Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 8 - Sara

Sara

Arrivo in clinica in ritardo, credo che ormai il mio capo si sia arreso, purtroppo la puntualità non è mai stata il mio forte.
Poso la borsa nel mio armadietto nel piccolo spogliatoio ed esco di qui legando i capelli in una coda improvvisata.
Con la testa ancora china, entrano nella mia visuale delle scarpe nere lucide in perfetto contrasto con i pavimenti bianchi.
Alzo il capo e gli occhi scuri del mio capo mi fanno quasi tremare, ingoio un po' di saliva e mi metto sull'attenti, quasi fossi un soldatino.
"Oggi siamo a quindici minuti di ritardo."
Il suo tono è alquanto seccato.

"Che recupererò capo."
Cerco di sorridere.

"Dall'ospedale un'amica ci ha mandato un ragazzo, strappo muscolare, credo che  dieci sedute basteranno, decidi tu visitandolo."
Mi porge la copia della cartella del pronto soccorso inviataci via fax e va via.

Mi affretto a raggiungere la sala d'attesa, saluto Erica, la mia collega che sta spulciando fra altre cartelle disposte sulla scrivania del box in questa sala.
Cerco il nome fra i fogli che ho nelle mani e lo leggo ad alta voce.
"Ok, tocca al Signor Christian Mirvelli."
Non appena il cervello connette, sbarro gli occhi e alzo di scatto la testa, due occhi azzurri e un sorriso vispo sono già di fronte a me.
Afferro il braccio di Erica e la trascino letteralmente al di là della porta, questa separa la sala d'aspetto con il corridoio che dà alle diverse stanze provviste di macchinari specifici per i vari trattamenti.
"Sara, ma che ti prende? Sei impazzita?"
La mia povera collega si massaggia il braccio.

"Devi farmi un favore, prendi tu questo paziente."
Le porgo la sua cartellina.

"Mi dispiace sono piena."
Mi sembra rammaricata.

"Mi dai un tuo paziente, accetto anche quel vecchio che tentava di toccarti il sedere nonostante i suoi novantadue anni e l'ossigeno."
Cerco di ricordare i suoi pazienti peggiori per cercare di convincerla.
"Oppure quell'adolescente che ti risponde sempre male, ci guadagneresti, stiamo parlando di un gran bel ragazzo, muscoloso, occhi azzurri."
La fisso speranzosa, trapela sicuramente disperazione dal mio tono e dallo sguardo, punto su questo.

"Il vecchietto ha finito la terapia, e invece con quel ragazzino ho iniziato ad instaurare un rapporto. Chiedi al nuovo collega, Mario, di prenderlo."
Suggerisce infine Erica.

" Prenderò io il tuo paziente, mi hai incuriosita. "
La voce squillante di Vanessa mi fa voltare, non ho il tempo di rifiutare la sua offerta, prende la cartella che stringo in mano e sorride.
Scioglie i suoi lunghi capelli neri e apre la porta che ci separa da Christian, la sento emettere un suono di apprezzamento appena lo vede.
Una rabbia cieca dirige i miei passi verso di loro, quella gatta morta si sta presentando e lui le dà corda.

Che coraggio questo ragazzo.

Con due falcate sono accanto a loro, strappo la cartella dalle mani della mia collega senza dare spiegazioni.

"Signor Mirvelli mi segua."
Non lo guardo nemmeno, mi volto e mi dirigo verso la stanza prefissata, apro la porta e lo faccio entrare, la richiudo ed ora siamo soli in uno spazio ridotto di tre metri per quattro.

Aiuto.

Cerco di trovare il coraggio di alzare il viso e guardarlo, ma proprio non ci riesco, lo stomaco si contorce e l'ansia in me cresce a dismisura.
"Come ti sei fatto male?"
Mi sforzo di sembrare professionale mentre guardo l'ecografia.

"Sfidando il tuo fidanzato in palestra."
Il suo tono è duro e mi costringe a fissarlo, anche il suo sguardo è severo.

"Non è il mio fidanzato."
Non so perché ho voluto precisarlo e me ne pento subito, sarebbe stato meglio farglielo credere, non dovrà sapere che non sono davvero andata avanti.
Ho ripensato alle parole di Emma, è vero, in questi quattro anni ho avuto solo conoscenze, mai nessuno che mi piacesse a tal punto da dire 'ok, impegnamoci, rivediamoci, facciamolo conoscere alle ragazze'.
Credo di essere rimasta ancorata al passato, a lui, ma per quanto ci provassi non riuscivo a sentirmi con nessuno in sintonia come con Christian.
É riuscito in una sola sera a piantare nel mio cuore arido un semino, che è sbocciato immediatamente.
Noi abbiamo passato ore a parlare e raccontarci dopo soli due minuti, è strano, perché non lo avrei mai creduto possibile.
Leggevo libri, guardavo film romantici, un solo incontro e quello sconosciuto ti sembrava di conoscerlo da una vita, a me è successo con lui in quel pub a Milano.

Forse dovrei andare da uno psicologo.

Lo osservo toccarsi il braccio e fare una smorfia di dolore, gli chiedo di scoprire il punto in questione, ma quando mi volto verso di lui è a torso nudo, solo il pettorale sinistro è coperto da un grande cerotto.
Accidenti, deglutisco e sbarro gli occhi, non me lo aspettavo.
Resto imbambolata ad osservare come il suo corpo sia cambiato rispetto ad anni fa, non che non fosse già a quei tempi in forma e perfetto.
I suoi muscoli, le spalle larghe, i pettorali scolpiti, cavolo ha anche un accenno di tartaruga, non ho salivazione altrimenti credo che sbaverei.

"Tutto bene?"
Il suo sorrisetto compiaciuto mi fa venire voglia di utilizzare il macchinario dietro di me che serve per l'elettroterapia e metterlo al massimo.
Mi avvicino a lui che continua a fissarmi, mi sta mettendo a disagio e già sono nervosa di mio perché so che dovrò toccarlo e non sono pronta.
Poso le mani sul suo braccio e immediatamente sento un brivido, mi ritraggo con paura, perché lui mi fa proprio questo effetto ora, questa sensazione opprimente al petto mi terrorizza.
Mi sono sempre detta che gli uomini sono tutti uguali, a loro interessa il sesso, se prendono una sbandata comunque è temporanea, non sono affidabili.
Se ti appoggi ad un uomo cadrai non appena si sposterà per correre dietro ad un'altra, è quello che è successo a me, la caduta a causa di Christian ha avuto conseguenze disastrose.

"Ok, possiamo provare con sei sedute di elettroterapia ma prima ho bisogno che riempi il questionario, non è una terapia per tutti."
Cerco di impegnarmi a comportarmi come se non fossi scossa, ma non è facile, mentre lui compila quei documenti io invio un messaggio alle ragazze nel gruppo.

Gruppo" il potere del trio".
Io:
"L'innominabile è qui."

Emma:
"Voldemort?"

Emily :
"Non ce la posso fare con voi."

Già immagino la biondina con un enorme punto interrogativo stampato in faccia e la rossa che scuote la testa ad occhi chiusi.

"Allora passeremo del tempo insieme!"
La sua frase mi fa scattare, poso subito il telefono e vado in crisi all'idea di vederlo, restare sola con lui, toccarlo.
Lo faccio sdraiare e posiziono gli elettrodi i cui impulsi stimoleranno solo le fibre nervose interessate nella zona dolorante.
" Vorrei parlarti."
Cerco di ignorarlo per quanto mi sia possibile, ma è davvero dura farlo, mi impongo di non guardarlo nonostante senta i suoi occhi azzurri puntati su di me.

"Non ho intenzione di parlare con te di niente se non del tuo infortunio."
Precisato questo, inizio a regolare le scariche elettriche  che servono per stimolare il muscolo, ma lui non si arrende.
"Vuoi venire a cena con me?"
Resto con le mani a mezz'aria, ogni parte del mio corpo è immobile, credo di essere impazzita, ho le allucinazioni uditive.
Mi riprendo dallo shock e torno a regolare il macchinario, inizio con la prima scossa, ovviamente sono molto piccole e non danno troppo fastidio.

"Non credo che Francesco sia la persona più adatta per te, lui è un bravo...ah!"
Si lamenta dell'aumento improvviso dell'intensità della scarica elettrica, purtroppo non arriva a livelli alti, dovrò accontentarmi, anche se vorrei proprio fulminarlo.
I suoi occhi contornati da una fronte aggrottata ed una bocca aperta per stupore, quasi mi fanno sorridere.

Non è etico cercare di fulminarlo, ma non mi interessa in questo momento.

"Come ti permetti di dare giudizi? Che ne sai tu di chi sia adatto per me?"
Un'altra bella scossa segue le mie parole.
Istintivamente il suo corpo ha uno spasmo saltando come se fosse stato punto da un insetto ed io godo.
Si alza dal lettino e con uno scatto è ad un centimetro da me, il suo petto nudo quasi mi sfiora, basterebbe fare un passo indietro ma i muscoli non rispondono ai comandi.
"Forse sono io quello giusto per te."
Sussurra con  voce roca e bassa concentrandosi sulle mie labbra.
Fissa i suoi occhi nei miei e mentre l'aria è elettrica in tutti i sensi, con il mio respiro accelerato, le sue labbra ad un soffio, c'è solo un modo per non svenire e salvarmi.
Un'altra scossa.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro