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Capitolo 10- Affrontare le conseguenze:


Il mattino successivo, James si mise al centro del bosco e chiuse gli occhi: doveva captare il proprio nemico.

Qualsiasi sussurro, movimento, una foglia che scricchiolava, una folata di vento.

Di scatto, aprì gli occhi e bloccò Peggy alle proprie spalle che stava per colpirlo con una stalattite appuntita.

Gli strinse il braccio, ma Peggy glielo ghiacciò e così James le diede un calcio per scansarla.

Si divise poi in più ologrammi, circondandola.

Peggy girò in tondo, cercando di capire quale fosse il James vero, fin che non vide un particolare che gli altri ologrammi non avevano: alla luce del sole, brillò una fede che il fratello aveva al dito.

Così gli corse in contro e gli diede un pugno, atterrandolo.

-Toglila.- gli ordinò, col fiatone.

James sbuffò, rialzandosi.- No, non voglio.-

-Non devono capire che hai punti deboli.-

-E' solo un anello!-

Peggy scosse la testa, camminando a passo svelto verso il cottage.- Non sei pronto.-

James ridacchiò nervosamente.- Solo perchè posseggo un anello?-

-Non sei pronto.-

A quel punto, James si infuriò e la fermò.- Non sono pronto per cosa?! Non so nemmeno che cosa dovrò andare a fare! Sam è solo venuto qui per dirmi che presto ci sarà una missione e non si fa vedere da una settimana!-

Peggy scosse la testa.- Non è questo che intendo.-

-E che cosa intendi? Per favore, basta nascondermi le cose!-

Peggy abbassò lo sguardo e si andò a sedere su un albero caduto.- Ho fatto delle cose, James...Per salvare me stessa, i miei amici, il mondo, ho fatto delle cose...- mugugnò, guardandolo con gli occhi lucidi.- Sto ancora facendo...-

-Che cosa stai facendo?-

-Quando ho scoperto il multiverso con Strange, abbiamo anche capito che non era l'ordine naturale delle cose che ci fossero due varianti nello stesso universo.- spiegò Peggy.- James, c'è un altro te, da qualche parte, in questo universo e se continuerai a stare qui...Non so che cosa succederà.- raccontò, con voce rotta.- Si chiama incursione: l'universo che collassa su se stesso.-

James si andò a sedere vicino a lei.- Beh, non è ancora successo, quindi abbiamo tempo.-

Dopo un pò, Peggy tornò a guardarlo.- Poi? Che cosa è successo? Perchè te ne sei andato?-

***

Tempo prima- In un altro universo

Era la prima volta che James passava delle vacanze così belle in famiglia.

Scott terminò finalmente gli arresti domiciliari e così poterono passare il Natale insieme.

La mattina della Vigilia, Cassie si svegliò con un buon profumo proveniente dalla cucina.

Così si vestì e scoprì che James stesse cucinando i pancake.

-Buongiorno. Mmh...Pancake!-

-Sono i miei preferiti in assoluto, ne mangerei a tonnellate!- esclamò James, servendogliene un piatto con alcuni impilati uno sopra l'altro.

Cassie sorrise entusiasta.- Non vedo l'ora di assaggiarli. Mi passi una forchetta?-

Distrattamente, Cassie pensò di ritrovarsi una forchetta sul bancone, ma invece c'era tutt'altro.

Era una piccola scatolina bianca.

Cassie si fece seria e lo guardò negli occhi.- C-Che cos'è?-

-Aprilo. Buon Natale.- rispose lui, con un leggero sorriso.

Cassie sgranò gli occhi quando vide un fine anello con un grosso diamante brillante sopra.- James...-

-Non dire niente.- sussurrò l'altro, accarezzandole la guancia: James aveva riflettuto a lungo prima di prendere quell'importante decisione e, per qualche mese, aveva fatto il tassista per guadagnarsi qualche soldo.- Tu sei la persona che più amo al mondo...-

Cassie lo guardò con gli occhi lucidi.- Anche tu, James...-

-Perciò...Cassandra Lang, mi faresti lo splendido onore di diventare mia moglie?-

-Sì!- esclamò Cassie, saltellando su se stessa.- Sì,sì,sì!-

James ridacchiò e le mise l'anello al dito, prima di afferrarla e baciarla dolcemente, facendola roteare per tutta la cucina.

I preparativi iniziarono da lì ad una settimana: volevano che accadesse il prima possibile, ma ovviamente ogni cosa aveva i suoi tempi.

Hope comprò un bellissimo vestito da principessa a Cassie ed Hank si offrì di comprare l'abito di James, facendogli anche da testimone.

Scott non si sarebbe aspettato di vedere la propria figlia all'altare già a 18 anni, ma piano piano accettò la cosa.

Si sarebbero sposati alla Saint Thomas Curch, insieme a pochi intimi invitati e poi il pranzo si sarebbe svolto su un attico del centro.

Era tutto pronto.

Tuttavia, fu due settimane prima del matrmonio che successe qualcosa che avrebbe cambiato per sempre le loro vite.

Una notte, James aprì gli occhi percependo di avere molta sete e così si alzo per andare in cucina a bere un bicchiere d'acqua.

Però, anche se era abbastanza certo di aver acceso la luce, non riusciva comunque a vedere bene.

Strizzò gli occhi e se li pulì più volte con le mani, ma niente, vedeva nero e sfocato.

Non sapevo che cosa stesse succedendo, iniziò a spaventarsi.- Cassie!!-

Sentendosi chiamare incessantemente, Cassie accorse da lui preoccupata.- Che succede?!-

-N-Non ci vedo!-

-C-Cosa? Che vuol dire? Non mi vedi?- gli domandò più volte, mettendosi davanti a lui.

-No, no! Non vedo niente!- piagnucolò James, reggendosi a lei.

-Chiamo l'ambulanza!-

***

Passarono tutta la notte in ospedale, con James sdraiato su un lettino in mezzo ad una stanza, circondato da teli blu.

Cassie aveva riposato su una poltrona lì vicino, mentre James non aveva chiuso occhio: era rimasto a fissare come le gocce della flebo che gli avevano attaccato scendevano lentamente.

Non capiva che cosa fosse successo: forse si era preso qualche malanno; alla fin fine, nonostante tutta la propria famiglia fosse quasi immortale, lui era solo un semplice umano con dei poteri di ghiaccio.

Verso l'alba, un dottore gli venne a fare visita.

-Buongiorno, signor Rogers?-

A James faceva ancora strano venir chiamato così.- Sì...-

-Dottore, può dirci che cosa sta succedendo?- gli chiese Cassie.

L'uomo lesse qualcosa su una cartellina.- Leggo che lei ha avuto un iperglicemia ieri sera, era molto seria, fortunatamente è arrivato in tempo, poteva essergli fatale.- spiegò il dottore.

Cassie guardò confusa James che ridacchiò nervosamente.- Aspetti, mi sta dicendo che ho il diabete?-

-Il diabete acuto causa cecità, sì, ecco perchè ha avuto questi sintomi.- continuò il dottore, accendendo una lavagnetta luminosa che si trovava sul muro. Successivamente, ci mise sopra alcune radiografie.- Vedete questa palla al centro dell'addome?-

James assotigliò gli occhi e vide qualcosa di rotondo e luminoso al centro del corpo.- Sì...Che diamine è?-

-Purtroppo è un tumore, signor Rogers.- affermò il dottore.

Cassie si mise una mano sul viso.- Oh mio Dio...E' operabile?-

-Purtroppo no: la massa si è rivelata piuttosto estesa e sta invadendo tutto il pancreas. Dovremmo prima fare delle sedute di chemioterapia per farlo ridurre e poi, se possibile, operarlo.-

James sentiva di star per vomitare: non si capacitava il perchè tutto ciò stesse succedendo.

Non aveva nemmeno un'assistenza sanitaria o dei soldi da parte che gli avevano lasciato i propri genitori, come avrebbe fatto a curarsi?

Cassie prese un bel respiro e gli strinse la mano.- Ehi, chiederò aiuto ai miei genitori, non preoccuparti, andrà tutto bene.-

James la guardò silenziosamente negli occhi e capì che, nei giorni successivi, sarebbe stata lei a prendersi cura di lui, a farsi carico di qualsiasi cosa e, se avesse potuto, glielo avrebbe impedito.

James iniziò quindi una cura di chemioterapia a casa, tramite delle pillole che, tuttavia, lo facevano stare sempre più male.

Vomitava quasi tutti i giorni, era dimagrito notevolmente e, quando si guardò allo specchio, la settimana dopo, vide che le pupille dei suoi occhi si stava ingiallendo piano piano.

Quando si guardava allo specchio non si riconosceva più.

-James, dobbiamo annullare il matrimonio.- puntualizzò Cassie, una sera, mentre erano a tavola.

James scosse la testa più volte.- Non ci penso nemmeno.-

-James, stai troppo male, non ce la farai!-

-Abbiamo speso soldi e tempo in questa cosa e io voglio sposarti, non mi importa di uno stupido tumore!- esclamò James.

Cassie gli strinse la mano.- James, non mi serve un anello al dito per stare con te.-

-Sì, invece!- affermò James: aveva già preso le fedi e le tirò fuori da un cassetto, mostrandoglielo.- Io voglio che tu ce l'abbia, voglio vederti percorrere la navata con quel bel vestito addosso e baciarti davanti a tutti!- piagnucolò, stringendogli le mani.- Ti prego...-

-James...- singhiozzò Cassie, accarezzandogli la guancia.- Ti amo.-

-Ti amo anche io.- mugugnò James, baciandola debolmente. -Vedrai, andrà tutto bene.-

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