Fay-the-Silverwing
Ci riprenderemo Violet.
Ma come? Mi ha torturato questa promessa avventata che ho fatto, nelle infinite ore successive; e quando dopo quasi due giorni di guardia ininterrotta ho preso poche ore di sonno, sono stata tormentata dagli incubi.
Al risveglio mi han mandato a ritirare l'aquila combattente presso la bottega di Nick.
Lui e Lucinda, che in quella si sente come a casa, mi hanno riassunto la storia di questo animale, che ha un becco e un'ala artificiali e che reca montato, adesso, uno strumento di morte. Conoscerla mi ha incantato, mi ha ricordato i racconti di mio padre, in cui certi animali sono molto più della loro apparenza, sono creature in cui albergano spiriti potenti e saggi.
Sono uscita con l'aquila in spalla, riflettendo sulla coincidenza che ella sia infine ristabilita e pronta proprio in questo momento delicato...
"Fay, so che ci conosciamo poco ma... ho bisogno di te", le dico.
Distende le ali e gira il capo, per fissarmi con un solo occhio.
"Non dovrei, ma ho fatto una promessa".
Mi avvio all'anello più basso delle mura. Per scendere al porto, teoricamente, esistono solo gli ascensori. Ma c'è un camminamento a strapiombo sul mare, un salto di trenta metri su una profonda fossa in cui ruggiscono le onde.
Prima di entrare nelle guardie ero pescatrice, raccoglievo frutti di mare sul fondale.
"Non temere, so quello che faccio. Un bel tuffo, poi un chilometro a nuoto fino al punto preciso della scogliera dove, sotto il livello del mare, si apre un tunnel sommerso. Lo attraverserò sbucando nell'interno, ben aldilà della fascia delle trappole. Appuntamento lì, amica mia".
Raccolgo la concentrazione, allargo le braccia. Mentre volo giù sento il richiamo di Fay, che sfreccia accanto a me. Poi il muro blu che si infrange, ben più solido di come si penserebbe.
Riemergo con l'aquila che gira sul mio capo allarmata. Mi attende una bella nuotata; il mare è inquieto, ma io lo rispetto e mi sento bene, nel suo abbraccio.
Mezz'ora di nuoto regolare, e sono all'altezza del tunnel. Indico a Fay l'interno, e faccio un cenno di saluto. Mi immergo senza meno e con la spinta di un'onda mi infilo. È pericoloso, molto. Il mare spinge e risucchia, la corrente è violenta, per fortuna il passaggio interamente sommerso è breve.
Riemergo in un grotta stretta, sbatto sugli scogli, annaspo, guadagno una posizione all'asciutto. Di qui è cammino, scomodo ma sicuro, fino alla foresta. All'uscita Fay mi urla insieme sollievo e allarme.
Aguzzo la vista, acquattandomi nei cespugli. Oros, davanti. E... Esmeralda? Maledizione!
Porto la destra al coltello, nella cui elsa Nick ha montato un lancia-impulsi sonori, e addito con l'altra lo spiazzo all'aquila. Mentre lei scende in picchiata aziono il comando, che genera onde a frequenza altissime. Vedo gli Oros boccheggiare portando le mani al capo, mentre le mini-bombe alloggiate nell'ala artificiale di Fay precipitano al suolo. Aura l'aveva detto, che molti Oros soffrono gli ultrasuoni!, penso, poi mi lancio avanti, mentre le esplosioni fanno tremare quest'angolo di foresta.
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