Domani è un altro giorno (MARTEDI')
Questa mattina sotto la doccia ho avuto il classico lampo di genio.
Mi chiedo come mai questi lampi arrivino quasi sempre quando uno si fa la doccia, sarà che l'acqua ha il potere di rimuovere insieme a tutto il resto, anche quella patina di torpore che normalmente ristagna sul proprio cervello e impedisce di vedere le cose chiaramente? Dovrò fare una ricerca su Google sugli effetti dell'acqua sul nostro organismo.
Comunque sia, mi è tornata in mente la frase di Jack: "è ancora tutto in fase decisionale, deciderò entro la fine di questa settimana". Sicuramente questa era una frase in codice per dirmi: "Stai attenta che ti osservo". Questo potrebbe spiegare perché me lo ritrovo sempre tra i piedi! Sono sotto la sua lente d'ingrandimento. D'altronde non possono mica portarsi in California chiunque. Vorranno valutare chi se lo merita per davvero.
Io sono perfettamente consapevole di non essere un'impiegata modello, ma d'altronde non è colpa mia se mi annoio. Ho una mente troppo attiva per poter riuscire a stare otto ore concentrata su qualcosa che non mi piace nemmeno fare. E' solo per questo che troppo spesso mi lascio distrarre da altre cose. Ma sono una tipa sveglia. Sì, lo so che mi chiamano svampita, ma quello è perché la gente non sa più cosa significhi sognare! E poi sono intelligente, a tratti simpatica e tanto di più. Sono certa che se chiedessi ad Amanbir, lui mi saprebbe fare un elenco molto più lungo del mio sulle mie adorabili qualità. Ma ora non ne ho il tempo.
Ad ogni modo sono sicura di poter impersonare il prototipo dell'impiegata perfetta almeno per una settimana e renderò Jack tanto fiero di me, che non potrà fare altro che pregarmi di trasferirmi in California per lavorare con lui!
MANUALE DELL'IMPIEGATA PERFETTA:
1. Arrivare sempre in anticipo
Ore 8.20 e sono già davanti all'orologio timbracartellino. Sorrido, compiaciuta di me stessa.
Entrando nel mio ufficio c'è un certo scompiglio. Non credevo che così tanta gente amasse arrivare in anticipo.
Mi avvicino al primo gruppetto di donne in fermento e cerco di capire cosa sia successo di tanto straordinario da aver creato tanto trambusto.
"Ma come, non l'hai saputo?"
"No, visto che sono arrivata ora"
"Guarda cosa c'è su ogni scrivania!"
"Cosa?"
Oh mio Dio! Non può essere vero.
"Un bollitore! Ogni scrivania ha il suo bollitore. Non è fantastico? Dicono che sia stato Mister Parish in persona a chiedere che fosse predisposto in tal modo! Deve essere proprio un bel soggetto questo Mister Parish. Tu ci hai parlato, vero Jessica? Che tipo è?"
Roberta continua a farmi domande, ma io non la sto più seguendo dal momento in cui ho realizzato cosa c'è sulla scrivania. Un bollitore. Non può essere che lo abbia fatto mettere per... Voglio dire sicuramente non c'entra niente con la nostra conversazione di ieri davanti alle macchinette. Sono certa che avesse già intenzione di conformare i nostri uffici a quelli americani. Non c'è altra spiegazione.
"Scusa Roby, dopo parliamo. Ora ho del lavoro da sbrigare"
Quasi come se fossi in trance mi avvicino alla mia scrivania. Solo dopo aver sistemato le mie cose mi accorgo che vicino al computer c'è un pacchettino regalo con un bigliettino. Ho il cuore in gola. Resto lì immobile ad osservarlo per un po', in attesa che cominci a parlare e mi dica da solo da dove arriva. Poi spinta dal timore improvviso che qualcun altro lo noti, lo afferro bruscamente e me lo porto sulle gambe, praticamente nascondendolo sotto alla scrivania. Senza volere mi cade l'occhio sulle parole del bigliettino incastrato tra la carta regalo e il nastro che l'avvolge. Poche parole, scritte a penna con una calligrafia tra il corsivo e lo stampatello piccolo:
"Al diavolo il tè"
Mi scappa un sorriso. Scarto il pacchetto e rimango affascinata dalle intarsiature di un cofanetto di legno perlato riempito di bustine di camomilla.
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