo è quello di far versare a Uther lacrime di sincero rimorso》spiegò la creatura.
《E come possiamo farlo?》domandò Merlino.
《A questo non posso rispondere. Il cuore di Uther è freddo come la pietra e non si è mai dispiaciuto per nulla》rispose il drago.
《Grazie... credo...》farfugliò il servo.
Stette per lasciare la grotta, ma il drago lo richiamò alle spalle. Sapeva già cosa voleva dirgli, lo sospettava fin da quando aveva messo piede nella caverna.
《Giovane mago, è passato molto tempo da quando hai promesso di liberarmi e l'aiuto che ti do' non è incondizionato》lo informò e Merlino annuì con un cenno del capo per poi andarsene e tornare da Gaius.
Sapeva che aveva una promessa da mantenere e un giorno l'avrebbe fatto, solo non in quel momento. Non si fidava del drago, ma aveva dato la sua parola e come uomo rispettoso e giusto che era, l'avrebbe mantenuta, anche se avrebbe portato a conseguenze terribili contro Camelot e lo stesso Artù.
《Il drago ha detto che Uther deve piangere lacrime di sincero rimorso per rompere l'incantesimo》spiegò al medico.
《Sarà tutt'altro che facile. Il cuore di Uther è chiuso per chiunque》commentò quest'ultimo.
《Non per chiunque: Artù》gli fece notare.
Era vero che quei due non andavano spesso d'accordo, sopratutto dall'arrivo di Catrina, ma il re amava incommensurabilmente suo figlio, anche se gli disobbediva e faceva di testa sua.
《C'è solo una strada che possiamo percorrere: Uther deve vedere suo figlio morto》gli rivelò Gaius.
Quella stessa notte...
Artù era pronto per andare a dormire. Si era infilato sotto le coperte e aveva spento la candela, poggiata sul comodino affianco al letto, quando la voce familiare di Merlino lo costrinse ad aprire gli occhi. Pensò che forse era solo la sua immaginazione che gli stava facendo un brutto scherzo, ma quando si mise in ascolto, continuando a sentire la voce del suo servitore che lo chiamava, capì che lui si trovava nelle sue stanze. Uscì subito dal letto ed estrasse la sua spada dal fodero della cintura a pochi passi da lui. Si guardò intorno in cerca del ragazzo e per poco non gli venne un infarto, quando Merlino sbucò tutto sorridente da sotto il suo letto.
《Merlino, sei tornato》constatò infastidito, abbassando l'arma.
Artù non lo avrebbe mai ammesso, ma era felice di vedere nuovamente il suo migliore amico, sopratutto dopo tutto quello che era successo nelle ultime ore.
《Mai andato via!》lo corresse il servo.
《Vuoi dire che... sei stato nelle stanze di Morgana per tutto il tempo?》pensò male il principe al solo immaginarsi cosa avessero fatto quei due sotto le lenzuola ora che il re era troppo preso da Catrina.
《No, no! Certo che no!》ribatté subito Merlino, aggrottando le sopracciglia.
Perché Artù doveva sempre pensare male? Era vero che li aveva sorpreso più volte negli ultimi giorni a baciarsi, ma Merlino non pensava sempre a secondi fini con Morgana. Per lui anche solo parlarle era sufficiente.
《Perché se eri con lei...》lo minacciò, puntandogli la lama contro.
《Non ero con lei, lo giuro》insistette il ragazzo e Artù decise di credergli.
Merlino uscì da sotto il letto, mentre Artù si sedeva sulla sedia del suo tavolo da lavoro.
《Allora la vostra matrigna è un troll, quindi》ammiccò.
《Se dici "ve l'avevo detto"...》gli intimò il principe, mostrandogli la punta affilata della piccola lama che aveva in mano.
《Non lo farei mai, non volevo. Però è vero che se mi aveste dato retta prima...》affermò Merlino, alzando le mani in segno di resa e Artù lo fulminò con lo sguardo.
