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XXI

Una luce illuminò il volto di Merlino che mugolò seccato. Sentì un corpo caldo muoversi sopra di lui e quando finalmente rammentò quello che era successo la notte prima, aprì lentamente gli occhi. Morgana stava ancora dormendo sopra il suo petto, avvolta solamente dai loro vestiti. Lui sorrise, mentre osservava i rami fitti degli alberi che coprivano il cielo limpido. I raggi mattutini del sole cercavano di infiltrarsi tra le folte chiome degli arbusti, creando un gioco di colori e luci a dir poco meraviglioso. Era così felice di aver perso la verginità con la donna che amava, anche se ancora non riusciva a crederci. Ora che aveva passato la notte con lei, non voleva lasciarla andare per nessun motivo al mondo.

Ma le voci in lontananza degli abitanti del villaggio interruppero i suoi pensieri. Si guardò attorno e solo in quel momento capì che dovevano subito tornare al villaggio. Era mattina già da qualche ora e non osava neanche immaginare cosa avrà pensato Artù, quando aveva visto che sia sua sorella che il suo servitore non erano più nei loro letti.

Mi ucciderà all'istante per aver toccato sua sorella, pensò.

《Morgana, svegliati!》esclamò il ragazzo, alzandosi leggermente dal terreno. Riuscì a scostarsi da lei che in risposta mugolò senza neanche aprire gli occhi. Aveva sentito chiaramente la voce di Merlino svegliarla, ma in quel momento voleva solo dormire con lui, mentre i raggi del sole scaldavano la pelle della sua schiena nuda.

《Morgana, dai! Alzati, prima che ci scoprano》la incitò nuovamente Merlino e Morgana, infastidita, aprì gli occhi.

《Ma io non voglio alzarmi, stavo così bene tra le tue braccia》ribatté. Si alzò a sedere, tenendosi al petto la maglia che usava per coprirsi i seni, mentre osservava Merlino raccogliere i suoi abiti per vestirsi in fretta.

《Mi fa piacere, ma ora vestiti! È già mattina e Artù si starà chiedendo dove siamo finiti》disse Merlino, mentre si metteva la maglia blu e Morgana lo squadrò dall'alto verso il basso. La voglia di fare di nuovo sesso con lui si insinuò nella sua mente e Merlino le si avvicinò per lasciarle un bacio semplice sulle labbra.

《Io vado da Artù. Ti aspetto al villaggio e cerca di sbrigarti se non vuoi farci scoprire》le intimò e Morgana lo prese dalla nuca per far rimanere i loro volti vicini.

《Sappi che, quando saremo a Camelot, non mi comanderai così. Le regole le deciderò io》rispose sarcastica lei, avvicinando la sua mano all'orlo dei pantaloni del ragazzo, ma quest'ultimo intuì subito i suoi pensieri perversi.

《Come desidera, Mia Signora》disse Merlino con un sorriso, afferrandole delicatamente il polso.

Se glielo avrebbe permesso, non sarebbero più usciti dal quel bosco e Merlino lo sapeva bene. Morgana, infatti, aveva in programma altro per iniziare la mattinata, ma a quanto pare lui non era della sua stessa opinione. Il ragazzo si allontanò, lasciandola sola e lei approfittò di quei pochi minuti di solitudine per pensare, mentre giocava e strappava i fili d'erba. Non credeva di vivere un amore così intenso e passionale, ma ora non ci avrebbe rinunciato così facilmente. Era cosciente che suo padre l'avrebbe costretta a sposarsi con un nobile prima o poi, ma sarebbe andata anche contro di lui pur di non lasciare Merlino. Con un sospiro prese i suoi indumenti e si vestì, coprendo con il pesante piumino in pelliccia grigia i segni che Merlino le aveva lasciato sul collo. Si mise gli stivali e raccolse i capelli in una crocchia. Si incamminò verso il villaggio, quando vide un gruppo di persone, tra cui Artù, Merlino, Hunith e Gwen, riuniti in cerchio. Si avvicinò di corsa a loro e cercò di scrutare oltre le teste degli abitanti. Artù era inginocchiato affianco a un uomo morto a causa della freccia che era conficcata sulla sua schiena.

