Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

33


Londra, 23 novembre 1926.

Vigilia del matrimonio di Roger e Rosie

Michael

- Credimi, non ne vale la pena. Farti vedere da tutta quella gente, dai colleghi...dopo tutte quelle voci che girano... - mi fa notare Lord Gallandher, passeggiando avanti e indietro lungo il mio studio.

- Non si parlerà d'altro al matrimonio. Non ti chiederanno altro che di tuo figlio, della sua sessualità, del suo Freddie... - a quel punto, trasalisco, guardandolo allibito.

- Sì, Mr. Taylor. So a che cosa stai pensando. Fino a questo punto. La gente sa tutto. Che cosa risponderai? La situazione ti sfuggirà di mano. Vuoi rischiare di perdere il lavoro? Tra gli invitati c'è pure il tuo capo. - a quelle parole, abbasso la testa, convenendo che Lord Gallandher ha ragione.
Ha perfettamente ragione.

- Non sei in grado di affrontare tutto questo, Michael...verrai deriso in pubblico. Davanti a tutti, davanti a tuo figlio...nessun'anima al mondo riesce ad evadere dal gossip purtroppo...- conclude poi il mio fidato consigliere.

- Hai perfettamente ragione. Ma che cosa posso fare? - chiedo io, privo di idee.

- Non presentarti - mi suggerisce lui. A quel punto, sgrano gli occhi, guardandolo allibito.

- Ma...è il m-matrimonio.. - cerco di dire io, ma vengo interrotto prontamente dal mio amico.

- Di tuo figlio, lo so. Non puoi perderti un momento del genere e bla, bla, bla...ma ricorda: Questo matrimonio, è soltanto politica. Non c'è amore, non c'è un rito. C'è soltanto un contratto dietro. Quindi, questo matrimonio per te non vale niente. Così come per Roger. - a quelle parole, sorrido. Lord Gallandher sa sempre come aggiustare qualsiasi cosa.

- D'accordo. Mi hai convinto. Mi allontanerò...e non a-assisterò al matrimonio... - rispondo io, deciso.

Freddie

Siamo in viaggio da tre giorni ormai...domani, è il gran giorno.
Roger e Rosie si sposano.
O meglio, si dovrebbero sposare.
Ma salterà tutto.
Non so come, ma salterà.
Ho con me due assassini professionisti, di certo mi ritorneranno utili per riprendermi il mio amore.
Spero solo...che riusciremo ad arrivare in tempo.

- Quindi...sei sicuro di voler annullare le nozze? - chiede Deacy all'improvviso, interrompendo il silenzio nel furgone e i miei pensieri.

- Beh...ovvio. Io voglio stare con Roger. E lui vuole stare con me - affermo io, sorridendo.

- Sicuro? Insomma...gliel'hai chiesto? E poi...come mai non è mai venuto a cercarti? Lui non era in un carcere di massima sicurezza...con una delle sue numerose macchine...non ci avrebbe impiegato tanto tempo...-  farfuglia John.

- C-che ne sai tu?...p-probabilmente ha cercato di farlo...ma non c'è riuscito e...insomma...che ne sai tu degli affari nostri? - sbotto io, stufo di giustificarmi inutilmente.

- Calmi, ragazzi - miete Brian, alla guida.

- Quello che sta cercando di dire John... - esordisce, lanciando un'occhiataccia all'amico - è che voi due avete davanti a voi una quantità incalcolabile di difficoltà. State insieme da nemmeno un anno, e guardate che casino dovete ancora risolvere! Non è sicuro essere gay in questa società! - dopo il breve discorso di Brian sospiro, stanco di tutti quei discorsi che continuano a fare sia a me che a Roger, da ormai troppo tempo.

- Io e Roger ci amiamo, e nessun matrimonio, nessuna difficoltà, sarà più grande del nostro amore. E questo non lo dico io. Ci siamo fatti una promessa, insieme. Basta, capitolo chiuso - dopo le mie brevi e concise affermazioni, il gelo riconquista l'abitacolo, e le parole, cedono il passo ai pensieri.

I pensieri più tormentati decidono di assalire la mia mente, così piena di amore incondizionato fino a qualche istante prima.
Esito.
Roger mi amerà ancora?

Michael

- Trevor, dove mi stai portando?- chiedo io, confuso.

- A-alla casa delle v-vacanze...ci trascorrerai la notte...e il giorno del matrimonio, l-lontano da occhi indiscreti - mi informa mio figlio, con voce spezzata.

Lo guardo dallo specchietto, riducendo gli occhi a due fessure.

Il sudore gli cola dalla fronte, le mani stringono forte il volante, fino a che le nocche non si sbiancano, e il suo respiro è irregolare.

- Tutto bene, Trevor? Stai male per caso? -

- Nononono, tutto benissimo... - risponde nervoso lui, scuotendo energicamente il capo.

- Sicuro che non ti vuoi fermare?- a quel punto, Trevor emette un sospiro profondo.

- No, non sto bene, hai ragione...esco a prendere un po' d'aria... - e così, nel bel mezzo del nulla, mio figlio ferma la macchina e scende.

Si passa una mano tra i riccioli, per poi grattarsi il capo, irritato.
Si aggira smarrito, fa pochi passi, per poi ritornare alla macchina.

- T-ti d-dispiace se facciamo d-due passi insieme? - a quella proposta, io al primo istante lo guardo stranito, per poi distogliere lo sguardo su di lui e sorridere.

- Va bene... - e così, apro la portiera, scendo dalla macchina e ci ritroviamo faccia a faccia.

Non lo riconosco più.

È teso, nervoso, irrequieto. Non capisco che cosa gli prenda.
Ma lui non ne vuole parlare, quindi io rispetto la sua volontà, e mi limito a passeggiare al suo fianco in silenzio.

È un periodo molto difficile per lui, lo riconosco.
Suo fratello, per giunta minore, si sposa con una bellissima ragazza, e diventerà lord.
Lui?
Che ne sarà di lui?
Beh, al momento proprio non lo so.
È così debole, fragile, non è ancora in grado di cavarsela da solo in questa società così difficile.

- Emozionato per domani? - decido di domandare erroneamente io.

Trevor stringe le labbra.

- N-no...perché dovrei, non sono io a sposarmi... - abbaia lui, acido.

- Trevor, ascolta, io... -

- No, ora ascolta tu. Per anni hai preferito Roger a me. Hai sempre dato tutto a lui. E a me? Niente. Non mi hai mai considerato, e ora sai che c'è? - a quel punto, con movimenti goffi e impacciati, tira fuori dalla tasca una pistola.

Io, incredulo e spaventato, indietreggio.


- Trevor...? Ma che cosa ti salta in mente!? Sei impazzito? - mio figlio rimane lì, immobile, puntandomi addosso la pistola tremante.

- Mi sono stufato di essere tuo figlio... -  a quel punto, porta il dito sul grilletto, intento a sparare a suo padre.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro