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SCOPERTA

TYLER

L'amore è fuoco. Ma non sai se scalderà il cuore o brucerà la tua casa.
(Joan Crawford)

Questa volta avevo chiesto a Margaret di vederci nel piccolo parco dove a volte passavamo il tempo io, Jessi e Sam.

-Credi che sia lei l'altra persona?- mi chiese in un sussurro Rosemy, la sua mano stretta nella mia. Tremava leggermente. Ci stavamo recando all'appuntamento.

-Certamente, Jessi non aveva molte amiche- dissi, cercando d'infonderle coraggio. Intorno a noi dei bambini giocavano con un pallone, mentre coppiette d'innamorati camminavano tenendosi per mano. Persone normali con problemi normali. Beate loro.

Margaret era già arrivata. Era seduta su una panchina. I capelli le incornociavano il volto teso. Indossava un cappottino bordeaux  e un paio di scarpe con i tacchi dello stesso colore. Quando ci vide si alzò e ci sorrise. Si era leggermente truccata.

-Ciao, Margot- dissi –questa è Rosemary-

-Piacere- le due si strinsero la mano, poi ci sedemmo sulla panchina. Cinsi con un braccio Rosemary, che feci sedere nel mezzo. Notai lo sguardo confuso di Margaret. No, probabilmente non si aspettava che mi potessi presentare con la mia ragazza.

-Abbiamo trovato delle pagine del diario di Jessi- dissi, deciso ad andare dritto al punto –sappiamo di Valery-

Margaret s'irrigidì. Guardò prima me, poi Rosemy. Si mordicchiò le labbra, poi sospirò. –Ti direi che non so nulla, ma so che alla fine ottieni sempre ciò che vuoi- si mise a giocare con una ciocca di capelli. Le unghie smaltate di rosso parevano brillare.

-Esatto- dissi con un sorriso.

-Jessi mi aveva parlato di alcuni problemi che aveva avuto con Valery... io non so neppure perché l'abbia accettata nella consorellanza, una tipa come lei- sbuffò –ci ha sempre portato un sacco di guai, sembrava che riuscisse a comandare Jessi, a farle fare quello che voleva-

-Cos'avete fatto?- chiesi.

-L'abbiamo portata nel bosco per un rito della consorellanza... le volevamo solo fare paura, le abbiamo detto che se lo avesse superato Jessi le avrebbe lasciato il ruolo di capo della consorellanza- abbassò lo sguardo, come se si vergognasse di quello che aveva fatto.

-Presumo che non ne aveva nessuna intenzione- la incalzai.

-Esatto- sospirò –avrebbe dovuto percorrere il bosco di notte... quando lo ha saputo Valery ha protestato, ha detto che non erano quelli i patti, che Jessi le aveva detto che sarebbe stato un rito proforma, nulla di pericoloso-

E invece era molto pericoloso.

-Le ho lasciate da sole a parlare e poi ho sentito un urlo... Valery è caduta, è scivolata, ha battuto la testa, questo è ciò che mi ha detto Jessi- ma la sua voce non era convinta. Non ci credeva. Aveva protetto Jessi perché era sua amica, perché nelle consorellanze ci si aiuta.

-Avreste dotuto chiamare la polizia-

-Per dire cosa? Che Jessi e Valery avevano litigato e quest'ultima era caduta? Chi ci avrebbe creduto?- sospirò –Valery era morta, non c'era più nulla da fare, l'abbiamo lasciata lì e ce ne siamo andate, pensavamo che il cadavere sarebbe stato trovato subito e invece c'è voluto più di un anno e nel frattempo anche Jessi è scomparsa- sospirò –all'inizio temevo addirittura che fosse stata Valery a rapirla, che fosse tornata dalla morte per vendicarsi, come succede nei film, per fortuna non è così- sembrava molto stanca.

Il silenzio calò tra di noi. Mentre la vita scorreva tranquillamente, mentre i bambini lanciavano il pallone davanti a noi, veniva fuori una verità che era rimasta nascosta con cura per troppo tempo.

-Lo direte a qualcuno?- chiese Margaret, spaventata.

-Sarebbe meglio se lo facessi tu- disse Rosemy.

-Forse- sussurrò Margaret e poi cominciò a piangere.

Restammo in silenzio. Ci sono situazioni in cui semplicemente non c'è nulla da dire.

-E quindi il mistero è risolto- sussurrò Rosemy, mentre c'incamminavamo lungo la strada che portava al campus. Ea pallida, le braccia strette intorno alla vita, lo sguardo perso nel vuoto.

-Sì, anche se non sappiamo ancora che fine abbia fatto Jessi- mormorai.

-Forse non lo sapremo mai- sussurrò Rosemy –a questo punto potrebbe essersene semplicemente andata... o forse no-

Restai un attimo in silenzio, aspettando che aggiungesse qualcosa, poi, vedendo che non lo faceva, l'abbracciai, cingendola dolcemente con un braccio.

-Forse qualcuno ha scoperto cos'era successo e ha voluto vendicarsi- disse Rosemy, come se stesse parlando di una cosa qualsiasi, come se non le importasse davvero.

La feci girare e la spinsi dolcemente verso il muretto che fiancheggiava la strada. La presi per la vita, la sollevai e ce la posai sopra. Lei mi fissò con i suoi occhi grandi brillanti di curiosità. Ci fissammo per un lunghissimo istante senza dire nulla.

-Credi che dovremmo parlare con Dick?- le chiesi. Sinceramente non volevo che Rosemy e lui si vedessero. Ero geloso, insensatamente geloso perché ero certo che a Rosemy non importasse nulla di lui. Sfortunatamente con la gelosia si può fare ben poco, anzi, molto spesso non si può fare assolutamente nulla.

-Io penso che prima dovremmo parlare con Sam-

-Vuoi dirgli tutto?-

-Assolutamente no... almeno per ora, bisogna però iniziare a prepararlo- mi morse le labbra, nervosamente.

-Hai ragione- e nessuno sapeva meglio di me quanto Sam potesse essere sensibile riguardo a certi argomenti.

Rosemy mi cinse il collo con le braccia. –Non gli diremo nulla su Valery, ma se questa faccenda dovesse diventare di pubblico dominio è meglio che sappia che Jessi non era colei che lui credeva-

Annuii ripensando a tutte quelle foto che amava farci vedere. Jessi non era mai stata una cheerleader e probabilmente le sue bugie non si fermavano qua. –Dovremmo anche chiedergli della notte in cui Jessi è scomparsa-

-Sì, dovremmo chiederglielo- sussurrò Rosemy.

Non sapevo se la risposta mi sarebbe piaciuta. No, probabilmente non mi sarebbe piaciuta. Ora però non aveva importanza. La strinsi a me. Lei appoggiò la testa contro il mio petto. Restammo così, immobili, a goderci quel momento.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti!

Cosa pensate delle nuove svolte?

A giovedì ❤

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