《L'avete ucciso! Guardate cosa avete fatto!》accusò Will, facendosi largo tra la folla.

《Non è colpa sua》lo difese Merlino.

《Se non ci trattasse come se fossimo il suo esercito personale, questo non sarebbe mai successo. Oggi è morto un uomo, quanti altri dovranno morire prima che capiate che è una battaglia che non può essere vinta?》ribatté Will per poi andarsene.

Merlino era stanco di sentire le critiche di Will su ogni situazione spiacente che accadeva dal loro arrivo a Ealdor. Era grato ad Artù per essere venuto fino al suo villaggio ad aiutarlo, ma non riusciva più a tollerare il comportamento del suo migliore amico. Lo inseguì e lo raggiunse a casa sua, dove il ragazzo stava raccogliendo le sue cose per gettarle alla rinfusa nella borsa.

《Non disturbarti, non mi interessa!》lo anticipò Will, accortosi della presenza di Merlino alla porta. Sapeva già quello che voleva dirgli, ma non gli importava più niente. Era stanco di lottare inutilmente per il suo villaggio, sapendo già come sarebbe andata a finire e desiderava solo andarsene per non veder morire i suoi compaesani.

《Dovrebbe perché domani Kanen attaccherà e, che ti piaccia o no, dovremmo combattere》insistette Merlino.

《Solo tu puoi porre fine a tutto questo. Se usassi la magia, nessuno morirebbe》gli fece notare Will.

《Non posso, lo sai》negò Merlino.

《O non vuoi? Non sono io che abbandono queste persone, sei tu!》esclamò l'amico, afferrando la borsa e uscendo di casa.

Merlino era consapevole che Will aveva ragione, ma in quel momento non sapeva proprio che fare. Voleva usare la magia per proteggere gli abitanti del villaggio, ma cosa sarebbe successo se Artù o Morgana avessero visto la sua vera indole? L'avrebbero respinto o accettato per quello che era veramente? Rivelarsi uno stregone ai loro occhi era davvero la scelta più giusta da fare? Con tanti dubbi per la testa, Merlino lasciò la casa di Will e prese il sentiero che portava a una piccola radura appena antistante al bosco in cui aveva trascorso la notte con Morgana. Era talmente combattuto che non si accorse della sua presenza a pochi passi da lui.

《Merlino》lo chiamò e il ragazzo si destò dal suo momento di riflessione.

Si voltò verso Morgana, la quale si sedette affianco a lui per parlargli. Aveva notato fin da subito la profonda tristezza negli occhi del ragazzo da quando era uscito dalla casa di Will e non sopportava vederlo così abbattuto per lui.

《Va tutto bene?》domandò dolcemente, posizionando le mani sulle sue ginocchia. Merlino desiderava così tanto confidarsi con lei, ma sapeva perfettamente di non poterlo fare.

《Sì, era venuto fin per stare un po' da solo e riflettere》rispose, poggiando la sua mano su quelle di Morgana.

《È per Will?》intuì lei.

《Ho cercato di parlare con lui, ma non mi ascolta. Da quando siamo qui lui e Artù non fanno altro che litigare》spiegò Merlino.

《L'ho notato》affermò lei.

C'era solo un modo per tirarlo su di morale e lei lo conosceva bene. Quando Merlino alzò lo sguardo per far incrociare i loro occhi, Morgana si avventò subito sulle sue labbra e lui rispose al bacio con passione, poggiando una mano dietro la nuca di lei. Morgana indietreggiò con la schiena, distendendosi sul terreno e Merlino si posizionò sopra di lei. Quest'ultima si sistemò più comodamente e aprì le gambe per accoglierlo tra di esse. Merlino nascose il suo viso nell'incavo del collo di lei con l'intento di leccarlo e mordicchiarlo, mentre con le mani le sfiorava le cosce. Morgana ansimò di piacere, ma quando Merlino alzò il capo per baciarla, intravide con la coda dell'occhio la figura di Artù. Era seduto su un ceppo d'albero e stava affilando la sua spada. Anche lui era pensiero e nervoso e il servitore lo capì dalle sopracciglia corrugate e dall'espressione per niente tranquilla che aveva in volto.

