Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 1

Dorothy

Lei era la mia migliore amica, l'unica che avessi mai avuto. Lei, con quel sorriso raggiante e quegli occhi luminosi, era capace di risplendere anche in una giornata buia.
Lei era capace di leggermi dentro, abbatteva ogni mia difesa, ogni muro che riuscivo a costruirmi con le mie insicurezze. Le bastava guardarmi dritta negli occhi per scovare tutto ciò che nascondevo nel profondo del mio animo.
Lei era importante. Lei era tutto per me e io ho distrutto la nostra amicizia. Io l'ho tradita.
Quando ripenso a tutto quello che è accaduto quella notte mi ritrovo con lo stomaco attorcigliato e un conato vomito pronto a risalire.
Ci sono stati giorni in cui ho addirittura pensato che non avesse più senso rimanere su questa terra. Sono consapevole che sia la disperazione a farmi pensare queste cose, non sarei mai capace di agire davvero, di farmi del male. Infatti, quando la lucidità torna prepotente, mi rendo conto che in realtà ho un motivo per rimanere su questa terra: riconquistare la sua fiducia.
Mi vergogno per quello che ho fatto, per aver tradito la sua fiducia e per non essermi schierata, se fosse possibile tornare indietro nel tempo mi comporterei in maniera diversa; ma questo non è più possibile e io rimarrò sempre una traditrice.

Scaccio via una lacrima che mi solca il viso ed entro in palestra. Sono mesi che passo i miei pomeriggi qui a dare calci e pugni a una sacca da box, per lasciare andare tutta la rabbia che covo dentro contro me stessa. Quando ho trovato l'annuncio della palestra appiccicato alla bacheca della mia scuola, qualche mese fa, ho subito pensato potesse essere un ottimo modo per sfogarmi.

Passo dallo spogliatoio, dove un gruppo di ragazze sta chiacchierando mentre si asciugano i capelli e un pezzo del mio cuore si stacca, riportandomi alla memoria lei, ancora una volta. La mia vita ormai è una routine continua: scuola, casa, palestra, casa, nel mezzo cattivi pensieri, tristezza, solitudine e tanta rabbia. Un loop continuo che non verrà mai spezz... E lui chi è?

Resto imbambolata all'ingresso della saletta dove Tony mi allena. Resto interdetta quando mi accorgo che i macchinari sono tutti stati spostati e quasi mi sembra diversa. Avrò mica sbagliato sala?

Mi guardo attorno e poi ritorno con lo sguardo su di lui. Pelle olivastra, spalle larghe e braccia muscolose che sbucano da una canotta nera. Anche le gambe sono proporzionate e fasciate in un paio di pantaloncini da basket. Quando alzo lo sguardo e incrocio i suoi occhi scuri avvampo.

«Sei Dorothy?» Rabbrividisco al suono della sua profonda e intensa voce. «Sei Dorothy?» Ripete avvicinandosi.
Tossisco annaspando e poi annuisco. Deve esserci un errore, vorrei dire, ma continuo a fissarlo imbambolata. Sembra che non abbia mai visto un bel ragazzo.

«Oh, bene, sai parlare?»

Ma che? Merda! «Ehm, s-sì, scusa, è che...»

«Ti aspettavi di incontrare il gran vecchio Tony?»

«Già, lui... Ehm, tu...»

«Damon, piacere.» Mi porge la mano. Sbatto qualche volta di troppo le palpebre. Sembro un'idiota!

«Come quello di The Vampire Diaries?» No! Non ci credo! L'ho detto davvero?! Ora penserà che sono una ragazzina stupida e infantile.

Lui non riesce a trattenere una risatina. Mi sta forse prendendo in giro? Ma nonostante mi irriti ciò, quel suono, alle mie orecchie risulta quasi paradisiaco. «Già, ma non ti succhierò via il sangue dal collo, tranquilla.»

Questa volta mi sento andare a fuoco, avverto il calore divampare sempre di più sulle mie guance e immagino siano diventate ancora più rose. Dannazione!

«Scusa, io... Ehm, piacere di conoscerti Damon, io sono Dorothy, ma già lo sai, giusto, sì.»

«Calma, Dorothy, respira.» Mi fa un mezzo sorrisetto e mi stringe la mano. «Tony ha avuto un piccolo incidente domestico e ora ha la gamba ingessata, lo sostituirò io.»

«Oh, ecco. V-Va bene.»

«Allora iniziamo!» Batte un paio di volte le mani e poi inizia a spiegarmi in cosa consisterà l'allenamento di oggi, cosa andremo a fare e gli obiettivi che pensa di farmi raggiungere nel lungo termine. Resto soddisfatta, perché nonostante la sua giovane età, avrà meno di 30 anni, è molto competente.

Mi mostra un paio di esercizi e mi aiuta a eseguirli sfiorandomi all'occorrenza addome, spalle e schiena per correggere le posizioni. Ogni volta che si avvicina mi sembra che la pelle frigga a quel contatto, mi fa uno strano effetto e non capisco il perché, non mi è mai capitato prima d'ora. Certo, non posso dire che non sia un bel ragazzo, anzi, assomiglia davvero tanto a quel Damon Salvatore, ma è pur sempre un uomo e tutti gli uomini sono uguali, no?