《Scusate. Io e Gaius crediamo che vostro padre sia stregato e c'è un modo per rompere l'incantesimo, ma ci servirà il vostro aiuto》gli rivelò.
Mentre i due attendevano l'arrivo di Gaius, Artù si cambiò il pigiama, mettendosi dei vestiti più comodi e Merlino sistemò le lenzuola e le coperte del suo letto a baldacchino. Una volta che il medico li raggiunse, il servo spiegò ad Artù il loro piano.
《Gaius ha preparato una pozione che crea l'illusione della morte senza che chi la beve, muoia veramente》.
Artù guardò poco convinto la bocchetta che il vecchio medico gli stava mostrando e Merlino, avendo notato incertezza nel suo sguardo, decise di rassicurarlo con una delle sue solite battute sarcastiche.
《Tranquillo, non c'è da preoccuparsi. Vi porterà a un passo dalla morte》.
《Ah, soltanto a un passo》commentò il principe, sottovoce.
《Non abbiamo altra scelta, dobbiamo far piangere vostro padre》intervenne Gaius.
《Non gli importa più niente di me ormai》ribatté Artù.
《Sciocchezze! È l'influsso di Catrina. Conosco vostro padre da molti anni e non esiste cosa o persona che ami più di voi. La pozione vi ridurrà il battito e il respiro e diciamo che a tutti gli effetti voi sarete morto. Una sola goccia di antidoto annulla gli effetti immediatamente, se somministrato in tempo》spiegò l'anziano.
《Altrimenti?》domandò il biondo visibilmente preoccupato.
《Morirete davvero》rispose Gaius.
Forse era meglio non saperlo, pensò, mentre si copriva il volto con le mani.
《Merlino avrà l'antidoto. Una volta somministrato il veleno... ehm... la pozione, avrà mezz'ora di tempo per darvela》proseguì.
《Non tardare》gli intimò, rivolgendosi al servitore affianco a Gaius e lui scrollò le spalle indifferente.
Artù ci pensò per qualche secondo e avvicinò la mano per afferrare la bocchetta, ma Gaius ritrasse indietro il braccio.
《Sicuro di volervi sottoporre a questo?》gli chiese.
《È l'unico modo per salvare Camelot》gli fece notare lui.
Prese la pozione e bevve. Aveva un pessimo sapore e sembrava non avere alcun effetto perché era ancora lì in piedi a scambiarsi sguardi con Merlino e Gaius. Dopo qualche secondo iniziò a vacillare e i due lo afferrarono per le braccia per sostenerlo. Lo adagiarono sul pavimento e gli chiusero gli occhi. Il medico consegnò a Merlino l'antidoto e i due lasciarono le stanze del principe.
Mentre Gaius si dirigeva dal sovrano, Merlino cercò un posto dove nascondersi prima del loro arrivo. All'improvviso un vaso, fatto cadere appositamente da Jonas, si ruppe sopra la testa del servo che svenne. La cura scivolò dalle sue mani e rotolò verso i gradini, rompendosi. Il re raggiunse il figlio che giaceva al suolo privo di vita e pallido e si avvicinò a lui, inginocchiandosi e prendendolo tra le sue braccia. Poco dopo il troll lo raggiunse e cercò di allontanarlo da Artù, ma Uther non voleva staccarsi da lui, continuando a piangere sulla sua testa bionda. Quando il sovrano si voltò verso Catrina, la guardò stranito, sbattendo più volte le palpebre come se si fosse destato solo ora da un lungo sonno. La pietra rossa che Uther portava al collo smise di illuminarsi, segno che l'incantesimo d'amore del troll si era spezzato e il re finalmente riprese la sua lucidità. Si allontanò di scatto dal mostro e chiamò le guardie, ordinando loro di catturare il troll.