《Sento girare gli ingranaggi della sua mente fin qui》commentò e Morgana sollevò la testa per seguire il suo sguardo.

《Ha bisogno di te. Va' da lui》gli propose lei.

Merlino acconsentì e prima di staccarsi dal corpo invitante di Morgana, la baciò sulle labbra un'ultima volta. Si alzò da terra e si diresse dal suo padrone. Anche se Artù aveva lo sguardo fisso e concentrato sulla sua spada, notò subito Merlino che si sedette vicino a lui.

《Il padre di Will morì, combattendo per il re Cenred. Per questo non si fida di nessun nobile》spiegò il ragazzo.

《Se avesse ragione? Tratto questi uomini come soldati, ma li hai visti combattere e verranno uccisi. Dì a tutti di andarsene prima che Kanen ritorni》ordinò il principe.

《No, noi resteremo, combatteremo e riusciremo a vincere. Faremo maledire a Kanen il giorno in cui ha messo piede qui》controbatté Merlino senza sapere che alle loro spalle, a pochi metri di lontananza, Hunith stava ascoltando la loro conversazione.

《Come?!》esclamò frustrato Artù.

《Dovete credere in loro. Se non lo farete, loro lo sentiranno e la battaglia sarà persa ancora prima di cominciare》lo incitò il suo servitore.

Quella stessa sera, poche ore prima della battaglia...

《Domani mattina le donne e i bambini devono radunare tutto quello che possono e andare nei boschi》spiegò Artù al gruppo, accerchiato intorno al fuoco che ardeva al centro della stanza della casa di Merlino.

《Non andiamo da nessuna parte!》intervenne Gwen e Artù si voltò verso di lei. Anche se era solo una serva e una donna, ammirava molto il suo coraggio, ma non poteva permettersi di avere morti innocenti sulla coscienza.

《Gwen, non potete restare. È pericoloso》controbatté.

《Le donne hanno lo stesso diritto degli uomini di combattere》insistette Ginevra.

《Ma nessuna sa farlo》le fece notare Artù.

《Più siamo, più possibilità avremo di resistere》affermò la ragazza e le donne ai margini del gruppo avanzarono di un passo, come per sostenere le sue parole. Artù sorrise di nascosto e capì che non c'era alcun motivo di trattenere i loro spiriti ardenti dal desiderio di difendere ciò che avevano di più caro.

《Questa casa è vostra, se volete difenderla è una vostra scelta e io sarò onorato di essere con voi. Guardatevi: in questo momento siamo tutti uguali. Non combatterete perché qualcuno ve l'ha ordinato, ma combatterete per le vostre case, per le famiglie, per gli amici, per il diritto di coltivare il grano in pace e se verrete uccisi, lo farete, combattendo per la causa più nobile: il vostro legittimo diritto a sopravvivere. Combattete per Ealdor!》incitò Artù, sollevando la sua spada in aria.

Tutti si alzarono in piedi e urlarono a squarciagola il loro nuovo giuramento. Artù era riuscito ad avere la loro stima e a trasmettere uno scopo per farli combattere, ora mancava solo la battaglia finale.

Mentre gli abitanti incitavano il nome di Ealdor, Gwen e Morgana si guardarono con un sorriso sulle labbra e Will scrutava i suoi compaesani incredulo e stupito. La folla lasciò l'abitazione per ritornare nelle proprie case e Morgana si avvicinò a Merlino. Era così fiera di lui perché sapeva che il motivo per cui Artù era ritornato speranzoso nei confronti degli abitanti del villaggio era proprio grazie a lui. Fu l'ultima a varcare l'uscita, ma prima che Merlino potesse chiudere la porta, lei si voltò indietro.

《Immagino che il discorso coinvolgente di Artù sia opera tua》disse.

《In parte, sì》affermò Merlino, sorridendole.

《Ti ringrazio per la tua fiducia》aggiunse, avvicinandosi a lei.

