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AND....
YAAAAAAAAASSSSSSSSSSS
THE BAD BICH IS BAAAAAAAAAAAAAAAACKKKKKKKKKKKKKK
HELLOOOOWWWWSSSS HONEEEYYYY
OK, basta.
Niente dopo una settimana di sparizione più totale (l'italiano dorme oggi) eccovi sto benedetto capitolo atteso come l'alba per un suricato.
Boh a caso.
AAAAAAAHHHH ZIBEGNAAAAHHHHHH
Ehehehehe vi avevo detto che vi tenevo sulle spine eheheheheheheh la bad bicciona mantiene sempre le promesse UWU
GOMUNGUEEEEHHHH
Si, lo so che mancano ancora molti capitoli alla fine, ma io sono avanti e quindi penso sempre avanti, PERZOH
C'è la possibilità che forse accondiscentemente parlando nell'astratto della comunità giornaliera routinaria così abitudinaria come un unicorno che vomita un arcobaleno nel pianeta caramella e come la luna di Van Gogh che aspira all'infinito, potrò fare il sequel di questa storia...
MMMMMMHHHHH???? INDERESSANTEH, BICCIS EHH??
ZI, MOLTO INTERESSANTE.
solo che sono a corto di idee cioè ho una idea ma non tanto sviluppata quindi boh non so datemi idee
IDEEE
ESIGO SCRITTRICI RUSPANTI
boh a caso non so cosa voglia dire, non so perché ozzi sono più simpatica del solito, boh
Non sono così in love with sequels perché boh, non mi piacciono li ho sempre visti come qualcosa fatto alla cazzo di cane per fare più soldi, ma visto che a me non paga nessuno (non ancora) allora non vedo dove sia il problema NOH?
Queendi niente, datemi delle idee perché così vi farò diventare famozeh come me e quando un giorno questa FF diventerà film vi chiamerò per fare la parte di Rosie.
Contenteh???
E ora con questa fantastikevole premessa e promessa Vi auguro una buonissima letturah BIZZIIIIIISSSSS

Roger

È ora.
Il matrimonio ha inizio.
Siamo davanti alla porta del soggiorno, in attesa di entrare.
Mancano un sacco di persone tra gli invitati, ad esempio mio padre e mio fratello...non li vedo da ieri sera, e non ho la minima idea di dove si sono cacciati.
Tutto questo è molto strano...anche se ormai, sono abituato alla stranezza.
L'orchestra inizia a suonare, e mia madre mi prende per il braccetto, eccitata.
Mi lancia un'occhiata raggiante, e io faccio del mio meglio per risponderle nel migliore dei modi, ma le rivolgo comunque uno sguardo angosciato, avverso, scoraggiato.

- È ora, Roger - mi avverte lei.

Gonfio il petto, emettendo un sospiro profondo, per poi entrare in scena, lasciandomi trasportare da mia madre.
Avanzo a capo chino, cercando di non incrociare lo sguardo con nessuno degli invitati, ma ciò non basta, perché li sento bisbigliare, alcuni di loro addirittura ridono.
Mi stanno giudicando, lo so.
La mia colpa? Amare un altro uomo.
L'amore spaventa in questa società, specialmente, se si tratta di due uomini.
Nel momento in cui arrivo all'altare, l'orchestra smette di suonare, e mia madre mi lascia, per andarsi a sedere dalla parte della mia famiglia.
Non mi azzardo ad alzare lo sguardo, nemmeno quando l'orchestra riprende a suonare e tutti gli invitati si alzano nuovamente girandosi verso colei che sta per entrare, colei che assume il ruolo da vera protagonista nel matrimonio.
La mia sposa.
Rosie.
Ha accesso alla sala a braccetto con suo padre, Lord Gallandher, e anche lei avanza a capo chino.
I suoi occhi sono rossi e la matita nera è colata sulle guance, i capelli sono acconciati male e il velo calato sul suo viso copre solo leggermente la sua espressione sconcertata.

Lord Gallandher mi scambia uno sguardo pieno d'odio per poi consegnarmi Rosie e andarsi a sedere nella rispettiva parte.