Merlino si svegliò e si portò una mano sulla testa dolorante. Si alzò da terra e si mise a cercare l'antidoto, trovandolo ai piedi della gradinata. Si tolse la bandana rossa e la usò come spugna per assorbire il liquido. Entrò dalla porta secondaria della camera e mentre il troll combatteva contro le sentinelle e Uther era ancora troppo debole per accorgersi della sua presenza, si inginocchiò al principe e strizzò la sua bandana per far scendere una goccia di antidoto sulla sua bocca. Artù aprì gli occhi e Merlino lo aiutò ad alzarsi da terra. Il principe accorse per proteggere il padre, dato che il troll si stava avvicinando pericolosamente a lui, ma il mostro era troppo forte e con facilità lo prese per le spalle e lo scaraventò contro il muro. Uther estrasse la spada per colpire la creatura, ma lei schivò l'attacco, abbassandosi con la schiena e colpendo il re con un pugno in viso. Il troll intimò con un cenno del dito di occuparsi di Artù e lui obbedì. Si avvicinò al principe ed estrasse una lama per colpirlo a morte, ma Artù si scansò di lato, colpendolo e allontanandolo con un calcio del piede. Prese la sua spada sopra il tavolo e ferì Jonas, uccidendolo. Il troll si avvicinò alle spalle del biondo, ma Merlino usò i suoi poteri per farla cadere all'indietro, togliendole il tappeto che aveva sotto le zampe. Il principe si voltò e ruotando la spada intorno al polso, conficcò duramente l'arma sul suo corpo.
Il mattino seguente Artù stava facendo colazione con il padre. Non si erano ancora parlati, dato che Uther si sentiva profondamente imbarazzato per tutto quello che era successo, però, trovò ugualmente il coraggio di ringraziare Artù per averlo destato dal controllo del troll. Il figlio in risposta si divertì a prenderlo in giro per tutte le notti nelle quali suo padre erano andato a letto con il mostro, non volendo però conoscere i dettagli. Già si dimostrava disgustato soltanto a sentire i gemiti di Merlino e Morgana in qualche corridoio nascosto. A proposito di quei due, dove saranno finiti?, pensò, quando si accorse che nessuno dei due era con loro.
Finì di mangiare e lasciò la sala del consiglio per cercare i due mori. Percorse il corridoio e li scovò, intenti a baciarsi. Ma possibile che non fanno altro che scambiarsi saliva dalla mattina alla sera?!, pensò frustrato.
《Cielo, come siete vomitevoli!》esclamò, distogliendo lo sguardo dai due amanti.
《Artù, che vuoi?!》ribatté scocciata la sorella, incrociando le braccia al petto.
《Stavo cercando Merlino》rispose lui, voltando lo sguardo verso il servo.
《Voglio che tu sappia che non ho mai dubitato di te》confessò e Merlino assunse un'espressione sorpresa, spalancando gli occhi e sorridendogli lievemente.
《Sì, forse l'ho fatto, ma è colpa tua. Hai un che di sospetto e sei sfuggente, come se avessi qualcosa da nascondere》precisò poi, alternando lo sguardo tra lui e Morgana.
Non immagina neanche cosa, pensò quest'ultima, mentre chinava lo sguardo sul pavimento. Molte volte si era chiesa cosa lui avrebbe pensato se gli avesse detto che nascondevano dei poteri magici, ma aveva troppo paura di dirglielo. E poi aveva fatto una promessa a Merlino, che si sarebbe protetti a vicenda, e voleva mantenere quel segreto fino alla sua morte.
《Sono un libro aperto》commentò sarcastico il giovane mago.
《Non ci credo neanche un po'. Comunque è vero che senza il tuo aiuto, avrei ancora un troll come matrigna. Allora grazie》disse Artù e Merlino annuì.
《Ah, un consiglio per il futuro: prendetevi una stanza e copulate fino allo sfinimento, ma evitate di farlo nei corridoi del castello. Non ne posso più di trovarvi con le vostre bocche attaccate ogni volta che vi vedo》intimò loro il principe con una smorfia disgustata e i due annuirono.
Artù tirò per il braccio sua sorella e la trascinò con sé. Si erano baciati anche troppo per i suoi gusti in quei giorni ed era ora di darci un taglio. I due Pendragon se ne andarono e Merlino chinò il capo con un sorriso sulle labbra.
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