《Ci sarò sempre per te》ammise Morgana, baciandolo sulle labbra per poi seguire Artù e Gwen che si stavano dirigendo nel bosco per fare una breve passeggiata. Merlino chiuse la porta e vide sua madre seduta sulla panca che fissava inespressiva le fiamme del fuoco. Capì subito che qualcosa la stava preoccupando e si sedette vicino a lei.

《Qualcosa non va?》le chiese.

《So cosa pensi di fare, ma Artù non deve conoscere il tuo segreto》lo accusò e Merlino chinò il capo.

《Se dovessi scegliere tra salvare delle vite o rivelare chi sono veramente, lo farei subito》ammise il ragazzo.

《Nessuno deve saperlo!》insistette sua madre.

《Perché no? Se né Artù né Morgana non accettano chi sono io veramente, allora non sono gli amici che speravo che fossero》concluse lui.

Al mattino, pochi minuti prima della battaglia...

《Sei pronto?》domandò Artù a Merlino, mentre si stava mettendo la sua armatura. Il ragazzo non rispose e il principe capì che era agitato per l'imminente battaglia.

《Qualunque cosa accada oggi là fuori, non cambiate opinione su di me》disse Merlino.

《Non lo farò, è comprensibile avere paura》rispose Artù.

《Non mi riferivo a questo》ribatté il servo.

《Ah, no? Se hai qualcosa da dire, ora è il momento di farlo》lo incitò Artù e Merlino fu pronto a rivelargli tutta la verità. Dalla sua bocca stavano per uscire le parole più difficili che lui avesse mai detto, ma desiderava disperatamente togliersi il peso di quell'enorme bugia fin dal primo giorno in cui si erano incontrati.

《Artù, stanno arrivando》disse la voce di Morgana alle loro spalle, interrompendoli.

Il principe seguì Morgana, lasciando l'abitazione e Merlino rimase per qualche secondo a fissare il vuoto. Non sapeva se l'arrivo di Morgana era una cosa positiva o negativa, ma non era il momento giusto per pensarci. Afferrò la sua spada e la estrasse dal fodero, mentre gli abitanti si preparavano a nascondersi in attesa dell'arrivo dei banditi per attivare la trappola. Dal fitto del bosco emerse il gruppo nemico in groppa ai loro cavalli. Erano numerosi e sguainavano con rabbia le loro armi da combattimento. I briganti iniziarono a setacciare le vie desertiche e stranamente silenziose del villaggio, quando una grata in legno si sollevò per bloccare loro il passaggio. Dalla parte opposta Morgana aveva il compito di accendere con il fuoco la scia di un terreno altamente infiammabile che li avrebbero intrappolati, lasciandoli senza via di fuga.

《Ora, Morgana! C'è qualcosa che non va》esclamò Artù e Merlino si allontanò dal gruppo per raggiungere Morgana.

《Merlino!》lo chiamò il principe, ma lui non si fermò.

I banditi si accorsero della sua presenza e gli scagliarono contro alcune frecce con la balestra che Merlino schivò abilmente. Si avvicinò a Morgana e le prese le pietre focaie dalle mani. Non sarebbe mai riuscito a far scaturire la scintilla nel giro di pochi secondi, perciò, senza farsi vedere da lei, usò la sua magia per appiccare il fuoco, il quale circondò i nemici, disorientandoli.

《Ora!》urlò Artù e tutti uscirono allo scoperto.

Morgana e Artù affrontarono due o tre nemici contemporaneamente, uccidendoli all'istante, mentre gli abitanti del villaggio si occupavano di far scendere gli uomini dai cavalli per massacrarli di botte e pugni in pieno volto. Alle spalle di Merlino stava arrivando un bandito per colpirlo a morte, ma Will gli salvò la vita, lanciandosi contro di lui e facendolo cadere dalla sella dell'animale.

《Non credevo che venissi!》esclamò Merlino, voltandosi verso il suo amico.

《Neanche io》affermò Wiil e i due ripresero a combattere.

Ora erano fianco a fianco e avevano finalmente ritrovato la complicità che li legava un tempo, molto prima della partenza di Merlino da Ealdor. La situazione, però, stava sfuggendo di mano perché i banditi erano molto più numerosi e presero facilmente terreno rispetto ai poveri contadini del villaggio.