Io e Rosie nemmeno ci guardiamo, e il prete inizia a celebrare il matrimonio.
Lancio degli sguardi indagatori dietro di me, dalla parte di Lord Gallandher, avvistando dei movimenti, quand'ecco, che la testa di mio fratello Trevor fa capolino da dietro la porta della sala.
Sta chiamando Lord Gallandher, che, cercando di non dare troppo nell'occhio, lo raggiunge, sparendo con lui dal matrimonio.
Tutto questo è molto strano...troppo strano.

Freddie

I poliziotti continuano ad avanzare, sono a pochi metri da noi ormai, e non abbiamo il tempo per escogitare alcun tipo di piano.

- Andiamo noi - risposero Brian e John all'unisono.

- No, la cosa non vi riguarda. È stata mia l'idea di farvi evadere, devo affrontarli io - rispondo deciso io.

- Non dire sciocchezze, Freddie. Tu devi pensare a riprenderti il tuo Roger, nient'altro. E poi, non saresti mai in grado di affrontare due poliziotti armati - controbatte Brian, in disaccordo.

- Siamo qui per questo...pararti il culo - osserva John, sempre molto elegante.

Detto questo, Brian e John ci lasciano, e avanzano a passo sicuro e disinvolto, quasi sfilando, e quando uno di quelle mezze cartucce decide di tirare fuori la pistola, John, prontamente, gli sferra uno schiaffo in pieno volto, mentre Brian atterra l'altro con un destro.

- Ne avranno per molto...allora, non possiamo perdere tempo, io ora entro e interrompo la cerimonia, mentre tu rimani qui fino a quando non ti raggiungo con mio figlio, tutto chiaro? - chiede Michael, autoritario.

A quel punto, io annuisco, e l'uomo, prima di entrare, mi arruffa affettuosamente i capelli.

Non so come posso ancora fidarmi di un uomo che mi ha sbattuto in carcere, ma qualcosa mi dice che lui non è l'antagonista di tutta questa storia, lui gioca solamente il ruolo di marionetta, mossa da un uomo perfido e manipolatore, e quell'uomo altro non è che Lord Gallandher.

- Beh, allora Trevor i-... - mi blocco, rendendomi conto che Trevor è scomparso.

Michael mi aveva detto di rimanere lì, ma...ho come un brutto presentimento, come se stesse per succedere qualcosa a Roger, e la sua sorte dipendesse solo dalle mie azioni.
Beh, non mi sto discostando molto dalla realtà, visto quello che sta accadendo dentro le mura di quella casa.
Basta, devo andare a cercare Trevor.
So esattamente come ha fatto ad entrare.
Il garage di Roger.
Ha salito le scale, trovandosi automaticamente dentro.
Così faccio anche io, ma mentre percorro corridoio, mi accorgo di essere davanti a una stanza che conosco molto bene.
La camera di Roger.
Sospiro.
Ecco che le parole di John riaffiorano alla mia memoria.
E se sto annullando un matrimonio che Roger vuol portare a termine?
E se Roger non mi amasse più?
E se...mi avesse dimenticato per sempre?
Pensieri come questi affollano la mia mente, e io divento man mano sempre più insicuro di me stesso.
A quel punto, mi decido ad entrare, e a chiudermi dentro a chiave.
Rimango a fissare la porta per alcuni istanti, per poi guardarmi intorno.
Sorrido.
Nulla è cambiato.
Tutto è come era prima.
Respiro profondamente, immergendomi nel mondo dell'amore della mia vita.
Apro l'armadio, sfiorando i suoi vestiti, per poi lanciare un'occhiata verso lo specchio non molto lontano da me, constatando che ancora indosso la divisa da poliziotto.
Sì, devo decisamente cambiarmi.
Così, frugo tra i vestiti di Roger, scegliendo dei capi abbastanza sobri.
O almeno spero.
In realtà non so proprio che cosa sia la sobrietà.
Mi specchio per l'ennesima volta.
Sì, possono andare.
Porto più o meno la taglia di Roger, quindi questo mi da il diritto di rubargli tutto ciò che voglio.
A quel punto però, il mio sguardo cade casualmente su un taccuino in pelle, posto al centro della scrivania.
Decido di avvicinarmi, e così lo prendo in mano, iniziando a sfogliarlo.

Londra, 7 agosto 1926.

Caro Freddie,
Sono passati due mesi da quel giorno.
Mi manchi.
Mia nonna è morta, uccisa per mano di Lord Gallandher.
La mia unica luce, spenta, così, dal nulla.
Ora non so più che fare.
So solo che ti amo, molto più di quanto pensi.
Vorrei essere forte, vorrei combattere, ma il mio corpo non si muove. Rimane incollato al letto, incapace di reagire.
So a che cosa pensi.
Che sono solamente un fallito, ebbene è così.
Tu invece non sei come me.
Sei tenace, e possiedi un'energia tale da smuovere un intero esercito, con il solo e semplice gesto di una mano, che punta al cielo.
Vienimi a prendere, portami via con te.
Ora.
Ti amo,
Tuo Roger.

Quella lettera mi sconvolge.
È in quelle poche parole, che tutti i miei dubbi si dissolvono.
Roger mi ama.
Tanto.
E io amo lui.
Più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Sua nonna è morta, la notizia mi sconvolge.
È stata l'unica a credere in noi, fin dal primo momento.
Senza i suoi consigli, probabilmente Roger non si sarebbe convinto ad amarmi.
Ora però, rimaniamo solo noi due, e dobbiamo essere noi due gli artefici del nostro destino.
Non possiamo più contare su nessuno, abbiamo tutto il mondo contro.

Continuo a sfogliare il taccuino, tutte le lettere di Roger mi scaldano il cuore, mi danno la carica giusta per partire alla sua conquista, fino a quando non mi imbatto in un'altra lettera, l'ultima.

Londra, 20 novembre 1926.

Perché . Amare te è come amare sull'orlo del baratro.
Sai, sono stufo di venire inondato dalle solite stupidaggini intellettuali.
In questi giorni tutti qui mi fanno pressione.
Beh, me l'hanno sempre fatta...ma ora più che mai.
"Non è tempo per le relazioni come la vostra, siete nati in un periodo che non ci appartiene, appartenete a due realtà lontane e opposte, non è il vostro destino stare insieme"...io non ci voglio credere a tutto ciò.
Tutto questo parlare, tutto questo riflettere, tutto questo ragionare per farmi cambiare idea...l'amore non è fatto per essere ragionato, non è questione di mente. È questione di cuore.
E io non mi voglio arrendere.
Noi non ci vogliamo arrendere, perché so benissimo che anche tu la pensi allo stesso modo in cui la penso io.
Per questo, anche se tutto il mondo è contro di noi, faremo il possibile per affrontarlo.
Insieme.
Uniti più che mai

Rimarrei a leggere il suo taccuino tutto il giorno, ma la mia attenzione viene catturata da delle urla.
Balzo in piedi, ed esco dalla stanza, carico più che mai.
Ora sì che si sfondano i culi.

Mi faccio guidare dalle urla, avvicinandomi gradualmente alla fonte.

- Sei cosciente del fatto che hai mandato all'aria il piano, vero? Non ci posso credere...lo hai addirittura portato indietro...non potevi almeno abbandonarlo nel bosco se proprio non volevi ucciderlo? -

- Mi dispiace, Lord Gallandher... - è la voce di Trevor.

- Ora mi toccherà fare tutto da solo, come al solito! Devo eliminare Roger e pure Winifred questa sera, dopo i matrimoni...tu non muovere un muscolo, e sta alla larga dai guai... -

- Sì, mio signore... -

A quel punto, sento dei passi avvicinarsi alla porta, così, con il cuore in gola, mi dirigo verso una colonna nascondendomici dietro.
Ne esce lord Gallandher, seguito da Trevor, che cammina con lo sguardo basso.

Deglutisco, passandomi una mano sulla fronte per asciugare il sudore.

La situazione si sta facendo critica, ora.
Sia Roger che Winifred sono in pericolo di vita.

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