6. LO TSUNAMI
Sto facendo una pausa al bar dell’ospedale prima di ricominciare il turno di lavoro. Mentre sto sorseggiando il mio caffe mi accorgo che Roberto si sta avvicinando al tavolo con una tazza di tè caldo in mano.
- Tutto bene? – Gli chiedo vedendo che non ha una bella cera.
- No. Poco fa è arrivata un’ambulanza con una signora e un bambino che presenta i sintomi del Covid.
Ho eseguito il tampone al piccolo ed è risultato positivo. La madre mi ha raccontato che era appena riuscito ad integrarsi a scuola dopo tanta fatica e prese in giro dei compagni perché è arabo. L’ho portato in terapia intensiva sperando che si possa salvare.
- Mi dispiace. Quanti anni ha?
- Non so, dovrà avere più o meno l’età di Chiara. Si chiama Aamir.
Si guarda intorno per essere sicuro che non ci sia nessuno, dopodiché scoppia a piangere.
Gli stringo la mano nel tentativo di consolarlo ma è tutto inutile.
All’improvviso mi ricordo di quando ci siamo conosciuti in università, alla facoltà di medicina, ed era una persona molto diversa da adesso.
Studiava con passione e sognava di prendere parte a missioni di volontariato. Iniziò a lavorare in ospedale solo per guadagnare i soldi necessari per il viaggio, poi l’ambizione prese il sopravvento e ha fatto di lui un uomo borioso e pieno di sé.
Ora ho di fronte una persona emotivamente provata che si mostra in tutta la sua fragilità.
- A volte sono convinto di non farcela. Mi sembra di stare lottando contro qualcosa che è più grande di me e mi sento impotente di fronte a tutto questo. Mi chiedo se e quando finirà questo incubo.
Ciao Freedom Writers!
Che cosa ne pensate di Roberto da giovane e del suo cambiamento?
Secondo voi cosa succederà nel prossimo capitolo?
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