《Sono troppi, Merlino》disse Will, osservando il caos che si era generato intorno a loro.

《Non per me》contrattaccò il ragazzo, voltandosi verso Artù prima di compiere l'azione più azzardata e proibita di tutte. Pronunciò un incantesimo, creando un ciclone di vento e sabbia che in poco tempo spazzò via i nemici, i quali furono costretti a ritirarsi con i contadini alle loro calcagna. Il tornado si dissolse e il popolo di Ealdor acclamò per la vittoria.

《Pendragon!》esclamò Kanen, interrompendo il momento di gloria.

I due sfidanti si avvicinarono, pronti per iniziare il duello. Il capo dei briganti attaccò Artù che schivò facilmente, colpendolo alla schiena con il suo scudo. Kanen attaccò nuovamente, ma il principe parò il colpo, privandolo della spada. Il barbaro lo allontanò con un calcio del piede sullo scudo, facendolo indietreggiare e si riprese l'arma. Dopo due turni di affondi Artù colpì Kanen al petto, facendolo cadere a terra. Non si dimenticò dell'attimo in cui i suoi occhi avevano intravisto la magia che diede vita al tornado e, troppo accettato dalla rabbia, si avvicinò a Merlino e Will.

《Un vento come quello non appare dal nulla. Riconosco la magia, è stato uno di voi due》li accusò e i due amici si guardarono negli occhi. Artù sperava vivamente che Merlino non fosse uno stregone perché non sapeva minimamente cosa avrebbe fatto in quel caso, ma quando lo vide avanzare di un passo verso di lui, le sue speranze furono sul punto di crollare.

《Artù...》iniziò a dire il ragazzo, costretto ormai a confessare.

《Attento!》esclamò Will, spostando il principe con la forza per beccarsi al suo posto una freccia scagliata da un quasi morente Kanen. Merlino lo prese tra le sue braccia e Artù si avvicinò al contadino.

《Portiamolo dentro, forza!》ordinò, aiutato da due degli abitanti del villaggio. Lo trascinarono fino alla sua casa e lo adagiarono sul tavolo in legno. La freccia era puntata sul suo cuore e Will cercò di usare le sue ultime energie di vita per proteggere Merlino, finché ne aveva l'occasione.

《È opera mia, ho usato io la magia》disse, rivolgendosi ad Artù, mentre Morgana, Gwen e Hunith li raggiungevano.

《Will, non...》lo fermò Merlino. Non poteva lasciare che il suo migliore amico morisse al posto suo perché non avrebbe mai usato Will per proteggere sé stesso.

《Non fa niente. Non vivrò tanto a lungo, nessuno può farmi niente. Ho visto che la situazione era disperata e dovevo fare qualcosa》spiegò.

Artù rimase sorpreso a quella rivelazione, ma anche sollevato perché ai suoi occhi non era Merlino lo stregone che aveva creato il tornado di vento. Will cercò di trattenere il dolore lancinante che provava al petto, ma Artù sapeva che non sarebbe durato molto. E anche Merlino ne era consapevole, ma non voleva accettarlo. Senza dire nulla, il principe poggiò una mano sulla spalla di Will per ringraziarlo, poi lasciò l'abitazione, portandosi con sé Gwen e Morgana. Quest'ultima non voleva abbandonare Merlino, ma quando vide una lacrima cadere dalla sua guancia, capì che forse era meglio lasciarlo da solo con Will, finché aveva ancora qualche minuto di vita. Hunith seguì i giovani ragazzi, ma prima di uscire dalla casa, si voltò verso Merlino che si stava asciugando le lacrime. Era così dispiaciuta per lui perché sapeva quanto volesse bene a Will, ma non c'era niente da fare per il suo migliore amico.

《Io te l'avevo detto che Artù mi avrebbe fatto uccidere》disse Will, una volta rimasti soli.

《Tu non morirai!》ribatté Merlino, più a sé stesso che a lui.

《Sei un grande uomo, Merlino e un giorno servirai un grande re, puoi riuscirci. Questo posto è diventato noioso da quando non ci sei, è stato bello rivederti》gli sussurrò agonizzante, mentre piano piano la vita lo stava abbandonando.

《Anche per me》affermò Merlino in lacrime.

Will continuava a soffrire a causa della ferita e lui non poteva fare niente per alleviare il suo dolore, se non stargli accanto nei suoi ultimi istanti di vita. Gli accarezzò i capelli, mentre Will esalava i suoi ultimi respiri. Affranto dalla perdita dell'amico appena ritrovato, Merlino chiuse gli occhi e scoppiò a piangere. Aveva perso il suo migliore amico, l'unica persona che gli era stato vicino, anche se sapeva che era uno stregone. In quel momento i ricordi che aveva passato con lui durante la sua infanzia, si ruppero come i cocci di una finestra, trasformandosi in mille pezzi di vetro duro e freddo.

Alcune ore dopo...

《Mi dispiace. William era un tuo caro amico》disse Artù, rivolgendo a Merlino, mentre osservavano le fiamme bruciare i morti caduti in battaglia, compreso lo stesso Will.

《Lo è ancora》rispose il servo amareggiato. Era ancora molto triste, ma non poteva lasciarsi sopraffare dal dolore per la sua morte.

《Sapevi che era un mago, vero? Questo stavi per dirmi?》domandò il principe.

《Sì, questo》mentì Merlino in tono distaccato.

《Sai quanto è pericolosa la magia, non avresti dovuto nascondermelo》gli intimò Artù, allontanandosi da lui per avvicinarsi a Morgana e Gwen. Il trio era pronto a lasciare Ealdor per ritornare a Camelot, ma Morgana non voleva andarsene, non senza Merlino al suo fianco.

《È meglio che tu vada》disse Hunith, avvicinandosi al figlio.

《Non devo partire》la liquidò lui, senza degnarle di uno sguardo.

《Sì, devi》insistette lei.

《Ma se ti succedesse qualcosa?》domandò Merlino, mentre gli abitanti del villaggio, riuniti intorno al falò, iniziavano ad allontanarsi per tornare nelle loro case.

《So dove venire a cercarti. Devi andare, Merlino, il tuo posto è al fianco di Artù. Ho visto quanto ha bisogno di te e tu di lui, siete come due facce della stessa medaglia. E non è la sola...》spiegò Hunith e Merlino lanciò un'occhiata ai suoi amici che erano ancora lì fermi che lo aspettavano.

《Mi mancherai, madre》disse, abbracciandola.

《Anche tu. Quando te ne sei andato, eri appena un ragazzo e adesso guardati. Sono così fiera di te. Un giorno la verità sarà rivelata, ma fino ad allora devi nascondere il tuo dono. È la cosa migliore per tutti》gli sussurrò prima di baciarlo sulla fronte e lasciarlo solo.

Merlino rimase ancora un po' a fissare il fuoco ardere, quando avvertì una mano calda e familiare stringere la sua. Distolse lo sguardo e i suoi occhi si scontrarono con quelli di Morgana che gli sorrise debolmente. Avvolse le braccia intorno al suo corpo per spingerla contro il suo petto. Non voleva parlarle, ma desiderava solo che il suo corpo gli desse il conforto di cui aveva bisogno per lasciare di nuovo Ealdor, come aveva fatto la prima volta. Si staccarono dall'abbraccio e Merlino le prese il viso tra le mani per baciarla. Intrufolò la lingua nella bocca di Morgana che schiuse le labbra per accoglierla. Lei appoggiò le mani sui fianchi di lui, mentre continuavano a baciarsi sempre più appassionatamente. Artù li stava guardando da lontano e non sapeva se essere felice per loro o se vomitare per la scena che aveva di fronte. Era più che sicuro che quei due avessero trascorso la notte insieme, ma non aveva ancora avuto l'occasione di parlarne con la sorella per averne la conferma una volta per tutte.

《Torniamo a Camelot?》sussurrò Morgana, staccandosi dalle labbra di Merlino. Lui annuì e la prese per mano per dirigersi ai cavalli.

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