«Per oggi abbiamo finito.»
A questa frase mi assale una strana malinconia.

«Oh, non mi ero accorta fossero già passate due ore.»
«Quando ci si allena bene il tempo vola.»
«Già, ehm, ok... Allora...» Recupero la mia borsa e mi sistemo l'asciugamano dietro al collo.
«Ci vediamo domani, Dory. Buona serata.» Mi sorride. E cavolo, che sorriso!
«Ciao, Damon.» Ricambio raggiante, forse fin troppo, gli sarò sembrata una bambinetta. Esco dalla saletta decisa a fare una doccia fredda per calmare il mio corpo in fiamme, non solo per l'estenuante allenamento.

Cavolo, mi ha chiamata Dory!

In casa regna il silenzio assoluto. Faccio un respiro profondo, incamero ossigeno come se dovessi affrontare una prova di apnea, pronta a sentire i polmoni bruciare, la testa girare e il corpo tremare.

Mi guardo attorno chiedendomi cosa possa farmene della ricchezza della nostra famiglia, quando non provo altro che un senso di repulsione per questo luogo. Ogni volta che torno a casa non faccio altro che ripensare alla notte del mio diciottesimo compleanno.

Ognuno di noi merita un bel ricordo di quel giorno perché rappresenta un traguardo importante della vita di un adolescente, ma per me non è stato così. Quando mi torna alla mente quella giornata mi sembra di averla vissuta ieri e così tutto diventa grigio: la mia anima, i miei ricordi, il mio futuro.

Due mesi prima

15 ore prima della fine

H: 8:00

«Dory!» La voce di Maddy mi fa strizzare le palpebre. Lei spalanca le tende della mia stanza e grugnisco per il fastidio che provo non appena la luce del sole tocca arriva al mio viso. «Forza, alzati! Oggi è il tuo compleanno!» Grida, lei grida sempre, ma l'adoro così com'è.

«Maddison», borbotto con la voce ancora impastata.

«Non puoi rimanere a letto, oggi compi diciotto anni ed è anche sabato, quindi... Alzati!» Afferra il mio caldo piumino e lo lancia per terra, facendomi rabbrividire. «Ho in mente un giornata da urlo, tutta per te, pasticcino.» Picchietta sul mio naso e mi sorride. I suoi occhi verdi mi scrutano luminosi. Non le si riesce a dire di no, mai.

«E va bene, lo faccio solo per te.»

Lei batte le mani soddisfatta. «E dovresti farlo per te, è il tuo compleanno, Dory.»

«Certo, Nemo, lo so, ma... Sai che non mi piace stare al centro dell'attenzione.»

«Bla, bla, bla, forza.» Mi tira per un braccio e mi porta fino al bagno, poi mi ci spinge dentro. «Hai quindici minuti per renderti, non presentabile, ma la più bella pasticcina del pianeta.» Ridacchia richiudendomi all'interno. La sua risata, il suo buon umore, la sua positività sono contagiosi. Lei è capace di riportare il sole durante uno tsunami. «Ah, e di sotto ti aspettano i cupcakes di SweetLab.»

Quella frase è un po' come il bibidi bobidi bù della fata turchina. Io adoro i dolci di quella pasticceria. Così mi preparo alla velocità della luce e, dopo aver infilato un paio di pantaloni neri alti in vita e un maglioncino beige a collo alto, indosso la collana con ciondolo a forma di aquila che mi ha regalato Maddy lo scorso anno.

«Eccomi.» Salto gli ultimi due scalini e in cucina trovo la mia migliore amica e i miei genitori con i cupcakes e due candeline che formano il numero diciotto. Avverto gli occhi inumidirsi e il cuore palpitare. Tutto ciò mi fa sentire amata dalle persone più importanti della mia vita.

«Auguri Dory!» Urlano in coro, prima di dedicarmi la canzone di rito. Una lacrima sfugge al mio controllo. Mi sento così fortunata ad averli accanto. Soffio sulle due fiammelle che danzano sui miei dolcetti ed esprimo un desiderio: vorrei che rimanessimo sempre così: felici e spensierati. Ma si sa, i desideri sono fatti per non avverarsi mai.

Mia madre mi bacia la fronte e mi porge un sacchettino regalo. Lo scarto con le guance ancora bagnate dall'emozione e scopro contenere due orecchini di perle. «Ma sono bellissimi, mamma», piagnucolo e li sfioro con le mani tremanti.

«Indossali, ti aiuto.»

Quando mi guardo allo specchio sono davvero perfetti e mi donano. «Grazie.» La abbraccio e poi faccio lo stesso con mio padre, che mi lascia un bacio sulla fronte.

Maddy si intromette. «Auguri, pasticcino!» Mi stringe tra le sue braccia e io mi sento a casa, mi sento completa. Lei non è solo la mia migliore amica, ma è mia sorella.

«Grazie.»
«Il mio regalo lo avrai più tardi, ora mangiamo?»
«Sì.»
«Mi puoi dire che desiderio hai espresso?»
«No, altrimenti non si avvera.»

Già, non si avvera...

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro