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Capitolo 35 - Sara

Sara

Osservo un raggio di luce entrare dalla persiana chiusa e illuminare i sui capelli chiari, dorme accanto a me a pancia in giù, la sua barba folta mi fa venir voglia di accarezzarlo, le labbra socchiuse sono un dolce invito.
Temo di svegliarmi da un momento all'altro, girarmi e non trovare nessuno nell'altra parte del letto accanto a me.

Questo deve essere un sogno ad occhi aperti, ma se così fosse, perché non potrei continuare a sognare?

In passato mi è capitato di farlo, parlo dei mesi successivi a quella notte, era con me al risveglio, ma poi nella realtà non lo trovavo accanto.
Spesso temevo di incontrarlo per strada insieme ad un'altra, vedevo coppie e immaginavo lui, era diventato un incubo per me, almeno fino a quando non sono finalmente tornata a Roma.
Allungo un dito verso Christian che dorme beato, lo tasto due volte sulla spalla, mi tiro un pizzicotto, credo sia abbastanza.
"Sei reale."
Nascondo il viso fra le mani quasi emozionata, in quel momento una risata sommessa mi fa sbirciare fra le dita che allargo leggermente, lo intravedo a fissarmi ridacchiando.

"Buongiorno, che stai facendo?"
Sbadiglia rumorosamente.

"Buongiorno, niente."
Sorrido e tento di sembrare una ragazza normale, almeno per quanto possa essere possibile, ma non so come si fa la disinvolta,meglio scappare.
Mi volto verso il mio lato libero del letto e sono già con un piede quasi sul freddo pavimento, quando un braccio possente avvolge la mia pancia e mi trascina verso di sé.
La mia schiena poggia sui suoi pettorali nascosti dal pigiama, immerge il viso nei miei capelli e inspira, mi piace quando lo fa, poi li scosta e inizia a lasciare baci umidi sul collo, la mia pelle reagisce subito.
Le sue mani iniziano a viaggiare lungo il mio corpo ed è impossibile non sentire la sua erezione premere sul mio lato b.
"Non è un sogno, lo temevo anche io, ma tutte queste emozioni sono vere, le sentiamo entrambi."
Sussurra al mio orecchio.

Che vergogna, ha assistito al mio piccolo show prima, non stava dormendo, mi volto e cerco le sue labbra, inutile dire che non mi fa attendere.
"Sei reale, noi lo siamo."
Sussurro emozionata, traccio con le dita il suo profilo mentre mi sorride dolcemente e dentro di me esplodono emozioni come fuochi d'artificio.

Facciamo colazione con Stark che scodinzola contento, questo potrebbe essere un nuovo inizio per me e per una volta potrebbe andare tutto bene, potrei avere anche io il mio lieto fine.

"Sei stata un po' irrequieta stanotte o sbaglio?"
Addenta un'altra fetta biscottata con nutella.
"In realtà si, devo uscire subito per andare in farmacia. Siamo stati incoscienti,non mi sembra il caso di ritrovarmi incinta come Emily."
É da tutta la notte che un senso di ansia mi attanaglia lo stomaco.
"Hai ragione, abbiamo sbagliato, meglio aspettare un po' per dare un fratellino a Stefany."
Sgrano gli occhi alla sua affermazione agitandomi, mi alzo da tavolo e inizio a sparecchiare, deve aver inteso il mio stato d'animo perché mi richiama più volte.
"Sara, scherzo, calmati."
"Lo so. Sono calma. "
Cerco di minimizzare con facce buffe.
Vado in camera a prendere l'intimo e il cambio, ho intenzione di andare a fare una doccia veloce e vestirmi in bagno, così non ci saranno pericoli.
Christian mi segue, blocca la strada con il braccio e devo arrestare la mia corsa, ci fissiamo, dell'inquietudine che vorrei trovare nei sui occhi per non sentirmi la sola in questo stato d'animo, non vi è traccia e non me lo spiego.
"Non succederà tranquilla, prenderai la pillola fra un'ora al massimo e non faremo più gli idioti."
Accarezza la mia spalla per rassicurarmi.

"Perché non sei preoccupato?"
Lo guardo sospettosa e in risposta fissa i suoi occhi determinato nei miei.

"Sara, ho affrontato una gravidanza inaspettata e mi dispiace dirlo indesiderata con  una sconosciuta, vuoi che non sia invece pronto e felice di affrontare tutto questo con te? Sarebbe diverso."
Non so che dire, resto lì davanti a lui senza riuscire a dir nulla.
" Ma per ora andiamo in farmacia. "
Mi fa un occhiolino e sparisce verso la cucina, io mi chiudo in bagno ad assimilare le sue parole e calmare queste palpitazioni nel petto.
Arrivati in farmacia mi metto in fila, lui resta fuori con Stark, davanti a me una signora sulla sessantina chiede una pomata per le emorroidi poverina, l'altro sportello accanto si libera e tocca a me. Chiedo al farmacista la pillola del giorno dopo e attendo, fino a quando l'ultima persona che avrei mai voluto vedere in un momento simile entra chiamandomi per nome allegramente.
"Sorellina."
I miei occhi terrorizzati si sgranano e la schiena si drizza, sono adulta e di certo mio fratello sa che ho una mia vita sessuale, come io so che lui ha la sua, però non è in cima alla lista dei momenti che vorrei condividere con Marco farmi trovare in farmacia a comprare la pillola del giorno dopo.
Guardo disperata verso la porticina dove è sparito il farmacista per andare a prendere ciò che gli ho chiesto, non vi è traccia di lui, invece Marco si avvicina, sono spacciata.
"Che ci fai qui?"

Ora cosa gli rispondo?

Mentre cerco una buona scusa nel panico, noto la pomata destinata alla signora accanto a me sul bancone mentre lei è presa da una conversazione al telefono e attende altre medicine dandomi le spalle.

"Sono venuta a prendere una pomata per le emorroidi."
Mostro il bottino a mio fratello.

"Ah, non sapevo ne soffrissi."
Dispiaciuto del mio problema e anche un po' imbarazzato si gratta la nuca.

"Tu non sei in palestra in genere oggi?"
Con un occhio guardo se il farmacista sta arrivando e con l'altro se la signora si sia accorta del furto, sto per diventare strabica.

"Si, scappo, devo solo prendere le solite vitamine."
In quel momento decide di farsi vivo il farmacista con la mia pillola, per fortuna mi chiede solo se desidero fare domande o prendere altro e non fa nessun commento neanche sul fatto che pago pure la pomata.
Sono salva, saluto mio fratello e scappo letteralmente considerando che da qualche parte fuori c'è Christian e vorrei evitare per il momento altri drammi, cioè un loro incontro.

É una bella mattinata, il sole splende e in fondo non fa molto freddo, forse grazie al cappottone e alla sciarpa enorme che mi copre quasi mezza faccia, ma sono dettagli.
Decidiamo di portare questo diavoletto al parco per fare una passeggiata, le nostre mani sono unite, chiacchieriamo tranquilli e sembriamo una classica coppia, felice e spensierata, ed è proprio così che mi sento.
É così strano come dopo tanto tempo riesci a sentirti a casa così facilmente con una persona che ti fa battere il cuore con uno sguardo, nonostante il dolore che in passato ti ha fatto.
Strano l'amore, quando credi che non potresti mai innamorarti di qualcuno, lo fai, quando pensi che non potresti mai perdonare, succede qualcosa che è più forte del rancore.
Quando sei convinta che non dovresti mai e poi mai dare una seconda possibilità all’amore, il cuore decide per te.
Prendo il telefono e scatto una foto, noi due abbracciati e sorridenti, poi un'altra, ancora una dove gli scocco un bacio sulla guancia ricoperta di barba.
"Ti ho già detto quanto ti trovo sexy con la barba?"

"Credo di aver sentito che ti piace anche baciarmi con la barba."
Si avvicina quel tanto che basta per far sì che le sue labbra possano essere alla mia mercé con un mio piccolo movimento in avanti, cosa che ovviamente faccio subito.
É vero, amo baciarlo.

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